Che cosa fare a Seregno? Nelle righe che stai per leggere, scoprirai tutti gli angoli più suggestivi del centro storico cittadino, dalla Basilica di San Giuseppe a Palazzo Landriani Caponaghi con la curiosa fontana antistante. Ma non è tutto: troverai anche preziosi consigli sui murales da vedere e su ristoranti e pizzerie in cui mangiare.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Città di poco più di 45mila abitanti, Seregno si trova a 12 km da Monza e a circa 25 km da Milano e Como.
[Hai già messo il tuo Like alla pagina Facebook di Viaggiare in Brianza? Potrai essere aggiornato su tutti i nuovi post e scoprire un sacco di idee per le tue gite vicino a Milano!]
A Seregno sono nati Igor Cassina (campione olimpico di ginnastica alla sbarra ad Atene 2004), Digei Angelo (voce di Radio DeeJay e inviato di Quelli che il calcio) e l’attore Luis Molteni (celebre caratterista italiano).
Che cosa fare a Seregno: i monumenti da vedere
Vuoi scoprire che cosa vedere a Seregno? Potresti iniziare il tuo tour con un sorriso: all’incrocio tra via Cadore e via Tiziano, sulla facciata della scuola primaria Aldo Moro, puoi osservare Urban Emoji, un gigantesco Smile stilizzato composto da tantissimi calchi di facce che esprimono le emozioni più diverse.
A realizzare questa innovativa opera di street sculpture (dal diametro di circa 3 metri) sono stati due artisti di prestigio internazionale, gli Urban Solid (Gabriele Castellani e Riccardo Cavalleri). Il progetto di Urban Solid amplifica e moltiplica la street art, regalandole la terza dimensione attraverso il linguaggio scultoreo.
Lasciandoti lo Smile alla tua destra, incamminati lungo via Cadore e vai sempre dritto fino a che non incroci, sulla sinistra, il Santuario della Madonna di Santa Valeria, tra viale Santuario e via Santa Valeria. Si tratta di una chiesa a croce latina con tre navate realizzata nella prima metà del secolo scorso: a progettarla fu l’architetto Spirito Maria Chiappetta, “padre” anche del Santuario del Santo Crocifisso a Desio e della Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso a Tregasio di Triuggio. I mosaici delle tre lunette degli ingressi, invece, sono opera di Trento Longaretti.
Per conoscere la storia del Santuario della Madonna di Santa Valeria e scoprire tutte le opere d’arte custodite al suo interno, puoi cliccare qui sotto e leggere l’articolo di approfondimento che gli ho dedicato.
Da qui puoi imboccare viale Santuario, la strada situata proprio di fronte alla chiesa; raggiunto il piazzale della Madonnina, potrai vedere la statua in marmo della Madonnina di Santa Valeria, in cima a una colonna in pietra.
Da qui gira a sinistra in via Cairoli e vai sempre dritto fino al civico 36: qui vale la pena di ammirare Villa Rivolta, costruita tra il XVII e il XIX secolo e circondata da un giardino all’inglese.
Prosegui lungo via Cairoli e, al semaforo, vai a sinistra in via San Vitale. Al semaforo successivo, all’incrocio con via Santa Valeria, vedrai nel giardino alla tua sinistra la scultura in bronzo Italia Mundial ’90, realizzata da Giuseppe De Feo in occasione dei Mondiali di calcio.
De Feo è stato un artista seregnese: le sue opere in passato sono state ricercate e acquistate da personalità del calibro di Arnoldo Mondadori, Martin Luther King e Christiaan Barnard.
Ritornato all’incrocio tra via San Vitale e via Cairoli, gira a sinistra in via Garibaldi per addentrarti nel centro storico cittadino. Dopo pochi metri, svolta a destra in via Ballerini per andare ammirare il suggestivo edificio della Caserma dei Pompieri, progettata da Ambrogio Silva e costruita all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso.
