A Seregno Santa Valeria è sinonimo di festa per la sagra che va in scena ogni anno nel quartiere ad aprile. Con questo post ti porto a conoscere la chiesa da cui hanno origine le celebrazioni, e soprattutto il suo campanile, alto oltre 80 metri: la storia della sua costruzione è davvero incredibile. Ecco perché!
Tutto quello che ti serve sapere
Seregno, Santa Valeria: la storia del campanile
Il campanile del Santuario della Madonna di Santa Valeria è uno dei monumenti iconici di Seregno. Alto più di 81 metri, con un ballatoio belvedere in corrispondenza del Sacrario dei Caduti a 53 metri, è dotato di una scalinata formata da quasi 300 gradini che permettono di arrivare fino in cima.
La storia di Seregno, di Santa Valeria e del suo campanile è curiosa, lunga e decisamente… travagliata: ecco perché ho deciso di raccontartela.
Sì, perché il campanile non fu costruito contemporaneamente al santuario, ma molti anni più tardi: “colpa” del progetto originale dell’architetto della chiesa, Spirito Maria Chiappetta, che era risultato troppo complesso, e quindi costoso.
Le origini
Il santuario, costruito negli anni ’20 del Novecento, aveva preso il posto di una precedente chiesetta, più piccola, che era stata demolita nel 1932 insieme con il suo campanile, risalente al 1878.
Dal vecchio campanile erano state salvate tre campanelle, che dal 1932 al 1964 trovarono posto nel cortile dell’oratorio maschile. Non una collocazione ideale, a dir la verità, visto che si trattava di un campanile in legno provvisorio, fatiscente e perfino pericoloso per l’incolumità delle persone.
Il nuovo santuario era stato consacrato nel 1930, dopo lavori di costruzione durati circa 7 anni: ai tempi nessuno poteva immaginare che sarebbe rimasto senza campanile per più di tre decenni.
Anche perché erano in molti ad attendere la costruzione della torre campanaria. La prima oblazione segnalata nel registro delle offerte risale al 5 gennaio del 1936: “I fratellini Benedetto e Andrea Galbiati come loro contributo per l’erigendo campanile, L. 50”.
Come detto, il progetto di Chiappetta era stato scartato; l’incarico di un nuovo progetto venne affidato, con il placet dello stesso Chiappetta, all’architetto Ambrogio Silva, che vi lavorò con la collaborazione di Giuseppe Calastri.
Il loro progetto venne accettato, e così i lavori poterono prendere il via: ma già nel 1949 fu necessario bloccarli. Il motivo? Sempre lo stesso, i soldi.
Il peso del campanile da costruire, infatti, era tale da rendere necessaria una platea armata di dimensioni notevoli, che richiedeva una spesa davvero elevata: in pratica, tutto il finanziamento disponibile si esaurì solo per quest’opera iniziale, e il cantiere venne ben presto interrotto.
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Negli anni successivi, nulla cambiò: nonostante la base del campanile fuoriuscisse dal terreno per oltre un metro, la sua edificazione non poteva proseguire perché altre spese incombevano.
C’era bisogno di una chiesa nel quartiere Ceredo, di nuovi locali per le associazioni, di badare agli spazi degli oratori. Troppi impegni: Seregno e Santa Valeria parevano dover fare a meno del nuovo campanile.
Gli anni passarono, e sia Silva che Calastri morirono. Il loro studio proseguì l’attività con Francesco Sironi e Franco Calastri, che rimisero mano al progetto del campanile.
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I due si resero conto che il progetto di Silva e Calastri non aveva molte possibilità di essere portato a termine, per più motivi.
In primis, il fatto che il progetto fosse stato messo a punto per una tecnica costruttiva superata, che avrebbe comportato notevoli difficoltà di esecuzione. Per esempio, le voltine, i pinnacoli e le decorazioni in cemento non si realizzavano più da almeno 30 anni: nessun operaio sarebbe stato in grado di crearle, a meno che non ci si fosse rivolti a muratori anziani. Ma decisamente non era il caso di mandare persone in là con gli anni a lavorare a 60 metri di altezza.
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Inoltre, a causa dei costi ingenti, l’opera avrebbe dovuto essere realizzata in due tempi: prima la struttura in cemento armato e poi il riempimento in mattoni. Ma questo era un problema, sia perché i seregnesi si sarebbero trovati davanti agli occhi per lungo tempo una sgradevole gabbia in cemento armato, sia perché eventuali inconvenienti avrebbero potuto rendere definitiva quella orribile struttura provvisoria.
