Che cosa fare ad Arcore? Villa Borromeo d’Adda e Palazzo Durini sono solo due dei tanti edifici di pregio che hai la possibilità di scoprire in città durante la tua gita in Brianza. Magari in sella a una bici, grazie alla rete di piste ciclabili che ti permettono di arrivare fino al Parco di Monza.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Città di poco meno di 18mila abitanti della provincia di Monza e Brianza, Arcore è bagnata dal torrente Molgora e dal fiume Lambro.
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Conosciuta in tutta Italia perché scelta come luogo di residenza dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, include quattro frazioni: La Ca’, Ca’ Bianca, Bruno e Bernate.
Che cosa fare ad Arcore: i monumenti da vedere
Se per una gita in Lombardia ti interessa scoprire che cosa vedere ad Arcore, potresti iniziare il tuo tour cittadino dalla frazione di Bernate: in via San Giacomo 50, il portico della Cascina San Giacomo ospita un dipinto della Madonna con Bambino tra santi e angeli, opera di Fiorentino Vilasco (autore, tra l’altro, delle decorazioni della Chiesa dei Santi Giacomo e Brigida a Cassago Brianza). Insieme con la Vergine, che porta Gesù Bambino sulle ginocchia, sono raffigurati Sant’Antonio Abate (con il bastone con la croce e la campanella) e San Vincenzo Ferrer (con la fiamma sulla testa).
Lasciandoti la cascina sulla sinistra, vai fino in fondo a via San Giacomo e gira a destra in via Fumagalli, per poi prendere la terza traversa sulla destra, via Varisco. Qui al civico 13 merita la tua attenzione la Corte del Camparo, che ospita un affresco della Madonna Incoronata con Bambino e Santi. La Vergine è ritratta con San Francesco, mostrato nell’atto di ricevere la corona del rosario, e San Rocco, accompagnato come sempre dal cane con un pezzo di pane in bocca.
Ritornato in via Fumagalli, andando dritto sbucherai in piazza Conte Durini: alla tua destra vedi la Chiesa di Santa Maria Nascente e San Giacomo, nata come cappella privata e dotata di un piccolo campanile.
Superata la chiesa, sempre sulla destra puoi notare, affacciato su piazza Conte Durini, Palazzo Durini.
Realizzato per volere di una delle famiglie storiche della nobiltà milanese tra il XVI e il XVII secolo, il complesso domina le cinque corti che un tempo formavano il borgo rurale, ancora oggi visibili:
- Corte del Camparo (di cui ti ho parlato poco fa);
- Corte Nuova (in via Varisco 1);
- Corte del Fattore (o Corte Rustica, in piazza Conte Durini 23);
- Corte San Giuseppe (in piazza Conte Durini 9);
- Corte Maria Teresa (in piazza Conte Durini 4).
In queste due ultime corti puoi ammirare altre due opere di Fiorentino Vilasco.
In particolare, la Corte San Giuseppe ospita un dipinto della Madonna in Trono: la Vergine è raffigurata in compagnia di due angeli, uno dei quali ha quattro gigli bianchi fra le mani, simbolo di purezza.
La Corte Maria Teresa, invece, accoglie una pittura murale della Madonna di Caravaggio, che raffigura la scena dell’apparizione della Vergine alla contadina Giannetta De’ Vacchi del 26 maggio del 1432. Nella stessa corte è presente anche un altro dipinto murale, una Madonna con Bambino e angeli.
Lasciandoti la Corte Maria Teresa alla tua sinistra, dalla piazza puoi imboccare via Tiziano: percorrila fino in fondo, gira a sinistra in via Toscana, prosegui dopo la rotonda in via Golgi, gira a destra in via Ferrini e poi a sinistra in via Sant’Apollinare. Qui trovi la Chiesa di Sant’Apollinare, risalente al X secolo. Realizzata in stile romanico primordiale, l’oratorio è rimasto inalterato nel corso dei secoli; in alcuni punti sono ancora visibili i mattoni e le pietre di fiume usate per la costruzione insieme con grosse pietre ricavate da sarcofagi.
