A Novedrate la Chiesa dei Santi Donato e Carpoforo domina la piazza centrale del paese, su cui si affaccia anche l’ingresso della meravigliosa Villa Casana. Leggendo il resto del post potrai conoscere la storia di questo edificio religioso, delle decorazioni pittoriche che ne arricchiscono gli interni e dei due santi a cui è stato intitolato.
Tutto quello che ti serve sapere
San Donato e San Carpoforo
Il culto di San Donato era diffuso sia tra i soldati dell’impero bizantino giunti in Italia nel VI secolo che tra le truppe gote e longobarde.
In terra ambrosiana, però, la devozione nei confronti del santo giunse molto più tardi, grazie alle truppe mercenarie di Arezzo al servizio dei Visconti accampate a sud di Milano.
Ecco perché si può ipotizzare che l’intitolazione della chiesa di Novedrate a San Donato risalga al periodo compreso fra il XIII e il XIV secolo.
Il titolo di compatrono a San Carpoforo, invece, fu attribuito nel periodo della Controriforma, epoca in cui le parrocchie, per contrastare la minaccia del Protestantesimo, divulgavano tra la popolazione l’esempio dei primi martiri cristiani.
Secondo la leggenda, Carpoforo – soldato romano in fuga da Milano perché convertitosi al Cristianesimo – si sarebbe fermato a Novedrate per dissetarsi presso una sorgente di acqua fresca.
Novedrate, Chiesa dei Santi Donato e Carpoforo: la storia
Compiamo ora un balzo in avanti nel tempo per scoprire com’era la chiesa parrocchiale di Novedrate nell’Ottocento.
Nel 1804 fu allestito il tempietto dell’altare, e sempre alla prima metà del XIX secolo risalgono i due cherubini in marmo di Carrara collocati sull’altare, scolpiti da Gaetano Monti su richiesta del conte Giacomo Taverna.
Nel 1883 fu indicato come parroco di Novedrate don Angelo Ghezzi, che però poté prendere possesso della parrocchia solo otto mesi dopo la nomina.
La sua scelta, infatti, aveva provocato una feroce ostilità da parte della popolazione locale, che era particolarmente legata al coadiutore don Giuseppe Mariani.
Come scrisse in seguito don Antonio Bernasconi (successore di don Ghezzi), “in quei mesi vi furono rivoluzioni e disordini gravissimi cosicché la curia arcivescovile abbandonò per ben quattro mesi la parrocchia senza sacerdoti, in ben giusto castigo”.
Anche quando divenne ufficialmente parroco, comunque, don Ghezzi fu “sì tollerato ma mai amato”.
Fu proprio lui, per altro, a decidere di ricostruire l’altare della chiesa, nel 1895, e di realizzare le due cappelle laterali, nel 1898.
Come riporta Felice Asnaghi nel volume Novedrate. Storia ed immagini. Le origini e il Novecento, per sostenere le spese il parroco anticipò 1.000 lire (su un costo complessivo di 2.484,23 lire), mentre il resto dell’importo fu versato dalla nobile famiglia degli Isimbardi.
Successore di don Ghezzi, come detto, fu don Bernasconi, milanese, che fece il proprio ingresso in parrocchia il 12 dicembre del 1889.
Come egli stesso ebbe a scrivere, la chiesa al tempo era “poco sicura perché piena di screpolature larghe e profonde, oltreché piccola ed indecente assai. […] Oltre che essere disadorna, cadente e pericolante era anche molto piccola nei riguardi al numero della popolazione”.
Per questo don Bernasconi prese la decisione di ampliare la chiesa, anche se per concretizzare il suo progetto dovette aspettare diversi anni e l’arrivo di risorse economiche adeguate.
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Nel 1903, su progetto dell’architetto Emilio Alemagna – noto per aver ideato alla fine del secolo precedente il Parco Sempione di Milano – presero il via i lavori per la costruzione di una nuova navata destra.
Due anni più tardi furono realizzate la cappella della Beata Vergine Maria e la sagrestia.
Nel 1906, invece, il pittore David Beghè decorò la volta centrale con dipinti che rappresentavano episodi ispirati alla vita della Sacra Famiglia.
L’anno seguente, i lavori terminarono con la costruzione della navata sinistra.
Anche il pittore piemontese Luigi Morgari fu coinvolto nelle decorazioni della chiesa, affrescando le pareti laterali con le scene del battesimo di Gesù, della parabola della pecorella smarrita e della conversione della Samaritana.
Il marchese Luigi Isimbardi donò poi una Via Crucis in bronzo che aveva comprato a Colonia.
La chiesa, così rimessa a nuovo e con i due altari dedicati a Sant’Antonio da Padova (oggi al Sacro Cuore di Gesù) e alla Beata Vergine Maria, fu consacrata dall’arcivescovo di Milano, cardinal Andrea Carlo Ferrari, il 30 novembre del 1907.
