A pochi passi dalla stazione di Merone i murales realizzati da Giovanni Beretta lasciano a bocca aperta per lo stupore chiunque li osservi. Non sai di cosa sto parlando? Allora leggi questo post, perché scoprirai una fantastica opera di street art: una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto che non puoi lasciarti scappare.
Tutto quello che ti serve sapere
Come vedere a Merone i murales di Giovanni Beretta
A pochi passi dalla stazione di Merone, i murales realizzati nel 2017 dall’artista Giovanni Beretta rappresentano un’attrattiva che non puoi lasciarti sfuggire per nulla al mondo.
[Se sei un amante della street art o semplicemente ti piace scoprire posti nuovi in Lombardia, inizia a seguire la pagina Facebook di Viaggiare in Brianza!]
Più che di murales, però, si dovrebbe parlare di una galleria d’arte a cielo aperto: i vari “quadri” che compongono l’opera, infatti, sono ispirati ad altrettanti dipinti, più o meno celebri, italiani e stranieri.
Guardando i murales, quindi, avrai l’occasione di scoprire storie, quadri, affreschi e artisti di ogni angolo del mondo. Già, ma come fare per vedere quest’opera di street art in Brianza?
I murales si trovano a Merone in via San Gerolamo Emiliani, di fronte al civico 35.
Se hai in mente di arrivare a Merone in treno, una volta uscito dalla stazione ti basta girare a destra per trovarli, dopo pochi metri, alla tua destra.
Preferisci arrivare a Merone in auto? Allora potrai lasciare la macchina proprio nei parcheggi davanti ai murales.
Infine, volendo arrivare a Merone in autobus puoi fare riferimento alla linea C95 e scendere alla fermata Merone Cavo, in via Appiani. Da qui, raggiungi il ristorante La Pagoda e gira in via Croce: quindi vai sempre dritto, continuando in via Fermi e – dopo la rotonda – in via San Gerolamo Emiliani.
Ora che sai come raggiungere a Merone i murales di Giovanni Beretta, ti porto alla scoperta delle opere a cui sono ispirati.
Mezzogiorno – Riposo dal lavoro di Vincent Van Gogh
Mezzogiorno – Riposo dal lavoro è un dipinto realizzato da Vincent Van Gogh nel 1890, e attualmente è esposto al Musée d’Orsay di Parigi.
L’idea del quadro fece capolino mentre il pittore si trovava in un ospedale psichiatrico: qui Van Gogh ebbe modo di esaminare un disegno – denominato La Méridienne – che Jean-François Millet aveva realizzato per la serie di quadri Le quattro ore del giorno.
L’opera di Van Gogh, ripresa da Beretta, mostra due contadini a riposo dopo aver lavorato nei campi, con il carro e i buoi sullo sfondo.
Ritorno dai campi di Antonio Ligabue
Ritorno dai campi è una delle tante opere di Antonio Ligabue che raffigurano scene di vita quotidiana.
La rappresentazione degli animali è un’altra costante dei dipinti dell’artista di origini svizzere: dipinti che, per altro, non sono mai stati datati, e che proprio per questo risulta complicato catalogare (anche perché molti fanno parte di collezioni private).
La natura di Giovanni Segantini
La natura è una delle tre opere di Giovanni Segantini che fanno parte del Trittico della Natura, noto anche come Trittico delle Alpi. In questa opera, l’esistenza umana viene raffigurata in armonia con la natura, mentre il paesaggio alpino regala un panorama unico.
Il trittico fu realizzato come studio preparatorio in vista della rappresentazione panoramica dell’Engadina che il pittore avrebbe dovuto portare all’Esposizione internazionale di Parigi del 1900; l’opera, però, non venne portata a termine perché Segantini nel 1899 morì.
La natura, dipinta con la tecnica divisionista, ha come sfondo il crepuscolo dallo Schafberg, e come le altre due tele è conservata a Sankt Moritz al Museo Segantini.
A proposito: sai che Segantini ha vissuto anche in Brianza? Te ne parlo nei post qui sotto, che ti offrono l’occasione di scoprire i paesi di Pusiano e di Veduggio con Colzano.