Ritornato in via Garibaldi, al civico 19 ti imbatterai nel Palazzo del Vescovito.
Arrivato alla fine di via Garibaldi, gira a destra in via Vincenzo da Seregno e poi a sinistra in piazza Vittorio Veneto: in questa piazza, nei secoli scorsi, c’era lo specchio d’acqua che i contadini di ritorno dalla campagna raggiungevano per far abbeverare gli animali. Proprio qui sorge il Monumento ai Caduti, realizzato da Alfredo Sassi (autore, tra l’altro, dell’ampliamento della Chiesuola del Vianò a Renate): fu inaugurato il 25 novembre del 1928.
Curiosità: in una delle sculture è raffigurata Rosa Bossi, madre di Silvio Berlusconi. Rosa – che all’epoca in cui posò per Sassi per la realizzazione del monumento era poco più che adolescente – è raffigurata mentre porge un mazzo di fiori a un militare.
Ora attraversa in diagonale la piazza e, al vertice opposto, imbocca vicolo Pozzo: in pochi passi raggiungerai l’incrocio con via Martino Bassi, dove merita di essere visto il murale Dancing Song Ballroom, realizzato dalla street artist Chiara Capobianco nel 2021.
Giunto in fondo a vicolo Pozzo, gira a destra in largo San Vittore: dopo qualche metro scoprirai alla tua destra la Torre del Barbarossa, torre campanaria di origine medievale che si dice sia stata fatta costruire dall’imperatore Federico Barbarossa in persona. Si tratta di una torre che si sviluppa su sette piani, con feritoie aperte ai livelli più bassi, e che in seguito divenne il campanile della Chiesa di San Vittore.
La Chiesa di San Vittore oggi non esiste più: nel 1768, infatti, le autorità religiose e civili decisero di sopprimerla, destinando la stessa sorte all’altra chiesa di Seregno, intitolata a Sant’Ambrogio, allo scopo di sopire le eccessive rivalità che vedevano contrapporsi i fedeli delle due parrocchie. Così la Chiesa di San Vittore venne sconsacrata, ristrutturata e trasformata in un’abitazione: la sua imponente abside semicircolare, tuttavia, può essere ammirata ancora oggi, accanto alla Torre del Barbarossa, proprio all’incrocio tra vicolo Pozzo e largo San Vittore.
Non solo: se torni per un attimo in vicolo Pozzo, in corrispondenza del civico 4 puoi vedere una porzione del fianco settentrionale dell’antica chiesa, come rivelato da un masso in una rientranza in cui si legge la data 1594.
Ma la storia della Chiesa di San Vittore e della sua soppressione è così curiosa che merita un approfondimento a parte: se ti va, puoi leggerlo nel post qui sotto.
Da largo San Vittore, gira a sinistra in via Cavour per osservare, al civico 25, il Palazzo dei Nobili Medici da Seregno, una delle più prestigiose dimore patrizie della città.
Di fronte al palazzo, c’è via XXIV Maggio: imboccala e, arrivato all’incrocio con via San Giovanni Bosco, dai un’occhiata alla tua sinistra per osservare l’affresco intitolato Omaggio alla Libertà, realizzato nel 1976 da Franco Vasconi.
Ti trovi, a questo punto, in piazza Libertà. Qui c’è la storica fontana del Mangia Bagaj, che raffigura un serpente che mangia un bambino (bagaj vuol dire appunto bambino in brianzolo): era il simbolo dei Visconti e degli Sforza, signori milanesi.
La fontana si trova di fronte a Palazzo Landriani Caponaghi, il palazzo municipale della città. Progettato negli anni ’60 del XIX secolo da Ettore Seves, mostra sulla facciata un triportico con due colonne tuscaniche in granito e, al primo piano, una balconata aggiunta nel 1928.
