Che cosa fare a Besana in Brianza? Tra i sentieri del Parco della Valletta o per le vie del centro storico, tra le chiese delle frazioni o le cascine testimoni di un passato rurale, non hai che l’imbarazzo della scelta. Lasciati sorprendere dalla maestosità della natura del Sasso del Guidino e di un ciliegio monumentale.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Città di oltre 15mila abitanti della provincia di Monza, Besana in Brianza si compone di sette frazioni: Besana capoluogo, Calò, Cazzano, Montesiro, Valle Guidino, Vergo-Zoccorino e Villa Raverio.
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Sono originari di Besana in Brianza l’attrice Maddalena Crippa e l’ex calciatore del Milan Demetrio Albertini. Qui era nato anche Vittorio Arrigoni, reporter e attivista ucciso nel 2011 a Gaza da un gruppo di estremisti salafiti.
Che cosa fare a Besana in Brianza: i monumenti da vedere
Vuoi sapere che cosa vedere a Besana in Brianza? Per iniziare il tuo giro della città con il sorriso ti consiglio di iniziare da via San Protaso: all’altezza del civico 10 troverai due panettoni Minions che ti daranno il “benvenuto”.
Ora lasciandoti i panettoni sulla sinistra, procedi lungo via San Protaso, gira a destra in via Pietro Carmine e poi subito a sinistra in via Giovanni Corti. Giungerai così in piazza Cuzzi, dove sorge l’Oratorio dei Santi Luigi e Carlo: a progettarlo fu Giacomo Moraglia, architetto di numerose chiese in Brianza (per esempio la Chiesa di San Gerardo al Corpo a Monza).
Prosegui la tua passeggiata passando accanto all’oratorio, e giungerai in piazza Umberto I. Se ti giri a destra, puoi notare la facciata del Palazzo e Albergo del Commercio (dove c’è il civico 14, per capirci).
In piazza Umberto I 9, invece, non passa inosservata la splendida (anche se decadente) Villa Adda Rigamonti, nota anche come Villa Marino Viganò, costruita nel 1858.
Vuoi saperne di più e conoscere da vicino la storia di Villa Marino? Leggi l’approfondimento che le ho dedicato nel post qui sotto!
Ma ovviamente a dominare piazza Umberto I è Basilica dei Santi Pietro, Marcellino ed Erasmo. Costruita nel 1569 in stile barocco e poi rivisitata da Giacomo Moraglia in stile neoclassico, presenta diversi affreschi di Raffaele Casnedi e un organo della prima metà del XIX secolo.
Se dalla basilica volgi lo sguardo verso destra, puoi notare in cima a una scalinata che parte da via Vittorio Emanuele II l’antica Villa Borella, risalente alla seconda metà dell’Ottocento e riconoscibile per il suo avancorpo centrale semiottagonale. L’edificio fu dimora del celebre direttore d’orchestra Victor De Sabata ed è oggi la sede del municipio: puoi accedervi anche da via Roma, che è la strada a destra rispetto all’edificio.
Proprio da qui puoi imboccare via Viarana: al civico 14 incontrerai Villa Prinetti Miotti Filippini (nota a tutti più semplicemente come Villa Filippini), residenza neoclassica con pianta a U costruita nel 1801.
La villa ospita i locali della biblioteca e si affaccia su un grande parco aperto al pubblico, a cui puoi accedere anche dall’incrocio tra via Roma e via Dante. Il Parco di Villa Filippini accoglie, tra l’altro, tre sculture in bronzo e resina di Aligi Sassu e un faggio pendulo vecchio più di 200 anni, dichiarato albero monumentale d’Italia, sotto il quale ci si può sposare con rito civile.
Continuando la tua passeggiata lungo via Viarana noterai al civico 21 Villa Dragoni Volta, costruita in parte sul sedime del castello di cui ti parlerò tra poco; è probabile che Moraglia abbia lavorato anche a questo edificio.
Accanto c’è la Chiesa di Santa Caterina, consacrata nel 1413 (come rivela l’iscrizione situata sotto l’altare). Ristrutturata in stile barocchetto nel 1827, mantiene comunque l’impronta tardo romanica. Se vuoi visitarla all’interno, puoi contattare la famiglia Mapelli Masiero in via Santa Caterina 3.
Nelle arcate sul terrapieno puoi osservare quattro mosaici ideati da Aligi Sassu che raffigurano rispettivamente Don Guanella, il Cardinal Ferrari, San Francesco e Santa Caterina d’Alessandria.
