Che cosa fare a Seveso? Anche se è nota in tutta Italia per il disastro dell’Icmesa del 1976, la città si propone come una destinazione intrigante per chi ha voglia di una gita in Lombardia. Con tanti parchi in cui passeggiare (il Bosco delle Querce su tutti), le occasioni di svago non mancano di certo.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Attraversata dal fiume omonimo, la città di Seveso si trova a poco più di 20 chilometri da Milano ed è bagnata anche dai torrenti Comasinella e Certesa.
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Il nome della città è legato alla direttiva europea 96/82/CE (conosciuta, appunto, come Direttiva Seveso), che rende obbligatorio il censimento di tutti i siti industriali ad alto rischio. Si tratta, ovviamente, di una conseguenza del disastro della diossina che colpì questo territorio nel 1976.
Che cosa fare a Seveso: i monumenti da vedere
Ti stai domandando che cosa vedere a Seveso? Ti consiglio di iniziare la tua passeggiata in città da via San Carlo 2, dove trovi il Santuario di San Pietro Martire: al suo interno puoi ammirare, tra l’altro, opere di Giuseppe Nuvolone e Antonio Busca.
Non mi dilungo troppo: nel post qui sotto puoi scoprire tutte le opere d’arte del Santuario di San Pietro Martire e la sua storia.
Accanto al santuario c’è il Seminario Diocesano (che in precedenza era un convento): qui hanno compiuto i propri studi anche Antonio Stoppani, Achille Ratti (il futuro Papa Pio XI) e Giovanni Battista Montini (il futuro Papa Paolo VI).
La chiesa e il convento furono costruiti nella seconda metà del Seicento su progetto di Gerolamo Quadrio. Nel 1798 il convento fu soppresso, per poi essere destinato a seminario: fu quindi sottoposto a lavori di ristrutturazione secondo le indicazioni di Leopoldo Pollack e Giacomo Moraglia. Ulteriori ampliamenti furono realizzati nella prima metà del Novecento secondo i progetti di Spirito Maria Chiappetta e Giovanni Maggi.
Di fronte al santuario, tra i civici 1 e 7 di via San Carlo, merita di essere ammirata Villa Le Gemelle: un complesso composto da due ville gemelle, con la facciata in mattone rosso a vista e bugnato valorizzata da finestre ad arco gotico con bifore.
Da qui, alla rotonda gira a destra in corso Borromeo e vai dritto; superato il passaggio a livello svolta a sinistra in via Zeuner. Subito dopo il primo edificio alla tua destra, gira nella via a destra per andare a osservare l’affascinante architettura di Villa Guglielmina. Conosciuta anche come Villa Schwarzenbach o Villa Zeuner, presenta linee che ricordano gli chalet dei borghi svizzeri e platani maestosi ad arricchirne il giardino.
Ritornato in via Zeuner, tenendo i binari sulla sinistra vai dritto, proseguendo in corso Marconi, per poi svoltare a destra in viale Vittorio Veneto: al civico 3 troverai l’ex Casa del Fascio, che oggi accoglie il Municipio.
Ora vai dritto fino in fondo a viale Vittorio Veneto: allo stop, proprio di fronte a te in corso Garibaldi 87 puoi ammirare la Villa Bianca, progettata da Giuseppe Terragni. Originario della vicina Meda, Terragni è ritenuto il principale esponente del razionalismo italiano.
Se vuoi conoscere la storia di Villa Bianca e del suo progettista, puoi leggere l’approfondimento che ho scritto nel post qui sotto.
Lasciandoti la villa sulla sinistra, incamminati lungo corso Garibaldi fino ad arrivare al confine tra Seveso a Barlassina. Alla tua sinistra, proprio tra il cartello che segnala la fine di Seveso e quello che segnala l’inizio di Barlassina, noterai la Cappellina di San Pietro Martire, costruita nel 1602.
Sì, è lo stesso San Pietro Martire a cui è dedicato anche il santuario che hai visto prima: Pietro Rosini, noto anche come San Pietro da Verona, nel 1252 fu ucciso nella foresta di Seveso, mentre si stava dirigendo da Como a Milano, da alcuni sicari. Proprio in quel punto tre secoli e mezzo più tardi sarebbe stata edificata la cappellina.
Ora torna indietro lungo corso Garibaldi, supera Villa Bianca e vai dritto fino al primo semaforo: qui gira a destra in via Cacciatori delle Alpi. Arrivato all’incrocio con via dei Castagni, ti imbatterai nella Cappellina alle Fornaci: fu costruita nel 1948 nel punto in cui il 10 settembre di quattro anni prima era caduta una bomba, per fortuna senza causare gravi danni.
