Home » Brianza » Street art in Brianza: 7 incredibili opere da ammirare
Street art in Brianza, i murales del Cai a Seregno

Street art in Brianza: 7 incredibili opere da ammirare

Ti piacciono i murales e le opere di arte urbana? Perfetto, questo è il post che fa per te: ti segnalerò alcuni dei più begli esempi di street art in Brianza che meritano di essere scoperti. Cantù, Seregno, Desio, Brugherio e un sacco di altre location: rimarrai a bocca aperta di fronte a tanta bellezza.

Street art in Brianza: la leggenda della Giubiana a Cantù

Il parcheggio della RSA Garibaldi Pogliani di Cantù ospita un lungo murale la cui storia merita di essere conosciuta. Realizzata da Shoot e Pavik per conto dell’associazione Charturium, l’opera si articola in diversi segmenti.

A partire da sinistra, ecco la raffigurazione della zona boschiva esterna al borgo storico: è l’area di Fecchio, dove si riconosce la Cascina Santa Naga.

Il segmento centrale, invece, intende commemorare il 20 giugno 1324, data della proclamazione della repubblica indipendente di Cantù: viene immortalato il borgo storico circondato dalle mura con le sei porte di ingresso.

Accanto, una donna e un frate: secondo una leggenda locale lei gli chiese ospitalità per poi sottrargli la chiave di accesso al borgo. La donna in questione era (è) la Giubiana.

Street art in Brianza, il murales di Cantù
La parte centrale del murale nel parcheggio della RSA Garibaldi Pogliani di Cantù

Si racconta che una notte di circa sette secoli fa – era un giovedì di gennaio – a uno degli ingressi del borgo di Canturio (così si chiamava Cantù) si presentò una giovane e soave donna.

Ai tempi Cantù era protetta da mura – intervallate da sei porte di accesso – che si sviluppavano lungo un perimetro di circa un miglio separandola da boschi e prati all’esterno.

Ad aprire la porta della città fu un certo padre Lorenzo, il quale aveva scambiato quella fanciulla addirittura per la Madonna.

Quasi ipnotizzato dallo sguardo della ragazza, il frate le consegnò le chiavi della città.

Così, ella aprì tutte le altre porte di Cantù per favorire l’ingresso dei milanesi Visconti.

Questi, dopo aver già conquistato la vicina Marliano (cioè Mariano Comense), riuscirono a cacciare da Cantù i Grassi, che fino ad allora erano stati i signori della città.

Di quella ragazza, invece, non si seppe più nulla.

Molto tempo dopo, in paese iniziò a diffondersi l’usanza di bruciare, l’ultimo giovedì di gennaio, un fantoccio dalle fattezze femminili.

Ancora oggi a Cantù la castellana traditrice viene messa al rogo tutti gli anni; oltre al falò viene organizzato anche un suggestivo corteo storico.

Il falò, nel murale, è circondato da fiocchi di neve: la scomparsa della Giubiana corrisponde all’addio all’inverno e all’arrivo della stagione primaverile.

Il murale della RSA di Cantù
Il falò circondato dai fiocchi di neve

Se desideri ammirare questo splendido esempio di street art in Brianza, ti basta andare in via Ginevra da Fossano 20 a Cantù. Non è il solo murale che puoi ammirare in città, comunque: per scoprire tutti gli altri, dai uno sguardo al post qui sotto.

Che cosa fare a Cantù: guida per turisti

La Giubiana in Brianza

Quella della Giubiana, comunque, non è una tradizione solo canturina: sono tanti i paesi della Brianza in cui, in passato, l’ultimo giovedì di gennaio vigeva l’usanza di bruciare un fantoccio di stracci e paglia.

A Briosco, per esempio, al calar della sera si accendeva nei campi un fuoco alimentato con gli stocchi di granturco, il combustibile più facile da reperire: lo ricorda Franca Pirovano nel libro Sacro, magia e tradizioni in Brianza.

Il fuoco aveva quasi una valenza purificatrice, come se cancellasse tutte le sofferenze e le fatiche dell’anno agricolo che era da poco terminato.

In effetti per la Brianza contadina il mese di gennaio era il più complicato: i campi gelati non permettevano di coltivare alcunché, e ogni anno si rinnovava la paura che i mesi successivi non sarebbero stati abbastanza fecondi.

