Non sai che cosa fare a Capodanno in Brianza? Questo articolo ti può aiutare, offrendoti diversi suggerimenti che ti permetteranno di iniziare l’anno nuovo in maniera diversa dal solito, visitando luoghi che con tutta probabilità non hai mai visto prima o addirittura non hai neppure sentito nominare. Continua a leggere se vuoi saperne di più!
Tutto quello che ti serve sapere
Cosa fare a Capodanno in Brianza: il presepe di Sirone
Se non sai che cosa fare a Capodanno in Brianza, potresti decidere di ammirare da vicino il presepe allestito nella Chiesa di San Carlo a Sirone.
Il presepe che – secondo la tradizione – viene realizzato ormai da molti anni nella chiesa parrocchiale di Sirone è davvero meraviglioso, anche per la cura dei dettagli che lo caratterizzano.
Anno dopo anno, scenografie e personaggi cambiano, per offrire uno spettacolo sempre nuovo ai visitatori, con la riproduzione di luoghi di Sirone del presente e del passato.
Nel corso degli ultimi anni sono stati rappresentati, fra l’altro:
- il cortile del lavatoio del rione di San Benedetto, con i cascinali e il pozzo;
- la Cascina Incasate (che ora non esiste più: si trovava nell’area oggi attraversata dalle vie Manzoni, De Gasperi, I Maggio e San Benedetto);
- il Santuario Francescano di Greccio (il paesino del Lazio in cui nel 1223 San Francesco d’Assisi inventò il presepe);
- la Chiesa di San Martino di Garbagnate Monastero;
- la Basilica di Sant’Ambrogio di Milano.
Ogni presepe è frutto di una vera e propria ricostruzione storica, curata dagli Amici del Presepe di Sirone.
Tra giochi di luci e ombre, particolari resi alla perfezione e personaggi raffigurati con certosina precisione, il presepe di Sirone regala a chi ha la fortuna di osservarlo da vicino l’opportunità di respirare tutta la magia dell’atmosfera natalizia, a prescindere dalla religione in cui si crede.
Presepe di Sirone: dove si trova
Il presepe è allestito nella Chiesa di San Carlo a Sirone, situata all’incrocio tra via Mazzini e via Giovanni XXIII.
Cosa fare a Capodanno in Brianza: nuotare nel lago del Segrino
Nuotare nelle acque gelide del lago del Segrino potrà forse sembrarti una pazzia, ma in realtà è una consuetudine che si sta diffondendo sempre di più.
Da qualche anno, il bacino che bagna i paesi di Eupilio, Canzo e Longone al Segrino è diventato meta di nuotatori che praticano il cosiddetto ice swimming, o nuoto su ghiaccio.
Si tratta di una disciplina tradizionalmente diffusa nei Paesi del Nord Europa e che è sbarcata in Italia ormai oltre dieci anni fa.
Esiste anche la International Ice Swimming Association, che è stata fondata nel 2009 e da allora organizza vere e proprie competizioni, con l’obiettivo di far diventare il nuoto su ghiaccio una disciplina dei Giochi Olimpici Invernali.
A livello generale, lo scopo è quello di coniugare l’attività motoria e socializzazione: il lago del Segrino è solo una delle tante location italiane scelte per queste sfide.
L’ice swimming prevede che si nuoti in acque con una temperatura non superiore ai 5 gradi; gli atleti devono indossare un costume da bagno, un paio di occhiali e una cuffia.
Come specifica la stessa International Ice Swimming Association, “nuotare in acque con temperature estremamente fredde ha un impatto sulla pelle, sugli arti, sulla respirazione, sulla frequenza cardiaca, sulla vista e sulla concentrazione”.
Ecco perché le gare di ice swimming prevedono uno screening con controlli medici e prove di qualificazione; le competizioni sono monitorate in maniera costante, e così pure i momenti successivi all’uscita degli atleti dall’acqua, sulla base di protocolli di sicurezza studiati e definiti con attenzione.
Insomma, nuotare a temperature così basse non è un’attività da improvvisare o prendere a cuor leggero.
Quindi, se non te la senti di scendere nelle acque del Segrino con occhialini e costume da bagno, ti conviene concederti una semplice ma piacevole passeggiata intorno al lago, approfittando del comodo giro ad anello che cinge l’intero specchio d’acqua.
Cosa fare a Capodanno in Brianza: alla scoperta del borgo di Campsirago
Un’altra delle possibili risposte alla domanda “cosa fare a Capodanno in Brianza?” ti porta direttamente nel piccolo e delizioso borgo di Campsirago, nel paese di Colle Brianza.
Si tratta di un borgo rurale di origini antiche, situato tra i sentieri del Monte San Genesio a circa 670 metri di altitudine.
Fondato nei secoli centrali del Medio Evo, il villaggio è circondato da boschi di gelsi e castagni (non a caso, durante il periodo autunnale è uno dei posti dove raccogliere le castagne in Brianza).
La vista panoramica di cui puoi godere ti consente di ammirare paesaggi unici della Brianza lecchese.
L’antico lavatoio che trovi nella piazza centrale è una delle tante testimonianze della storia agricola millenaria di questa location.
Fulcro del borgo è Palazzo Gambassi, che fu costruito nel periodo tardo medievale, fra il Trecento e il Quattrocento.
Questo edificio merita di essere visto e conosciuto anche per la presenza di alcuni elementi che hanno origini lontane nel tempo: il pozzo (che ancora adesso riceve l’acqua della sorgente di Campsirago), l’antico forno per la panificazione (per il quale il palazzo in passato era noto anche come Casa del Forno) e un arco a sesto acuto di epoca medievale.
A Palazzo Gambassi ebbe modo di soggiornare nel 1873 Margherita di Savoia, moglie di Umberto I che pochi anni più tardi sarebbe diventata regina d’Italia. Al tempo poco più che ventenne, la giovane nobildonna arrivò a Campsirago ospite della famiglia Corno, che era proprietaria di Palazzo Gambassi, dopo aver raggiunto l’Eremo di San Genesio, non molto distante dal borgo, dove si era dedicata ad esercizi spirituali.
Ancora più antico rispetto a Palazzo Gambassi è il nucleo situato oltre la Chiesa di San Bernardo.
Cosa fare a Capodanno in Brianza: una passeggiata per le vie di Sulbiate
Un’altra proposta per trascorrere un Capodanno in Brianza memorabile è quella di regalarti una passeggiata tra le vie di Sulbiate.
Avrai, così, l’occasione di osservare da vicino lo splendido Castello Lampugnani, in piazza Castello.
La fortezza prende il nome da colui che – nel 1452 – la fece costruire: Paolo Lampugnani, ricco mercante milanese che commerciava oro e argento.
Il castello, dotato di un caratteristico ponte mobile sopravvissuto fino al XVII secolo, rimase di proprietà del casato Lampugnani per circa mezzo secolo, fino a quando Chiara Lampugnani si sposò con Niccolò Arcimboldi.
Gli Arcimboldi mantennero il possesso dell’edificio fino alla prima metà del Settecento, cedendolo poi al Luogo Pio della Stella di Milano, monastero adibito a ospedale e ricovero per mendicanti e orfane fondato da San Carlo Borromeo.
In seguito, il maniero fece parte prima dei possedimenti della famiglia Rocchi e poi di quelli della famiglia Cremonesi.
Ancora oggi, il Castello Lampugnani può essere ammirato dall’esterno, con la sua torre di 16 metri. Devi sapere che in passato la torre era molto più alta: fu parzialmente demolita, infatti, per vendetta nei confronti della condotta di un membro della famiglia Lampugnani che nel 1476 aveva fatto parte dei congiurati che causarono la morte del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza.
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Dal Castello Lampugnani la tua passeggiata di Capodanno a Sulbiate può proseguire verso l’antica Chiesa di Sant’Ambrogio, distante solo poche decine di metri (è in via Sant’Ambrogio).
Questo piccolo oratorio, che risale all’XI secolo, in origine faceva parte di un monastero di benedettine che era dedicato, appunto, a Sant’Ambrogio.
La torre campanaria è del Trecento; ti consiglio di osservare con particolare attenzione il contrafforte di destra, sul quale è rappresentato un grifone che morde una serpe lasciando volare una colomba verso il cielo: l’immagine intende fare riferimento a Gesù che elimina il male per liberare l’anima degli uomini.
Dirigendoti verso Sulbiate Superiore, infine, potrai conoscere la storia dell’Ex Filanda (via Manzoni 9/11).
Il complesso, che ha oltre un secolo di vita (fu costruito nel 1923), dagli anni ’20 del Novecento e fino al periodo della Seconda Guerra Mondiale ospitò un’attività di produzione di tessuti di seta ricavata dall’allevamento del baco.
La Società Anonima per azioni Setificio di Sulbiate Brianza fu fondata il 23 gennaio del 1925 da Giuseppe Foppa Pedretti, Ambrogio Fumagalli e Antonio Ottolina.
La filanda rappresentò la prima realtà industriale importante di Sulbiate, che grazie ad essa pian piano si emancipò da un’economia basata esclusivamente sull’agricoltura.
Qui per circa 20 anni lavorarono molte donne del paese, impegnate nell’estrazione del filo di seta e nella sua lavorazione.
Cosa fare a Capodanno in Brianza: in bici lungo il Lambro
L’ultimo suggerimento che potresti prendere in considerazione quando valuti che cosa fare a Capodanno in Brianza è quello di una gita in bici lungo il Lambro. Sperando che il meteo sia bello, ovviamente!
Nel tratto tra Carate Brianza e Biassono, in particolare, il fiume è affiancato da un sentiero ciclopedonale che può essere percorso senza difficoltà anche con una bici da città.
Avrai, così, l’occasione di goderti il panorama fluviale rilassandoti e, soprattutto, senza dover fare i conti con le fastidiose zanzare che disturbano le gite estive.
Da dove partire
Per la tua gita di Capodanno sul Lambro potresti partire:
- da via Fiume a Carate Brianza, in corrispondenza del Ponte delle Sette Gocce;
- dal parcheggio di via Lambro a Ponte Albiate;
- da via Molino Bassi a Sovico;
- da via Lambro a Canonica di Triuggio.
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