Che cosa vedere a Fino Mornasco? Nella città che vide sposarsi niente meno che Giuseppe Garibaldi puoi decidere di percorrere i sentieri della Valle dei Mulini per una gita a contatto con la natura, tra nuclei rurali storici e le rogge del Seveso. Non dimenticare di visitare, inoltre, Villa Mambretti e il suo meraviglioso parco.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Città di quasi 10mila abitanti della Brianza comasca, Fino Mornasco comprende le località di:
- Andrate;
- Briccoletta;
- Costa;
- Firenzuola;
- Mondello;
- Pazzea;
- Socco;
- Valle Mulini.
A Fino Mornasco nacque e fu battezzata Giuseppina Raimondi, seconda moglie di Giuseppe Garibaldi, ripudiata dall’Eroe dei Due Mondi subito dopo le nozze a causa di un presunto tradimento.
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Qui, inoltre, ha trascorso gli anni della propria gioventù Stefano Casiraghi, marito della principessa Carolina di Monaco morto nel 1990 a causa di un incidente avvenuto durante i campionati del mondo offshore a Montecarlo.
Che cosa fare a Fino Mornasco: i monumenti da vedere
Vuoi sapere che cosa vedere a Fino Mornasco? Ti consiglio di iniziare la tua passeggiata in paese nella frazione di Socco, in via Don Angelo Sassi: di fianco al civico 25 puoi osservare la settecentesca Chiesa di Santa Maria Immacolata. Fondata nel ‘500, fu rifatta a metà del XVIII secolo.
Le nicchie della facciata accolgono quattro statue:
- in alto a sinistra San Giuseppe;
- in alto a destra Sant’Antonio;
- in basso a destra San Biagio;
- in basso a sinistra il Beato Giovanni Battista Scalabrini.
San Biagio è rappresentato, secondo l’iconografia tradizionale, con in mano un pettine di ferro, a ricordo dello strumento utilizzato per la sua tortura. Si narra, infatti, che Biagio – ai tempi della persecuzione di Licinio – sia stato legato a un legno e torturato dai suoi carcerieri con pettini di ferro usati per stracciargli la carne.
Giovanni Battista Scalabrini, invece, è stato un vescovo, fondatore della congregazione del missionari e delle suore di San Carlo Borromeo. Nativo proprio di Fino Mornasco, nel 1997 è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II.
All’interno della chiesa, dietro l’altare maggiore puoi ammirare un quadro del 1764 che raffigura la Madonna con le Sante Liberata e Faustina. Realizzato dal pittore svizzero Alessandro Valdani, giunse nella chiesa di Socco dal Convento di Santa Margherita di Como, a cui un tempo apparteneva questo territorio.
Le pareti laterali della Cappella della Madonna Immacolata riportano due affreschi, realizzati negli anni Sessanta del secolo scorso, che rappresentano le apparizioni della Vergine a Fatima e a Lourdes.
Accanto alla chiesa sorge una cappella, detta dell’Ossario, risalente agli inizi del Seicento. Per due secoli fu adibita a ossario, appunto, prima che i cimiteri fossero trasferiti al di fuori dei centri abitati per effetto dell’editto napoleonico di Saint-Cloud del 1804.
Lasciandoti la chiesa sulla destra, incamminati lungo via Sassi; superando la rotonda di piazza Concordia, giungerai all’incrocio tra via Marconi e via I Maggio, dove trovi una statua che raffigura il Sacro Cuore di Gesù.
Ora imbocca via I Maggio e percorrila fino in fondo: allo stop gira a sinistra in via Garibaldi e vai dritto fino alla prima traversa a sinistra, via Isacco. Entra in questa strada e, all’incrocio con via Innocenzo XI, vedrai sulla tua destra l’ingresso di Villa Raimondi Odescalchi, dimora padronale in stile neoclassico in cui si sposò Garibaldi. Nel XVII secolo fu la residenza di Benedetto Odescalchi, destinato a diventare papa con il nome di Innocenzo XI. La facciata neoclassica è frutto del progetto di Simone Cantoni.
Il complesso, all’interno di un parco che sfiora i 50mila metri quadri, include una torretta, una ghiacciaia, una cappellina e un tempio dell’amore.
Ritornato su via Garibaldi, costeggerai il parco e all’incrocio con via Raimondi ti imbatterai in una torre merlata che fa parte del complesso di Villa Raimondi Odescalchi. Puoi riconoscere lo stemma della famiglia Raimondi (un leone rampante in bassorilievo) e lo stemma della famiglia Odescalchi: un’aquila nera a due teste, le chiavi pontificie con il gonfalone papale, una corona con una crocetta in oro e il mantello rosso con corde d’oro e risvolti di ermellino.
Continua la tua passeggiata in via Garibaldi fino a incrociare sulla tua destra, in piazza Odescalchi, la Chiesa di Santo Stefano, risalente alla prima metà del secolo scorso. Al suo interno puoi ammirare un affresco cinquecentesco che ritrae il santo, realizzato dal pittore Giovanni Andrea De Magistris.
Ora puoi continuare a passeggiare in via Garibaldi: qui c’è, al civico 78, Villa Mambretti, risalente all’inizio del secolo scorso e progettata da Federico Frigerio, l’architetto del Tempio Voltiano di Como. Costruita in stile eclettico, è caratterizzata sul fronte principale da un portichetto a tre arcate su colonne, mentre la fascia sottogronda è decorata con motivi mitologici. Oggi i suoi locali accolgono il municipio, mentre il giardino esterno è stato adibito a parco pubblico.