La corte interna ospita la Cascina di Sant’Apollinare, sorta sui resti di un monastero di monache dell’ordine delle Umiliate, poi passato all’ordine benedettino. In seguito divenne una cascina agricola, mentre oggi il complesso ospita solo abitazioni.
Tenendo la chiesa sulla sinistra, gira a destra in via Gilera, poi vai di nuovo a destra in via Volta e quindi svolta a sinistra in via Edison. Dopo poche decine di metri vedrai alla tua destra, in piazza Pertini, il Monumento a Sandro Pertini, realizzato da Carlo Bestetti.
Da qui continua in via Edison e prendi la prima strada sulla sinistra, via Falck. In fondo a questa strada gira a sinistra in via Gilera e poi subito a destra nel sottopasso ferroviario: imboccalo e sbucherai in via Battisti. Lasciati i binari alle spalle e vai dritto fino a incrociare sulla sinistra via Montello, in fondo alla quale non sfuggirà al tuo sguardo la splendida Cascina Maria.
Dopo aver percorso a ritroso il sottopasso ferroviario, gira a sinistra in via Gilera: arrivato all’incrocio con via Umberto I noterai la Chiesa di Sant’Eustorgio, che si affaccia su via Trento e Trieste. Realizzata a cavallo tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, è caratterizzata da una pianta classica a croce latina e presenta una facciata grandiosa ultimata in epoca fascista.
Da qui imbocca via Trento e Trieste e vai sempre dritto, proseguendo in via Gorizia: arrivato davanti al civico 7, noterai un murale realizzato da Eduardo Mono Carrasco, uno degli esponenti della Brigada Pablo Neruda. Carrasco è un artista cileno giunto in Italia come rifugiato politico nel 1974, in seguito all’inizio della dittatura di Pinochet nel suo Paese.
Dietro di te, all’incrocio tra via Gorizia e via I Maggio, c’è invece il Monumento ai Caduti per la Patria, realizzato negli anni ’20 del secolo scorso da Cirillo Bagozzi (artista bresciano autore di numerose opere al Monumentale di Milano) e Nazareno Moretti. Il gruppo scultoreo mostra una donna, simbolo della Patria, e ai suoi piedi un uomo, emblema dei Caduti, che si tiene con difficoltà all’asta di una bandiera. Più in basso, un bassorilievo riproduce il volto di Cristo.
Ti basta compiere pochi passi per vedere un’altra delle tante opere di street art in Brianza: il muro della biblioteca di via Gorizia 20, infatti, ospita il murale La mia vita in un murales, realizzato da Simone Rouge con la collaborazione di alcuni ragazzi di Arcore. Il dipinto racconta la storia di un ragazzo afgano che scappa dalla guerra e il suo viaggio verso una nuova esistenza.
Ora ritorna davanti alla Chiesa di Sant’Eustorgio; superala per proseguire in via Piave e poi gira a sinistra in via Abate d’Adda: al civico 18 puoi osservare la Chiesa dell’Immacolata, costruita intorno al 1895 in stile neogotico. L’edificio si caratterizza per il portale a ogiva, sopra il quale si può osservare una bifora all’interno di un timpano.
Proseguendo in via Abate d’Adda, vai sempre dritto per raggiungere il civico 87, dove trovi la lunga e suggestiva scalinata che sale verso Villa Arienti.
Continua la tua passeggiata lungo via Abate d’Adda e arriverai in viale Brianza: qui al civico 1 c’è la portineria di Villa Vittadini La Cazzola, nota oggi con il nome di Villa Cassoli Pellegrini.
Poiché si tratta di una residenza privata, aperta solo per matrimoni ed eventi, devi limitarti a “spiare” la villa da fuori: la posizione migliore è di fronte al civico 58 di viale Brianza. Il loggiato è opera di Pellegrino Tibaldi, mentre la cappella della residenza è stata realizzata da Giuseppe e Fausto Bagatti Valsecchi.
