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Briosco: 5 posti che devi per forza conoscere

Il paese di Briosco è ricco di luoghi nascosti e poco noti che meritano di essere conosciuti per la loro storia o, semplicemente, per la bellezza straordinaria che li caratterizza. Sei pronto a lasciarti sorprendere? Continuando a leggere questo post, troverai tutte le indicazioni utili per andare alla scoperta di 5 location che ti stupiranno.

Briosco: la Cascina Simonte

La Cascina Simonte sorge su una collina situata all’estremità meridionale di Briosco, lungo la strada che conduce a Zoccorino, sui resti di un antico castello di origine medievale.

È probabile che il suo nome derivi dall’espressione in latino “sicut mons”, cioè “come un monte”, a indicare la posizione sopraelevata.

L’antico castello che sorgeva dove oggi si trova Cascina Simonte era una delle due rocche fortificate del paese: l’altra si trovava nel borgo di Briosco, più o meno dove sorge oggi la chiesa parrocchiale.

Dove si trova Cascina Simonte

Cascina Simonte si trova in via Col del Frejus, nei pressi del Rossini Art Site.

Briosco: la Chiesina dei Morti

La Chiesina dei Morti di Capriano, conosciuta anche come Oratorio di San Giuseppe alla campagna, fu costruita intorno al 1730.

La chiesa fu edificata là dove – in occasione della peste del 1630 – i caprianesi avevano creato, fuori dall’abitato, un lazzaretto destinato agli appestati.

Gli atti della visita pastorale del cardinale Giuseppe Pozzobonelli avvenuta nel 1759 narrano che fu proprio la popolazione di Capriano a voler realizzare “un oratorio in quel luogo che veniva chiamato lazzaretto, affinché vi trovassero riposo i loro antenati che, quando in questo distretto imperversava la peste, morirono contagiati da quella epidemia”.

Al tempo della visita di Pozzobonelli, l’oratorio era decorato con immagini di San Giuseppe e della Madonna; attraverso due finestre protette da inferriate, i fedeli avevano la possibilità di affacciarsi per fare offerte e pregare.

Nella prima metà del Novecento l’Oratorio di San Giuseppe alla campagna era utilizzato unicamente come stazione per le processioni che si svolgevano fra i campi lungo i sentieri, quando la popolazione pregava per condizioni meteorologiche che fossero favorevoli all’agricoltura.

Nel 1953 l’edificio fu sottoposto a lavori di restauro, con la riparazione delle pareti esterne e del tetto; ulteriori opere di ammodernamento sono state apportate negli anni ’70.

Dove si trova la Chiesina dei Morti

La Chiesina dei Morti si trova in via Don Rino Buraglio a Capriano.

Briosco: Cascina Molera

La Cascina Molera deve il proprio nome alla pietra che veniva estratta nei dintorni: la molera, appunto.

La molera aveva il pregio di poter essere lavorata con facilità; essa veniva impiegata non solo in ambito edilizio, ma anche con scopi decorativi, per ornare tombe e tempietti votivi, o per realizzare le statue destinate ad abbellire i giardini patrizi.

Questa pietra, un tempo molto abbondante in Brianza, aveva origini marine: tra l’Oligocene e il Miocene, infatti, il territorio brianzolo era lambito dalle acque del mare, che poi pian piano si ritirarono.

Dove si trova Cascina Molera

Cascina Molera si trova alla fine di via Salvabella a Briosco.

Briosco: le torri dell’incannatoio

A Briosco in passato esistevano tre alte torri in muratura che portavano l’elettricità all’incannatoio del paese.

Tale stabilimento era servito da una turbina che si trovava vicino all’antico edificio del Mulino Sasso.

La turbina era ospitata in una delle tre torri, quella più vicina al fiume Lambro; un’altra torre era situata vicino all’incannatoio, a cui era collegata attraverso alcune passarelle che permettevano di raggiungere i diversi piani.

La terza torre si trovava a metà strada tra le altre due, e per questo era definita tur de mèz: era collocata all’inizio di un ripido pendio che conduceva all’incannatoio tramite una lunga gradinata.

La torre più vicina all’incannatoio oggi non esiste più; le altre due, invece, sono ancora visibili, anche se in condizioni pessime, e sono preziose testimonianze di archeologia industriale.

Dove si trovano le torri

Per vedere le due torri devi raggiungere il fiume Lambro utilizzando la discesa all’incrocio tra via Trieste e piazza della Chiesa.

Briosco: via Benedetto da Briosco

Via Benedetto da Briosco è una piccola strada intitolata a uno dei più famosi scultori lombardi del periodo rinascimentale, esponente dei cosiddetti maestri brioschesi.

Chi erano i maestri brioschesi? Usando tale denominazione si fa riferimento a un gruppo di scultori e scalpellini attivi tra il XV e il XVI secolo.

Tuttavia, a dispetto dell’attributo che identificava gli scultori da Briosco, non si conosce con certezza la natura del loro legame con il paese.

Può essere che provenissero da Briosco, o che semplicemente a Briosco avessero maturato esperienza nella lavorazione della pietra, complice la disponibilità della molera, pietra che – come ti ho raccontato poche righe fa – veniva usata per fini decorativi e artistici anche grazie alla sua malleabilità.

È probabile, dunque, che una o più famiglie di brioschesi, acquisita una certa abilità nella scultura, siano state assunte nelle fabbriche del Duomo di Milano e della Certosa di Pavia, cioè i due più importanti monumenti religiosi dell’epoca.

E Benedetto da Briosco? Nato quasi certamente intorno al 1460, lavorò tra il 1483 e il 1492 come scultore di figure in marmo per il Duomo di Milano, per il quale realizzò una statua di Sant’Apollonia e una di Sant’Agnese.

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Dopo essersi occupato del monumento Brivio in Sant’Eustorgio e della statua di tombale di Ambrogio Grifo in San Pietro in Gessate, a partire dagli anni ’90 del Quattrocento cominciò la propria attività alla Certosa di Pavia. Qui si dedicò, nel 1496, alla statua della Madonna con Bambino situata sulla parte frontale del monumento funebre di Gian Galeazzo Visconti. Successivamente collaborò alla realizzazione dei rilievi decorativi della facciata e del portale dell’edificio. Sul portale, in particolare, scolpì quattro bassorilievi che raffiguravano la fondazione dell’ordine dei Certosini, la posa della prima pietra della Certosa, il trasporto della salma di Gian Galeazzo Visconti nella Certosa e la consacrazione della chiesa.

In seguito Benedetto, afflitto da problemi economici, lasciò l’attività artistica e si trasferì nel marchesato di Saluzzo.

In quel periodo fu legato anche a Leonardo da Vinci, il quale in una lettera del 5 gennaio del 1511 lo descriveva come “il compare mio Benedetto scultore”.

È stato ipotizzato anche che Leonardo sia stato padrino di battesimo di uno dei figli di Benedetto.

Che cosa vedere a Briosco

Le location di cui ti ho parlato in questo articolo rappresentano solo una piccola parte dei tanti posti che vale la pena di vedere a Briosco. Per sapere quali sono gli altri, ti basta leggere l’articolo qui sotto, che ti consiglia dove passeggiare (e dove mangiare) a Briosco.





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Se desideri conoscere altre curiosità su Briosco, puoi leggere il libro Alla ricerca delle radici perdute. Per una storia di Briosco, Capriano e Fornaci  di Domenico Flavio Ronzoni, che ha rappresentato un’importante fonte di informazioni per la stesura di questo articolo.

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