L’evento è ricordato da una lapide posta in occasione del 60esimo anniversario, il 10 settembre del 2004.
La cappellina, realizzata su disegno di stile lombardo da Aristide Albertella, accoglie una statua in legno proveniente dalla Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso (di cui ti parlerò tra poco) e risalente almeno al Seicento.
Proprio accanto alla Cappellina alle Fornaci, al civico 3B di via Cacciatori delle Alpi che vedi sulla tua sinistra trovi l’ingresso di Villa Dho (il cancello normalmente è aperto, puoi entrare liberamente). Il nome della villa deriva dal militare garibaldino, Luca Dho, che la acquistò nel 1870. Nota anche come Villa La Petitosa, nel 1943 fu occupata dalle SS che ne fecero un centro di comando dei Comuni della zona.
Ritornato in via Cacciatori delle Alpi, continua a percorrerla per poi prendere la seconda strada a destra, via delle Groane, e quindi girare subito a sinistra in via Sant’Ambrogio: qui merita un’attenzione particolare la Chiesa di San Carlo Borromeo, edificata nel 1960.
Ora puoi percorrere a ritroso via Cacciatori delle Alpi: al termine della discesa vai a destra in corso Garibaldi e poi subito a sinistra in piazza Roma. Alla tua destra vale la pena di osservare l’ex Palazzo Comunale, costruito nel 1875.
Di fronte a te, invece, in piazza Cardinal Ferrari 2, potrai ammirare la Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, decorata con le splendide vetrate di Aristide Albertella.
Se vuoi conoscere la storia della Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso e di tutte le opere d’arte custodite al suo interno, non devi far altro che leggere il post qui sotto.
Superata la chiesa, incamminati lungo via Madonna per raggiungere piazza Leonardo da Vinci: qui alla tua sinistra, all’incrocio con via Bartolomeo Arese, puoi notare un affresco della Madonna di San Gerardo realizzato dal pittore comasco Mario Bogani.
Dalla piazza, riprendi la tua passeggiata lungo via San Martino; superato il passaggio a livello, gira a sinistra in corso Matteotti e vai sempre dritto fino a quando non vedi sulla tua destra, in piazza IV Novembre, il Monumento ai Caduti.
Il monumento, disegnato a forma di obelisco da Luigi Maderna, è impreziosito da un pannello realizzato dallo scultore piacentino Nardo Paiella, che raffigura la Madonna che regge fra le braccia un caduto.
Ora lasciati il monumento alla tua destra e al semaforo gira subito a destra in via Manzoni: poi vai sempre dritto, continuando in via Redipuglia. Vai dritto, costeggiando il Bosco delle Querce; fino a quando non trovi sulla tua sinistra il sottopasso che, dopo la superstrada, ti porta nella frazione di Baruccana. Ti trovi, così, in via Zara: vai dritto e, superato il semaforo, arrivi in via Trento e Trieste, dove di fronte al civico 58 puoi osservare la Chiesa della Beata Vergine Immacolata, costruita nei primi anni del XX secolo.
Puoi conoscere la storia della chiesa di Baruccana nel post qui sotto, dedicato proprio al Santuario della Beata Vergine Immacolata.
Superata la chiesa, gira a sinistra in via Gaviraghi e poi vai dritto in via Tobagi: giungo in fondo, all’incrocio con via Gramsci vedrai la Chiesa di San Clemente, realizzata con lastre di serizzo ghiandone. L’edificio è stato progettato all’inizio degli anni Novanta da Vittorio Gregotti, architetto noto per essere il “padre” del Teatro degli Arcimboldi di Milano.
Gira a sinistra in via Gramsci e all’incrocio vai a destra in via Prealpi; percorri questa strada fino in fondo e allo stop svolta a destra in via Meredo. Giunto all’altezza del civico 68, vedrai l’Oratorio di San Benedetto, chiesetta cinquecentesca dalla storia davvero curiosa.
Ti piacerebbe conoscerla nel dettaglio? Leggi il post qui sotto, che ti parla della chiesetta del Meredo in maniera approfondita.
Che cosa fare a Seveso: gli itinerari naturalistici
Per sapere che cosa vedere a Seveso in mezzo alla natura potresti scegliere concederti una passeggiata nel Bosco delle Querce, nato in seguito all’incidente dell’Icmesa del 1976 (noto, appunto, come “disastro di Seveso”). Tutti i materiali contaminati, il terreno rimosso, i resti degli edifici e degli animali sono stati riposti all’interno di due grandi vasche di contenimento sopra le quali è stato creato questo parco. Su una superficie di oltre 44 ettari puoi imbatterti in olmi campestri, carpini bianchi e farnie. Puoi entrare da via Ada Negri o da via Redipuglia.