Dopo 33 anni trascorsi come parroco di Novedrate, don Bernasconi morì il 10 novembre del 1922.
Il suo successore fu don Francesco Carera, originario di Rovagnate, già canonico del Duomo di Monza.
Tuttavia i rapporti di don Carera con la popolazione locale furono a dir poco aspri, e il suo giudizio nei confronti dei parrocchiani era – senza mezzi termini – tremendo.
Lo dimostra un suo scritto del 1937: “Non manca pure la bestemmia, l’ubriachezza di alcuni è fenomenale. Non ci sono bellissime nuove di comportamento, ma il parlare disonesto e la profanazione della festa non manca”.
Tra il 1935 e il 1937, intanto, la facciata della chiesa e il campanile erano stati restaurati, a un costo di 30.457,70 lire, su disegno dell’ingegner Franco Castelli.
Alla morte di don Carera, avvenuta il 21 dicembre del 1939, subentrò in parrocchia il milanese don Stanislao Zanolli, già tenente durante la Prima Guerra Mondiale.
Nel 1941 egli commissionò la realizzazione nella chiesa di due nuove cappelle, in cui sarebbero stati collocati gli altari dell’Angelo Custode e della Beata Vergine.
L’altare dell’Angelo Custode, tuttavia, essendo stato realizzato in gesso andò distrutto; venne sostituito da un altare barocco dedicato alla Madonna.
Nel settembre del 1943 si eseguirono i lavori per la realizzazione della nuova scalinata della chiesa, costruita con il granito bianco delle cave di Baveno.
Nel 1950 – anno in cui Novedrate tornò a essere Comune autonomo, dopo essere stato frazione di Carimate – giunsero le nuove campane, consacrate dal cardinale Ildefonso Schuster.
Risale al 1956 l’inaugurazione del nuovo coro in legno di noce, realizzato dagli Artigianelli di Monza, mentre nel 1959 il pittore monzese Ettore Agrati si dedicò alla pulitura degli affreschi.
Quattro anni più tardi l’artista comasco Eugenio Rossi creò la vetrata della Madonna Assunta, mentre nel 1964 le sei vecchie statue della facciata, prodotte in carton gesso, furono sostituite da altrettante statue in pietra di Vicenza, ognuna delle quali del peso di tre quintali: realizzate dallo scultore vicentino Morseletto, raffiguravano San Donato, San Carpoforo, San Giovanni Bosco, San Luigi, Sant’Agnese e Sant’Agata.
Don Zanolli morì nel 1966, e suo erede fu il veduggese don Felice Ciceri, già sacerdote a Verderio Inferiore e ad Arcellasco.
Non era passato molto tempo dal suo arrivo che don Felice dovette fare i conti subito con un inconveniente: un incendio che scoppiò in un locale accanto alla sacrestia in un momento in cui la chiesa era colma di persone. Per fortuna tutti i fedeli si salvarono, ma i danni alla chiesa furono consistenti: vennero ripagati solo grazie a una sovvenzione statale e a una colletta popolare.
Nel 1972, l’artista Franco Rizzo consegnò le vetrate colorate con le effigi di San Donato, San Carpoforo e i quattro evangelisti.
Quattro anni più tardi, infine, il pittore locale Gilberto Colombo decorò con due affreschi l’altare dell’Angelo Custode.
Novedrate, Chiesa dei Santi Donato e Carpoforo: come arrivare
A Novedrate la Chiesa dei Santi Donato e Carpoforo si trova in piazza Umberto I.
Se decidi di visitarla e vuoi arrivare a Novedrate in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Mulino.
Nel caso in cui tu abbia in mente di arrivare a Novedrate in autobus, invece, ti conviene usare la linea C82 e scendere alla fermata di via Isimbardi 1: piazza Umberto I è proprio accanto alla fermata.
Infine, qualora tu scelga di arrivare a Novedrate in treno puoi fare riferimento alla stazione di Carimate. Uscito dalla stazione, procedi lungo via alla Stazione lasciandoti il passaggio a livello alle spalle e vai sempre dritto, fino a quando non trovi alla tua destra un tornante in salita. Percorrilo e continua fino al semaforo: qui gira a destra e poi immediatamente a sinistra per entrare in via Lietti. Vai dritto e, al termine del sentiero nel bosco, arriverai in via Porro, in fondo alla quale devi girare a destra. A questo punto, sei in via Como: dopo pochi passi troverai piazza Umberto I alla tua destra.
Che cosa vedere a Novedrate
Dopo aver visitato a Novedrate la Chiesa dei Santi Donato e Carpoforo, potresti regalarti una passeggiata tra le strade e i sentieri del paese alla scoperta delle altre splendide location che lo caratterizzano. Vorresti sapere che cosa vedere a Novedrate? Ti basta leggere il post qui sotto e avrai tutte le informazioni di cui sei in cerca 🙂
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