In questo post ti racconto tutti i buoni motivi per cui dovresti visitare la Chiesa di San Carlo a Seregno: un edificio affascinante (dentro e fuori), che accoglie una statua unica al mondo, due meravigliosi mosaici e un antico bassorilievo da scoprire. Leggi le prossime righe e guarda tutte le foto per saperne di più!
Tutto quello che ti serve sapere
La storia della Chiesa di San Carlo a Seregno
La Chiesa di San Carlo a Seregno fu consacrata il 15 novembre del 1941, ma ha origini molto più antiche.
La parte più datata è quella corrispondente all’attuale sagrestia, e fu edificata nel 1707.
Alla fine dell’Ottocento, poi, l’edificio venne ampliato, e nel 1899 si realizzò una cupola progettata da Cesare Formenti. Architetto milanese laureato in ingegneria industriale, Formenti in Brianza progettò, tra l’altro, la Chiesa della Beata Vergine Immacolata di Cesano Maderno e la Chiesa dei Santi Quirico e Giuditta a Lentate sul Seveso. In molti casi si occupava della costruzione di nuove chiese senza volere alcun compenso in cambio: accadde così anche per la Chiesa di San Carlo di Seregno, di cui addirittura costruì e decorò la cupola a proprie spese.
Alla fine degli anni ’20 del Novecento il parroco don Luigi Longoni attraverso un referendum interrogò la popolazione locale a proposito dell’eventualità di edificare un campanile. Il responso fu positivo, e così il campanile venne costruito: progettato da Giuseppe Trabattoni, era (ed è) alto 37 metri.
Nel 1938, infine, si aggiunse una navata, sempre su progetto di Giuseppe Trabattoni. Oggi la chiesa è a tre navate in stile basilicale, a forma di croce latina.
Le porte in bronzo
La Chiesa di San Carlo è impreziosita da porte in bronzo realizzate nel 1989 dallo scultore Marco Ferrari.
Sulla porta principale sono raffigurate le Glorie della Beata Vergine Maria:
- L’Immacolata Concezione (“Maria piena di grazia”, la frase con cui l’Arcangelo Gabriele si rivolge a Maria) e la Maternità Divina (“Beata colei che ha creduto”, da Luca 1,45: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”);
- La Maternità Spirituale (“Ecco la tua madre”, da Giovanni 19,27: “Poi [Gesù in croce] disse al discepolo: ‘Ecco la tua madre!’. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”) e la Corredenzione Universale (“Regina degli Apostoli”; Maria è Regina degli Apostoli non solo perché Gesù glieli ha affidati come se fosse anche loro madre – e lei è Madre di tutti gli uomini – ma anche perché, come loro, ha partecipato alla sorte di Cristo; è attraverso le sue mani che arriva la salvezza);
- L’Assunzione in Anima e Corpo al Cielo (“È assunta in cielo”) e la Regalità Universale (“Madre della Chiesa”).
Le porte laterali, invece, rappresentano in alto e in basso le Beatitudini, e in mezzo le tre Virtù Teologali (più l’Umiltà, che è il fondamento delle tre virtù).
Le Beatitudini descrivono le caratteristiche necessarie per la felicità; sono riportate dal Vangelo di Matteo (nel cosiddetto Discorso della Montagna) e dal Vangelo di Luca (nel Discorso della Pianura).
Sulla porta di sinistra puoi vedere:
- “Beati i poveri di spirito” [perché di essi è il regno dei cieli]; “Beati i mansueti” [perché erediteranno la terra];
- “Carità”; “Umiltà”;
- “Beati quelli che piangono” [perché saranno consolati]; “Beati i giusti” [perché sarà saziata la loro fame di giustizia].
Sulla porta di destra, invece, noterai:
- “Beati i misericordiosi” [perché troveranno misericordia]; “Beati i puri di cuore” [perché vedranno Dio];
- “Fede”; “Speranza”;
- “Beati i pacifici” [perché saranno chiamati figlio di Dio]; “Beati i perseguitati” [perché di essi è il regno dei cieli].
La statua di San Carlo
Entrando in chiesa, alla tua sinistra la tua attenzione sarà catturata da una statua di San Carlo, che è patrono della parrocchia insieme con San Francesco di Paola.
Si tratta di una statua dei primi anni del XVIII secolo di cui non si conosce l’autore.
Essa raffigura il santo con abiti cardinalizi (lo zucchetto e la cappa magna) mentre tiene in mano il chiodo della passione di Gesù.
Come ti ho accennato in precedenza, è una statua unica al mondo. Di solito, infatti, San Carlo viene rappresentato mentre assiste gli appestati, in atto di penitenza, in meditazione di fronte al Crocefisso o nell’atto di reggere il Crocefisso: mai, quindi, con il chiodo tra le mani.
Questa rappresentazione particolare fa riferimento a un episodio avvenuto nel 1576, anno in cui Milano fu colpita dalla peste.
A quei tempi, mentre le autorità civili scappavano dalla città a causa dell’epidemia, San Carlo restò a prestare conforto e a prendersi cura della popolazione.