A questo punto puoi percorrere a ritroso via Abate d’Adda fino a raggiungere l’incrocio con via Monte Grappa, dove al civico 22 merita la tua attenzione l’antica Corte Mandelli, con il suo scenografico ingresso. La famiglia Mandelli durante la Seconda Guerra Mondiale prese parte alla lotta partigiana: infatti qualche anno dopo, in occasione di lavori di ristrutturazione, nella corte vennero ritrovati moschetti e bombe che l’esercito italiano, in seguito all’armistizio del 1943, aveva lasciato nei boschi circostanti.
Imboccando via Monte Grappa, potrai notare alla tua destra lo splendido giardino di Villa Ravizza. Progettato da Lodovico Barbiano di Belgiojoso, con un ponticello a più archi e numerose statue, il parco – di suggestione barocca – include mosaici e fontane, oltre a balaustre in ferro battuto o cemento e pietra traforata. Una scalinata a tenaglia articolata su tre rampe sale fino alla cima della ripida collina che domina lo scenario.
Villa Ravizza (al civico 14) è collegata al giardino attraverso un ponte che parte dal balcone del primo piano, scavalca via Monte Grappa, continua in un porticato aperto e si conclude nella scalinata a tenaglia.
Se prosegui lungo via Monte Grappa e dopo il civico 21 giri nella vietta a destra, avrai modo di “spiare” oltre il cancello la Cappella della Beata Vergine Addolorata: realizzata nel 1759 per decisione dell’abate Ferdinando d’Adda, fa sempre parte del complesso di Villa Ravizza.
Ora continua ad andare dritto in via Monte Grappa e al primo incrocio gira a sinistra in via Umberto I per raggiungere il civico 36: qui trovi la Corte Bignetti, conosciuta anche come Corte Vignetto per le viti che vi erano coltivate in passato e che ricadevano dai porticati, le lobie.
Da qui percorri a ritroso via Umberto I fino a ritrovarti in largo Vela. Qui c’è l’ingresso del Parco Villa Borromeo: all’interno puoi ammirare Villa Borromeo d’Adda, costruita tra il Seicento e il Settecento e sottoposta a un recente restauro. La villa ha ospitato le riprese della settima e dell’ottava edizione del programma di Real Time Bake Off Italia.
Non solo: questa è una delle location cinematografiche in Brianza più utilizzate, come ti racconto nel post qui sotto dedicato a tutti i film girati ad Arcore.
Dalla rotonda di fronte al municipio puoi imboccare viale San Martino, e subito alla tua destra potrai ammirare il Monumento ai Caduti, anche questo opera di Carlo Bestetti. Una struttura in acciaio la cui forma ricorda quella di una croce mostra da un lato delle rondini in rilievo in volo verso il cielo e dall’altro lato un militare a braccia aperte.
Da qui, sulla sinistra puoi entrare in via Centemero: raggiunto il civico 40, hai l’occasione di ammirare Cascina Sentierone e la sua casa colonica con imponenti arcate in cotto che comprendono il portico e il loggiato al piano superiore. La cascina, costruita nel 1902, si chiama così perché ubicata lungo il sentiero che un tempo collegava il paese con Sant’Alessandro (oggi parte di Villasanta). Il 24 agosto del 1944 Cascina Sentierone fu circondata da repubblichini e tedeschi intenzionati a catturare il partigiano Giuseppe Centemero; lui riuscì a scappare, ma venne catturato un altro giovane partigiano, Silvio Mandelli, poi internato in un campo di concentramento.
Arrivato in fondo a via Centemero, gira a sinistra in via Cavour; supera un incrocio e a quello successivo svolta a sinistra in via Casati, per poi girare subito a destra in via Croce. Supera una rotonda e a quella successiva vai a sinistra in via Buonarroti, dove al civico 87 troverai la splendida Cascina Bice. La parte centrale, leggermente rientrata, mostra un portico al piano terra e un loggiato al primo piano a quattro archi ribassati.