Treno+stazione di Vittorio Corona
Vittorio Corona (non il papà di Fabrizio Corona!), originario di Palermo, è stato il principale esponente del futurismo in Sicilia.
Treno+Stazione è un’esaltazione della velocità, del dinamismo e della foga, punti cardine del movimento di Marinetti.
E poi non si poteva scegliere location migliore per proporre una reinterpretazione di questo dipinto!
Detroit Industry Murals di Diego Rivera
I Detroit Industry Murals sono una serie di affreschi realizzati tra il 1932 e il 1933 dall’artista messicano Diego Rivera. Si tratta, in particolare, di 27 pannelli che ritraggono il lavoro alla Ford Motor Company, realizzati sulle quattro pareti del Garden Court del Detroit Institute of Arts (che da allora è stato rinominato Diego Court).
La Ford era interessata ai murales di Rivera perché aveva la necessità di migliorare la propria immagine, dopo che i suoi dipendenti avevano cominciato a scioperare a causa delle pessime condizioni di lavoro a cui erano costretti.
Rivera è stato uno dei principali esponenti del muralismo messicano, sviluppatosi negli anni ’20 al termine della Rivoluzione Messicana. Curiosità: è stato sposato con la sua connazionale Frida Kahlo.
Paesaggio urbano di Mario Sironi
Mario Sironi è stato uno degli esponenti del futurismo italiano: nel 1920 fu tra i firmatari del manifesto futurista Contro tutti i ritorni in pittura.
Il Paesaggio urbano (uno dei tanti paesaggi urbani di Sironi) a cui si è ispirato Beretta fu realizzato tra il 1940 e il 1941, e si trova oggi nella Pinacoteca di Brera a Milano. L’opera rappresenta tre ciminiere e, in fondo a destra, una piccola casetta, per una città che sembra un non luogo, priva di vitalità.
Grattacieli e tunnel di Fortunato Depero
Grattacieli e tunnel fu dipinto da Fortunato Depero nel 1930, e attualmente è esposto al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Il quadro mostra un paesaggio urbano – emblema della cementificazione – rappresentato in stile futurista, con forme geometriche e colori intensi.
In quanto esponente del futurismo italiano, Depero era particolarmente interessato agli Stati Uniti, e in particolare a New York, ritenuti simbolo di modernità e progresso dei ruggenti anni Venti. Lo si nota anche dall’insegna Roxy Tea su uno degli edifici, che fa riferimento al Roxy Theater della Grande Mela.
Riflessi in bicicletta di Tito Fornasiero
Tito Fornasiero è un artista lombardo, specializzato nella pittura ad acquerello. L’incontro tra l’acqua e il colore è il fulcro delle sue opere, proprio come avviene in Riflessi in bicicletta.
L’albero della vita di Gustav Klimt
L’albero della vita è un mosaico realizzato da Gustav Klimt nella sala da pranzo di Palazzo Stoclet a Bruxelles nel 1905. L’edificio, progettato dall’architetto Josef Hoffmann, fu abbellito dall’artista austriaco con quest’opera composta da tre pannelli di marmi, coralli e pietre dure.
I tanti rami dell’albero d’oro si intrecciano tra di loro dando vita a figure geometriche simili a onde e nuvole.
Il pannello di sinistra, denominato L’attesa, raffigura una donna con il capo girato verso destra, una danzatrice con il corpo rivestito di colori e gioielli.
Il pannello di destra mostra, invece, l’abbraccio di una coppia, con la figura femminile praticamente sovrastata da quella maschile.
L’albero della vita, pertanto, si pone tra l’attesa della solitudine e la riconciliazione dell’amore.
Il ciclista di Mario Sironi
Di Mario Sironi ti ho già parlato poche righe fa, ricordi?
Il ciclista fu dipinto in due tempi, tra il 1916 e il 1920.
Days end di Warren Chang
Warren Chang è un artista californiano contemporaneo, conosciuto soprattutto per i suoi dipinti che ritraggono i lavoratori nei campi nella contea di Monterey.
