Che cosa fare a Giussano? Una passeggiata attorno al laghetto o tra le cascine nei dintorni, ma anche una cena a base di sushi o di piatti della tradizione culinaria lombarda. E, ancora, un tour delle ville della città, con le preziose testimonianze di artisti come Aligi Sassu, Harry Rosenthal, Andrea Appiani e Giuseppe Sabatelli.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Città di oltre 26mila abitanti della provincia di Monza e Brianza, Giussano si compone di tre frazioni: Birone, Robbiano e Paina Brugazzo.
Di Giussano sono originari l’attore e ballerino Jack La Cayenne, il conduttore radiofonico Alan Caligiuri e l’ex calciatore Enrico Annoni.
Giussano era anche il paese dell’ex calciatore Stefano Borgonovo, morto precocemente a causa della Sla, sepolto nel cimitero cittadino di viale Rimembranze.
Te ne parlo in questo post dedicato ai cimiteri in Brianza con tombe di personaggi famosi.
Che cosa fare a Giussano: i monumenti da vedere
Sei interessato a scoprire che cosa vedere a Giussano? Potresti iniziare dalla zona collinare della città: in via delle Grigne 47, per esempio, c’è la meravigliosa Cascina Rebecca, uno degli edifici rurali più antichi di Giussano.
Lasciandoti la cascina alla tua destra, imbocca via delle Grigne percorrendo il ponte sulla superstrada, poi gira a sinistra in via Gran Paradiso: procedi fino a quando trovi, alla tua sinistra, Cascina Torre. L’edificio deve il proprio nome alla torre di origine medievale che in passato veniva utilizzata, grazie ai suoi 25 metri di altezza, in funzione difensiva. Nel 1812 la torre fu colpita da un incendio; poi nel 1859 venne restaurata e ampliata grazie all’intervento del marchese Carlo Emanuele Mazenta. Nell’occasione, però, la sua altezza fu abbassata quasi al livello dei tetti della cascina.
Lasciandoti la cascina alle spalle, prendi la prima strada a sinistra per poi girare a destra in via Stelvio. Mentre procedi lungo questa strada, alla tua destra puoi ammirare da lontano la torretta a quattro piani di Villa Longoni, splendida residenza di inizio Novecento.
Sempre in via Stelvio, subito dopo il parcheggio del laghetto di Giussano alla tua sinistra, puoi soffermarti a osservare la Chiesa di San Francesco. Consacrata il 4 ottobre del 1974, fu costruita per volere del parroco don Santino Calloni, desideroso di andare incontro alle esigenze spirituali della popolazione che abitava la zona delle cascine del paese. Don Calloni, però, morì prima di poter vedere conclusa l’opera.
Arrivato in fondo a via Stelvio, gira a destra in via Tofane e raggiungi il civico 30: è proprio qui che qui c’è l’ingresso (a sua volta maestoso) di Villa Longoni, con il villino destinato a portineria. Il muro di cinta delimita un grande parco che si estende per circa 50mila metri quadri.
A questo punto torna indietro lungo via Tofane e arriva fino al semaforo, dove girerai a sinistra in via Viganò; vai dritto fino alla seconda rotonda, e qui svolta a sinistra in via Dante percorrendola fino in fondo. Gira a destra e subito dopo vedrai, alla tua sinistra in piazza Cadorna, la Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta di Robbiano.
A proposito: nel post qui sotto ti racconto la storia della località di Robbiano, con notizie e curiosità davvero sorprendenti!
Ora percorri a ritroso via Dante e, continua a camminare oltre la rotonda lungo via De Gasperi. Giunto all’incrocio con via Alberto da Giussano, gira a sinistra: dopo poco vedrai alla tua destra la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo. Progettata da Ottavio Cabiati, lo stesso architetto della Chiesa di Santa Maria Nascente a Cabiate, all’interno accoglie una pala di Luigi Filocamo, nella cappella dedicata a San Giovanni Battista, e una di Giuseppe Sabatelli, nella cappella dedicata a San Giuseppe. La fascia affrescata che decora le pareti sopra le arcate, invece, è opera di Pietro Cortelezzi.
Per conoscere la storia della Basilica dei Santi Filippo e Giacomo e scoprire le opere d’arte da ammirare al suo interno puoi leggere il post qui sotto, che ti svela tutti i segreti relativi a questa chiesa.