All’interno del palazzo (ingresso libero) al piano terra puoi vedere alcuni lavori del pittore e scenografo seregnese Luca Crippa, artista le cui opere sono esposte (tra l’altro) all’Art Institute di Chicago e al Moma di New York.
Oltrepassando Palazzo Landriani Caponaghi in modo da lasciartelo sulla destra, giungi in piazza Risorgimento: alla tua destra non ti sfuggirà il grandioso murale dedicato a Dante Alighieri realizzato dallo street artist Neve in occasione del 700esimo anniversario della morte del poeta.
Continuando a passeggiare in piazza Risorgimento, di fianco al civico 20 puoi vedere il bassorilievo in gesso Cavalli e cavalieri, un’altra opera di Giuseppe De Feo.
Da qui gira a sinistra in via Matteotti rimanendo sotto il portico: arrivato al civico 63, osserverai un’altra opera di De Feo, intitolata Il primo sbarco sulla luna.
Adesso ritorna verso Palazzo Landriani Caponaghi, superalo e imbocca la stradina davanti a te che ti porta a costeggiare e poi a vedere da vicino la facciata della Basilica di San Giuseppe, che si affaccia su piazza Concordia. La basilica fu costruita nella seconda metà del Settecento su progetto di Giulio Galliori (architetto anche di Villa Mirabellino a Monza). Nel maggio del 1983 fu visitata da papa Giovanni Paolo II, che già aveva avuto modo di frequentarla negli anni Sessanta e Settanta.
Se vuoi scoprire la storia della Basilica di San Giuseppe e le tante opere d’arte custodite al suo interno, puoi leggere il post qui sotto, dove te ne parlo in maniera approfondita.
Tenendo la basilica alle spalle, gira a sinistra in corso del Popolo: ti bastano pochi passi per raggiungere piazza Italia. Questa è la piazza su cui un tempo si affacciava la Chiesa di Sant’Ambrogio di cui ti ho parlato prima: qui oggi sorge un bronzo raffigurante Umberto I, re d’Italia dal 1878 al 1900, realizzato dallo scultore Francesco Confalonieri e inaugurato nel 1903.
Lasciandoti la statua sulla sinistra, attraversa la piazza per imboccare via Lamarmora: giunto all’incrocio con via Pozzoli, troverai alla tua destra il nucleo centrale dell’antico Monastero dell’Annunziata.
Fu proprio qui che, nella seconda metà dell’Ottocento, il patriarca Paolo Angelo Ballerini trovò ospitalità per la prima volta a Seregno, dopo che la sua nomina ad arcivescovo di Milano non era stata riconosciuta dal governo piemontese, costringendolo a un lungo peregrinare tra la Svizzera e la Brianza.
Lasciandoti l’ex monastero sulla sinistra, percorri via Lamarmora: sulla tua destra trovi l’ingresso del Parco XXV Aprile, all’interno del quale puoi ammirare una scultura di Harry Rosenthal, artista novecentesco di fama mondiale.
Tornato in via Lamarmora, all’incrocio gira a destra in via Stefano da Seregno. Arriverai, così, in piazza Roma, dove potrai ammirare i Putti che giocano, opera d’arte in bronzo realizzata nel 1950 da Santo Caslini (autore, tra l’altro, della Via Crucis in cotto del Santuario della Madonna di San Bernardo a Carate Brianza).
Da qui, attraversa tutta la piazza tenendo la destra e al semaforo gira a sinistra in via Magenta. Segui questa strada fino alla curva a gomito a destra, in corrispondenza della quale trovi un sottopasso ferroviario: percorrilo per scoprire una lunga sequenza di magnifici murales realizzati da Cristian Sonda e ispirati a La Freccia Azzurra, un racconto di Gianni Rodari.
Questi murales sono così belli che meritano un post dedicato: per leggerlo ti basta cliccare qui sotto.