Tornato alla rotonda, gira a sinistra in via Belvedere; poi prendi la seconda traversa sulla sinistra, via del Bruno. Segui una curva a sinistra, un’altra a destra e poi ancora una a sinistra: ti imbatterai sulla tua sinistra nella Chiesa di Santa Margherita. La facciata moderna si contraddistingue per gli archi in successione, mentre la colorazione in giallo lombardo vuole rievocare le cascine circostanti.
Lasciandoti la chiesa sulla sinistra, gira a destra in via del Bruno e raggiungi il civico 122 per ammirare l’Oratorio della Madonna del Rosario, con un campanile a vela ancora in funzione.
Ora puoi ritornare al Monumento ai Caduti in viale San Martino: imbocca il viale e percorrilo fino a quando sulla tua destra non noterai l’ex Villa Casati-Stampa, conosciuta come Villa San Martino, nata come monastero benedettino nel Quattrocento. Tieni presente, tuttavia, che non puoi visitare l’edificio (a meno che tu non sia un senatore di Forza Italia): la villa, infatti, attualmente è la residenza di Silvio Berlusconi. Il complesso in passato ospitò in più occasioni il filosofo Benedetto Croce; oggi è circondato da un parco che ospita un mausoleo denominato La volta celeste e un grande sarcofago in marmo rosa.
Se percorri viale San Martino fino in fondo e, dopo l’incrocio, prosegui in via Resegone, arrivi in via Monte Cervino: girando a sinistra, la prima strada che trovi sulla destra è via Molino Sesto Giovine. Un tempo questo era il sentiero che portava al Lambro (che infatti dista qualche decina di metri) ortogonale alla strada che congiungeva Arcore con Villasanta.
Imboccando via Molino Sesto Giovine, vedrai alla tua sinistra Villa Buttafava, riconoscibile per la sua torretta belvedere.
Al suo fianco, sorge l’Oratorio San Vincenzo.
Esattamente di fronte, ecco Cascina Buttafava, attualmente in stato di abbandono. Sotto il portico si può intravedere una Madonna con Bambino: la Vergine tiene Gesù Bambino con il braccio sinistro, mentre il suo capo è contornato da foglie e girasoli.
Che cosa fare ad Arcore: gli itinerari naturalistici
Vuoi scoprire che cosa vedere ad Arcore stando a contatto con la natura? Potresti regalarti una passeggiata nel parco di Villa Borromeo d’Adda, aperto al pubblico: si sviluppa su una superficie di 30 ettari e include percorsi vita e sentieri per le bici.
Il territorio di Arcore rientra nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale dei Colli Briantei e del Parco Regionale Valle del Lambro.
Per stare a contatto con il verde incontaminato puoi recarti al Bosco della Bergamina, nato nella prima metà del XIX secolo, dove puoi ammirare splendidi esemplari di geranio nodoso e campanellino invernale: puoi attraversarlo partendo dall’incrocio tra via Buozzi e via Morgagni.
In frazione Bernate c’è il cosiddetto Laghettone, un invaso naturale che ha, tra l’altro, lo scopo di contenere le acque piovane: i boschi che lo circondano meritano più di un’escursione. Puoi accedervi da via del Laghettone (Google Maps la segnala come via del Laghetto), ma ti conviene lasciare la macchina in via Pier Giovanni Varisco e poi proseguire a piedi. In alternativa, puoi giungere al Laghettone dal lato opposto, e cioè da via Roccolo.
Sempre da via Roccolo puoi passeggiare costeggiando il torrente Molgorana, fino ad arrivare a Camparada.
Un altro percorso interessante è quello della Strada delle Spazzate, che puoi imboccare da via Col di Lana. Si costeggia il Parco Villa Borromeo per arrivare ai Mort Lungh, dove una croce di pietra commemora le vittime delle epidemie di peste del 1576 e del 1630. Proseguendo, si arriva al Ravanel, ex portineria secondaria di Villa Borromeo d’Adda.
Se sei in cerca di piste ciclabili in Brianza, all’incrocio tra via D’Immè e via Monte Cervino inizia il percorso che, superata la stazione di Buttafava, ti permette di raggiungere l’ingresso del Parco di Monza di Porta San Giorgio.