Ora puoi svoltare a sinistra in via Gariberto da Besana: al civico 15 c’è quella che secondo la tradizione fu la casa natale di Gariberto, Arcivescovo di Milano nel X secolo che si distinse per gli aiuti offerti in Puglia per la lotta contro i Saraceni.
Pochi metri più in là, sempre in via Gariberto da Besana, hai l’opportunità di osservare i resti del Castello di Besana del IX secolo: noterai, tra l’alto, un arco di ingresso, un muraglione a scaglia di pesce e una costruzione con arco a sesto acuto.
Alla fine di via Gariberto da Besana puoi girare a destra in via della Busa; attraversata la provinciale, la strada si apre nei campi prima di entrare in un bosco ceduo. La passeggiata panoramica che parte da via della Busa ti porta in via Giuseppina Scola: da qui puoi raggiungere la Chiesa di San Siro, in via San Siro (di fronte al civico 9): ti trovi, non a caso, nella frazione di Montesiro.
Da via San Siro puoi imboccare via San Nazzaro per andare a osservare, di fronte al civico 38, l’Oratorio di San Nazzaro (nella via omonima), costruito nel Duecento e intitolato ai santi Nazario e Celso. Restaurata da poco, la chiesa vanta un pavimento in cotto lombardo e accoglie all’interno una Madonna in Trono con bambino del tardo Settecento.
Ora vai in fondo a via San Nazzaro, gira a sinistra in via Puccini e poi subito a destra in via Don Carlo Gnocchi: alla tua sinistra al civico 1 spicca il fortino di Cascina Bettolino, una torretta a tre piani simile al fortino della Busa.
Pochi metri più in là, in via Don Carlo Gnocchi 6, trovi la casa in cui trascorse buona parte dell’infanzia proprio Don Carlo Gnocchi: a ricordarlo c’è una lapide ben visibile a chi transita.
A questo punto ti consiglio di tornare indietro lungo via Don Gnocchi, girare a sinistra in via Puccini e andare sempre dritto (proseguendo lungo via Buonarroti). Al semaforo, gira a sinistra in via Cimabue e prosegui fino a quando potrai svoltare di nuovo a sinistra in via Cavour: qui al civico 27 sorgono l’ex Monastero e la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, parte di un complesso benedettino fondato nel 1102. L’ex Monastero di Brugora oggi ospita una casa di riposo: il chiostro nella cappella, che in passato fungeva da refettorio, comprende un affresco della Scuola del Bergognone del XVI secolo.
La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, a navata unica, presenta una facciata romanica e interessanti decorazioni: per esempio le pietre a cui si appoggia l’archivolto dell’ingresso, che rappresentano i simboli dei quattro Evangelisti. Da notare alla destra del portale di entrata la raffigurazione di un basilisco, mostro in grado di uccidere con lo sguardo.
Proseguendo lungo via Cavour (prestando attenzione, perché la strada è senza marciapiede) e raggiungendo dopo alcune curve il civico 30, avrai l’opportunità di ammirare l’antica Cascina Villarosa e, soprattutto, le sue splendide ante decorate.
Sei curioso di saperne di più? Allora ti consiglio di leggere il post qui sotto, in cui ti racconto tutta la storia delle persiane colorate di Cascina Villarosa.
Ritornato al semaforo di via Cimabue, gira a sinistra in via De Gasperi, dove al civico 10 vale la pena di ammirare Villa Prinetti Castelletti. Immersa in un parco di 20 ettari, fu costruita nel 1760 e nel Novecento fu restaurata da Antonio Citterio, l’architetto di Villa Mattioli a Lesmo e della ristrutturazione di Villa Zuccona Jacini a Triuggio.
Continua la tua passeggiata in via De Gasperi fino alla seconda strada che incroci sulla sinistra, via Don Viganò; qui al civico 30 ti imbatterai nella settecentesca Villa Annunciata, nota anche come Villa Redaelli, il cui complesso comprende anche la Chiesa dell’Annunciazione. La villa oggi è una casa di accoglienza religiosa: tienila in considerazione se hai intenzione di sperimentare un ritiro spirituale o di prendere parte a incontri di preghiera.
Proseguendo lungo via Don Viganò ti concederai una rilassante passeggiata nel verde; in fondo alla strada gira a destra in via Federico Borromeo per raggiungere, all’incrocio con via Leopardi, la Chiesa dei Santi Vitale e Agricola.