Percorrendo a ritroso via Magenta, prendi la prima strada a sinistra (via Ballerini) e poi gira a destra in via Odescalchi, proseguendo fino a quando non ti imbatti, sulla tua destra, in piazza Donatori del Sangue. Qui puoi osservare il Monumento all’Avis di Giuseppe De Feo, realizzato nel 1970 per celebrare il 20esimo anniversario della sezione locale dell’associazione.
L’opera, in bronzo, mostra due braccia distese verso l’alto; il basamento, invece, ospita bassorilievi che raffigurano scene dedicate alla donazione del sangue.
Riprendi la tua passeggiata in via Odescalchi e, dopo la curva a gomito a sinistra, gira a destra in via San Pietro. Percorrila fino in fondo e poi gira a sinistra in corso del Popolo per raggiungere il civico 10, dove ti imbatterai nel seicentesco Palazzo Marchesi Castelli.
L’edificio deve il proprio nome alla nobile famiglia dei Castelli, che nel 1713 comprò il feudo di Seregno. Nel XIX secolo, il palazzo ospitò un distaccamento militare e in seguito un convento.
Ora vai sempre dritto proseguendo lungo via Vincenzo da Seregno e poi in via Trabattoni, fino a incrociare sulla tua destra via Muratori. Qui al civico 7 vale la pena di vedere Villa Formenti, caratterizzata da un impianto a U con torretta e circondata da un grande giardino. Questa era la residenza estiva dell’architetto Cesare Formenti, padre in Brianza – tra l’altro – della Chiesa della Beata Vergine Immacolata di Cesano Maderno e della Chiesa dei Santi Quirico e Giuditta di Lentate sul Seveso.
Continuando la tua passeggiata in via Trabattoni e arrivando fino al civico 81, avrai l’occasione di conoscere una tragedia storica di Seregno e dell’Italia intera. Presso la Ca’ Bianca, infatti, sono posizionate una lapide e cinque pietre d’inciampo in memoria di cinque persone ebree che, provenienti da Milano, erano giunge in città per trovare riparo dai nazifascisti, non riuscendo a scampare al trasferimento ad Auschwitz. Vale la pena di ricordare i loro nomi: papà Giuseppe Gani, mamma Speranza Zaccar e i loro figli Alberto, Ester e Regina Gani. Alberto e i genitori perirono nelle camere a gas, mentre Ester e Regina finirono a Bergen Belsen, e lì si persero le loro tracce.
Sulla parete della Ca’ Bianca che si affaccia sul giardino pubblico di via Trabattoni puoi osservare il dipinto L’occhio nell’occhio, risalente al 1977. L’opera fu realizzata dall’artista piemontese Carla Tolomeo, allieva di De Chirico e Guttuso e oggi nota come la “Signora delle Sedie”.
Da qui puoi imboccare via Rossini, per poi girare nella prima strada a destra, via Perego, che ti porta davanti al Santuario dei Vignoli, all’incrocio con via Vignoli. Conosciuto anche come Chiesa della Beata Vergine dei Vignoli, fu edificata a partire dal 1858 in segno di ringraziamento alla Madonna del Rosario che aveva salvato una famiglia del posto dal colera. Sopra l’altare è presente una Vergine col bimbo Gesù fra le vigne affrescata nel 1859 da Luigi Sabatelli.
Ma per scoprire nel dettaglio tutte le opere d’arte custodite all’interno della Chiesa dei Vignoli e conoscere la sua storia, puoi leggere direttamente l’approfondimento che gli ho dedicato nel post qui sotto.
Ora imbocca proprio via Vignoli; dopo aver superato l’incrocio con via Matteotti, gira a destra in via San Rocco. Prosegui fino a incrociare via Cavour: è qui che sorge l’Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, costruito su suggerimento del Cardinale Carlo Borromeo nella seconda metà del XVI secolo per richiedere ai santi protezione dall’epidemia di peste. All’interno, gli affreschi della volta absidale sono opera di Gabrio Bossi.
