Sei curioso di sapere che cosa vedere nel Parco di Monza? Questa grande area verde è ricca di ville di notevole pregio architettonico, ma anche di molte altre location che meritano di essere scoperte: i laghetti, i ponti sul Lambro, i sentieri, le cascine, i mulini… Allora, preparati a partire: nelle prossime righe conoscerai tutto.
Tutto quello che ti serve sapere
Che cosa fare al Parco di Monza
Il Parco di Monza si estende su una superficie di quasi 700 ettari e fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro. A volerne la creazione fu il viceré del Regno d’Italia Eugenio di Beauharnais all’inizio dell’Ottocento: la Villa Reale (con i Giardini Reali) esisteva già da qualche decennio.
Annoverato fra i parchi cintati più grandi in Europa, il Parco di Monza è famoso ovviamente per l’autodromo, ma offre tante altre location da scoprire e attività da svolgere.
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Presso Cascina Bastia, per esempio, puoi prendere a noleggio una bici, un tandem, un monopattino o una carrozzella (per le bici i prezzi partono da 3 euro all’ora).
Villa Mirabello, invece, accoglie una biblioteca, con libri e riviste che possono essere letti non solo nella Sala delle Colonne interna, ma anche all’aperto, nel giardino adiacente.
I più piccoli, poi, possono divertirsi con il Trenino del Parco, che parte dal Padiglione Cavriga: il costo del biglietto è di 5 euro, ma i bambini sotto i 3 anni salgono gratis.
Sì, ok, ma dove si trovano tutti questi edifici? Niente paura: tra poco te ne parlo. Prima, però, ti aiuto a capire come puoi accedere al parco.
Gli ingressi del Parco di Monza
Sono numerosi gli ingressi del Parco di Monza: a Monza, e non solo.
A Monza puoi entrare nel parco:
- in viale Brianza, all’altezza dell’incrocio con via Rovani;
- in viale Brianza, all’altezza dell’incrocio con via Pier Luigi da Palestrina;
- in viale dei Tigli;
- in via Boccaccio, all’altezza dell’incrocio con viale Petrarca;
- in via Boccaccio, vicino al ponte sul Lambro di via Montecassino;
- in via Lecco, all’altezza dell’incrocio con via Magellano;
- in via Lecco, più o meno all’altezza del civico 192.
A Vedano al Lambro puoi entrare nel parco:
- in via Ambrogio Villa (all’altezza dell’incrocio con via Santo Stefano);
- in via Enzo Ferrari.
A Biassono puoi entrare nel parco:
- in via Santa Maria delle Selve;
- in via Costa Alta;
- in via Umberto I, all’incrocio con via Parco;
- in via Regina Margherita.
A Villasanta puoi entrare nel parco:
- in via della Resega, dove inizia la ciclopedonale dei Mulini Asciutti;
- in via don Gaetano Galli;
- in via Federico Confalonieri, di fronte al civico 135.
A proposito: sai che nel Parco di Monza sono stati girati un sacco di film, non solo italiani? Te ne parlo nel post qui sotto: una vera chicca per gli appassionati di turismo cinematografico in Brianza.
Che cosa vedere nel Parco di Monza
E ora, finalmente, scopriamo che cosa vedere nel Parco di Monza.
Accedendo dagli ingressi adiacenti alla Villa Reale ti ritrovi nei Giardini Reali: i giardini della Villa Reale, appunto.
Lasciandoti la villa alle spalle, puoi dirigerti verso sinistra per raggiungere Cascina del Forno, complesso settecentesco noto anche come Cascina Fornasetta. Gli ornamenti sulle facciate sono di ispirazione neoclassica, con l’ingresso rappresentato da un portico maestoso con due colonne.
Dalla cascina, in pochi passi arrivi al delizioso Lago dei Cigni, valorizzato dalla cosiddetta Grotta del Nettuno. In realtà questa è una denominazione impropria: a essere raffigurato, infatti, non è Nettuno che esce dalle acque, ma il dio fluviale Lambro, nume tutelare delle acque locali. La scultura è affiancata da quelle di due cavalli, a loro volta immerse parzialmente in acqua.
Non faticherai a vedere di fronte a te il Tempietto del Lago dei Cigni, situato su una collinetta: di forma circolare, è caratterizzato da un pronao rettangolare, fu costruito tra il 1778 e il 1783 su progetto di Giuseppe Piermarini, che già si era occupato della costruzione della Villa Reale.
Andando oltre il tempietto ti imbatti, alla tua destra, nella Torretta neogotica: un elemento tipico del giardino romantico. A progettarla fu Giacomo Tazzini, che la concepì come finto castello con annessa torre.
A pochi passi dalla Torretta puoi vedere le mura neogotiche, a loro volta frutto dell’ingegno di Giacomo Tazzini. La loro costruzione fu ispirata dalle antiche mura cittadine, in forma di rovina secondo quanto prevedeva la moda del Gothic Revival.