Lasciandoti la chiesa sulla destra e incamminandoti lungo via Alberto da Giussano arrivi in piazza San Giacomo: alla tua destra trovi il Casone, edificio che ha più di mille anni di storia. Costruito come fortificazione difensiva, oggi ha una configurazione diversa rispetto a quella originaria, ma continua a rappresentare una preziosa testimonianza della storia della città.
Il post qui sotto ti racconta tutta la storia del Casone di Giussano e delle famiglie che ne sono state proprietarie: ti consiglio di leggerlo, perché potrai scoprire intrighi appassionanti e vicende da soap opera!
Sempre in piazza San Giacomo, accanto al Casone, ecco Villa Mazenta, costruita tra il 1644 e il 1665 su progetto di Pellegrino Tibaldi (l’architetto di Villa Taverna a Triuggio e del campanile della Basilica di San Paolo a Cantù).
Dal cortile del complesso si sviluppano sotterranei inesplorati, forse utilizzati come sistemi di difesa.
Per conoscere tutta la storia di Villa Mazenta a Giussano puoi leggere il post qui sotto, interamente dedicato a questo edificio e alle vicende delle famiglie che ne sono state proprietarie.
Di fronte alla villa, sempre in piazza San Giacomo, puoi osservare anche il Caseggiato colonico Mazenta, edificio rurale un tempo a servizio della dimora nobiliare.
Tenendo Villa Mazenta alle tue spalle, gira a destra in via Addolorata e raggiungi il civico 24: di fronte vedrai la Chiesa della Beata Vergine Addolorata, costruita tra il 1857 e il 1861. Merita di essere vista, all’interno, la moderna decorazione a mosaico dell’emiciclo absidale.
Ti racconto la storia della Chiesa dell’Addolorata nel post qui sotto, che ti permette anche di ammirare le splendide opere che la decorano all’interno.
Ritornato in piazza San Giacomo, lasciati Villa Mazenta sulla sinistra e incamminati in piazza Roma, fino a quando alla tua sinistra non ti imbatti in largo Europa. Attraversando il porticato sbuchi in piazza Lombardi, e di fronte a te c’è il Parco Nicholas Green: è intitolato al bambino americano assassinato sulla Salerno-Reggio Calabria nel 1994 mentre si trovava in vacanza in Italia con i suoi genitori. All’interno del parco è presente il Monumento alla Libertà, ideato come tributo alla Resistenza in Italia e realizzato dall’artista israelita Harry Rosenthal.
Ti parlo in maniera più approfondita del Monumento alla Libertà nel post qui sotto, che ti racconta anche la storia dettagliata di Nicholas Green e di come la sua morte abbia indirettamente cambiato le vite di tutti noi italiani.
Se da piazza Lombardi giri a destra ti ritrovi in via Martiri della Libertà, la strada che ti porta in via Carroccio: qui sorge, al civico 2, Villa Sartirana, residenza risalente al Quattrocento. Al suo interno trovi decorazioni che rappresentano scene cavalleresche attribuite ad Andrea Appiani. Oggi la villa ospita i locali della biblioteca civica ed è circondata da un grande parco con molte essenze esotiche.
Da via Carroccio svolta a sinistra in via Umberto I e prosegui fino all’incrocio con viale Rimembranze: al civico 2 vale la pena di fermarsi di fronte a Villa Boffi, dimora nobiliare di impianto neoclassico contraddistinta dalla presenza di una torre di avvistamento, con sale riccamente affrescate e un giardino all’inglese dalle forme ottocentesche.
Lasciandoti la villa sulla destra, procedi lungo viale Rimembranze, gira a destra in via Aliprandi e poi a sinistra in via Borella. Vai sempre dritto, proseguendo in via Milano, e dopo aver superato l’ospedale troverai alla tua sinistra il Palazzo Municipale di piazzale Aldo Moro. Qui, nella sala consiliare, sono presenti quattro vetrate realizzate da Aligi Sassu, bocciardate a mano e dedicate rispettivamente al matematico Gabrio Piola, ad Alberto da Giussano, al progettista del Duomo di Milano fra’ Giovanni da Giussano (tutti e tre originari di Giussano) e alla storia dell’umanità.
Per scoprire da vicino le vetrate di Aligi Sassu e sapere come fare per vederle dal vivo (visto che la sala consiliare non è normalmente aperta al pubblico) puoi leggere il post qui sotto, con un approfondimento dedicato a queste magnifiche opere d’arte.