Ho dedicato all’Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano di Seregno, alla sua storia e a tutti i suoi affreschi un post di approfondimento: puoi leggerlo cliccando qui sotto.
Proprio di fianco all’Oratorio di San Rocco, puoi osservare sulla facciata del palazzo accanto al civico 74 di via Cavour una meravigliosa riproduzione de I musici di Caravaggio, realizzata su una superficie di 150 metri quadri. Si tratta di uno dei più beli murales in Brianza, ed è stata realizzato da Andrea Ravo Mattoni.
A proposito: se sei curioso di conoscere altri splendidi esempi di street art in Brianza, ti consiglio di dare un’occhiata al post qui sotto.
Lasciandoti l’Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, incamminati lungo via Cavour; superata la rotonda, vai dritto in via Montello e alla rotonda successiva tieni la destra per salire sul ponte che scavalca la superstrada. Arriverai a un’altra rotonda, dove devi girare a sinistra (è sempre via Montello): ti basta percorrere pochi passi per trovare, sulla tua sinistra, la Chiesa di San Salvatore.
La chiesa risale nella sua configurazione attuale alla metà del XIX secolo, quando venne costruita dopo che un incendio aveva totalmente distrutto il precedente oratorio intitolato a San Salvatore; è stata poi ampliata negli anni ’50 del Novecento. All’interno, ospita l’affresco di una Madonna con Bambino in trono del Quattrocento, una tela con Gesù nei Getzemani del Settecento e un olio su tela che raffigura l’Ecce Homo dell’Ottocento.
Se vuoi conoscere meglio la storia dell’Oratorio di San Salvatore a Seregno, sapere quando è aperto e scoprire le opere d’arte che sono custodite al suo interno, puoi leggere l’approfondimento che gli ho dedicato nel post qui sotto.
Tornato in via Cavour presso l’Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, gira a sinistra in via Dante: vai dritto, supera l’incrocio con via Michelangelo e svolta a sinistra in via Raffaello. Qui, in corrispondenza del civico 30, potrai osservare una meravigliosa riproduzione dell’opera di Aligi Sassu Cavalli e bimbi giocano sull’aia.
Ora prosegui in via Raffello e gira nella prima strada a destra, via San Benedetto: arrivato in fondo, di fronte a te noterai l’Abbazia dei Monaci Olivetani di San Benedetto, risalente alla fine degli anni ’90 dell’Ottocento. La chiesa, situata in via Stefano da Seregno 100, propone gli elementi caratteristici del romanico lombardo con influssi dell’architettura bizantina: fu concepita da Cesare Formenti, architetto di cui ti ho già parlato in precedenza. La chiesa venne consacrata dal cardinale Andrea C. Ferrari il 23 ottobre del 1895: la prima pietra era stata posata tre anni prima, il 12 maggio del 1892, dal patriarca Ballerini. Nel 1899 presero il via i lavori di costruzione del campanile, che si conclusero nel 1904. Nel 1931, infine, furono prolungati il presbiterio e l’abside, su progetto di Ottavio Cabiati.
Da qui gira a sinistra e raggiungi il civico 120 di via Stefano da Seregno per ammirare Villa Silva, costruita a cavallo tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Ora arriva in fondo a via Stefano da Seregno e gira a destra in via Macallè: qui al civico 26 merita di essere visto l’edificio dell’antica Cascina Natalina.
Prosegui lungo via Macallè, svolta a destra in via Oliveti e poi gira a sinistra in via Lazzaretto: giunto all’incrocio con via Buozzi, troverai la Chiesa della Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto.
Al suo interno puoi ammirare un dipinto di Gaetano Sabatelli, San Gregorio che intercede presso la Vergine per le anime del Purgatorio. Realizzata nel 1886, la tela in passato era custodita nell’Oratorio di San Gregorio, noto come Oratorio del Lazzaretto, oggi non più esistente.