Da qui puoi dirigerti verso l’uscita dei Giardini Reali: alla tua sinistra troverai la corte rustica di Cascina Bastia, con una lunga ala parallela a viale Cavriga che probabilmente in passato era una scuderia. Il complesso oggi ospita nel corpo di fabbrica con arcate rustiche un noleggio di biciclette, ma puoi trovare anche carrozzelle, tandem e monopattini.
Lasciandoti la cascina alla tua sinistra arrivi all’incrocio tra viale Cavriga e viale Mirabellino, dove sorge il Padiglione Cavriga, oggi sede di un punto ristoro: un edificio neoclassico in posizione rialzata con un piacevole terrazzo che ripropone la stessa balaustra del colonnato.
Girando a sinistra in viale Cavriga e poi subito nella prima stradina a destra puoi raggiungere Cascina Frutteto: deve il proprio nome alla sua collocazione al centro di un frutteto. La struttura, che oggi ospita la Scuola Agraria del Parco di Monza, fu progettata da Luigi Canonica; si caratterizza per la presenza di una torretta belvedere e per lo stile neoclassico della facciata, con porticato ad archi.
Ritornato al Padiglione Cavriga, gira a sinistra per imboccare viale Mirabellino e poi prendi la prima stradina a destra: alla tua sinistra noterai Cascina San Fedele, collocata su un rilievo naturale che regala un panorama stupendo. Progettista fu – anche in questo caso – Luigi Canonica, che con questo edificio ispirato al Gothic Revival voleva creare una contrapposizione ideale con la Torretta Viscontea situata nei Giardini Reali.
Ripresa la strada lungo viale Mirabellino ti imbatterai, alla tua destra, proprio in Villa Mirabellino. Appartenuta ad Angelo Maria Durini, che qui era solito accogliere i propri ospiti, in seguito Villa Mirabellino fu ribattezzata Villa Augusta in onore di Augusta Amalia di Wittelsbach, moglie del viceré Eugenio Beauharnais che amava soggiornare qui.
Nell’area verde circostante, tra l’altro, sono state girate alcune scene del film La banda dei Babbi Natale, con Aldo, Giovanni e Giacomo: una commedia da non perdere, se sei appassionato di turismo cinematografico in Brianza.
Superata Villa Mirabellino, sulla sinistra ecco Cascina Fontana, che ha la peculiarità di essere stata costruita prima che il parco venisse realizzato. Oggi l’edificio accoglie gli uffici del Consorzio della Villa Reale, nato per valorizzare la Reggia, i Giardini Reali e il Parco.
Continuando a procedere lungo viale Mirabellino, arriverai a uno stop: gira a destra e poi prendi il sentiero sulla destra e vai sempre dritto. Svolta a destra in viale Mirabello e poi prendi la prima strada a sinistra, viale Casalta, per raggiungere Cascina Casalta. Il complesso comprende due cascine (Cascina Casalta Vecchia e Cascina Casalta Nuova) e tre fienili.
La cascina vecchia risale al Settecento ma fu riprogettata da Luigi Canonica per poi essere ampliata da Luigi Tarantola; la cascina nuova e i fienili, invece, sono frutto dell’ingegno di Giacomo Tazzini.
Ritornato all’incrocio con viale Mirabello, gira a sinistra: dopo pochi metri alla tua sinistra vedrai la splendida Villa Mirabello, progettata da Gerolamo Quadrio e costruita tra il 1656 e il 1675. Si tratta del più antico degli edifici presenti nel parco; il nome Mirabello deriva dalla posizione in cui la villa è ubicata, che permette di osservare uno splendido panorama; un viale di carpini la collega con Villa Mirabellino. Anche questa dimora appartenne al cardinale Angelo Maria Durini, che qui ebbe spesso tra i propri ospiti Giuseppe Parini.
Proseguendo la tua passeggiata in viale Mirabello ti imbatterai, sempre alla tua sinistra, in Cascina Cattabrega, affacciata sui campi pianeggianti ma al tempo stesso protetta dal bosco che costeggia il Lambro. I porticati a doppia altezza e gli archetti in laterizio che sormontano le finestre sono i tratti peculiari della facciata della cascina, risalente al 1830 circa.
Continua a camminare lungo viale Mirabello e, superato l’incrocio con viale Cavriga, alla tua sinistra troverai Cascina Cernuschi: situata nel cuore della Valle dei Sospiri, in passato serviva per l’allevamento dei cavalli, mentre adesso è sede dei Carabinieri a cavallo.