Davanti al municipio c’è, invece, il Monumento ai Caduti: raffigura Alberto da Giussano intento a sostenere un compagno d’armi caduto in guerra. L’autore è Alfredo Sassi, scultore milanese (“papà” anche del Monumento ai Caduti di Seregno).
Ti parlo in maniera approfondita del Monumento ai Caduti di Giussano nel post qui sotto, grazie a cui potrai conoscere più da vicino anche la figura leggendaria di Alberto da Giussano.
Ora riprendi la tua passeggiata lungo via Milano: vai sempre dritto proseguendo in via Catalani, gira a destra in piazza Carducci (subito dopo la farmacia) e prosegui in via Leopardi; subito dopo l’incrocio con via San Giovanni Bosco vedrai alla tua destra la Chiesa di Santo Stefano di Birone. La chiesa fu progettata da Ottavio Cabiati e consacrata nel 1935; oggi è impreziosita da vetrate disegnate da Sante Pizzol. La facciata a capanna accoglie un oculo nella porzione centrale, e anche l’interno è illuminato da oculi situati nelle porzioni alte dei fianchi.
La Via Crucis è opera di Antonio Mussner, pittore di Ortisei; il Crocifisso sopra l’altare maggiore, invece, è stato disegnato dall’architetto milanese Arialdo Latocca e realizzato dalla Scuola del Beato Angelico di Milano, che ha scolpito anche le due statue in legno disegnate da Gino Casanova.
L’abside è stato affrescato nel 1993 da Alberto Bogani, che nel 2003 ha completato anche il ciclo di affreschi delle pareti, dedicati alla vita di Santo Stefano.
La cappella di sinistra accoglie un dipinto della Madonna del Latte e due tele che rappresentano San Rocco e il martirio di San Sebastiano: risalgono al XVII secolo e provengono dal vecchio oratorio di Birone, oggi non più esistente.
Nel post qui sotto ti racconto nel dettaglio la storia della Chiesa di Santo Stefano di Birone e degli incantevoli affreschi che decorano i suoi interni. Buona lettura!
Di fronte alla chiesa, non dimenticare di dare uno sguardo ai murales del parchetto, realizzati dal team di Arteinsieme.
Ora vai in fondo a via Leopardi e gira a destra in via Giordano, poi subito a sinistra in via Foscolo. Qui al civico 28 trovi Villa Del Dosso di Sopra, progettata da Pietro Antonio Solari. In passato usata come convento, la residenza è stata abitata fino a pochi anni fa, e purtroppo oggi è in stato di degrado: può essere considerata uno dei tanti luoghi abbandonati in Brianza.
Se vuoi conoscere Villa del Dosso di Sopra più da vicino, puoi leggere l’approfondimento che le ho dedicato nel post qui sotto.
Ritornato in piazza Carducci, gira a destra in via Catalani e poi vai sempre dritto. Superata la rotonda, continua lungo viale Brianza e al primo semaforo (all’incrocio con via Statuto) guarda alla tua destra: qui potrai osservare un murale che riproduce la vecchia chiesa parrocchiale (demolita negli anni ’80), realizzato da Raffaele Francomano, Cesare Canali ed Enrico Galbiati.
Imboccando via Statuto, dopo aver superato il murale raggiungerai piazza Nazario Sauro. Qui, tra il civico 4 e il civico 6 non puoi perderti i dipinti del Cortile degli Affreschi e le creazioni artistiche in esposizione nei locali della Testimone Velata: l’ingresso è gratuito e aperto a tutti.
Spiegarti in poche righe tutto ciò che vale la pena di vedere in questa location sarebbe impossibile: per questo ho scritto un approfondimento ad hoc, che trovi nel post qui sotto.
Da piazza Nazario Sauro, lasciandoti l’ingresso del Cortile degli Affreschi alle spalle gira a destra in via IV Novembre: percorrila fino al civico 37, di fronte al quale puoi ammirare la Chiesa di Santa Margherita, anche questa progettata da Ottavio Cabiati. La facciata è caratterizzata da tre archi a tutto sesto, con una sorta di portico che precede la navata centrale. Sopra il portale centrale puoi ammirare un mosaico che raffigura Santa Margherita.
