Il Bosco delle Querce di Seveso è uno dei tanti parchi in Brianza che puoi percorrere a piedi o in bici quando vuoi concederti una giornata in mezzo al verde. Nelle prossime righe ti farò conoscere la storia tragica che si nasconde dietro la sua nascita; in più, ti spiegherò perché visitarlo e come raggiungerlo.
Tutto quello che ti serve sapere
Che cos’è il Bosco delle Querce di Seveso
Il Bosco delle Querce è un parco che si sviluppa tra le città di Seveso e Meda per una superficie complessiva di 43 ettari. È attraversato da un torrente che a Meda viene chiamato Tarò e a Seveso viene chiamato Certesa.
Le due parti del parco – quella di Seveso e quella di Meda – per il momento non sono collegate fra di loro; più sotto ti spiegherò come raggiungere sia l’una che l’altra.
Il parco, con un patrimonio arboreo costituito da decine di migliaia di piante, include un’area giochi per bambini e uno chalet, accanto al quale è presente un laghetto che, in realtà, non è che una vasca di accumulo per l’acqua di irrigazione.
La storia del Bosco delle Querce è strettamente collegata a quella del cosiddetto disastro di Seveso.
Il 10 luglio del 1976 dalla fabbrica Icmesa di Meda (uno stabilimento chimico destinato alla produzione di sostanze farmaceutiche) si sprigionò una nube tossica contenente diossina.
L’incidente causò centinaia di intossicati e rese necessario lo sfollamento di quasi 700 persone. Morirono più di 3mila animali, e per altri 76mila si fece ricorso all’abbattimento.
Dopo un dibattito durato diversi anni, l’area su cui adesso sorge il bosco venne bonificata: non solo tutti gli edifici esistenti furono distrutti, ma fu anche asportato il terreno superficiale.
Il Bosco delle Querce è nato a metà degli anni Ottanta nella cosiddetta Zona A, vale a dire la parte di territorio più inquinata dalla nube tossica.
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Oggi il parco è un luogo della memoria, come confermano i tanti pannelli didattici distribuiti lungo il percorso che ne raccontano la storia.
Se lo visiti, è un’occasione per conoscere un episodio importante della storia non solo della Brianza, ma dell’Italia e di tutta l’Europa: ti basti pensare che la direttiva europea del 1982 sulla prevenzione dei grandi rischi industriali si chiama proprio direttiva Seveso (in seguito sono state emanate anche la direttiva Seveso II e la direttiva Seveso III).
Le vasche di contenimento
Tutto quello che si trovava nella Zona A, incluso il terreno rimosso, è contenuto ancora adesso in due grandi vasche di contenimento che sono collocate al di sotto del parco e sono costantemente sottoposte a monitoraggio.
La vasca di Meda è di 80mila metri cubi e quella di Seveso è di 200mila metri cubi.
Le vasche, ovviamente, sono munite di strumenti di controllo che servono a segnalare potenziali perdite; l’ambiente esterno è separato dal materiale inquinato da quattro barriere, sulla base di un sistema simile a quello utilizzato per i materiali radioattivi.
All’interno delle vasche ci sono, fra l’altro:
- i macchinari che furono adoperati per gli scavi e per le demolizioni;
- materiale di scasso delle strade;
- terreno scarificato;
- i materiali provenienti dalla demolizione dell’Icmesa;
- legname e vegetazione;
- fanghi;
- le macerie delle case demolite;
- oggetti personali;
Insomma, lì sotto c’erano – e ci sono ancora – i ricordi di chi fu obbligato ad andarsene.
Il disastro di Seveso e l’Icmesa di Meda
Ma come si verificò l’incidente dell’Icmesa?
Poco dopo mezzogiorno del 10 luglio del 1976 – era un sabato – un aumento imprevisto della temperatura in un reattore dell’azienda causò la rottura di una valvola di sicurezza per effetto dell’eccesso di pressione.
Nell’aria si diffuse una nube tossica con 4 quintali di prodotti di reazione e reattivi, tra cui 14 chili di diossina.
Le prime ordinanze comunali a tutela della salute della popolazione furono emanate cinque giorni dopo, mentre i bambini del posto iniziavano già a mostrare lesioni sulla pelle.
Anche se la fuoriuscita della nube tossica risale al 10 luglio del 1976, fu solo a partire dal 26 luglio che gli abitanti della zona furono fatti evacuare: oltre 700 persone costrette ad abbandonare le proprie case.
Non solo: molte altre persone furono invitate a non coltivare frutta e ortaggi sul territorio e a intensificare l’igiene personale. Fu sconsigliato il concepimento di bambini, e le donne in gravidanza vennero fatte allontanare.