Se imbocchi via Leopardi, al civico 59 ti imbatterai in Villa Fossati, costruita nel 1618 insieme con la Cappella della Madonna della Neve: qui sono tumulati i resti di Teresa Borri, la seconda moglie di Alessandro Manzoni. La villa oggi ospita una scuola paritaria, e può essere visitata solo in occasioni speciali (Ville Aperte e la Magnalonga).
Procedendo lungo via Leopardi, noterai sulla tua destra Villa Pirotta Clerici. Per vederla più da vicino, devi girare nella prima strada che incroci sulla destra, via Rosnigo, e raggiungere il civico 10. Risalente alla prima metà dell’Ottocento, è oggi nota come Villa Luisa dal nome di Luisa Clerici, l’ultima proprietaria, che decise di donarla per realizzarne una comunità alloggio per persone disabili.
Ti piacerebbe conoscere la storia di Villa Luisa e dei suoi antichi proprietari? Puoi leggerla cliccando sul post qui sotto!
Sempre in via Rosnigo, proprio accanto al cancello di ingresso di Villa Pirotti Clerici, c’è il quattrocentesco Oratorio di Santa Maria Maddalena, una torre a pianta quadrata con una elegante decorazione a dentelli e uno sviluppo curiosamente verticale.
Di fronte, al civico 25 di via Rosnigo, trovi Villa Boltraffio, anche se parzialmente oscurata dal cancello e dalle mura di recinzione. Questa dimora è ritenuta quella di fondazione più antica di tutto il paese; fu la residenza dei discendenti di Giovanni Antonio Boltraffio, pittore rinascimentale allievo di Leonardo da Vinci.
Riprendi la tua passeggiata in via Leopardi: al civico 88 c’è l’ingresso di Villa Volontè Scordia Bulli, che però non si può vedere dalla strada. Quello che puoi ammirare senza problemi pochi metri più in là, invece, è il Tempietto di Villa Volontè Scordia Bulli, risalente alla seconda metà dell’Ottocento: puoi notare la stella giudaica a sei punte incrociate in rilievo e il disegno di ispirazione neobarocchetta delle finestre.
Giunto al semaforo di via Leopardi, vai dritto in via Matteotti e prosegui fino al civico 67, dopo il quale sulla destra trovi la scalinata che ti porta in piazza Sant’Eusebio: è qui che sorge la Chiesa dei Santi Eusebio e Maccabei, edificata nel 1906.
Ritornato in via Matteotti, continua lungo questa strada fino a quando non trovi il cimitero di Villa Raverio sulla tua sinistra: imboccando la vietta accanto al cimitero puoi raggiungere il Viale dei Proverbi, un percorso nel verde impreziosito da cartelli che riportano modi di dire in dialetto brianzolo.
Se vuoi saperne di più, puoi leggere il post qui sotto, che ti parla del Viale dei Proverbi di Villa Raverio in maniera approfondita.
Continuando lungo via Matteotti, raggiungerai una grande rotonda: prosegui dritto in via IV Novembre. Ti trovi, a questo punto, nella frazione di Vergo Zoccorino: se vuoi conoscere da vicino la sua storia e scoprire tutte le curiosità che la riguardano, puoi leggere il post qui sotto.
Arrivato al civico 3 di via IV Novembre, noterai la splendida Villa Odazio Fontana Racchetti: risalente alla prima metà del Settecento, è un magnifico esempio di barocchetto, a dispetto di una certa decadenza che la caratterizza.
Superata la villa, gira a sinistra in via Ferrante Brioschi e raggiungi il civico 26, di fianco al quale merita una visita il santuario di Zoccorino, conosciuto anche come Chiesa dell’Immacolata.
Vuoi saperne di più? Leggi il post qui sotto, che ti racconta la storia del santuario di Zoccorino e quella di San Mamete, a cui è dedicato un prezioso bassorilievo all’interno della chiesa.
Lasciandoti la chiesa sulla sinistra, puoi percorrere via Ferrante Brioschi fino in fondo e poi imboccare sulla sinistra la salita di viale Rimembranze. Dopo pochi metri avrai l’occasione di osservare l’edificio dell’Asilo Fanny Stanga: si tratta di una casa cinquecentesca che è stata abitata fino agli anni ’10 del secolo scorso (l’ultima inquilina fu appunto la marchesa Fanny Stanga) e che oggi ospita una scuola dell’infanzia.
Poco oltre, ecco la Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso: risalente agli anni ’20 del Novecento, è nota anche con l’intitolazione a Santa Felicita, che è la compatrona.
Nel post qui sotto ti racconto tutta la storia della chiesa di Vergo Zoccorino, segnalandoti aneddoti e curiosità riguardanti la sua costruzione.
