Che cosa fare a Merone? Nel paese che ospita il Cavo Diotti (la diga più antica d’Italia), puoi scegliere se concederti una passeggiata tra i sentieri dell’Oasi di Baggero o raggiungere lo splendido lago di Pusiano. In qualsiasi caso, questa è la destinazione perfetta per una gita in Brianza, anche se vuoi spostarti in treno.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Bagnato dalle acque del fiume Lambro e da quelle del lago di Pusiano, il paese di Merone fa parte della Brianza comasca, al confine con quella Lecchese. Il suo territorio è compreso nel Parco Regionale della Valle del Lambro.
[Tra poco ti spiego dove mangiare a Merone; nel frattempo ti va di lasciare un like alla pagina Facebook di Viaggiare in Brianza?]
Qui si trova il Cavo Diotti, canale artificiale progettato in epoca napoleonica: nel suo genere, è la diga più antica d’Italia, e dal 1812 regola la portata del Lambro e il livello del lago di Pusiano. Grazie ad esso, in passato veniva favorito il funzionamento dei mulini a valle anche quando il fiume era in secca.
A Merone c’è, inoltre, una delle tante location cinematografiche in Brianza: sto parlando di Campo Marzo, nota anche come Campo Marzio o Campo di Marzo. Qui si svolsero, nella prima metà degli anni ’70, alcune riprese del film dei fratelli Taviani Allonsanfàn, con protagonista Marcello Mastroianni.
Che cosa fare a Merone: i monumenti da vedere
Per scoprire che cosa vedere a Merone, ti consiglio di iniziare il tuo tour del paese da via Mazzini, dove puoi ammirare accanto al civico 3 i mulini di Baggero. Le acque del Lambro fanno muovere le pale, producendo energia attraverso una piccola centrale idroelettrica che alimenta l’albergo accanto.
Lasciandoti le ruote dei mulini alla tua destra, procedi lungo via Mazzini e allo stop gira a destra in via Battisti. Poi vai dritto proseguendo in via San Gerolamo Emiliani, fermandoti di fronte al civico 35: qui il muro di contenimento dei binari ospita una serie di murales lunga più di 100 metri. Realizzata da Giovanni Beretta, l’opera è ispirata al tema Il muro di Merone tra industria e ambiente. Dalla campagna al cemento e dal cemento alla campagna con innovazione: la rappresentazione cita quadri di artisti come Segantini, Ligabue, Klimt e Van Gogh.
Vuoi mettere alla prova le tue conoscenze e provare a identificare ogni dipinto? Ottima idea! Se non ci riesci, poi, nel post qui sotto trovi tutte le informazioni che ti aiuteranno ad apprezzare questi murales come meritano.
Lasciandoti i murales alla tua sinistra, percorri via San Gerolamo Emiliani superando la stazione; più o meno di fronte al civico 17 troverai un’altra serie di murales realizzati da Giovanni Beretta. I primi quattro dipinti sono ispirati ad altrettante opere di Katsushika Hokusai:
- Due uccelli, fiori di ciliegio e di hosta;
- Peonie e farfalla;
- Crisantemo e ape;
- Campanule e libellula.
Gli ultimi due, invece, sono ispirati all’opera Fiori di ciliegio di autore ignoto e a Fiori di ciliegio di Kawarazaki Shodo.
Prosegui lungo la stessa strada fino alla rotonda: qui, gira a destra in via Dante e poi subito a sinistra in via Don Bosco per osservare la Chiesa di Santa Caterina da Siena nell’antico Palazzo Carpani. Curiosità: non sempre la Santa Caterina a cui è intitolata la chiesa è stata Caterina da Siena; almeno fino al 1686, infatti, la dedicazione era per Santa Caterina d’Alessandria (lo si deduce dai decreti della visita pastorale compiuta quell’anno dal cardinal Visconti, in cui si parlava di Santa Caterina Vergine e Martire).
La chiesa ospita una pala d’altare che raffigura la Madonna e San Giuseppe con Gesù Bambino, gli angeli e San Giovanni.
La parete di sinistra, invece, è impreziosita da una tela che ritrae la Madonna Addolorata con il Cristo Morto.
Palazzo Carpani, di origine medievale, in principio era un castello, ma venne distrutto in occasione della guerra tra i Torriani e i Visconti nel 1285: ne rimane traccia nella torre che puoi vedere da via Dante Alighieri. In seguito il complesso fu trasformato in palazzo signorile; qui ebbe modo di soggiornare anche San Girolamo Emiliani.
