A Orsenigo la Chiesa di San Martino rappresenta un importante punto di riferimento per chiunque abbia intenzione di visitare il paese. Situata in una posizione rialzata che le permette di dominare il panorama del centro abitato, ospita al proprio interno meravigliose opere d’arte che meritano di essere osservate da vicino. Scopri tutto in questo post!
Tutto quello che ti serve sapere
Orsenigo, Chiesa di San Martino: la storia
A Orsenigo la Chiesa di San Martino in origine non era intitolata solo al vescovo di Tours, ma anche a Sant’Agnese.
La venerazione per Martino traeva origine dal periodo longobardo. Il santo rimase per diversi secoli il solo patrono della chiesa di Orsenigo, fino a quando nel Duecento venne introdotto il culto di Sant’Agnese, con tutta probabilità con l’obiettivo di assecondare il desiderio di Ottone Visconti, arcivescovo di Milano che nutriva una particolare devozione nei confronti della santa.
In seguito, il culto di Agnese andò a sparire, e così San Martino rimase l’unico dedicatario della canonica.
Il primo documento ufficiale di cui siamo in possesso relativo a Orsenigo e alla Chiesa di San Martino è il resoconto stilato nel 1574 in occasione della visita pastorale di San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano.
In tale documento la chiesa viene descritta come dotata di “una sola navata, lunga e larga, decorosamente ornata”, con pavimento lastricato e senza sacrestia; davanti all’edificio era presente il cimitero.
Sempre grazie a questo resoconto, sappiamo che la chiesa era stata consacrata pochi anni prima, forse nel 1562, per opera di monsignor Gerolamo Ferragatta, che per alcuni anni aveva amministrato come vescovo ausiliare l’arcidiocesi di Milano.
[Hai già visitato la pagina Facebook di Viaggiare in Brianza? Ogni giorno ti propone foto, curiosità, storie e consigli per le tue gite. Diventa follower, e condividi i post che ti piacciono di più!]
Occorre aspettare la fine del XVI secolo per la costruzione della sacrestia; sempre in questo periodo venne posato un altare in marmo policromo, su cui fu collocata una statua di San Martino.
E proprio nella seconda metà del Seicento furono dipinte le due grandi tele che si possono ammirare ancora oggi alle pareti dell’invaso centrale: L’adorazione dei Magi e La caduta di Cristo sotto la Croce, attribuite al Legnanino.
Nato a Milano nel 1660 o nel 1661, il Legnanino – il cui vero nome era Stefano Maria Legnani – ha lasciato in Brianza altre preziose testimonianze del suo estro creativo, come la pala d’altare Gesù bambino e San Giuseppe circondati dagli angeli, nella Chiesa di San Giorgio e Maria Immacolata di Carimate.
Non sono note le modalità e le tempistiche con le quali i due dipinti conservati oggi nella Chiesa di San Martino siano arrivati a Orsenigo; è stato ipotizzato, anche in virtù delle loro dimensioni, che in precedenza si trovassero in una chiesa più grande, forse a Milano.
Si pensa che le opere del Legnanino siano giunte in paese nella prima metà dell’Ottocento grazie al sacerdote Carlo Castelli e al marchese Giuseppe Castelli, di cui era parente: ma, come detto, non vi sono certezze in merito.
Ciò che è certo, invece, è che la struttura seicentesca della chiesa rimase inalterata fino alla seconda metà del Settecento, quando si decise di ricostruire l’edificio religioso.
Il progetto prevedeva l’aggiunta di un’abside semicircolare; così, l’edificio che fino a quel momento aveva una pianta rettangolare si ritrovò ad assumere una forma ottagonale. Già ai tempi era presente la raffigurazione della Gloria di San Martino, di autore sconosciuto, che può essere osservata ancora oggi: si trova in un ovale ricavato nel soffitto.
Nell’Ottocento la chiesa venne ulteriormente allargata in virtù di un lascito del nobile Giuseppe Castelli, di cui ti ho parlato poche righe fa, che fornì anche il denaro necessario per ricostruire la casa del sacrestano. Per questo nel 1838 gli fu dedicata una lapide realizzata dal celebre epigrafista bresciano Giovanni Labus.
Orsenigo, la Chiesa di San Martino e la famiglia Castelli
Nato (forse a Milano) il 16 agosto del 1755, il marchese Giuseppe Castelli – il cui nome completo era Giuseppe Maria Cipriano Reina Castelli – era figlio di Lucia Moja e di Francesco Castelli, il quale aveva ereditato dal padre Paolo Gerolamo Castelli il feudo di Seregno, che la famiglia aveva acquistato dai Manriquez de Mendocia nel 1713.
Giuseppe Castelli apparteneva, quindi, a una famiglia benestante della nobiltà milanese. Consigliere comunale di Milano tra il 1802 e il 1812, in età napoleonica fu anche membro della Congregazione di Carità.