Di fronte alla chiesa c’è, invece, il Monumento ai Caduti di Vergo Zoccorino.
Accanto, puoi visitare il Parco Milite Ignoto e scoprire le sue sculture.
Se vuoi saperne di più sul Parco Milite Ignoto e conoscere la sua storia, puoi leggere l’approfondimento che gli ho dedicato nel post qui sotto.
Lasciandoti il parco alla tua destra e proseguendo lungo la discesa di viale Rimembranze, arrivi in via Sant’Ambrogio: percorri pochi metri e poi gira a sinistra in via Pellico, dove al civico 16 non puoi fare a meno di notare il suggestivo edificio della portineria di Villa Mastracchi Cabassi.
La villa in passato è stata la residenza di Giuseppe Cabassi, protagonista della vita economica, sociale e politica italiana del Novecento: te ne parlo in maniera approfondita nel post qui sotto.
Ritornato in via Sant’Ambrogio, raggiungi il civico 23 per ammirare l’ingresso dell’ottocentesca Villa Anselmetti.
Poche decine di metri più in là, alla tua sinistra trovi l’ex Chiesa di Santa Caterina e Villa Confalonieri: si trovano in piazza Santa Caterina (ribattezzata piazza Beato Francesco Spinelli).
Per continuare il tuo tour che ti permette di scoprire che cosa vedere a Besana in Brianza, ritorna alla rotonda da cui hai imboccato via IV Novembre, gira a destra in via Matteotti e poi subito a sinistra in via Guidino. Vai sempre dritto fino a quando, sulla tua destra, non trovi una stradina sterrata con l’indicazione per il Monumento naturale regionale del Sasso del Guidino. Si tratta di un masso erratico di notevoli dimensioni (9x5x6 metri) che si ritiene possa essere arrivato dalla Val Malenco: è quello più a sud di tutta la Lombardia. Se vuoi vederlo da vicino e toccarlo con mano devi aprire un cancello che di norma è chiuso: puoi ritirare le chiavi presso l’ufficio della segreteria comunale, aperto al mattino dal lunedì al venerdì.
Dalla stradina del Sasso del Guidino gira a destra e imbocca via Carducci, percorrendola fino all’incrocio con via Alfieri. Qui trovi la vecchia Chiesa di Santa Maria Assunta, datata alla prima metà del Seicento e attualmente sconsacrata.
Proseguendo lungo via Carducci, potrai vedere sulla tua sinistra anche la nuova Chiesa di Santa Maria Assunta.
Ora ritorna indietro lungo via Carducci, gira a destra in via Fogazzaro e percorrila fino al cartello che segnala l’inizio della frazione di Cazzano; girando a sinistra in via Madonnina, ti imbatterai nella Chiesa di San Clemente.
Situata in via San Clemente di fianco al civico 6, la chiesa fu costruita nei primi anni del secolo scorso in stile basilicale antico, sulle vetrate delle finestre delle navate laterali raffigura personaggi contemporanei come Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King, Padre Kolbe, Padre Popiełuszko, Pier Giorgio Frassati e Papa Giovanni XXIII.
Che cosa fare a Besana in Brianza: gli itinerari naturalistici
Sei curioso di scoprire che cosa vedere a Besana in Brianza rimanendo a contatto con la natura? Sappi che nella frazione di Vergo-Zoccorino c’è un ciliegio selvatico che, nel periodo della fioritura, attira ogni anno tantissime persone provenienti da ogni angolo della Brianza per ammirarlo. Inserito nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia, è alto 18 metri e ha un fusto dalla circonferenza di 3 metri.
Se vuoi sapere come raggiungere il ciliegio e conoscerlo più da vicino, non perdere il post qui sotto!
Il territorio di Besana in Brianza fa parte del Parco Agricolo della Valletta. L’itinerario tra Barzago e Besana, in particolare, tocca l’Oasi Domenicana da via Bruno Buozzi; puoi entrare nel percorso anche da via Monte Rosa. L’anello Magritto-Canova, invece, passa per Cascina Mavero, in via Tagliamento, che nelle giornate in cui il cielo è terso si rivela un splendido punto panoramico.
Da via Cavour, dopo l’ex Monastero di Brugora, puoi entrare nei boschi della Valle del Rio Pegorino, che fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro, per una camminata o un’escursione in mountain bike.
Dove mangiare a Besana in Brianza
Il Cortile Dei Sapori è uno dei ristoranti di Besana in Brianza più apprezzati: situato in via Luigi Viarana 17, propone un menù in cui spiccano il riso alle vongole con limone e menta e gli gnocchi al ragù di crostacei.