Dall’antico oratorio provengono anche la tela seicentesca di autore ignoto che raffigura l’Estasi di San Francesco e i quattro pannelli dipinti in legno visibili oggi in chiesa nelle spalliere dei bancali accanto all’altare maggiore.
In questi pannelli sono intagliati quattro episodi della Via Crucis: La flagellazione di Gesù, La risurrezione, La deposizione dalla Croce e L’andata al Calvario.
Uscito dalla chiesa, gira a destra in via Buozzi, e poi di nuovo a destra in via Silva. Raggiungerai così una passerella ciclopedonale sulla tua sinistra che ospita un altro interessante esempio di street art in Brianza: l’opera, realizzata dal collettivo IntLV e dedicata alle varie forme di energia, comprende anche uno splendido murale di Nikola Tesla.
Scendendo dall’altra parte della passerella, ti ritrovi in piazza Linate: da qui gira a destra per raggiungere via Fratelli Bandiera, poi ancora a destra e, alla rotonda, di nuovo a destra. Sei, così, in via allo Stadio: vai dritto e prosegui lungo via Milano, quindi svolta a sinistra in via Gramsci e raggiungi, al civico 17, l’edificio della scuola Mercalli. Qui trovi un murale ispirato al tema delle energie rinnovabili realizzato dal piemontese Giuseppe Percivati, in arte Pepe Gaka. L’opera si articola su dodici pannelli, con quattro soggetti suddivisi in altrettante colonne, ciascuna delle quali costituita da tre elementi: raffigura Il vento (energia eolica), il sole (energia solare), l’acqua (energia idroelettrica) e il vapore sotterraneo (energia geotermica). Pepe Gaka, street artist di prestigio internazionale e già esperto di arte madonnara, è autore di opere in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Gran Bretagna alla Nuova Zelanda.
Ritornato in via Milano, continua la tua passeggiata girando a destra in via Avogadro e proseguendo lungo via Borromeo. All’incrocio con via San Carlo, sulla tua destra, puoi osservare la Pietà Laica di Santo Caslini, scultura realizzata nel 1956 per il Monumento ai Caduti del quartiere San Carlo.
Proseguendo in via Borromeo, dopo il civico 16 gira a sinistra in via Modigliani, poi a destra in via Cuoco e infine a sinistra in via Mantegazza. Giunto all’incrocio con via Lucinico, vedrai un affresco che raffigura la Madonna con Bambino fra i Santi Carlo e Francesco.
Ora torna in via Modigliani e da qui in via Borromeo; vai a destra e poi subito a sinistra in via San Carlo. Alla tua sinistra in piazzale Brunelleschi potrai scoprire la Chiesa di San Carlo, che conserva al proprio interno un bassorilievo quattrocentesco.
Ma la Chiesa di San Carlo di Seregno merita di essere visitata anche per molti altri motivi: te ne parlo in maniera approfondita nel post qui sotto, in cui racconto anche la sua storia.
Ripreso il tuo percorso in via San Carlo, raggiungi il civico 47, dove merita di essere visto il murale del Cai, anche questo realizzato dal collettivo IntLV.
Ora prosegui la tua passeggiata lungo via San Carlo; poi gira a destra in via Boiardo, in fondo alla quale svolterai a sinistra in via Ripamonti. Alla rotonda gira a destra in via Colzani e al semaforo svolta a sinistra in via Edison. Dopo pochi metri potrai osservare alla tua sinistra la Chiesa di Sant’Ambrogio, costruita all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso su progetto di Camillo Fari.
Al suo interno è custodito un dipinto databile alla seconda metà del XVII secolo, che raffigura Sant’Ambrogio che respinge l’imperatore Teodosio: proviene dalla vecchia Chiesa di Sant’Ambrogio, ed è la sola opera ad essersi salvata dopo la soppressione di quella chiesa.