Infine, c’era anche una considerazione estetica. Il campanile era stato progettato in struttura di cemento armato e riempimento in mattoni a vista, in uno stile quasi romanico: niente a che vedere con lo stile gotico della chiesa. Insomma, i due edifici, uno a fianco all’altro, sarebbero stati un pugno in un occhio.
Ecco perché Sironi, nel 1958, presentò un nuovo progetto, adattato alle necessità espresse dal parroco don Giuseppe Rimoldi: fra queste, la presenza di un ascensore che consentisse ai fedeli di arrivare fino in cima al campanile per poter godere del panorama su Seregno, Santa Valeria e tutta la Brianza. Inoltre, a poco più di 50 metri di altezza sarebbe stato realizzato un locale con finestre panoramiche.
Il progetto fu accettato, ma rimaneva il problema di sempre: il finanziamento. Si pensò di assegnare una Medaglia di Benemerenza speciale a chi avesse donato almeno 300mila lire, ma l’idea non ebbe successo.
Fino a che, nel 1960, don Rimoldi incontrò un fedele seregnese, Antonio Nobili, che gli promise che si sarebbe impegnato a finanziare i lavori. Possibile? Nel 1961 Nobili morì, e si scoprì dal suo testamento che aveva mantenuto la promessa: un ingente patrimonio destinato al campanile.
Seregno, Santa Valeria: la costruzione del campanile
Ma c’erano ancora degli inconvenienti da affrontare: trovati i soldi, rimaneva da reperire un’impresa che si occupasse dei lavori.
Incredibile a dirsi, fu un compito altrettanto arduo: nessuna ditta voleva accettare, un po’ perché quelli erano gli anni del boom economico (e i clienti non mancavano di certo), un po’ per le difficoltà tecniche che caratterizzavano l’opera.
Infine, si mostrò disponibile un’azienda milanese, la ENIM.
Tra il lascito di Nobili e l’inizio dei lavori trascorsero due anni e mezzo: finalmente – si era giunti al settembre del 1963 – il cantiere poté riaprire.
Ci volle un anno e mezzo per concludere l’opera. L’11 febbraio del 1965, una statua della Madonna venne collocata in cima alla cuspide con una gru.
In un masso di granito con la scritta A.D. MCMXLVI – MCMLXV venne collocata una custodia di ottone con all’interno monete dell’epoca e una pergamena su cui si leggeva: “Dall’Ing. Franco Sironi e Geom. Franco Calastri, rielaborato il primo progetto dell’Arch. Ambrogio Silva e Ing. Giuseppe Calastri, da loro studiato con intelletto d’amore, prestando gratuita la loro opera […] viene di nuovo collocata questa Prima Pietra nella nuova costruzione, che sorge sulle prime fondamenta […]. L’opera si compie per la munificenza dei coniugi Antonio e Carla Nobili, ai quali vada l’imperitura riconoscenza di tutta Seregno […]”.
Il 4 novembre del 1965, una lampada offerta dal Comune venne accesa, in occasione della benedizione del Sacrario da parte di Mons. Luigi Gandini, da un certo Andrea Galbiati: era lui il bambino che, 29 anni prima, aveva lasciato la prima offerta di 50 lire.
E le tre campanelle del fragile campanile dell’oratorio maschile? Quelle furono smontate e poi ricollocate nel campanile a vela della Chiesa di San Giovanni Bosco del Ceredo.
Seregno, Santa Valeria e il santuario
Ora che hai scoperto la storia del campanile del Santuario della Madonna di Santa Valeria di Seregno, non puoi lasciarti scappare l’occasione di conoscere meglio la chiesa: te ne parlo nel post qui sotto, che ti spiega anche come raggiungerla in auto o con i mezzi pubblici.
Che cosa vedere a Seregno
A Seregno Santa Valeria e la sua chiesa possono essere il punto di partenza ideale per una passeggiata in città. Per sapere dove andare, scoprendo tutti i monumenti storici ma anche i più bei murales che abbelliscono le strade di Seregno, ti basta leggere il post qui sotto, che ti segnala anche dove mangiare in città.
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Infine, mi sembra doveroso segnalarti che per la stesura di questo post ho fatto riferimento al libro di Franco Cajani Dall’antico Oratorio all’attuale Santuario della Madonna di Santa Valeria a Seregno, Edizioni GR Besana Brianza, che ha rappresentato una preziosa fonte di informazioni.