Hai mai visitato la Chiesa di San Salvatore di Seregno? Situata a pochi passi dai confini con Albiate e Carate Brianza, merita di essere conosciuta per la sua storia tormentata e per l’affresco del XV secolo che ancora oggi si può ammirare al suo interno. E allora, sei pronto a scoprire questa chiesa con me?
Tutto quello che ti serve sapere
La storia della Chiesa di San Salvatore a Seregno
La Chiesa di San Salvatore di Seregno sorge nel punto in cui esisteva un oratorio già nel XIII secolo. E non un oratorio qualunque, ma il più antico di tutta Seregno!
Questo edificio, infatti, era nominato (“ad buschetum de Carate Ecclesia Sanctis Salvatoris”) nel Liber notitiae sanctorum Mediolani, opera in cui nel 1290 lo scrittore Goffredo da Bussero elencava tutte le chiese della diocesi di Milano.
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Le origini antiche di quella chiesa sono confermate anche dal fatto che essa apparteneva contemporaneamente a Seregno e a Carate: il che dimostra che fu costruita prima delle ripartizioni e delle circoscrizioni ecclesiastiche delle parrocchie.
Nel 1567, padre Leonetto Clivone in occasione della sua visita pastorale annotava che l’amministrazione della chiesa dipendeva dall’Hospitale dei poveri di Carate Brianza. Quest’ultimo era stato fondato da Pietro Zappelli, nobile caratese vissuto tra il XIII e il XIV secolo, che aveva lasciato un ingente patrimonio all’opera pia dedicata all’assistenza dei bisognosi.
Nel XVI secolo, uno degli altari dell’oratorio crollò; tra le rovine venne trovato un vasello di legno che conteneva proprio le reliquie di Pietro Zappelli. Esse, però, furono sottratte furtivamente dalla comunità di Carate, al punto che il 19 febbraio del 1582 il parroco di Seregno Giovanni Maria Bianco inviò una protesta in forma scritta.
Da allora, si ebbe l’accortezza di evitare che la processione verso l’oratorio che si svolgeva nel mese di maggio guidata dal parroco di Seregno si incontrasse con quella guidata dal parroco di Carate… per prevenire guai!
Ma i dissidi fra Carate e Seregno legati all’Oratorio di San Salvatore proseguirono anche negli anni successivi. Con il tempo, infatti, la chiesetta era caduta in uno stato di abbandono:
- non c’era il campanile;
- sopra la porta d’ingresso era presente solo una rozza tettoia improvvista;
- mancavano le suppellettili sacre;
- i cancelli in legno degli altari erano rotti e inutilizzabili.
Insomma, era indispensabile intervenire, anche intonacando le pareti e rifacendo il tetto.
Il problema era che l’oratorio rientrava sotto la giurisdizione del curato di Seregno, ma dipendeva dall’Ospedale dei Poveri di Carate: così, le sollecitazioni a eseguire i lavori che provenivano da una parte erano del tutto ignorate dall’altra.
Alla fine del XVI secolo, l’Oratorio di San Salvatore era una delle quattro chiese di Seregno: le altre erano quelle di San Vittore e Sant’Ambrogio (situate all’interno dell’antico borgo) e quella di Santa Valeria (extramuraria, cioè fuori dall’abitato).
Il 13 agosto del 1841, la chiesa fu distrutta da un incendio. Si rese necessaria, così, la costruzione di un altro oratorio, che è quello che possiamo vedere ancora oggi.
Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, l’edificio fu ampliato. Conclusi i lavori, fu abbellito con un affresco della Madonna con bambino in trono che in precedenza si trovava nell’oratorio distrutto dall’incendio, e che per fortuna si era riusciti a salvare. Si tratta di un’opera di scuola lombarda risalente addirittura al Quattrocento, ed è la sola testimonianza della chiesa che esisteva prima della ricostruzione del 1841.
Entrando oggi nella Chiesa di San Salvatore di Seregno, puoi vedere anche una tela del XVIII secolo che raffigura Gesù nei Getzemani e, sopra l’altare, un dipinto ottocentesco dell’Ecce Homo, oltre a un angelo in legno scolpito da Osvaldo Minotti.
Dove si trova la Chiesa di San Salvatore a Seregno
La Chiesa di San Salvatore a Seregno si trova in via Montello, di fronte al civico 125.
Se per raggiungerla hai in mente di arrivare a Seregno in auto, puoi lasciare la macchina nel parcheggio a fianco alla chiesa, a cui si accede da via Cicerone.
Preferisci arrivare a Seregno in treno? Uscito dalla stazione cittadina, imbocca di fronte a te via Mazzini e al semaforo gira a sinistra per entrare in corso del Popolo. Dopo aver superato la Basilica di San Giuseppe, gira a destra in piazza Vittorio Veneto e vai dritto in via Cavour. Supera un semaforo, una rotonda e un altro semaforo; alla rotonda successiva tieniti sulla destra per salire sul cavalcavia che scavalca la superstrada. Al termine del cavalcavia c’è un’altra rotonda: gira a sinistra e dopo poche decine di metri troverai la chiesa sulla tua sinistra.
Infine, volendo arrivare a Seregno in autobus puoi fare riferimento alle linee Z115, Z231, Z232 o Z242 e scendere alle fermate Matteotti fr.75, Matteotti/D’Azeglio o Matteotti/Parini. Da qui, lasciati i civici pari alla tua sinistra e procedi in via Matteotti fino al semaforo: gira a sinistra in via Cavour e vai sempre dritto. Alla seconda rotonda, tieni la destra per percorrere il cavalcavia, dopo il quale troverai un’altra rotonda: vai a sinistra e dopo poco vedrai la chiesa alla tua sinistra.
Chiesa di San Salvatore a Seregno: orari di apertura
La Chiesa di San Salvatore a Seregno è normalmente chiusa al pubblico, e apre solo per le celebrazioni liturgiche. Se desideri visitarla, quindi, puoi accedervi prima dell’inizio della messa o al termine della stessa.
La messa in questa chiesa viene celebrata il giovedì alle 7.30 e la domenica alle 10.30.
Che cosa vedere a Seregno
Dopo aver ammirato la Chiesa di San Salvatore a Seregno, potresti concederti una passeggiata alla scoperta di tutti gli altri posti da vedere in città. Se non sai dove andare, non preoccuparti: nel post qui sotto trovi un itinerario turistico di Seregno, con tutte le indicazioni di cui hai bisogno per conoscerne i monumenti, i luoghi storici e… anche i murales.
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Infine, vorrei invitarti a leggere il libro A proposito di due antichi oratori seregnesi: SS. Rocco e Sebastiano e S. Salvatore a cura di Franco Cajani, che ha rappresentato una fondamentale fonte di informazioni per la redazione di questo articolo.