Che cosa fare a Galbiate? I sentieri e i panorami del Parco naturale del Monte Barro ti regalano tantissime alternative: un museo archeologico, un museo etnografico, una falesia per arrampicare, boschi spettacolari e testimonianze del passato. Da non perdere, tra l’altro, l’eco di Camporeso e la chiesa di San Michele, speciale perché priva del tetto.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Sede del Parco naturale del Monte Barro, Galbiate è il capoluogo della Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino. Il paese è situato sulla sella che collega il Monte di Brianza con il Monte Barro, e comprende quattro frazioni: Villa Vergano, Sala al Barro, Ponte Azzone Visconti e Bartesate.
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A Galbiate risiede da anni Adriano Celentano.
Che cosa fare a Galbiate: i monumenti da vedere
Se sei finito su questo post è perché vuoi sapere che cosa vedere a Galbiate: bene, ti accontento subito.
Potresti iniziare la tua gita a Galbiate dalla località Figina per ammirare la Chiesa di San Nicolao e San Sigismondo, datata al XII secolo. Splendido esempio di architettura romanica borgognona, all’interno presenta elementi di gusto neoclassico, con un portale e una bifora ogivali nella facciata di gusto gotico.
Lasciandoti la chiesa alle tue spalle, percorri la strada di fronte a te, proseguendo sempre dritto fino all’incrocio con la SP 58. Gira a sinistra per imboccare la provinciale e poi a destra in via Amman. Seguendo la strada sbucherai in via Diaz, in fondo alla quale dovrai girare a sinistra in via Vittorio Emanuele per raggiungere piazza della Chiesa e scoprire la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la chiesa parrocchiale di Vergano. Al suo interno trovi, tra l’altro, una tela con il martirio di San Bartolomeo.
Dopo essere sceso dal sagrato della chiesa, ripercorri via Vittorio Emanuele e prosegui dritto, per poi oltrepassare la SP 58 imboccando via De Gasperi. Quindi, gira a destra in via Manzoni per raggiungere piazza Cardinal Ferrari, dove c’è la Chiesa di San Rocco. Essa in origine era la cappella gentilizia del cosiddetto castello di Vergano, il palazzo visibile ancora oggi a cui la chiesa è addossata sul fianco sud-est. Ricostruita negli anni ’20 del secolo scorso dopo i danni causati da una forte nevicata nel 1915, si caratterizza per l’interno ad aula unica.
Ritornato all’inizio di via De Gasperi, gira a destra per imboccare la SP 58. Andando sempre dritto, ti immetterai sulla SP 70 e in breve ti ritroverai nell’abitato di Bartesate, dove girerai a sinistra in via Cappelletta: dopo pochi passi vedrai, in piazza don Zucca, la Chiesa dei Santi Macario e Genesio. Quasi imprigionata tra le case del centro del borgo, la chiesa ha una facciata a capanna e ospita all’interno una cappella dedicata alla Madonna e un’altra dedicata al Sacro Cuore.
Ritornato all’inizio di via Cappelletta, gira a sinistra sulla SP 70 e poi vai a destra in via Mozzana: percorrendola fino in fondo, potrai arrivare alla Chiesetta dei Santi Rocco e Biagio.
Sai che questa chiesetta è una delle tante location cinematografiche in Brianza? Apparve, infatti, nel lontano 1941 in una delle prime scene del film I Promessi Sposi di Mario Camerini. Protagonista della pellicola era Gino Cervi, che qualche anno più tardi avrebbe rivestito il celeberrimo ruolo di Peppone nella saga di Don Camillo.
Superata la chiesetta, in via Mozzana 5 hai l’opportunità di osservare l’antico Palazzo Resinelli.
Lasciata Mozzana e ritornato sulla provinciale, dopo il primo tornante verso sinistra, imbocca una piccola strada sterrata che conduce a un nucleo di case antiche. Qui sorge Cascina Manzoni, il cui nome proviene proprio da Alessandro Manzoni, che qui fu lasciato dalla madre subito dopo essere nato: a Mozzana viveva, infatti, la sua balia Caterina Panzeri. Il casolare, conosciuto anche con il nome di Cascina Costa, purtroppo è in stato di abbandono, ma rappresenta comunque una preziosa testimonianza storica e culturale.
Ora riprendi la tua passeggiata sulla SP 70 e vai sempre dritto; oltrepassata la rotonda imbocca via IV Novembre. Arrivato all’incrocio con via Lecco e via Cantù, non perdere l’occasione di ammirare alla tua destra, in via Cantù 4, lo splendido edificio dell’Asilo Infantile Giovanna e Giuseppe Bertarelli, inaugurato nel 1909.
Prosegui lungo via Cantù e, superata via Carribbio, vedrai alla tua destra la Chiesa di Santa Maria Bambina, conosciuta anche come Chiesa del Carribbio.
Da qui, continua a passeggiare in via Sant’Alessandro per arrivare alla Chiesa di Sant’Alessandro.
Da qui puoi imboccare la strada per la frazione San Michele che ti conduce al Santuario di San Michele, una chiesa mai completata la cui costruzione iniziò nel 1718. A metà del XVIII secolo fu dotata di una copertura provvisoria che, tuttavia, è crollata nel 1939. Questa sorta di scheletro è priva di serramenti, pavimenti, arredi e finiture; ma proprio questo la rende speciale. Nel mese di settembre qui si svolge una sagra nata nel Settecento.
A proposito: sei curioso di conoscere tutte le altre sagre della Brianza che vengono organizzate nel corso dell’anno? Ti basta dare un’occhiata al post qui sotto.
Ritornato all’incrocio tra via Cantù e via IV Novembre, gira a destra in largo Indipendenza e dopo pochi passi potrai vedere alla tua sinistra il Monumento ai Caduti per la Patria, realizzato da Piero Portaluppi, l’architetto di Villa Necchi Campiglio a Milano.
Arrivato in fondo a largo Indipendenza, ecco sulla tua destra l’Ossario della Chiesa di San Giovanni Evangelista. Costruito nella seconda metà del Settecento, si caratterizza per il portico di ingresso a tre archi con colonne e la copertura a volta.
Ti ritrovi, così, in piazza don Carlo Gnocchi, per ammirare la facciata della Chiesa di San Giovanni Evangelista. Probabilmente anteriore al Duecento ma di sicuro ampliata nel XV secolo, nel Settecento una ulteriore ristrutturazione ha portato alla realizzazione del coro. Oggi, gli affreschi tardo gotici si sommano a elementi neoclassici del primo Ottocento, come il campanile progettato da Giovanni Brioschi e Giuseppe Bovara, in una mescolanza di stili che passa anche per il barocchetto degli affreschi della cappella del Carmine.
Lasciata la chiesa alle spalle, gira a sinistra in via Crocifisso e poi a destra in via Aldo Moro. Dopo poche decine di metri sulla tua destra, in piazza Martiri della Liberazione, puoi osservare sulla facciata del municipio il mosaico sulla Resistenza di Orlando Sora, posato nel 1981.
Arrivato in fondo a via Moro gira a sinistra in via Cavour, prosegui in piazza Fratelli Panzeri e poi tieni la destra per imboccare via Bertarelli; qui al civico 11 sorge Villa Bertarelli, residenza settecentesca oggi sede del Parco Monte Barro e del Centro Flora Autoctona. Situata lungo la strada che conduce a Camporeso, nel quartiere antico di Rizzolo, si contraddistingue per lo stile neo-barocchetto frutto del restauro operato da Piero Portaluppi. Volendo, puoi visitare i giardini storici della villa il sabato (se non festivo): 7mila metri quadri che accolgono percorsi didattici all’interno di tunnel sotterranei, una serra storica e la fontana Portaluppi.
Oltrepassata la villa, gira a sinistra in piazza Trieste per salire lungo i gradini che ti conducono alla Chiesa di Sant’Eusebio al Rizzolo. L’ingresso porticato e le cinque colonne tuscane ti accolgono verso l’interno a navata unica, che ospita un paliotto in pietra con una medaglia che raffigura l’Assunta con i Santi Giovanni Battista ed Evangelista sorretta dagli angeli.
Ritornato in piazza Trieste, gira a sinistra in via Trento e vai sempre dritto, proseguendo in via Campa: quella è la strada che ti conduce a Camporeso, antico borgo medievale che ospita il Museo Etnografico dell’Alta Brianza. Il museo, che ha sede all’interno di Villa Maschio-Giudici, intende documentare con filmati, foto e oggetti la vita delle classi popolari brianzole nell’Ottocento e nel Novecento. Lunedì e giovedì sono giorni di chiusura; è presente un parcheggio con 20 posti auto.
Ora ritorna all’incrocio tra via Bertarelli e piazza fratelli Panzeri, girando a destra in via Como e poi tenendo la destra all’incrocio successivo. Vai sempre dritto, proseguendo in via Staurenghi fino a quando, giunto nella frazione di Sala al Barro, non troverai sulla tua destra la Chiesa di Santa Maria Beata Vergine Assunta. La facciata a capanna mostra un pronao a tre fornici, mentre il portale di ingresso in legno presenta una cornice in pietra.
Lasciandoti la chiesa alla tua destra, sbuchi in via Pedro Vasena. Girando a destra e raggiungendo il civico 4, puoi scoprire un notevole esempio di architettura liberty: si tratta di Villa Vasena Ronchetti. Costruita nel 1907, oggi è di proprietà comunale e spesso accoglie spettacoli e concerti; inoltre, è la sede della Comunità Montana del Lario Orientale.
Adesso torna indietro lungo via Vasena e, superata la rotonda, prosegui lungo via Verdi per vedere, alla tua sinistra, la Chiesa di San Giuseppe. Al suo interno sono presenti una Vergine col Bambino di Giulio Cesare Procaccini e statue in legno dei Santi Simone Pietro e Paolo.
Che cosa fare a Galbiate: gli itinerari naturalistici
Se ti domandi che cosa vedere a Galbiate camminando in mezzo alla natura, sappi che non hai che l’imbarazzo della scelta grazie ai diversi sentieri del Parco naturale Monte Barro.
Il sentiero 301, per esempio, è una sorta di anello perimetrale del parco che raggiunge una quota massima di 690 metri di altitudine, passando per il parco archeologico e Pian Sciresa.
L’area archeologica dell’insediamento di età gota, risalente al V e VI secolo dopo Cristo, ti permette di osservare i resti di un sito fortificato che fu realizzato nel Tardo Impero dai Romani per contrastare le invasioni barbariche.
Il sentiero 302, invece, ti permette di arrivare fino ai 922 metri della vetta percorrendo la vecchia mulattiera. Sul tracciato trovi la località Eremo, che accoglie il Museo Archeologico del Barro (costo del biglietto 2 euro, gratuito per gli over 65), uno dei più musei in Brianza più intriganti. Qui sono conservati più di 400 reperti originali ritrovati in occasione degli scavi archeologici eseguiti a Monte Castelletto e ai Piani di Barra. Nei dintorni trovi il centro visitatori Panzeri, un laboratorio di archeologia e un laboratorio di educazione ambientale.
Eremo ospita anche un ostello e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, edificio neogotico con affreschi del XVI e XVII secolo. Al suo interno puoi ammirare la cappella di Sant’Antonio da Padova e la cappella di San Francesco d’Assisi, oltre a un altare ligneo con una Madonna del giglio.
Il sentiero 303, poi, parte da Camporeso per collegarsi con il sentiero 301. Qui è presente una falesia di arrampicata con diverse vie attrezzate. Per raggiungerla puoi lasciare la macchina nel parcheggio del Piazzale Quota 400. Ci sono circa 150 itinerari, e diverse vie sono fruibili anche da chi è alle prime armi nel campo dell’arrampicata sportiva.
Ma non è tutto, perché qui puoi sperimentare anche l’Eco di Camporeso (in via Campa), noto come Eco della Brianza: Cesare Cantù sosteneva che fosse in grado di rispondere fino a 14 sillabe, mentre per Piero Gadda Conti si poteva arrivare addirittura a 16. Quel che è certo è che il corpo solido di ricezione è la facciata del Palazzo Rusconi, mentre l’estensione dell’eco varia in base alla potatura e al disboscamento della vegetazione tra il palazzo stesso e il balconcino di via Camporeso.
Al 301 si unisce anche il sentiero 304, che parte dal Ponte Azzone Visconti di Lecco ed è il più impegnativo, con un dislivello complessivo di 720 metri.
Il sentiero 305, che passa per Due Case e Tre Corni, è altrettanto complesso: è la salita che si articola sul Sentiero delle Creste.
Puoi raggiungere il parco archeologico anche con il sentiero 306, che parte da Malgrate e passa per il Bosco del Faée, e con il sentiero 307, che tocca il Roccolo di Costa Perla e il Sentiero delle torri. Percorrendo questo sentiero puoi vedere il muraioo, vale a dire ciò che resta delle torri di guardia dell’antico muro di cinta.
Il Bosco del Faèe (faggeto) si caratterizza per le numerose sorgenti presenti. All’esterno dell’eremo, per altro, c’è ancora una galleria che in passato portava alle ghiacciaie che venivano riempite con la neve e servivano alla conservazione del ghiaccio ottenuto in inverno. Nei pressi delle sorgenti sono presenti molti dei manufatti realizzati per sfruttare le acque sorgive: resti di pulegge e pompe per gli acquedotti fatti costruire per il sanatorio che qui fu aperto nel 1931.
Il Roccolo di Costa Perla fu realizzato a scopo venatorio all’inizio del secolo scorso: oggi è una stazione ornitologica che accoglie attività didattiche e scientifiche, che può essere visitata in occasione delle campagne di inanellamento. Gli uccelli vengono catturati senza che venga loro fatto del male, e sono rimessi in libertà dopo essere stati inanellati e misurati.
Il Sentiero di Mezzo dell’itinerario 301 può essere raggiunto anche da Valmadrera, con il sentiero 308.
Da Sala al Barro puoi prendere il sentiero 311, che sfiora il nucleo di Camporeso e si collega con il sentiero 306.
Per raggiungere San Michele, infine, puoi partire da Pescate con il sentiero 312, mentre il sentiero 313 collega il santuario con il pianoro di Pian Sciresa.
Galbiate, inoltre, rientra nei confini del PLIS del Monte di Brianza. In particolare, il sentiero 1 del parco ti porta fino alla cima del Monte di San Genesio passando per Mozzana. Il sentiero 10, invece, attraversa il paese in località Figina, congiungendo Oggiono con il Monte Crocione.
Dove mangiare a Galbiate
Uno dei migliori ristoranti di Galbiate è Eremo di Monte Barro, aperto a pranzo il mercoledì, il giovedì, il sabato e la domenica (a cena, solo su prenotazione). Volendo puoi scegliere tra menù a prezzo fisso da 28, 32 o 35 euro. Per raggiungere il ristorante devi seguire le indicazioni Eremo Monte Barro – Museo Archeologico.
Un altro ristorante di Galbiate da provare è il Santa Polenta al Bell’Om, che propone cucina tipica lombarda: è in piazza don Zucca 7.
In via Ettore Monti, al civico 31, trovi un’apprezzata birreria dove mangiare hamburger in Brianza: è Herba Monstrum, aperta a pranzo e a cena dal martedì alla domenica. Tra i burger presenti nel menù, ti segnalo quelli con la trita di pecora brianzola, con la trota salmonata affumicata e con il pulled pork marinato alla birra.
Se preferisci una pizzeria a Galbiate puoi andare Dal Mago, in via Staurenghi 4, che propone anche specialità di pesce.
Joker 2 è un’altra pizzeria di Galbiate che non ti lascerà deluso: si trova in via Ludovico Crippa 1 e offre il servizio di asporto, anche per focacce e calzoni.
Come arrivare a Galbiate
Come arrivare a Galbiate in auto? Provenendo da Milano, devi percorrere la SS 36 fino allo svincolo Lecco / Bellagio / Oggiono / Civate, prendendo l’uscita di Lecco. Alla rotonda vai dritto per restare in via Como e poi esci verso Galbiate / Oggiono / Sondrio: la SP 51 ti porta in paese.
Provenendo da Lecco, ti basta percorrere la SS 36 fino all’uscita di Oggiono / Galbiate / Valmadrera.
Per arrivare a Galbiate in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina, situata nella frazione di Sala al Barro e servita dalla linea suburbana S7 di Milano e dalla linea Como-Lecco. Essa è collegata, tra l’altro, con Civate, Oggiono, Molteno, Costa Masnaga, Cassago Brianza, Renate, Besana in Brianza, Carate Brianza, Triuggio, Macherio, Biassono, Arcore, Villasanta, Monza, Rogeno, Merone, Anzano del Parco, Brenna e Cantù.
Per arrivare a Galbiate in autobus, puoi sfruttare la linea D55, che passa per Lecco, Pescate, Ello, Colle Brianza, Oggiono e Annone di Brianza.
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Infine, ti consiglio di visitare il sito web del Parco Monte Barro: sarà una preziosa fonte di informazioni per le tue escursioni 🙂