Villa Mastracchi Cabassi – situata nella frazione di Vergo Zoccorino a Besana in Brianza – è stata nel Novecento residenza di Giuseppe Cabassi, uno dei più noti protagonisti della finanza italiana. In questo post ti racconto la storia di Cabassi, strettamente legata a quelle di Milanofiori, della Rinascente, del Corriere della Sera e del Milan.
Tutto quello che ti serve sapere
La villa di Giuseppe Cabassi a Vergo Zoccorino
Quella che vedi in foto è la portineria di Villa Mastracchi Cabassi a Vergo Zoccorino: sembra un piccolo castello!
Il complesso della villa (che non è visibile dalla strada) risale alla fine dell’Ottocento.
La tradizione locale fa riferimento ad una preesistenza castellana di origine medioevale, ma – rileva il volume Ville della Brianza di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Anna Maria Cito Filomarino e Francesco Suss – “non sembra di ravvisarne la presenza nella struttura attuale”.
È probabile che in passato qui sorgesse un torrione medievale, ma non un vero e proprio fortilizio.
Negli ultimi anni del XIX secolo, la torre medievale fu inglobata in un “complesso architettonico eclettico perfettamente integrato con il parco naturalistico” (come sottolineato in Beni culturali e sviluppo del territorio. Le ville storiche del milanese, del Centro Studi Pim) e collegato alla vicina Villa Decio Padulli Cabassi, di origine settecentesca.
Non tutti sanno che le due famiglie che hanno dato il nome alla villa, Mastracchi e Cabassi, hanno contribuito a scrivere un pezzo di storia del Novecento italiano.
Giuseppe Cabassi, nato nel 1929 e scomparso nel 1992, è stato – tra l’altro – il “papà” di Milanofiori; sua moglie, Laura Mastracchi Manes, era figlia di Giovanni, “re” dei dentifrici e dei cosmetici.
Proviamo a scoprire le loro meravigliose biografie, dunque.
Giuseppe Cabassi
Giuseppe, detto Pino, nasce il 6 giugno del 1929, figlio di Giovanni Cabassi e di Luigia Farina, detta Luisa (la loro storia è ben raccontata da Stefano Fossati su Bluerating.com).
Giovanni – originario di Cavriago, nel Reggiano – da giovane lavora nell’impresa del padre, che si occupa di recupero rottami e demolizioni edilizie; poi, all’inizio degli anni Venti si trasferisce a Milano, con la speranza di sfruttare le tante occasioni offerte dalla grande trasformazione urbanistica a cui si sta affacciando la città meneghina.
Nel capoluogo lombardo, Giovanni prosegue l’attività paterna e in più si dedica all’estrazione e al trasporto di sabbia destinata a opere edili; inizialmente si basa su una cava situata a Lambrate; poi, a mano a mano che gli affari vanno sempre meglio, si espande in periferia, fino a raggiungere terreni nei dintorni del Ticino.
Nel 1934, il piano regolatore di Milano concede l’edificabilità della maggior parte del territorio cittadino: un’ottima notizia per Giovanni, che può avvantaggiarsi dell’apprezzamento di parecchi terreni – in precedenza agricoli – situati in periferia.
Nel 1940, Giovanni Cabassi costituisce, insieme con il suo conterraneo Ferruccio Bonilauri e con l’amata Luisa, la società anonima San Quirino, con la quale acquisisce la proprietà delle aree in cui sono situate molte delle cave che ha sfruttato fino a quel momento e di parecchi fondi agricoli distribuiti tra Milano e l’hinterland.
Questa scelta si rivela decisiva per le fortune della famiglia: dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, con la ricostruzione e il boom economico le cave di Cabassi lavorano a pieno regime, sia fornendo la sabbia necessaria per le costruzioni che smaltendo le macerie degli edifici distrutti dai bombardamenti.
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Nei primi anni Cinquanta il business dei Cabassi include, oltre a cave e demolizioni, anche investimenti immobiliari e parecchie altre attività industriali. È a questo punto che entra in azienda anche Giuseppe, pronto a supportare il padre negli affari.
Diplomatosi all’Istituto San Carlo Pino con la maturità scientifica, Giuseppe si iscrive all’Università Cattolica, facoltà di Economia e Commercio: ma non dà neppure un esame, preso com’è dagli impegni che lo assorbono nell’azienda del padre.
Impegni che si moltiplicano improvvisamente quando, nel 1954, Giovanni muore a soli 55 anni, dopo un intervento chirurgico.
Giuseppe eredita, dunque, il controllo operativo delle imprese paterne e i terreni situati nell’area sud-occidentale di Milano; gradualmente, però, dismette tutte le attività che non riguardano il settore immobiliare.
Nel 1956 sposa una ragazza di soli sedici anni che gli ha presentato un monaco francescano – padre Enrico Zucca – noto per le sue amicizie nella Milano bene: lei si chiama Laura, ed è figlia di Giovanni Mastracchi Manes, imprenditore di origini pugliesi; il matrimonio è celebrato niente meno che dal cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano e futuro papa col nome di Paolo VI.