Se ti lascia Cascina Cernuschi alla tua sinistra, poco dopo sulla destra incontrerai un sentiero che ti porta in un grande prato con un’area giochi e un punto di ristoro, la Cascina del Sole: il suo nome deriva dal fatto che la facciata è rivolta a sud. Proprio sulla facciata è raffigurato il simbolo lombardo del sole fiammato, mentre nella parte posteriore del complesso si trova un pozzo antico.
Ritornando sulla strada asfaltata e andando sempre dritto, arriverai al Il Laghetto della Valle dei Sospiri, preceduto da una lieve altura che offre una notevole visuale panoramica su viale Mirabello. Lo specchio d’acqua è formato dalla Roggia del Principe; a valle c’è una chiusa con cascata che porta l’acqua in direzione della Roggia della Pelucca.
Girando a sinistra, in modo da tenere il corso d’acqua alla tua destra, arrivi proprio nel punto in cui la Roggia del Principe incrocia la Roggia della Pelucca.
Da qui vai dritto e all’incrocio gira a sinistra, costeggiando il Lambro: arrivi così in viale Valle dei Sospiri, strada attraversata dal Ponte delle Catene. Si tratta del ponte più frequentato del Parco di Monza, visto che si trova al centro del viale prospettico di Villa Reale; deve il proprio nome alle catene in ferro che collegano le colonnette lapidee in granito che fungono da parapetti.
Superato il ponte, ti trovi di fronte a un trivio: se prendi il sentiero a sinistra, dopo poche decine di metri vedrai alla tua sinistra Cascina Pariana. Conosciuta anche come Cascina Isolina, risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando fu realizzata come postazione per l’allevamento della selvaggina. Da notare il belvedere che spicca sul tetto a spioventi.
Da qui, gira a sinistra per lasciarti la cascina alla tua sinistra, e percorri il sentiero che arriva a incrociare viale Cavriga. Girando a sinistra per imboccare il viale, dopo pochi metri ti ritroverai sul Ponte della Cavriga: si chiama così perché qui un tempo erano solite brucare le capre (in dialetto, le cavre).
Proseguendo, puoi girare a destra in viale Mulino del Cantone per raggiungere il Mulino del Cantone: fu costruito su un edificio già esistente che probabilmente svolgeva una funzione difensiva e di protezione della città. La torretta belvedere è stata lasciata incompleta in modo intenzionale, sulla scia del gusto romantico per le rovine.
Alla destra del mulino ci sono alcuni dei punti più suggestivi del Lambro, con punti panoramici e salti d’acqua.
Se prosegui su viale Mulino del Cantone, alla tua sinistra noterai un grande spiazzo verde che ospita Lo Scrittore, installazione artistica di Giancarlo Neri già esposta a Roma e a Londra: è formata da una sedia alta 10 metri e un tavolo largo 11 metri realizzati in acciaio e legno, per un peso complessivo di più di 4mila chili.
Dopo poche decine di metri, incrocerai sulla tua sinistra il viale di Vedano: imboccalo se vuoi andare a vedere da vicino la Fagianaia Reale, che troverai alla tua destra. Si tratta di un edificio di piccole dimensioni nato per allevare i fagiani che i membri della corte avrebbero poi cacciato; progettato da Giacomo Tazzini e restaurato da Piero Portaluppi, il complesso oggi ospita un ristorante. La vista è molto suggestiva dal viale alberato che si diparte dalla facciata principale.
Tornato in viale Mulino del Cantone, vai dritto fino al primo incrocio: girando a destra, transiterai sul Ponte dei Bertoli. Il nome di questo ponte deriva dalla famiglia Bertoli, un tempo proprietaria dei terreni nei dintorni. La struttura presenta un solo pilastro centrale per agevolare lo scorrimento delle acque.
Superato il ponte, vai a destra: sei in viale Mulini Asciutti. Costeggia il Lambro e prendi la prima strada a sinistra per arrivare ai Mulini Asciutti.
Risalenti agli anni ’30 dell’Ottocento, sono composti da due edifici uniti da un porticato: permettono di assistere ancora oggi al funzionamento degli ingranaggi. Del complesso fanno parte anche le due stalle con fienile, disposte in posizione simmetrica. Oltre un ponticello, invece, c’è il forno.
Ora ritorna al Ponte dei Bertoli, oltrepassalo e gira a destra in viale Mulini San Giorgio 3: il primo sentiero alla tua sinistra ti porta a Cascina Molini San Giorgio. Il complesso comprende due edifici con una torretta centrale e una corte rustica di accesso separati dalla Roggia Molinara, un canale di derivazione del Lambro che in passato azionava i mulini ad acqua. Il mulino è stato progettato da Giacomo Tazzini, ed è completato da due fienili collocati in posizione simmetrica.
Continuando in viale Mulini San Giorgio, sulla tua destra troverai un altro ponte sul Lambro: è il Ponte Neoclassico, noto anche come Ponte in Pietra. Un tempo era munito di cancellate in ferro, che – vista la sua collocazione al confine del parco – servivano a impedire che la selvaggina scappasse. Si tratta di una location abbastanza isolata, ideale tra l’altro per il birdwatching.