Quando cerchi una pizzeria a Besana in Brianza puoi scegliere anche tra Bube, in via Francesco Lovati 3, e Da Pippo, in via La Pira 8.
Anche il Cenacolo dei Pittori di via Matteotti 82 (all’angolo con via Foscolo) spicca tra i ristoranti di Besana in Brianza: tieni presente che è chiuso di sera il lunedì, il giovedì e la domenica.
Preferisci cenare in un sushi all you can eat in Brianza? In largo Libertà 5 c’è Mio Sushi, con menù fisso a 20.90 euro, esclusi coperto, bevande e dessert.
Nel novero dei locali dove mangiare a Besana in Brianza, ancora, c’è Perché Sì, in via Vittorio Emanuele 8.
Tra le location dove fare aperitivo in Brianza, invece, ti segnalo Happy Ola in via Carlo Ferrario 29 o Raveè de Villa in piazza Sant’Eusebio 2.
Al civico 31 di via Alcide Gasperi trovi un’altra location dove mangiare a Besana in Brianza tutti i giorni a pranzo e cena: si tratta di Casa Mia, che ti permette di gustare piatti della tradizione lombarda come il risotto alla monzese con la luganega e l’orecchia di elefante alla milanese.
La stessa struttura ospita anche Rosita, aperto tutti i giorni a cena (la domenica anche a pranzo): il posto ideale dove mangiare hamburger in Brianza, ma tra i punti di forza del menù c’è anche il galletto alla brace.
Se per la tua gita fuori porta da Milano sei in cerca di agriturismi in Brianza, puoi provare Brusignone, a Montesiro (accesso da via De Gasperi 31, dove ci sono Casa Mia e Rosita; poi devi proseguire per poco meno di 1 chilometro): è aperto a pranzo il sabato e la domenica e a cena dal mercoledì alla domenica.
Un’altra proposta per un agriturismo a Besana in Brianza è Agrodolce, in via Piave 39: aperto dal martedì alla domenica a mezzogiorno e di sera, ti permette di provare un menù degustazione da 28 euro (18 euro per i bambini fino a 9 anni).
Vuoi conoscere altri agriturismi vicino a Milano? Dai un’occhiata al post qui sotto!
Come arrivare a Besana in Brianza
Come arrivare a Besana in Brianza in auto? Provenendo da Milano o da Lecco devi percorrere la SS 36 e uscire a Carate Brianza. Vai sempre dritto e alla sesta rotonda che incroci svolta a sinistra in via San Michele al Carso. Alla rotonda successiva gira a destra in via Enrico Toti, e dopo aver superato il ponte sul Lambro vai sempre dritto: quella è la strada che ti porta a Besana Brianza.
Per arrivare a Besana in Brianza in treno puoi fare riferimento alle due stazioni ferroviarie della città, situate in via Alessandro Volta e in piazza Galileo: entrambe sono servite dalla linea suburbana S7 di Milano e collegate, tra l’altro, con Monza, Villasanta, Arcore, Biassono, Macherio, Triuggio, Carate Brianza, Renate, Cassago Brianza, Costa Masnaga, Molteno, Oggiono, Galbiate e Civate.
Per arrivare a Besana in Brianza in autobus puoi sfruttare la linea D48, che passa per Santa Maria Hoè, Olgiate Molgora, Calco, Brivio, Airuno, Merate, Cernusco Lombardone, Montevecchia, Missaglia, Casatenovo e Monticello Brianza. In alternativa, la linea D60 collega la città con Seregno, Carate Brianza, Monticello Brianza, Casatenovo, Missaglia, Barzanò, Garbagnate Monastero, Sirone, Dolzago e Oggiono. Con gli autobus Z232, puoi giungere in città se parti da Desio, Seregno, Carate Brianza, Verano Brianza, Giussano, Monticello Brianza o Casatenovo. I bus Z242, infine, collegano Besana in Brianza con Desio, Seregno, Carate Brianza, Verano Brianza, Giussano, Briosco, Veduggio con Colzano, Renate, Monticello Brianza e Casatenovo.
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Ciao, iniziativa che crea interesse, peccato che manchino alcuni piccoli comuni da scoprire, per il loro passato storico, artistico ed anche turistico. II comune di Triuggio ha nelle frazioni Canonica e Tregasio cose già ben note anche ai Milanesi: chiese, ville cascine, ristoranti, monumenti, la struttura meno datata è dell’inizio 1900. Cordiali saluti.