Quella di Villa Mazenta a Giussano è una storia degna di una serie tv. Famiglie nobili, intrighi, matrimoni combinati, tradimenti: sono gli ingredienti del racconto che potete leggere nel resto di questo post, grazie a cui scoprirete le vicende di cui è stata protagonista questo edificio, la cui costruzione risale alla metà del XVII secolo.
Tutto quello che ti serve sapere
La storia di Villa Mazenta a Giussano
Villa Mazenta è un’antica residenza affacciata sulla piazza centrale di Giussano.
La sua costruzione va fatta risalire al protofisico (cioè medico e ufficiale sanitario) Giovanni Battista Giussani, il quale intorno alla metà del XVII secolo la fece edificare all’interno di un fondo recintato (ereditato da uno zio paterno, Giovanni) di circa 200 pertiche, denominato Vignone, che era irrigato dall’acqua perenne del Laghetto di Giussano, al tempo conosciuto con il nome di Foppa di Mozanega.
Situata accanto al Casone, Villa Mazenta fu costruita con tutta probabilità su disegno di Pellegrino Tibaldi, architetto comasco che morì a Milano nel 1596, molto prima che la residenza venisse edificata.
Tibaldi fu autore di numerose opere architettoniche in Italia e non solo: si ricordano fra le altre il Palazzo Pliniano dei Giovio a Como, il Santuario della Madonna di Caravaggio e la Biblioteca dell’Escorial di Madrid.
Collocata in una posizione strategica, affacciata sulla piazza principale di Giussano e al tempo stesso lungo la principale via di comunicazione fra Milano e l’alta Brianza, la villa all’epoca si trovava accanto alla sede del potere culturale ed ecclesiastico (la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, oggi non più esistente) e alla sede del potere amministrativo ed economico (il cosiddetto Casone).
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Giorgio Giorgetti, nel libro Giussano. La storia e il presente edito nel 1990, raccontava: “Dal cortile di Villa Mazenta s’irradiano dei sotterranei inesplorati; ancora adesso non si sa dire con precisione se fossero stati dei sistemi di difesa, o semplici passaggi per evitare occhi indiscreti”.
Sembra, inoltre, che dal retro della villa partisse un viale che conduceva direttamente al Laghetto di Giussano.
Giovanni Battista Giussani e i suoi discendenti
Ma chi era Giovanni Battista Giussani? Figlio primogenito di Scipione Giussani, fu protofisico generale di Milano tra il 1644 e il 1655, ricoprendo lo stesso ruolo di quel Lodovico Settala, divenuto famoso per aver affrontato la peste del 1630 ed essere stato citato – per questo – da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi.
Giovanni Battista riuscì a diventare molto ricco in breve tempo, anche grazie ai patrimoni ottenuti in eredità. Nel 1641, per esempio, aveva ereditato dal sacerdote Gio. Batta Crivelli dei terreni a Villasanta e Legnano; due anni più tardi, invece, aveva comprato case e fondi di Birone da Francesco Giussani e Antonio Besana, e la cascina di Gattedo (a Carugo) dai conti Marliani.
Non solo: egli aveva possedimenti a Carate, Briosco, Mariano, Arosio, Inverigo, Pioltello, Parabiago e Milano.
Con testamento del 1660, Giovanni Battista aveva istituito come erede universale suo nipote Scipione, figlio di suo fratello Ottone e di Francesca Arluni.
Tuttavia Scipione scomparve prima di Giovanni Battista, nel 1663; pertanto alla morte del protofosico – avvenuta nel 1665 – subentrò all’eredità Giovanni, fratello di Scipione e secondogenito di Ottone.
Giovanni – sposatosi con Granella Clerici, figlia del marchese Carlo Senatore – aveva una sorella, Laura, che venne chiesta in matrimonio da Guido Antonio Mazenta, figlio di Lucia Bianca Castiglioni e di Lodovico Mazenta e destinato a essere creato marchese nel 1676 dal re di Spagna Carlo II.
La famiglia Mazenta vantava nobili antenati, fra i quali Lodovico, che fu Senatore e Preside del magistrato straordinario, e Bernardino, capitano che ai tempi di Carlo V contribuì a difendere Vienna dai Turchi di Solimano.
Ma torniamo al matrimonio tra Guido Antonio Mazenta e Laura Giussani, avvenuto nel 1648: la dote di Laura comprendeva diversi possedimenti a Giussano ma non la villa, che invece era passata a Giovanni (promemoria: fratello di Laura, figlio di Ottone e nipote di Giovanni Battista).