Viale Mulini San Giorgio ti porta fino alla Porta San Giorgio: alla tua sinistra vedrai l’ingresso del Golf Club Milano, una delle location dove giocare a golf in Brianza: puoi scegliere tra tre percorsi. Il green fee giornaliero feriale ha un costo di 90 euro in bassa stagione e di 110 euro in alta stagione; nei giorni festivi e nel week-end il campo può essere utilizzato solo dai soci e dai loro invitati.
Ora lasciati l’ingresso del Golf Club Milano e vai sempre dritto. Dopo aver percorso un sottopassaggio, sarai nel cuore dell’autodromo: girando a destra, dopo poche decine di metri vedrai alla tua destra il Monumento a Juan Manuel Fangio. Il campione argentino è raffigurato in piedi accanto a una Mercedes-Benz W 196: la scultura è stata realizzata dall’artista Joaquim Ros, ed è stata inaugurata nel 2004 in occasione del 50esimo anniversario della vittoria del terzo campionato del mondo da parte del pilota argentino.
Ritornando alla strada da cui sei arrivato, svolta a destra e vai dritto. Una volta uscito dall’autodromo, gira nuovamente a destra. Andando sempre dritto, incrocerai sulla sinistra il sentiero che ti porta a Cascina Costa Alta: già Scuderia Reale, fu progettata da Giacomo Tazzini (questo nome non ti è nuovo, vero?). L’edificio è caratterizzato da un porticato a sei colonne in pietra, accanto al quale è visibile un vecchio pozzo in pietra.
Riprendendo la strada che costeggia l’autodromo, in pochi passi (o poche pedalate) raggiungerai Cascina Costa Bassa: in passato era conosciuta come Ospedale dei Cavalli, in quanto fungeva da luogo di sosta per gli animali in occasione delle passeggiate reali.
Come arrivare al Parco di Monza
Se decidi di arrivare al Parco di Monza in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di:
- Monza, in via Boccaccio;
- Vedano al Lambro, in via Ambrogio Villa;
- Vedano al Lambro, in via Enzo Ferrari;
- Biassono, in via Santa Maria delle Selve;
- Biassono, in via Parco.
Preferisci arrivare al Parco di Monza in autobus? Allora puoi fare riferimento alla linea Z204 o alla linea Z221, che prevedono fermate nei pressi della Villa Reale.
Infine, nel caso in cui tu voglia arrivare al Parco di Monza in treno, puoi fare riferimento alla stazione di Monza o alla stazione di Biassono-Lesmo Parco.
Uscito dalla stazione di Monza, gira a destra in corso Milano e poi vai dritto in via Italia; superato l’Arengario, imbocca via Carlo Alberto e alla rotonda successiva prosegui in via Petrarca. Questa strada ti porta in via Boccaccio, dove trovi due ingressi del parco.
Dalla stazione di Biassono-Lesmo Parco, invece, vai a destra in via della Stazione e poi a sinistra in via Parco: da qui puoi decidere se proseguire lungo via Parco o se girare a sinistra in via Regina Margherita. In entrambi i casi ti imbatterai in un ingresso del Parco di Monza.
Dopo aver passeggiato nel Parco di Monza, comunque, non puoi fare a meno di visitare il resto della città. Vuoi qualche consiglio? Leggi il post qui sotto e scoprirai tutto quello che c’è da vedere.
Se invece preferisci esplorare altri parchi in Brianza, non perdere i suggerimenti che trovi qui sotto.
Parco di Monza, quando è aperto
Ora che hai scoperto che cosa vedere al Parco di Monza, non ti rimane che conoscere gli orari di apertura.
Da ottobre a marzo, gli ingressi carrai sono aperti dalle 7 alle 19; quelli pedonali dalle 7 alle 20.30.
Da aprile a settembre, gli ingressi carrai sono aperti dalle 7 alle 20.30; quelli pedonali dalle 7 alle 21.30.
I Giardini Reali sono aperti dalle 7 alle 18.30 da ottobre a marzo e dalle 7 alle 20 da aprile a settembre.
Ah, ovviamente l’ingresso al Parco di Monza è gratuito!
Questo sito ti ha permesso di scoprire delle cose nuove o ti è servito per organizzare una gita? Come hai visto, è tutto gratis: ma volendo puoi ringraziarmi con una piccola donazione. Anche grande va bene, eh!
Se vuoi contattarmi, invece, clicca qui sotto: approfittane per farmi notare le imprecisioni che ho scritto, per chiedermi un consiglio o magari per propormi una collaborazione!
Infine, ti consiglio di visitare il sito ufficiale del turismo a Monza e in Brianza: potrai trovare spunti interessanti per le tue gite 🙂