Dove mangiare ad Arcore
Se vuoi fermarti a cena in uno dei ristoranti ad Arcore, puoi optare per La Bergamina di via Bergamina 64, sempre aperto sia a pranzo che a cena.
Se vuoi sperimentare la cucina giapponese in Brianza puoi recarti anche da Hinode Sushi 3, in via Casati 57.
Pane e Mare, in via Manzoni 50, è un ristorante di Arcore aperto a cena dal mercoledì alla domenica e a pranzo la domenica. Le specialità di pesce sono il fiore all’occhiello del menù: da provare il plateau di ostriche, la pasta allo scoglio con frutti di mare e il baccalà in tempura.
Un’altra location dove mangiare hamburger in Brianza è il Goss di via Matteotti 2, che propone fra l’altro diverse tipologie di panini con il polpo arrostito. Qui è possibile gustare la pizza senza glutine, preparata con farina di riso; il locale, tuttavia, non è una pizzeria certificata per celiaci.
Tra gli altri ristoranti ad Arcore, in via Giacomo Matteotti 1 trovi il Decimo, chiuso il lunedì sera: pizza e hamburger sono le specialità del menù, che comprende anche crudi di mare, poke bowl e secondi di carne e di pesce.
Infine, l’ultimo posto dove mangiare ad Arcore che merita una visita è il Beat di via Forlanini 61, sempre aperto tranne il lunedì sera. Il locale include una sala bistrot con area bimbi, una birreria e un giardino con piscina.
Come arrivare ad Arcore
Come arrivare ad Arcore in auto? Provenendo da Milano, devi prendere la Tangenziale Est e uscire allo svincolo 20, per poi attraversare Vimercate.
Provenendo da Lecco o dalla Valtellina, devi percorrere la SS 36 in direzione Milano, uscire verso Monza-Ospedale e imboccare la SS 527; dopo circa 4 chilometri, dalla SP 58 ti ritrovi ad Arcore.
Per arrivare ad Arcore in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina di piazza Martiri della Libertà, servita dalla linea suburbana S8 di Milano e collegata, tra l’altro, con Lecco, Airuno, Olgiate Molgora, Cernusco Lombardone, Osnago, Carnate e Monza. In alternativa puoi sfruttare l’altra stazione cittadina, in località Buttafava (via Molino Sesto Giovine), servita dalla linea suburbana S7 di Milano e collegata, tra l’altro, con Monza, Villasanta, Biassono, Macherio, Triuggio, Carate Brianza, Besana in Brianza, Renate, Cassago Brianza, Costa Masnaga, Molteno, Oggiono, Galbiate e Civate. Questa stazione è a poche decine di metri dal confine con Villasanta e a un chilometro e mezzo dall’ingresso Porta San Giorgio del Parco di Monza.
Per arrivare ad Arcore in autobus, puoi sfruttare la linea D80, che passa da Oggiono, Dolzago, Sirone, Garbagnate Monastero, Barzanò, Monticello Brianza, Missaglia, Casatenovo, Lesmo, Villasanta e Monza. I bus della linea D83A, invece, collegano la città con Missaglia, Lomagna, Casatenovo, Usmate Velate e Milano. Puoi salire sul pullman Z315 per arrivare ad Arcore partendo da Vimercate, Burago di Molgora, Agrate Brianza, Caponago o Gorgonzola (in corrispondenza con la fermata della linea verde della metropolitana di Milano), o sul pullman Z317 se parti da Vimercate, Camparada, Casatenovo, Lesmo o Correzzana. I bus Z320, infine, collegano Arcore con Vimercate e Villasanta.
Ho impiegato un bel po’ di tempo per scrivere questo post, e non ho ancora concluso: perché di certo posso migliorarlo, con altri consigli e tante foto. Però per farlo avrei bisogno anche del tuo aiuto: se vuoi puoi sostenermi con una donazione.
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Infine, ti consiglio di visitare due interessanti siti web, Scoprilabrianzatuttoattaccato e Segni del Sacro, che ti permettono di scoprire curiosità, informazioni, itinerari e luoghi storici di Arcore.