Dalla rotonda di fronte a via Don Bosco puoi imboccare via Fermi; andando dritto, proseguirai in via Croce. Poche decine di metri dopo aver incrociato sulla tua sinistra via Verdi giungerai in località Stallo, nel punto in cui il Lambro riceve le acque che provengono dal Cavo Diotti.
Prosegui in via Croce e sbucherai in via Appiani: di fronte a te c’è il Cavo Diotti. Girando a sinistra, di fronte al civico 3 troverai il Santuario della Madonna di Pompei, che un tempo era la chiesa parrocchiale del paese. In passato questa chiesa era nota come San Giacomo in Isola, poiché spesso quando il lago di Pusiano e il Lambro straripavano era circondata dalle loro acque.
Nel 1877 il parroco di allora, don Carlo Moranzoni, decise che questa chiesa era troppo piccola per contenere tutti i fedeli: fu così che si decise di realizzare la nuova Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo sulla cima del colle di Ferrera. Per raggiungerla ti basta tornare indietro lungo via Appiani e arrivare fino al civico 31: la troverai sulla tua destra.
All’interno, le pareti della navata e il presbiterio sono decorati con sei grandi scene ispirate al Vangelo e affrescate dal pittore bergamasco Amedeo Cornali.
Ora riprendi il tuo percorso sulla provinciale e gira a destra in via Isacco: alla tua sinistra puoi notare al civico 1 il bel Palazzo Zaffiro Isacco, che oggi è sede della biblioteca cittadina. Esso fu costruito più di un secolo fa da Egidio Isacco con l’intento di onorare la memoria di suo zio Zaffiro, e per oltre 60 anni è stato usato come scuola materna: gratuita per i figli dei più poveri, a pagamento per gli altri.
Se continui fino in fondo a via Isacco raggiungi la Filanda Isacco, in località Maglio: nella seconda metà dell’Ottocento attirò in paese centinaia di forestieri. Lo stabilimento era dedicato alla pettinatura di cascami di seta, e faceva parte di un complesso che includeva anche la lavanderia, le abitazioni dei dipendenti e l’asilo, ospitato proprio in quel Palazzo Zaffiro Isacco che hai appena visto.
Ritornato sulla provinciale, gira nella prima strada a destra, via Aldo Moro, per ammirare alla tua destra l’opera che decora l’edificio della scuola media: si tratta del murale Omaggio a Magritte, anche questo realizzato da Giovanni Beretta. L’opera propone la mela, elemento spesso ricorrente nella pittura dell’artista belga, e un uomo vestito di nero con bombetta, evidente richiamo al quadro Golconda.
Ora riprendi la tua passeggiata sulla provinciale per poi imboccare la seconda traversa sulla destra: è via Marco Polo, la strada che ti permette di addentrarti nello splendido borgo di Moiana. Percorrendola, raggiungerai piazza San Francesco d’Assisi, dove sorge la Chiesa di San Francesco, aperta al culto nel 1628. La sua costruzione fu ordinata da San Carlo Borromeo: egli riteneva la chiesa parrocchiale di allora troppo distante dall’abitato di Moiana, il che rendeva complicato somministrare i sacramenti agli infermi. All’interno della chiesa, oggi, è da ammirare una pala d’altare che rappresenta l’Annunciazione della Vergine con San Francesco e Sant’Antonio.
Alle pareti, invece, ci sono due dipinti che raffigurano San Francesco e la Madonna del Rosario realizzati dal pittore madonnaro Mariano Bottoli. Originario di Brescia e diplomato alla scuola d’arte sacra Beato Angelico di Milano, Bottoli è autore anche della Via Crucis: questa non è separata in stazioni singole, come avviene di solito, ma è stata raffigurata in un’unica sequenza.
Che cosa fare a Merone: gli itinerari naturalistici
Una gita in Lombardia dalle parti di Merone ti permette di scoprire numerosi scenari naturali appassionanti. La frazione di Moiana, per esempio, è bagnata dalle acque del lago di Pusiano: vi puoi accedere da via Cristoforo Colombo. Si tratta di uno dei laghi balneabili in Brianza, almeno in corrispondenza del lido di Moiana: quindi, sei libero di fare il bagno senza problemi, avendo la sola accortezza di non ingerire acqua per sicurezza.
Giunto nei pressi della Limonaia, se prosegui verso sinistra puoi addentrarti in un sentiero più isolato: qui sono presenti anche tavoli con panchine, se vuoi concederti una sosta, o punti in cui fermarti a prendere il sole a pochi passi dall’acqua. Andando a destra, invece, ti dirigi nella frazione di Casletto di Rogeno, verso la spiaggia di Punta del Corno: te ne parlo in maniera approfondita nel post qui sotto.