La chiesa ospita anche una tela che raffigura La visione di Santa Caterina da Genova, a cui appare Gesù caricato dalla croce. La scena rappresenta il momento fondamentale della conversione della santa, alle cui spalle si intravvedono il mare e il porto della città di Genova. Il dipinto, che risale al 1917, è opera del pittore romano Giovanni Gagliardi.
Merita di essere osservata anche la tela che ritrae Santa Filomena, che dopo essere stata buttata nel fiume Tevere con una pesante ancora al collo viene salvata da due angeli che la sollevano dai flutti.
Se vuoi conoscere in maniera più approfondita la storia dei dipinti della Chiesa di Sant’Ambrogio di Seregno, puoi farlo leggendo il post qui sotto.
Continua a camminare lungo via Edison e, superato il semaforo, imbocca via Bottego. Qui al civico 11 (sede dell’Academy Musical Arts) hai l’opportunità di osservare il murale Prisma Reflection. L’opera, creata dall’artista milanese Duty Gorn, è stata realizzata sui muri della scuola dell’associazione culturale Cartanima, che nel 2020 erano stati imbrattati con scritte omofobe e offensive. Prisma Reflection riproduce un prisma che riflette i tanti colori delle emozioni umane, con volti fieri che intendono rispecchiare i nostri sogni, come testimoniato dalla scritta Follow your dreams.
Che cosa fare a Seregno: gli itinerari naturalistici
Se ti chiedi che cosa fare a Seregno in mezzo al verde, non puoi che far riferimento ai parchi cittadini.
Il più frequentato è il Parco 2 Giugno, in località Porada, al confine con Meda e Cabiate: gli accessi sono da via Giovanni Colombo, da via Wagner, da via Einaudi, da via Alessandria e da via Asti. Nelle sere di maggio e giugno, qui puoi godere dello spettacolo di luci offerto dai segnali luminosi delle lucciole.
In alternativa puoi scegliere il Parco del Meredo, “protetto” dalla sua posizione incastonata tra la linea ferroviaria per Saronno e quella per Como: puoi raggiungerlo da via Nazioni Unite o da via Meredo.
Tra le risposte alla domanda “che cosa vedere a Seregno?” c’è anche il Parco Giovanni Paolo II: puoi accedervi da via Stoppani, da via Lucca o da via San Vitale.
Nel quartiere San Carlo, infine, c’è il Parco Falcone e Borsellino, con un laghetto che assicura una straordinaria diversità in un contesto così urbanizzato: si trova tra via Platone, via Borromeo e via Ripamonti.
Dove mangiare a Seregno
Uno dei ristoranti a Seregno più noti è il Pomiroeu dello chef Giancarlo Morelli: si trova in via Garibaldi 37 ed è aperto dal martedì al sabato. Il locale è situato in una zona pedonale: ti consiglio di lasciare l’auto nei parcheggi di via Appiani o via Cairoli.
Se preferisci un hamburger in Brianza puoi scegliere Macellerie di via Stefano da Seregno 53, sempre aperto sia a mezzogiorno che di sera. Qui puoi gustare anche la tagliata di manzo uruguaiano con pesto di rucola, gli arrosticini abruzzesi con salsa tzatziki e la pizza con il cornicione ripieno di ricotta.
Un’altra location dove mangiare hamburger in Brianza è Pane e Trita, in via Montello 27: sempre aperto sia a pranzo che a cena. Il menù comprende anche i supplì alla ‘nduja, la picanha al chimichurri e la burrata con tartare di fragole fresche.
Il Ristorante Pulcinella di via Santa Valeria 84, è una pizzeria di Seregno che propone anche specialità di carne e di pesce: è aperto tutti i giorni tranne il mercoledì.
In via Cavour 101 c’è il Bier Himmel, ristorante di cucina bavarese in Brianza (aperto dal martedì alla domenica); qui puoi gustare fra l’altro prosciutto di cervo, salame di capriolo, spatzle e canederli.