Insomma, la fine di gennaio era attesa con ansia (non a caso alla Madonna della Candelora, che si festeggia il 2 febbraio, “dall’inverno siamo fora”), e la festa della Giubiana era l’occasione per prepararsi a un nuovo periodo di prosperità.

[Sei già diventato follower della pagina di Viaggiare in Brianza su Facebook? Se inizi a seguirla, avrai la possibilità di scoprire ogni giorno non solo murales e opere di street art, ma anche monumenti, sentieri, itinerari naturalistici e luoghi in cui fare urbex a pochi passi da Milano!]

Un’altra usanza tipica della Giubiana era (ed è) quella del risotto con la salsiccia, piatto che era obbligatorio preparare e gustare per l’occasione.

Una volta pronto, il risotto doveva essere appoggiato sul gradino del focolare: in caso contrario, la Giubiana l’estate successiva avrebbe causato sofferenza e punture di insetti.

Perché proprio il risotto con la salsiccia? In primis per la facilità di reperimento degli ingredienti; ma anche perché i chicchi di riso avevano un valore benaugurante, in quanto ritenuti portatori di soldi (un po’ come le lenticchie). Il maiale, poi, era fonte di carne e di condimenti durante la stagione invernale.

Sempre Franca Pirovano racconta che il giorno della Giubiana le ragazze brianzole erano solite girare per le strade del proprio paese con una gobba finta e una latta al collo che veniva percossa con un bastone.

Anche i ragazzi camminavano per le strade trascinando con sé latte vuote con cui producevano un gran baccano e cantando:

E viva viva la Gibiana
un quart de lüganiga
un quart de lüganeghén
viva viva Giuanén.

Davanti al falò, poi, le ragazze intonavano il canto:

El va ‘l giné de la buna ventüra
me sun né maridada né imprumetüda
el va ‘l giné e me resti indré.

Nel Vocabolario Milanese-Italiano, compilato a partire dal 1839, il letterato Francesco Cherubini scriveva a proposito della Giubbianna: “In Brianza è viva tuttora la voce e non son rari ancora in quel paese coloro che asseverano d’averla veduta con tutta quella tema che l’ignoranza per una parte e la furfanteria per l’altra sanno ispirare in alcuni uomini”.

Strega o fantasma, vecchia ingobbita o bella donna: la Giubiana (chiamata anche Gibiana, o Gioebia, a seconda della località) assume tante fattezze diverse ma fa sempre parte della tradizione brianzola.

Street art in Brianza: i murales della scuola Falcone e Borsellino a Caponago

I muri esterni della scuola Falcone e Borsellino di Caponago ospitano splendidi murales “sociali”: sono stati realizzati dai ragazzi dello Spazio Mix, un progetto concepito per gli adolescenti del paese, con la supervisione del writer Zolfo.

Puoi ammirare queste opere di street art sia da piazza della Pace che da via Don Natale Villa.

Se ti trovi da queste parti, non perdere l’opportunità di una passeggiata tra i monumenti e le cascine del paese: il post qui sotto ti suggerisce che cosa vedere a Caponago, ma anche dove mangiare e come arrivare.

Che cosa fare a Caponago: guida per turisti

Street art in Brianza: l’edificio del Cai a Seregno

L’edificio del Cai nel quartiere di San Carlo a Seregno è interamente ricoperto da murales realizzati dagli artisti del collettivo IntLV.

Per ammirarli tutti, non devi far altro che raggiungere il civico 47 di via San Carlo: ogni parete della struttura ti sorprenderà con soggetti davvero particolari.

Street art in Brianza, i murales del Cai a Seregno
Uno dei murales dell’edificio del Cai a Seregno

A proposito: nel post qui sotto ti segnalo come arrivare a Seregno e tutto quel che c’è da vedere in città, inclusi gli altri murales che ne impreziosiscono le strade. Approfittane per una gita all’insegna del bello!

Che cosa fare a Seregno: guida per turisti

Street art in Brianza: il memoriale per le vittime del Covid a Desio

A Desio, in via Sicilia 4, c’è un murale dedicato alle vittime del coronavirus: una rappresentazione in bianco e nero realizzata da Martino Marrella.

Street art in Brianza, il murales per le vittime del Covid a Desio
Il murale per le vittime del Covid a Desio

L’opera, che si sviluppa per una lunghezza di quasi 30 metri, raffigura lo skyline di 17 città di tutto il mondo, tra cui anche Desio: a rappresentazione di un dolore che ha colpito ogni continente, senza distinzioni geografiche.