Per altro, se sei un appassionato di pesca puoi dedicarti a questa attività lungo tutto il perimetro del lago: ovviamente, devi essere in possesso della licenza governativa e del permesso di pesca valido per il lago di Pusiano.
Ma a Merone non c’è solo il lago. Dirigendoti in via Battisti, infatti, puoi andare alla scoperta dell’Oasi di Baggero (con accesso pedonale in fondo al parcheggio o da via Cava Marna). Frutto del recupero ambientale di un’area che in passato veniva adoperata per l’estrazione della marna, l’oasi si compone di due laghetti realizzati negli scavi lasciati in eredità dallo sfruttamento minerario.
Che cosa vedere a Merone nell’Oasi di Baggero? Di sicuro il belvedere sulla cascata della Roggia Cavolto, a cui puoi accedere dopo aver oltrepassato un ponticello e percorso un breve sentiero. Il Cavolto è un affluente del Lambro che scorre su massi di travertino e che è stato deviato proprio per alimentare i laghetti.
Questi ultimi coprono una superficie di circa otto ettari e raggiungono una profondità di 6 metri. La riserva naturale protetta, che si estende per 225mila metri quadrati, include anche l’Oasi Stellare, un punto di osservazione delle stelle situato su una piccola collinetta al riparo dall’inquinamento luminoso.
Vuoi sapere di più sull’Oasi di Baggero? Leggi il post che le ho dedicato, e se ti piace condividilo con i tuoi amici.
Dove mangiare a Merone
La Limonaia è la location dove mangiare a Merone potendo ammirare il panorama del lago di Pusiano: situata in via Cristoforo Colombo 10, ospita anche un lounge bar. Nel menù si trovano specialità di carne e pesce e pizze, anche per celiaci.
Tra i ristoranti di Merone spicca anche il Rajas di via Nuova Valassina 8: è aperto a pranzo dal mercoledì alla domenica e a cena dal giovedì alla domenica. Qui è possibile gustare pizze con impasto tradizionale, di farro, di kamut, di grano Senatore Cappelli o integrale.
In via Nuova Valassina 5 c’è il Lin Sushi Bar, ristorante all you can eat che rappresenta un punto di riferimento per tutti gli amanti della cucina giapponese in Brianza.
In via Battisti 17 trovi Il Corazziere, ristorante aperto a pranzo e a cena tutti i giorni tranne il martedì. I menù sono realizzati con le verdure provenienti dall’azienda agricola della proprietà, e variano in base alla stagionalità degli ingredienti.
Come arrivare a Merone
Come arrivare a Merone in auto? Provenendo da Milano devi percorrere la SS 36 e uscire a Molteno / Merone. Rimanendo sulla destra per restare su via Mazzini, all’incrocio con via Consolini devi girare a sinistra e attraversare il cavalcavia sopra la SS 36. Quindi gira a destra in via don Luigi Monza, vale a dire la SP 47, che ti conduce fino a Merone.
Se arrivi da Como, devi percorrere la SP 342 e, a Tavernerio, seguire per Erba. A Erba, alla rotonda subito prima del Lambro, devi girare a destra e immetterti sulla SP 41.
Per arrivare a Merone in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina di via San Gerolamo Emiliani, servita dalla linea Milano-Canzo-Asso e dalla linea Como-Lecco. Ciò vuol dire che puoi raggiungere il paese direttamente da Cesano Maderno, da Seveso, da Meda, da Cabiate, da Mariano Comense, da Carugo, da Arosio, da Inverigo, da Lambrugo, da Erba, da Ponte Lambro, da Caslino d’Erba o da Canzo, ma anche da Civate, da Galbiate, da Oggiono, da Molteno, da Rogeno, da Anzano del Parco, da Brenna o da Cantù.
A Merone, inoltre, c’è una seconda stazione, nella frazione di Moiana (in via Vespucci), a sua volta servita dalla linea Como-Lecco.
Per arrivare a Merone in bus, puoi sfruttare la linea C91, che passa da Erba, Monguzzo, Lambrugo, Lurago d’Erba e Inverigo, o la linea C95, che passa da Erba, Rogeno e Bosisio Parini.
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A proposito di fonti: se vuoi conoscere in maniera più approfondita la storia di Merone, puoi leggere il volume Merone. La storia corre lungo il Lambro di Antonio Molteni, che mi è stato davvero utile per la redazione di questo post.