Nel XVIII secolo, a Orsenigo la famiglia Castelli era entrata in possesso dei beni dei conti Casati; era proprietaria, tra l’altro, di una prestigiosa dimora che confinava con la parrocchia, oggi conosciuta come Villa Baragiola.
Giuseppe Castelli ebbe un forte legame con la parrocchia di San Martino. Nel 1809, anche grazie alla partecipazione finanziaria di don Michele D’Adda, in veste di fabbriciere della chiesa garantì l’ampliamento e la ricostruzione della casa colonica di fianco alla chiesa.
Nel 1823, invece, finanziò l’allargamento della parrocchiale. Egli, però, non fece in tempo ad assistere alla conclusione dei lavori: morì il 7 giugno del 1824 nella sua casa di Milano in contrada Borgo Nuovo, mentre la chiesa sarebbe stata pronta solo all’inizio degli anni Trenta, grazie all’impegno dell’avvocato Giambattista Orleri, l’esecutore testamentario del marchese.
La chiesa nel Novecento
Durante i lavori che interessarono la Chiesa di San Martino nel XIX secolo, venne creato un nuovo spazio architettonico, con un corridoio centrale caratterizzato da una volta a botte e due navate laterali. Nell’occasione venne rivista anche la facciata, che assunse l’aspetto che mantiene ancora oggi.
Ulteriori modifiche vennero effettuate nel Novecento: in particolare, tra il 1936 e il 1937 furono restaurati gli interni secondo le indicazioni dell’architetto milanese Paolo Mezzanotte, autore a Orsenigo anche del Monumento dei Caduti.
Nel 1950, poi, l’artista bergamasco Mario Cornali dipinse il ciclo di sei affreschi che decorano il presbiterio: a destra Il sacrificio di Melchisedech e La moltiplicazione dei pani e dei pesci; a sinistra la Crocifissione e L’ultima cena; sul muro absidale, Il dono del mantello al povero a destra e La rinuncia di Martino alla vita militare a sinistra.
Nel 1997, infine, a 1600 anni di distanza dalla morte di San Martino, fu intitolata al vescovo di Tours la cappella che fino a quel momento era stata dedicata a San Giuseppe, a destra dell’altare, con l’aggiunta di una statua in legno del santo realizzata da Ezio Morini.
Orsenigo, Chiesa di San Martino: come arrivare
A Orsenigo la Chiesa di San Martino si trova in via Castelli, accanto al civico 3.
Se decidi di visitarla e hai in programma di arrivare a Orsenigo in auto, puoi lasciare la macchina in via Castelli, nei parcheggi di fronte al civico 7.
Preferisci arrivare a Orsenigo in autobus? Allora ti conviene utilizzare la linea C45 o la linea C92 e scendere alla fermata Orsenigo Paese Bivio per Erba. Da qui, percorri la strada in direzione Cantù lasciandoti la rotonda alle spalle e poi prendi lo svincolo verso destra. Superato il campo sportivo, al bivio tieni la sinistra e poi gira nella prima strada a sinistra, via Montenero. Percorri questa strada: arrivato in fondo, vedrai la chiesa alla tua sinistra.
Infine, nel caso in cui tu scelga di arrivare a Orsenigo in treno, puoi fare riferimento alla stazione di Anzano del Parco. Uscito dalla stazione, percorri tutta via Stazione; poi gira a sinistra in via Cimitero e subito a destra. Dopo la rotonda imbocca via Diaz e vai dritto fino a quando non incroci sulla sinistra via Manzoni. Prendi questa strada e vai dritto fino alla rotonda, dove girerai a sinistra. Prendi lo svincolo verso destra e, oltrepassato il campo sportivo, al bivio segui la strada sulla sinistra. Svolta a sinistra in via Montenero e, giunto in fondo a questa strada, troverai la chiesa sulla tua sinistra.
Che cosa vedere a Orsenigo
A Orsenigo la Chiesa di San Martino può essere il punto di partenza ideale per una passeggiata in paese. Se non sai dove andare, non ti preoccupare: leggi il post qui sotto, che ti spiega che cosa vedere a Orsenigo e dove puoi fermarti a pranzo o a cena nei dintorni.
Come vedi, tutti i contenuti di Viaggiare in Brianza sono gratuiti; tuttavia, realizzarli mi costa fatica, tempo e denaro. Se ti va di aiutarmi e fare in modo che questo progetto continui a rimanere in vita, clicca qui sopra per lasciarmi una piccola donazione: il tuo contributo sarà prezioso a prescindere dall’importo che sceglierai!
Desideri contattarmi? Puoi farlo su Instagram, Facebook e Twitter, oppure cliccando qui sotto. Scrivimi anche se hai trovato su questo sito delle informazioni non corrette o non aggiornate: provvederò a correggerle subito!
Viaggiare in Brianza può essere la vetrina perfetta per il tuo business: contattami per sapere come pubblicizzare la tua attività e far conoscere i tuoi prodotti a decine di migliaia di lettori!