A essere immortalati sono i profili di Mosca, Amsterdam, Londra, Parigi, Gerusalemme, New York, Rio de Janeiro, Palmira, Il Cairo, Dubai, Pechino, Tokyo, Sydney, Kuala Lumpur, Singapore e Hong Kong.

Il murale, per altro, è visibile anche da chi viaggia in treno, visto che i binari delle linee suburbane S9 e S11 che attraversano la città corrono in parallelo a via Sicilia.

Ma a Desio ci sono anche molte altre location che meritano di essere vissute da vicino: per scoprirle tutte, leggi il post qui sotto!

Che cosa fare a Desio: guida per turisti

Street art in Brianza: i passanti di via Solferino a Monza

Se passeggi lungo via Solferino a Monza all’altezza del civico 25 potrebbe capitarti di sentirti osservato: “colpa” dei personaggi raffigurati sul muro dell’edificio.

Qui un tempo sorgeva la CGS, storica industria di Monza che si occupava della produzione di strumenti di misura: a ricordarla c’è la rappresentazione di un amperometro con il marchio della ditta.

Street art in Brianza: Monza, via Solferino
Una parte del murale di via Solferino a Monza

Ad attirare l’attenzione, però, sono soprattutto i tanti passanti raffigurati, “prelevati” da epoche diverse, dai primi del Novecento fino ai giorni nostri: c’è perfino Elvis Presley!

I murales sono stati realizzati dagli artisti della società StART Decoration: Dario Limonta, Lorenza Lacelli, Daniela Benedini e Dario Cresseri.

Approfitta di una gita a Monza per scoprire tutto ciò che di bello ha da offrirti la città: te ne parlo nel post qui sotto, dove troverai suggerimenti anche su alcuni dei posti migliori per cenare.

Che cosa fare a Monza: guida per turisti

Street art in Brianza: il tranvai a Giussano

Inaugurata nel 1881, la tranvia Milano-Giussano è stata attiva fino al 1958, anno in cui il tronco Seregno-Giussano fu soppresso dall’ATM. Il tranvai (dall’inglese, tramway) è rimasto, però, nella memoria di molti.

A Paina, frazione di Giussano, a contribuire al ricordo c’è anche un murale: lo puoi ammirare sulla parete dell’edificio al civico 120 di via IV Novembre.

Street art in Brianza, il murales del tranvai di Giussano
Il murale del tram a Paina

A realizzarlo sono stati Enrico Galbiati, Cesare Canali e Raffaele Francomano, dell’associazione Arteinsieme Angelo Bartesaghi.

Partendo da questo murale, potresti cogliere l’occasione per una passeggiata a Giussano: nel post qui sotto ti do qualche consiglio su tutti gli altri posti da vedere in città.

Che cosa fare a Giussano: guida per turisti

Street art in Brianza: il neopop di Willow a Brugherio

Filippo Bruno, in arte Willow, è un esponente di punta del neopop. Chi volesse ammirare il suo stile da vicino non deve fare altro che andare in… posta a Brugherio.

L’ufficio postale di piazza Papa Giovanni XXIII, infatti, ospita un’opera di Willow ricca di colori e simboli della comunicazione.

Diplomato alla Scuola del Fumetto e Illustrazione di Milano, Willow collabora con aziende di design e gallerie d’arte in Italia e all’estero: le sue opere sono puzzle di forme, linee e colori.

Nel post qui sotto ti svelo che cosa vedere a Brugherio al di là del murale sull’edificio delle Poste: scoprirai monumenti, cascine e molte altre location ricche di arte e storia.

Che cosa fare a Brugherio: guida per turisti





Se ti va, puoi aiutarmi a sostenere le spese di gestione di questo sito con una donazione, anche piccola. Te ne sarei grato!

Hai notato un errore o un’omissione su questo sito? Segnalameli cliccando qui sotto: rimedierò non appena potrò.

Scrivimi!

Naturalmente puoi contattarmi anche se vuoi propormi una collaborazione, regalarmi un consiglio o chiedermi di modificare un contenuto: tutti i riscontri sono sempre graditi!

Ti è piaciuto questo post? Fallo conoscere ai tuoi amici!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *