A Giussano la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo, costruita fra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 del Novecento, merita di essere annoverata tra le chiese più affascinanti di tutta la Brianza per il ricco patrimonio artistico che si può ammirare al suo interno. Leggi questo articolo per saperne di più!
Tutto quello che ti serve sapere
Giussano, Basilica dei Santi Filippo e Giacomo: le origini
Di una chiesa intitolata ai Santi Filippo e Giacomo a Giussano parlava già, alla fine del XIII secolo, il presbitero Goffredo da Bussero nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, compendio che elencava tutte le chiese dell’arcidiocesi di Milano.
Situata nel cuore dell’abitato, quella chiesa nel corso dei secoli andò incontro a diverse trasformazioni. Nel 1867 essa fu ampliata sia sul versante sud-orientale che su quello settentrionale. Ancora priva della facciata, al tempo era dotata di un altare in marmo in stile barocco.
A volere la costruzione della nuova chiesa fu don Antonio Consonni, che era diventato parroco di Giussano nel 1902 e che riteneva che la vecchia parrocchiale non fosse più in grado di accogliere la popolazione locale, sia perché era ormai vecchia, sia per le sue dimensioni considerate insufficienti.
Don Consonni, dunque, comprò un terreno nella località denominata il Vignone, dove tra il 1910 e il 1911 fu eretto l’oratorio femminile.
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Per la nascita della nuova chiesa tuttavia fu necessario aspettare ancora qualche anno, anche per colpa della guerra.
L’8 dicembre del 1926 don Consonni incontrò nella cappella dell’oratorio i capi delle famiglie della parrocchia, i quali accettarono di offrire una quota minima di 100 lire all’anno pro capite per finanziare i lavori di costruzione dell’edificio religioso.
Decisiva fu anche la generosità di vari benefattori, fra i quali il commendator Ambrogio Viganò.
La posa della prima pietra
La prima pietra della nuova chiesa fu benedetta il 15 agosto del 1927 dal cardinal Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano; in meno di cinque anni i lavori giunsero a conclusione.
Realizzata su disegno dell’architetto Ottavio Cabiati (che pochi anni più tardi avrebbe progettato, sempre a Giussano, la Chiesa di Santo Stefano a Birone), la chiesa fu consacrata il 1° maggio del 1932 dal cardinale Ildefonso Schuster, successore di Tosi alla guida dell’arcidiocesi milanese.
Sulla porta maggiore della chiesa venne posta una lapide che riportava queste parole, scelte dallo stesso Schuster:
D.O.M.
novam pro civium fide
Basilicam Philippi et Jacobi Apost.
numine insignem
A. Hildephonsus Card. Schuster Archiepisc
Kal. Mai MCM XXXII consecravit
Nel 1933 – come racconta Giorgio Giorgetti nel volume Giussano. La storia e il presente – furono completate la penitenziaria e la sagrestia; nello stesso anno si costruì il battistero e si aggiunsero sette confessionali per le donne.
Nel 1934 a essere ultimate furono la casa parrocchiale e la cripta (cioè la chiesetta sotterranea), mentre l’altare venne decorato con un tempietto artistico realizzato in rame sbalzato.
Risalgono al 1936 la posa della Via Crucis realizzata dal pittore Luigi Filocamo e il rivestimento in marmo cipollino apuano del coro.
L’anno successivo, la cappella di San Giuseppe venne dotata di un altare e di due vetrate: una, raffigurante la Madonna del Carmine, disegnata da Luigi Filocamo; l’altra, raffigurante il Carroccio, disegnata dal pittore milanese Aldo Carpi de’ Resmini.
Sempre nel 1937 la vecchia chiesa, che nel frattempo era stata chiusa al culto, venne comprata dal Comune di Giussano insieme con il campanile a un prezzo di 72.500 lire. I due edifici erano destinati alla demolizione, così che potesse essere sistemata e allargata la strada che passava accanto, al fine di rendere più sicuro il passaggio dei veicoli.
Nel 1938 la nuova chiesa fu arricchita con l’imponente mosaico del Buon Pastore. A essere incaricata del lavoro fu la Scuola Beato Angelico di Milano; la preparazione del bozzetto e lo studio dei cartoni vennero affidati al pittore Ernesto Bergagna, che supervisionò l’esecuzione dell’opera, realizzata in loco dai giovani della scuola.
L’anno seguente l’impresa di Francesco Boffi (che insieme con quella di Emilio Nicolini si era già occupata della costruzione della nuova chiesa) ottenne l’affidamento dei lavori per la demolizione della chiesa vecchia, per un prezzo di 29.400 lire: lavori che si conclusero il 4 maggio del 1940.
Proprio nel 1940 venne completata anche la realizzazione del nuovo campanile, iniziato due anni prima, che accolse le campane provenienti dal campanile vecchio.
Due anni più tardi venne realizzato l’altare di San Giovanni, progettato dall’architetto Cabiati, con una pala opera di Luigi Filocamo.
Cabiati ideò anche il pulpito della chiesa, che nel 1943 venne ornato con sculture che rappresentavano i quattro evangelisti: i bassorilievi furono scolpiti da Giuseppe Scalvini. A scegliere come soggetti gli evangelisti era stato don Santino Calloni, che il 4 novembre del 1941 aveva preso il posto di don Consonni alla guida della parrocchia, di cui era coadiutore sin dal 1923.
Al 1944 risalgono i due altari collocati ai lati del transetto. Quello a sinistra, dedicato alla Madonna, accoglieva una pittura musiva che raffigurava la Pietà e una statua della Madonna del Rosario. Quello a destra, dedicato al Sacro Cuore, venne decorato con un mosaico di Luigi Filocamo che rappresentava l’annuncio della Resurrezione dell’angelo alle tre pie donne (Salomè, Maria di Marta e Maria di Magdala).
Lo stesso altare, che nella nicchia centrale accolse una statua di Salvatore Saponaro, fu decorato anche con quattro angeli scolpiti da Scalvini.
Scalvini fu anche autore dei bassorilievi dei portali del transetto, decorati anche con mosaici di Filocamo.
Tra il 1948 e il 1953, e poi tra il 1958 e il 1960, il pittore Pietro Cortelezzi realizzò gli affreschi (con le relative decorazioni) della navata centrale, con immagini che riproducevano temi del Vecchio Testamento.
Infine nel 1981 la parete sinistra del transetto fu arricchita con un ciclo di mosaici disegnati da Giorgio Scarpati, autore anche del ciclo di mosaici che l’anno successivo andò a decorare la parete di destra, con la raffigurazione di scene del Nuovo Testamento e dei quattro evangelisti.
Giussano, Basilica dei Santi Filippo e Giacomo: come arrivare
A Giussano la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo si trova in via Alberto da Giussano, di fianco al civico 31.
Se desideri visitarla e hai intenzione di arrivare a Giussano in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi accanto alla chiesa.
Preferisci arrivare a Giussano in treno? Allora devi far riferimento alla stazione di Carugo-Giussano. Uscito dalla stazione, vai a destra e supera il passaggio a livello imboccando via Battisti. Da qui vai sempre dritto, proseguendo in via Garibaldi e poi in via Addolorata. Giunto in piazza San Giacomo, gira a sinistra (dove c’è il Casone) in via Alberto da Giussano: dopo poche decine di metri vedrai la basilica sulla tua sinistra.
Infine, qualora tu decida di arrivare a Giussano in autobus ti converrà scegliere la linea Z221 o la linea Z231, scendendo alla fermata Umberto I/Roma. Da qui, lasciati i numeri civici dispari sulla destra e incamminati lungo via Umberto I; arrivato alla statua della Madonnina, gira a destra in piazza Roma. Vai sempre dritto e, dopo aver superato piazza San Giacomo, ti ritroverai in via Alberto da Giussano: in breve noterai la chiesa alla tua sinistra.
Che cosa vedere a Giussano
Se hai intenzione di visitare Giussano, la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo può essere il punto di partenza ideale per una passeggiata in città. Dai un’occhiata al post qui sotto per scoprire che cosa vedere a Giussano e dove potresti fermarti a pranzo o a cena nei dintorni!
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