Un giorno, in occasione di una delle processioni penitenziali che era solito organizzare per impetrare il perdono divino, egli incastonò il chiodo della Passione di Gesù (che dal 1461 si trovata nel punto più alto del Duomo, dove era stato posto per impedirne il furto) su una croce in legno, per poi portarlo in processione per le strade.
L’altare maggiore
La mensa in marmo bianco di Lasa caratterizza l’altare maggiore della Chiesa di San Carlo, che accoglie un mosaico in cui sono raffigurate le tre virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità. La Fede, rappresentata dall’Angelo bianco, illumina il tabernacolo, che è sostenuto dall’Angelo rosso (la Carità) e dall’Angelo verde (la Speranza).
Il mosaico, racchiuso in una cornice settecentesca in stile barocco in marmo nero e corredato da tre angeli in marmo bianco di Carrara, è opera di Luigi Filocamo (di cui a Seregno puoi vedere anche il mosaico Risurrezione di Gesù con l’Angelo e le pie donne nella Basilica di San Giuseppe). Nato ad Alessandria d’Egitto ma cresciuto a Milano, Filocamo fu un pittore specializzato in arte sacra, autore anche di vetrate per il Duomo di Milano.
Ai lati dell’altare, sono collocati due angeli in legno risalenti all’inizio degli anni ’40 del Novecento.
Sopra l’altare maggiore, l’arco trionfale è decorato con un mosaico che raffigura Cristo accogliente.
Sull’altare pende, inoltre, una croce in rame sbalzato e smalti policromi realizzata nel 1974 da Ettore Paganini: simboleggia il trionfo di Gesù sulla morte. Allievo di Carlo Carrà all’Accademia di Brera, Paganini in Brianza ha realizzato, tra l’altro, una croce astile e una porta di tabernacolo nella Chiesa di San Rocco a Monza, per la quale ha creato anche il paliotto dell’altare.
Come la croce, anche le quattrodici stazioni della Via Crucis, realizzate in rame sbalzato, sono opera di Ettore Paganini.
L’altare della Beata Vergine Maria
La parete sinistra della Chiesa di San Carlo a Seregno accoglie l’Altare della Beata Vergine Maria. Risalente al 1842 e realizzato in stile neoclassico in marmo bianco con rifiniture in pietra dorata, fu regalato all’antica chiesa di San Carlo da Paolo Mantegazza, nobile del posto.
L’altare presenta un bassorilievo che raffigura la Beata Vergine Maria con il Bambino in marmo bianco di Candoglia: datato al XV secolo, è attribuito alla scuola di Leonardo da Vinci. Fu ritrovato nel 1845 e donato dalla famiglia Mantegazza.
Il battistero
Dall’altro lato, puoi ammirare la vasca battesimale in marmo rosso d’Arzo, risalente al 1905, con coperchio in rame sbalzato.
Arzo è una località nota per l’attività estrattiva che si trova in Svizzera: più precisamente nella parte meridionale del Canton Ticino, al confine con la provincia di Varese, sul Monte San Giorgio, che l’Unesco ha inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità.
In marmo rosso d’Arzo sono anche le balaustre, che però sono molto più antiche: risalgono, infatti, al XVIII secolo, e rappresentano il solo elemento rimasto dell’antico Oratorio di San Carlo che fu edificato all’inizio del Settecento.
Davanti al battistero, ecco un altorilievo in bronzo del 1980, intitolato Passaggio del mar Rosso e opera di Giancarlo Fontana.
Chiesa di San Carlo a Seregno: come arrivare
La Chiesa di San Carlo a Seregno si trova in piazzale Brunelleschi.
Se hai deciso di arrivare a Seregno in auto, troverai parcheggio in via San Carlo o in via Borromeo.
Preferisci arrivare a Seregno in treno? La stazione cittadina è ben servita con Milano, Como e Monza grazie alle linee ferroviarie Chiasso-Rho Fiera e Saronno-Albairate. Uscito dalla stazione dalla parte del binario 5, gira a sinistra e percorri via Comina fino in fondo, per poi girare a destra in via Colzani. Vai dritto a alla rotonda svolta a sinistra in via Ripamonti; quindi prendi la prima a destra, via Bacone, per poi girare a sinistra in via San Carlo: a questo punto vai dritto fino a quando non vedrai la chiesa sulla destra.
Ma puoi anche arrivare a Seregno in autobus, sfruttando la linea z250 e scendendo alla fermata Ripamonti/Cesare. Da qui incamminati lasciandoti il campo da calcio alla tua destra e gira nella prima strada a destra, via Giulio Cesare; arrivato in fondo, svolta a sinistra in via San Carlo, e dopo pochi metri troverai la Chiesa di San Carlo alla tua destra.
Che cosa vedere a Seregno
Se hai in mente di visitare la Chiesa di San Carlo a Seregno, non puoi lasciarti sfuggire l’occasione di scoprire anche il resto della città. Nel post qui sotto ti racconto che cosa vedere a Seregno e quali sono i ristoranti migliori in cui puoi fermarti a cena.
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Infine, vorrei segnalarti il sito web della Parrocchia San Carlo di Seregno, contenente numerose informazioni storiche che mi sono state di aiuto per la redazione di questo post.