Consacrata nel 1949 (a dieci anni di distanza dall’inizio dei lavori di costruzione), la chiesa accoglie al proprio interno una Via Crucis realizzata negli anni Sessanta da Giorgio Scarpati.
Il catino absidale, invece, è stato affrescato nel 2006 da Vanni Saltarelli, che ha dipinto una superficie di oltre 230 metri quadri.
Della Chiesa di Santa Margherita ti parlo anche nel post qui sotto, che in più ti racconta la storia della frazione di Paina e il suo legame con la Certosa di Garegnano a Milano.
Lasciandoti la chiesa sulla sinistra puoi imboccare via Santa Margherita: qui sorge l’Arco della Pace, dedicato ai caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Fu realizzato nel 1951 e, come la chiesa accanto, venne progettato da Ottavio Cabiati. La struttura, a unico fornice a tutto sesto, è rivestita in mattoni e presenta due semicolonne per ciascun lato; l’intradosso ospita la lapide con i nomi dei caduti.
Superato l’Arco della Pace, gira a sinistra in via XXIV Maggio e poi prendi la seconda traversa a sinistra, via Verdi: qui, sulla facciata ovest dell’edificio del civico 14, vedrai un grande murale che rappresenta l’antica Cooperativa di Brugazzo. L’opera raffigura anche una donna mentre trasporta il pane sulla carèta, indossando un abito tipico della prima metà del secolo scorso, lo scusà; ai tempi era usanza comune preparare in casa l’impasto per il pane e poi portarlo a cuocere nel forno della Cooperativa. A realizzare il murale sono stati ancora Canali, Francomano e Galbiati.
Da qui continua in via Verdi e poi gira a destra via IV Novembre, proseguendo fino al civico 120: qui puoi ammirare un altro murale che ricorda il tram che fino al 1958 collegava Giussano con Seregno (e Milano) passando proprio lungo questa strada. Gli autori sono sempre Francomano, Galbiati e Canali.
Poco oltre, in via IV Novembre 113, ecco un altro murale da non perdere: una donna con una gerla, a ricordo delle origini contadine del paese. Osservandolo, non potrai fare a meno di notare il galletto in basso a destra e il falco pellegrino in alto a sinistra. Il dipinto è stato realizzato, ancora una volta, da Francomano, Canali e Galbiati.
Da qui, gira a destra in via Trieste e raggiungi il civico 25: ti attende un nuovo murale creato dagli artisti locali che ormai hai imparato a conoscere. L’opera raffigura ul legnamè, cioè un artigiano del legno, che si cimenta nella propria bottega nell’arte dell’intaglio; è il murale più grande di tutta Giussano, visto che si sviluppa su una superficie di più di 100 metri quadri.
A proposito: nel post qui sotto ti segnalo altri meravigliosi murales in Brianza che meritano di essere visti da vicino.
Vai ancora avanti qualche metro e poi gira a desta in via Gorizia, in fondo alla quale puoi svoltare a destra in via Corridoni: raggiungendo il civico 69, potrai ammirare delle incantevoli decorazioni ispirate dall’amore per gli animali.
Poco oltre, di fianco al 59 di via Corridoni, ecco la piccola Chiesa di San Lorenzo, davanti alla quale vale la pena di dare uno sguardo anche ai panettoni dipinti con decorazioni a tema floreale dallo staff di Arteinsieme.
Ancora qualche passo e al civico 41 di via Corridoni troverai il murale Truemes Insem. L’opera, commissionata da Aldo Barni e realizzata dai pittori Raffaele Francomano e Cesare Canali con la supervisione di Gianluca Cappellini ed Enrico Galbiati, raffigura un momento della vita di corte: un tuffo nel passato che esalta la socialità e la condivisione tra generazioni differenti.
Che cosa fare a Giussano: gli itinerari naturalistici
Il territorio di Giussano fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro: da via delle Grigne puoi accedere al sentiero che costeggia i boschi lungo il Lambro.
Per sapere che cosa vedere a Giussano in mezzo alla natura, puoi recarti al laghetto di Giussano, uno specchio d’acqua di origine glaciale alimentato dalla sorgente Fontanone, dalle acque piovane e da un fossato di scolo dello stagno della Cascina Lazzaretto. Questo è uno dei tanti laghetti dove pescare in Brianza; è presente un bar aperto sia di giorno che di sera. L’accesso è da via Stelvio, dove è disponibile un parcheggio gratuito.