Seguendo le orme dello zio, anche Giovanni vide crescere sempre di più le proprie ricchezze e i propri beni.
Egli morì nel 1686, lasciando come unico erede il figlio Giovan Pietro, che però al tempo era solo un bambino di sette anni.
Crescendo, Giovan Pietro pensò bene di spendere e divertirsi, dilapidando molte delle ricchezze paterne.
Nel 1716 egli divenne padre di Caterina, avuta da una donna di umili origini, mentre sette anni più tardi ebbe una seconda figlia, Francesca; nel 1726, infine, sposò Antonia Rainoldi.
Entrambe le bambine trascorsero l’infanzia e l’adolescenza in monastero; cresciute, fecero ritorno nella casa patronale dei Giussani.
Giovan Pietro morì a Milano il 30 settembre del 1741: ciò che rimaneva del suo patrimonio fu ereditato dalle sue due figlie.
Quando rimasero orfane, Caterina aveva 18 anni, e Francesca 25: su di loro – e sul loro patrimonio – si “avventò” l’anziano marchese Guido Gaetano Mazenta, il cui nonno Guido Antonio era stato il marito di Laura Giussani.
Il Mazenta tentò di far sposare Francesca con suo figlio Lodovico, ma il suo progetto non ebbe buon esito; la ragazza in seguito sarebbe entrata nel Monastero della Vettabbia a Milano, lasciando così la propria parte di eredità proprio a Guido Gaetano.
Caterina, invece, nel 1743 si sposò con il conte Gerolamo Sommariva di Lodi; e furono proprio i conti Sommariva ad occupare il palazzo Giussani.
Mazenta non fece certo i salti di gioia per questo, intenzionato com’era ad essere il successore al diritto di primogenitura che Giovanni Battista Giussani aveva lasciato nel 1660.
Avviò quindi una causa contro i Sommariva, e la vinse: il Senato non riconobbe il fatto che Caterina era stata legittimata dal padre Giovan Pietro.
I Sommariva, insomma, dovettero andare via da Giussano e dalla villa, che diventò proprietà di Guido Gaetano Mazenta. Da Palazzo Giussani a Villa Mazenta: si compiva il destino della dimora.
Il casato dei Mazenta si sarebbe estinto nel 1875; da quel momento la villa ha avuto diversi proprietari, tra cui la famiglia Maggioni.
Negli anni ’90 del secolo scorso l’edificio è stato sottoposto a importanti lavori di restauro che l’hanno riportato ai fasti di un tempo, dopo essere stato a lungo abbandonato e vittima dell’incuria.
Proprio in occasione dei restauri, sono stati ritrovati tra le murature affreschi e alcuni mattoni con la sigla AD.MCCCXV: ciò lascia supporre che l’impianto iniziale della villa non risalga al tempo del Tibaldi ma addirittura al XIV secolo.
Ufficialmente inaugurata il 19 dicembre del 1998, oggi Villa Mazenta a Giussano è uno splendido edificio affacciato su una delle piazze più belle della Brianza.
Villa Mazenta a Giussano: come arrivare
Villa Mazenta a Giussano si trova a piazza San Giacomo.
Se desideri ammirarla da vicino e hai in mente di arrivare a Giussano in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi della piazza, proprio davanti alla villa.
Preferisci arrivare a Giussano in treno? Uscito dalla stazione di Carugo-Giussano, gira a destra e supera il passaggio a livello per imboccare via Battisti. Da qui vai sempre dritto, procedendo – dopo il confine tra Carugo e Giussano – lungo via Garibaldi e da qui in via Addolorata, al termine della quale ti ritroverai in piazza San Giacomo: la villa è alla tua sinistra.
Infine, qualora tu voglia arrivare a Giussano in autobus, puoi fare riferimento alle linee Z221 e Z231, scendendo alla fermata Umberto I/Roma. Da qui, lasciandoti i numeri civici pari alla tua sinistra, procedi lungo via Umberto I; arrivato presso la statua della Madonnina, gira a destra in piazza Roma. Andando dritto, sbucherai in piazza San Giacomo, su cui si affaccia la villa.
Che cosa vedere a Giussano
Villa Mazenta a Giussano è solo uno dei tanti luoghi meravigliosi che meritano di essere scoperti in città. Ti piacerebbe sapere quali sono gli altri? Leggi il post qui sotto, che ti segnala che cosa vedere a Giussano e dove puoi fermarti a pranzo o a cena nei dintorni.
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