Con il tempo, gli affari di Cabassi vanno sempre meglio: negli anni Settanta, Giuseppe acquisisce due società quotate in Borsa che detengono importanti patrimoni immobiliari, e poco dopo – con un investimento di 200 miliardi di lire – dà vita al progetto Milanofiori, con la creazione di una cittadella direzionale che negli anni successivi sarà arricchita fra l’altro dal Forum di Assago, impianto sportivo all’avanguardia.
Cabassi – siamo all’inizio degli anni Ottanta – fa ormai parte del gotha della finanza nostrana, avendo rilevato da Salvatore Ligresti quote dell’Ausonia e ottenuto la maggioranza del capitale dal gruppo Ursini. In più, raggiunge il vertice della società farmaceutica Brioschi e, nel 1981, acquisisce La Rinascente.
Nel 1983, insieme con Silvio Berlusconi e il catanese Mario Rendo, prova la scalata al Corriere della Sera, ma non riesce nell’intento.
Tre anni più tardi, la storia di Cabassi e quella di Berlusconi si incrociano di nuovo: questa volta, però, i due sono avversari, e l’oggetto del contendere è l’acquisizione del Milan, di proprietà di Giussi Farina. Inutile specificare chi avrà la meglio, vero?
Nonostante la “delusione” rossonera, a metà anni Ottanta il giro di affari di Cabassi supera i 4mila miliardi di lire. Nel 1990 è la volta dell’acquisizione da Vincenzo Romagnoli di Bastogi, la più antica società per azioni italiana quotata alla Borsa di Milano.
Nel marzo del 1992, il Consiglio comunale di Assago approva il progetto di Milanofiori2000, ideato dall’architetto giapponese Kenzo Tange: Giuseppe, però, non fa in tempo a vederlo realizzato, perché morirà pochi giorni dopo la concessione del via libera.
L’epopea della famiglia Cabassi prosegue con gli otto figli di Giuseppe e Laura: Paolo, Luca, Maria Luisa, Giovanni, Maria Gabriella, Maria Chiara, Marco e Matteo. I Cabassi continuano a essere protagonisti delle cronache finanziarie nazionali, vendendo fra l’altro diversi terreni (che il nonno Giovanni aveva comprato nel dopoguerra) destinati a essere utilizzati per Expo 2015.
Di storie da raccontare, però, ce ne sarebbero ancora tante altre: per esempio la fuga di Laura al seguito della famiglia ad Alassio durante la Seconda Guerra Mondiale, il suo ritorno a Milano e il suo lavoro nell’azienda del padre, che produceva i famosi dentifrici Durban’s e Clorodont; ma anche le partite dell’Hockey Club Milano Saima, di cui Cabassi fu presidente all’inizio degli anni Novanta, quando a Milano l’hockey su ghiaccio scaldava il tifo anche per il derby con i Devils Milano di proprietà di… Silvio Berlusconi, ancora una volta!
La prossima volta che, passeggiando per le strade di Vergo, incrocerai questo piccolo edificio dallo stile castellano, fermati per qualche secondo a guardarlo. Il giardino alle sue spalle custodisce un tesoro infinitamente prezioso: un pezzo di storia d’Italia.
Villa Mastracchi Cabassi a Besana in Brianza: come arrivare
Villa Mastracchi Cabassi è oggi un edificio di proprietà privata, e non può essere visitato. La villa non è visibile dalla strada; si può osservare, invece, l’edificio della portineria, che si trova al civico 16 di via Silvio Pellico a Besana in Brianza.
Se vuoi ammirare da vicino la portineria di Villa Mastracchi Cabassi e pensi di arrivare a Besana in Brianza in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Pellico, di fronte al civico 2.
Preferisci arrivare a Besana in Brianza in treno? Allora puoi fare riferimento alla stazione di Villa Raverio. Uscito dalla stazione, vai a destra in via Volta e all’incrocio gira a destra in via Kennedy. Quindi prendi la prima strada a destra, via Rivabella, e procedi fino a quando non incontri la seconda traversa alla tua sinistra, che è via Silvio Pellico: imboccala e dopo poche decine di metri vedrai l’edificio che stai cercando alla tua sinistra.
Infine, nel caso in cui tu decida di arrivare a Besana in Brianza in autobus, ti basta utilizzare la linea Z232 o la linea Z242 e scendere alla fermata di Besana Vergo S. Ambrogio / Pellico. Da qui, raggiungi la piccola rotonda e gira a sinistra in via Pellico: dopo poco vedrai la portineria di Villa Mastracchi Cabassi alla tua destra.
Che cosa vedere a Besana in Brianza
Non solo la portineria di Villa Mastracchi Cabassi: sono tantissimi i posti da vedere a Besana in Brianza. Per conoscerli tutti, ti basta dare uno sguardo all’articolo qui sotto, che ti propone un itinerario completo per una passeggiata in città.
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