Un’altra proposta per il sushi all you can eat in Brianza è Zyu, in via Giuseppe Verdi 185, sempre aperto a pranzo e a cena. Il prezzo fisso a cena è di 29 euro, esclusi dessert e bevande.
In via San Vitale 18 c’è un altro ristorante giapponese a Seregno: si tratta di Shabu, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, che propone anche il servizio take away.
Nel caso in cui tu preferisca sperimentare i ristoranti cinesi in Brianza, ecco La Pagoda Lin di via Gioacchino Rossini 2 (chiuso il lunedì): offre anche piatti giapponesi con il menù all you can eat a 20 euro sia a pranzo che a cena, coperto e bevande esclusi.
Vuoi sapere dove mangiare a Seregno i piatti della tradizione culinaria brianzola? Al Pertega’ in via Vignoli 9 il risotto con l’ossobuco e il brasato; la specialità del ristorante è il carrello dei bolliti.
Infine, l’ultimo suggerimento riguarda un locale dove fare apericena in Brianza: parlo del Macallè di via Pontiggia 16. Gnocco fritto, sciatt valtellinesi, nachos e nuggets sono solo alcune delle proposte più invitanti del menù di questo bar bistrot.
Come arrivare a Seregno
Come arrivare a Seregno in auto? Provenendo da Milano, da Lecco o dalla Valtellina devi percorrere la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (nota anche come Milano-Lecco): puoi uscire a Seregno, Seregno Sud, Seregno San Salvatore o Carate Brianza. In alternativa, puoi sfruttare la superstrada Milano-Meda e uscire a Meda.
Per arrivare a Seregno in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina, servita dalle linee suburbane di Milano S9 e S11 e collegata, tra l’altro, con Monza, Lissone, Desio, Lentate sul Seveso, Carimate, Cantù, Cucciago, Seveso, Cesano Maderno e Ceriano Laghetto.
Per arrivare a Seregno in autobus, da Monza e da Lissone puoi prendere i mezzi della linea Z228, mentre i bus Z231 ti consentono di giungere in città se provieni da Desio, da Verano Brianza, da Giussano o da Carate Brianza. Sempre da Carate Brianza passa anche il bus Z242, che collega Seregno con Desio, Verano Brianza, Besana in Brianza, Briosco, Veduggio con Colzano, Renate, Casatenovo e Monticello Brianza. Se ti trovi a Triuggio, ad Albiate o a Carate Brianza, per raggiungere Seregno puoi sfruttare anche i bus Z233, mentre la Z250 collega Seregno con Desio, Cesano Maderno e Limbiate. Infine, se vuoi arrivare a Seregno provenendo da Cantù, da Mariano Comense, da Cabiate, da Meda, da Desio, da Lissone o da Monza, devi prendere il bus C80.
Ah, un’ultima cosa! Gestire e mantenere in vita un sito come questo è un impegno economico non da poco: se apprezzi le mie fatiche, hai la possibilità di sostenermi con una donazione attraverso il pulsante qui sopra. Oppure invitami a cena, mi farebbe piacere comunque 😉
Pensi che Viaggiare in Brianza sia il sito ideale per promuovere la tua attività e raggiungere nuovi clienti? Non esitare a contattarmi: insieme troveremo la soluzione migliore per le tue esigenze.
Scrivimi anche se pensi che un contenuto presente in questo sito debba essere rimosso, corretto o aggiornato: cercherò di rimediare appena possibile.
Vorrei consigliarti, infine, la lettura dei libri L’oratorio dei santi Rocco e Sebastiano a Seregno (di Sergio Gatti) e A proposito di due antichi oratori seregnesi: SS. Rocco e Sebastiano e S. Salvatore (di Franco Cajani), che si sono rivelati preziose fonti di informazioni per la realizzazione di questo post.
Il Pomiroeu non è più stellato haimè
🙁
Grazie per la segnalazione, ho corretto 🙂