Per sapere quali sono le norme che dovresti seguire per pescare al laghetto di Giussano, dai un’occhiata all’approfondimento che ho dedicato a questo tema cliccando qui sotto.
Ma del laghetto di Giussano ti parlo anche nel post qui sotto, dedicato a laghi in Brianza che quasi sicuramente non conosci.
Dove mangiare a Giussano
Tra i più noti ristoranti di Giussano c’è L’Ancora, in via IV Novembre 128 a Paina, aperto tutti i giorni sia a pranzo che a cena. Le specialità di pesce rappresentano il punto di forza del menù, che offre una vasta possibilità di scelta anche per le pizze.
Tra le location dove mangiare a Giussano spicca il Ristorante Oro, aperto a pranzo tutti i giorni e a cena dal mercoledì alla domenica: si trova in via Prealpi 13 e nel menù include piatti di carne e di pesce, ma anche pinse e insalatone.
Hai voglia di mangiare sushi all you can eat in Brianza? In viale Como 35 c’è Nima Sushi, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena: la sera il prezzo fisso è di 29.90 euro.
Nel novero dei ristoranti di Giussano che propongono specialità di pesce c’è Il Paguro, dove puoi gustare anche la focaccia ligure al formaggio. Si trova in via Tofane 1 all’angolo con via Viganò, ed è chiuso il lunedì tutto il giorno e il sabato a pranzo.
In via Gran Paradiso 21 l’Ostaria Alla Torre (aperta a pranzo e a cena tutti i giorni) è il luogo dove mangiare a Giussano i piatti tipici della tradizione lombarda, come l’ossobuco con il risotto giallo alla milanese e la cotoletta con le patate.
Preferisci sperimentare un giro carne in Brianza? La domenica al Roadhouse di viale Como 45 è prevista la formula all you can eat ribs a 10 euro.
Qualora tu volessi optare per un giro pizza in Brianza, invece, PizzaRound di viale Como 42 è il posto che fa per te, con menù a prezzo fisso da 18, 20 o 23 euro.
Sempre in tema di pizzerie a Giussano, in via Gabrio Piola 20 c’è La Taverna, aperta tutti i giorni tranne il sabato a pranzo e il lunedì.
Anche Roy, in piazza San Carlo 1, va segnalato tra le location dove mangiare a Giussano: da provare gli hamburger, le pinse e la fagiolata western.
Ti piace cenare nei ristoranti cinesi in Brianza? Allora puoi recarti in via Alberto da Giussano 28 da Yu-Tai.
Come arrivare a Giussano
Come arrivare a Giussano in auto? Provenendo da Milano, ti basta percorrere la SS 36 e prendere l’uscita di Verano Brianza / Giussano.
Provenendo da Lecco, segui la SS 36 fino allo svincolo di Verano Brianza / Giussano.
A Giussano non ci sono stazioni ferroviarie. Per arrivare a Giussano in treno puoi fare riferimento alla stazione di Carugo, servita dalla linea regionale Milano-Canzo-Asso e collegata, tra l’altro, con Cesano Maderno, Seveso, Meda, Cabiate, Mariano Comense, Arosio, Inverigo, Lambrugo, Merone, Erba, Ponte Lambro, Caslino d’Erba e Canzo.
Per arrivare a Giussano in autobus puoi sfruttare la linea Z221, che passa da Mariano Comense, Verano Brianza, Carate Brianza, Albiate, Sovico, Macherio, Biassono, Vedano al Lambro, Monza e Sesto San Giovanni. I bus Z231, invece, collegano la città con Desio, Seregno, Verano Brianza e Carate Brianza. Puoi raggiungere Giussano con i pullman Z232 se parti da Monticello Brianza, Casatenovo, Besana in Brianza, Carate Brianza, Verano Brianza, Seregno o Desio. Ancora, la linea Z242 ti permette di arrivare a Giussano partendo da Desio, Seregno, Carate Brianza, Verano Brianza, Besana in Brianza, Briosco, Veduggio con Colzano, Renate o Monticello Brianza.
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Ci tengo a segnalarti, infine, il volume di Giorgio Giorgetti Giussano. La storia e il presente, importante punto di riferimento per conoscere la storia di molti dei posti di cui ti ho parlato in questo articolo.