Le sue opere realistiche, proprio come Days end, ricordano quelle dei pittori dell’Ottocento, e in particolare di Jean-François Millet, che era solito rappresentare scene di contadini nella Francia rurale.
Il dipinto nel novembre del 2014 ha ottenuto il riconoscimento di Best of Show in occasione della BoldBrush Painting Competition.
Agency job di Banksy
Agency job, del celebre street artist Banksy, è una rielaborazione di un dipinto del 1857 di Jean-François Millet intitolato The Gleaners.
Le gleaners sono le spigolatrici, cioè le donne che raccolgono le spighe di frumento che restano nei campi dopo la mietitura. Millet è stato uno dei primi artisti europei a rappresentare la classe dei contadini, impoverita dall’avanzare del capitalismo, in maniera nobile e con un approccio empatico.
Banksy ha rimosso dal quadro originale una delle tre donne al lavoro nei campi e l’ha collocata sulla cornice, seduta mentre fuma una sigaretta.
L’interpretazione dei murales
Giovanni Beretta ha realizzato questi murales in quanto vincitore di un concorso indetto dall’amministrazione comunale di Merone, sul tema Dalla campagna al cemento e dal cemento alla campagna con innovazione.
In sostanza, attraverso la sequenza di opere viene rievocato il passato agricolo del paese, che poi ha ceduto il passo all’industrializzazione (con la nascita della cementeria locale), la quale a sua volta oggi viene affiancata dal desiderio di ritorno alla natura.
L’antica campagna agricola è narrata dalle prime tre opere (quelle di Van Gogh, Ligabue e Segantini). Dopodiché si racconta il passaggio alla società industriale con i dipinti di Corona, Rivera, Sironi e Depero; il treno immortalato nell’opera di Corona sta a simboleggiare proprio questa fase di transizione, di passaggio. Infine, ecco il ritorno alla campagna con innovazione: le bici di Fornasiero e Sironi, l’albero della vita di Klimt e le opere degli artisti contemporanei Chang e Banksy.
Così, si chiude il cerchio: e se ci fai caso, la prima e l’ultima opera richiamano entrambe un dipinto di Millet. Due artisti come Van Gogh e Banksy, tanto distanti per stile e per epoca, si sono ispirati allo stesso pittore: è la magia dell’arte.
Merone, il murales dell’Omaggio a Magritte
A Merone i murales non abbelliscono solo la zona della stazione. Ce n’è anche un altro, infatti, che vale la pena di vedere, ed è stato realizzato sempre da Giovanni Beretta: si chiama Omaggio a Magritte e si trova sul muro della scuola media del paese, in via Aldo Moro.
Che cosa vedere a Merone
Se hai in mente di organizzare una gita a Merone, i murales di cui ti ho appena parlato rappresentano solo uno dei tanti buoni motivi per farlo. E gli altri quali sono? L’Oasi di Baggero e il lago di Pusiano, per esempio: ma se vuoi sapere tutto nel dettaglio ti conviene leggere il post qui sotto, in cui ti segnalo che cosa fare e che cosa vedere a Merone.
Street art in Brianza: i murales più belli da vedere
Dei murales a Merone di Giovanni Beretta ti avevo già parlato nel post che vedi qui sotto: leggilo se sei interessato a scoprire altre opere di street art in Brianza da non perdere!
Ma di murales in Brianza ce ne sono davvero tanti: te ne mostro altri in questo post. Fammi sapere che cosa ne pensi!
Un pulsante per le donazioni? Eh, sì: mantenere in vita questo sito richiede un impegno notevole e uno sforzo economico più importante di quello che immagini. Quindi, se ti va di supportarmi, puoi cliccare qui sopra e dimostrarmi il tuo sostegno 🙂
Se invece vuoi scrivermi, propormi una collaborazione o semplicemente farmi notare un errore che hai trovato sul sito, ti basta fare clic qui sotto. Contattami anche se ti piacerebbe far conoscere la tua attività e i tuoi prodotti su Viaggiare in Brianza: troverai una platea di lettori sicuramente interessata a ciò che proponi!