Per conoscere gli orari di apertura del Bosco delle Querce e scoprire la sua storia, puoi leggere l’approfondimento che gli ho dedicato nel post qui sotto.
Il Parco di Villa Dho, invece, è accessibile da via Cacciatori delle Alpi 3B o da via dei Castagni 1. Nato nel lontano 1870, comprende 700 metri di sentieri e una straordinaria varietà di specie arboree, oltre a una piccola area giochi per i bambini.
Per conoscere gli orari di apertura del Parco di Villa Dho e conoscerlo più da vicino, puoi cliccare sul post qui sotto.
Poco lontano c’è uno degli ingressi del Fosso del Ronchetto, un’oasi forestale urbana che si estende per oltre 7 ettari: puoi entrarvi da via Boves, da via Aspromonte, da via Sprelunga, da via Scoglio di Quarto o da via Marsala. Sambuchi, noccioli, ciliegi e prugnoli sono solo alcune delle specie che puoi incontrare in questo bosco, che accoglie anche diversi stagni ed è abitato da lepri, conigli selvatici e ghiri.
Nel post qui sotto, comunque, trovi tutte le indicazioni di cui hai bisogno per raggiungere e visitare il Fosso del Ronchetto.
Il territorio di Seveso fa parte del Parco delle Groane: in particolare, è attraversato dalle piste ciclabili 27 e 34. Puoi accedere all’itinerario 27 da via Eugenio Barsanti e al 34 dall’incrocio tra via Gorizia e via Pordenone.
Ti parlo in maniera più approfondita di questi due percorsi nel post qui sotto: non dimenticarti di leggerlo, soprattutto se sei un appassionato di cicloturismo in Lombardia!
Da via Verona (accanto al civico 50), invece, puoi entrare nel campo di tiro al piattello dell’Altopiano.
Dove mangiare a Seveso
Tra i tanti ristoranti di Seveso, La Sprelunga (chiuso la domenica sera e il lunedì) si distingue per le sue specialità di pesce, ideate dallo chef Stefano Radici: si trova al civico 55 di via Sprelunga.
La Rustica di corso Garibaldi 53 si propone come pizzeria a Seveso, ma in realtà nel menù include anche numerose specialità alla griglia, tra cui gli arrosticini abruzzesi, i filetti di cavallo e la bistecca alla fiorentina. Il locale è aperto tutti i giorni tranne il mercoledì.
Sempre in corso Garibaldi, al civico 7/A, trovi anche La Pagoda, uno dei più apprezzati ristoranti cinesi in Brianza.
Se sei in cerca di altri posti dove mangiare a Seveso potresti provare il Ristorante Farghin di via San Martino 38, chiuso il sabato a mezzogiorno e il martedì sera. Tra le specialità di pesce, ti consiglio la zuppetta di seppioline e gamberi, la tagliata di tonno e i gamberoni al cognac.
Come arrivare a Seveso
Come arrivare a Seveso in auto? Provenendo da Milano, puoi percorrere la superstrada Milano-Meda uscendo allo svincolo di Seveso, il n. 11.
Provenendo da Lecco, devi percorrere la SS 36, uscire a Carate Brianza, seguire per Seregno e poi attraversare il quartiere Meredo.
Per arrivare a Seveso in treno puoi fare riferimento alle due stazioni cittadine. La stazione di Seveso di via Zeuner è servita dalla linea regionale Milano-Canzo-Asso, dalla linea suburbana S2 e dalla linea suburbana S4 di Milano; è collegata, tra l’altro, con Varedo, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Meda, Cabiate, Mariano Comense, Carugo, Arosio, Inverigo, Lambrugo, Merone, Erba, Ponte Lambro, Caslino d’Erba e Canzo. La stazione di Seveso di via Montecassino, nella frazione di Baruccana, è servita dalla linea suburbana S9 ed è collegata, tra l’altro, con Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Seregno, Desio, Lissone e Monza.
Per arrivare a Seveso in autobus puoi sfruttare la linea Z115 che parte da Saronno passando per Solaro, Limbiate e Cesano Maderno, o la linea Z116, che collega la città con Cesano Maderno, Barlassina e Seregno. I bus Z150, invece, partono da Cantù e arrivano a Seveso dopo essere passati da Cermenate, Lentate sul Seveso e Barlassina, arrivando fino a Milano. Se vieni da Lazzate, Misinto, Cogliate o Ceriano Laghetto puoi salire anche sugli autobus della linea Z163, mentre con la Z191 puoi arrivare in città partendo da Cantù, Cermenate, Lazzate, Misinto, Lentate sul Seveso o Barlassina.
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