L’esercito stese reticolati doppi di filo spinato attorno alla zona più pericolosa, e a sbarrare le strade di accesso furono collocati cavalli di Frisia.
Regione Lombardia arrivò perfino a decidere di realizzare un forno inceneritore allo scopo di eliminare il materiale inquinato. Per fortuna, tale provvedimento non fu adottato, anche per effetto della pressione della popolazione locale.
Al disastro di Seveso è dedicata una miniserie di Gianni Serra, intitolata Una lepre con la faccia di bambina, con protagoniste Franca Rame e Amanda Sandrelli. La fiction, ispirata al libro omonimo di Laura Conti, fu trasmessa per la prima volta su Raidue nel 1989 (puoi guardarla su Youtube cliccando qui). In seguito alla messa in onda, Roberto Formigoni presentò un’interrogazione parlamentare contro un’opera che, a suo dire, aveva diffamato la comunità di Seveso.
Se vuoi conoscere il disastro di Seveso in maniera ancora più approfondita, puoi leggerla cliccando qui sotto, nel post che ho dedicato a questa storia.
Bosco delle Querce: orari di apertura
Gli orari di apertura del Bosco delle Querce a Seveso variano a seconda della stagione. In particolare, il parco è aperto:
- dalle 7 alle 17 dal 1° dicembre al 28 febbraio;
- dalle 7 alle 19 dal 1° marzo al 30 aprile e dal 1° ottobre al 30 novembre;
- dalle 7 alle 21 dal 1° maggio al 30 settembre.
Il Bosco delle Querce a Meda, invece, è accessibile sempre.
Come arrivare al Bosco delle Querce a Seveso
Puoi entrare nel Bosco delle Querce a Seveso da due ingressi: quello di via Ada Negri e quello di via Redipuglia, all’incrocio con via Ortles.
Se hai in mente di arrivare a Seveso in auto, puoi trovare facilmente parcheggio sia davanti all’ingresso di via Ada Negri che davanti all’ingresso di via Redipuglia.
Scegliendo di arrivare a Seveso in treno, puoi fare riferimento alla stazione di Seveso. Uscendo dalla stazione dalla parte del binario 3, imbocca via Fantoni e poi gira a sinistra in via Adua; quindi prendi la seconda strada a destra (via Leopardi) e ancora la seconda a sinistra (via Carducci). La seconda traversa sulla destra è via Ada Negri, dove c’è l’ingresso al parco.
Infine, puoi anche arrivare a Seveso in autobus; in questo caso puoi utilizzare la linea Z115 o la linea Z116 e scendere alla fermata di corso Isonzo 100 (Barazzetta). Lasciandoti i civici pari sulla sinistra, incamminati fino alla prima rotonda, dove devi girare a destra in via Ortles: andando sempre dritto, ti ritroverai proprio di fronte all’ingresso di via Redipuglia.
Come arrivare al Bosco delle Querce a Meda
Puoi accedere al Bosco delle Querce a Meda dall’ingresso di via Vignazzola, di fronte al civico 22.
Se scegli di arrivare a Meda in auto puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Vignazzola, di fronte all’ingresso del parco, accanto al civico 22.
Qualora tu abbia in mente di arrivare a Meda in treno devi fare riferimento alla stazione di Seveso (e non a quella di Meda, che è più distante dall’ingresso del parco). Uscito dalla stazione dalla parte del binario 3, gira a sinistra in via Sanzio e vai dritto; quindi svolta a destra in via Borromeo. Giunto alla rotonda, gira a sinistra in via San Carlo; da qui, la prima strada che trovi sulla destra è via Vignazzola: imboccala e dopo poche decine di metri vedrai l’ingresso del parco alla tua sinistra.
Infine, decidendo di arrivare a Meda in autobus ti conviene utilizzare la linea Z115 e scendere a Seveso alla fermata di c.so Isonzo 8 (ist. Milani). Da qui percorri corso Isonzo lasciandoti i numeri civici pari alla tua sinistra e gira a destra in via Europa Unita; poi vai sempre dritto, proseguendo in via Padre Masciadri e in via Carducci. Giunto in fondo a questa strada, gira a destra in via Vignazzola: dopo pochi passi troverai l’ingresso del parco sulla tua sinistra.
Che cosa vedere a Seveso
Trovandoti a Seveso, perché non ne approfitti per visitare il resto della città? Nel post qui sotto ti spiego come arrivare e che cosa vedere a Seveso.
Che cosa vedere a Meda
Grazie al post qui sotto, invece, hai la possibilità di scoprire che cosa vedere e dove mangiare a Meda: tienine conto se hai in mente di organizzare una gita in Brianza da queste parti 🙂
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