Davanti alla villa puoi notare due statue di gusto neoclassico su piedistalli. Una raffigura la dea della caccia Diana, con le frecce nella faretra; al suo fianco il cane a lei sacro.
L’altra statua rappresenta una Musa (forse Clio, la Musa della Storia), con in mano una pergamena.
Pochi metri più in là, sempre all’interno del parco, ecco una macina che è stata utilizzata tra il 1910 e il 1960 per la produzione di olio dai semi di mais, di lino e di colza.
Ora ritorna in piazza Odescalchi e da qui imbocca via Brera: andando sempre dritto, proseguirai lungo via Raimondi, e poi tenendo la destra in via Valle Mulini. D’ora in poi, fai molta attenzione: purtroppo via Valle Mulini è una strada provinciale senza marciapiede né pista ciclabile, quindi procedi con la massima cautela. Arrivato allo stop vai a destra, e poi prendi la prima traversa sulla sinistra: è via Pazzea, dove puoi ammirare Cascina Pazzea. Costruita nel Quattrocento, è un palazzo residenziale di epoca medievale; vista la sua collocazione rurale, in passato la cascina era dotata anche di mulini.
Ritornato su via Valle Mulini, prosegui fino alla rotonda e gira a sinistra; quindi vai dritto e alla rotonda successiva svolta di nuovo a sinistra per imboccare via Liguria. Andando dritto, ti imbatterai sulla tua destra nella struttura bianca della Chiesa di San Bartolomeo di Andrate, in via Andrate Vecchia. Impreziosita da un campanile a 3 campane (3 come le virtù teologali), la chiesa ha una pianta quadrata ed è circondata da un grande arco circolare.
La devozione di Andrate verso San Bartolomeo è dovuta alla presenza nella frazione, da ormai diversi decenni, di una nutrita comunità calabrese proveniente da Giffone, località in provincia di Reggio Calabria il cui patrono è, appunto, San Bartolomeo Apostolo. All’interno della chiesa è presente una reliquia del santo: un frammento osseo in un ostensorio d’argento. La reliquia fu donata alla comunità di Andrate nel 1991 dall’arcivescovo di Benevento, mons. Carlo Minchiatti.
Accanto, ecco una statua in legno che raffigura San Bartolomeo, realizzata nel 1972 dallo scultore Pio Panizza. Secondo la tradizione, il santo venne ucciso trucemente, scuoiato vivo e decapitato: la statua, come molta iconografia tradizionale, lo ritrae con in mano un coltello mentre mostra la pelle di cui lo hanno privato i suoi assassini, con la sofferenza a deformarne i lineamenti del volto.
Che cosa fare a Fino Mornasco: gli itinerari naturalistici
Parte del territorio del paese rientra nel Parco delle Groane. Per scoprire che cosa vedere a Fino Mornasco nella natura potresti seguire il corso del Seveso, nella Valle dei Mulini, fino a raggiungere lo specchio d’acqua del Sassetto e la cascata omonima.
Dove mangiare a Fino Mornasco
Sei curioso di capire dove mangiare a Fino Mornasco? Un’ottima scelta è Il Casottino di via Dogana 10 (Valle dei Mulini), chiuso il lunedì tutto il giorno e il martedì a pranzo. Il locale include un parcheggio custodito e un grande parco giochi all’aperto.
Uno dei migliori ristoranti di Fino Mornasco è Cascina La Costa, con carni alla griglia, menù di mare e pizze: si trova in via Costa 2 e prevede anche menù a prezzo fisso dall’antipasto al dessert.
Volendo pranzare o cenare in una pizzeria a Fino Mornasco, invece, puoi scegliere Real Pizza, in via Garibaldi 176, che presenta un terrazzo esterno e permette di usufruire del servizio di asporto.
Via Garibaldi ospita, al civico 169, anche un’eccellente gastronomia che propone cucina siciliana in Brianza: è la rosticceria Da Maria.
In via Garibaldi 81 c’è un altro locale dove mangiare a Fino Mornasco: si tratta di Grano Salis.
Toyo Sushi, in via Nazario Sauro 1, è la location che fa per te se hai voglia di mangiare sushi a Fino Mornasco: aperto tutti i giorni a cena e dal mercoledì alla domenica anche a pranzo, propone menù fisso serale a 26.90 euro.
Tornando alle pizzerie di Fino Mornasco, a offrire il servizio d’asporto è anche Pizza Inferno, in via Risorgimento 27.
Il Trekking Point di via Vivaldi 7 è una delle location dove mangiare le lumache in Brianza, e propone menù da 30 o 35 euro.
Nel novero dei migliori agriturismi in Brianza merita di essere incluso anche Il Nespolo del Nonno di via Andrate Vecchia, il cui menù include carne di produzione propria e pasta fatta in casa.
Infine, una trattoria in Brianza da non perdere è La Cantina di via Trieste 2, con piatti tipici e cucina casalinga: non di rado vengono organizzate serate a tema con specialità culinarie o karaoke e show musicali.
Come arrivare a Fino Mornasco
Come arrivare a Fino Mornasco in auto? Provenendo da Milano, devi percorrere l’Autostrada A8 e, dopo lo svincolo di Lainate, imboccare l’Autostrada A9; una volta superata l’area di servizio Lario, c’è l’uscita per Fino Mornasco.
Provenendo da Como, ti basta percorrere la SP 35 (per esempio da via Pasquale Paoli) e giungerai a destinazione.
Per arrivare a Fino Mornasco in treno puoi fare riferimento alla stazione cittadina, servita dalla linea Saronno-Como e collegata, tra l’altro, con Rovello Porro, Rovellasca, Lomazzo, Caslino al Piano, Cadorago e Luisago. In alternativa puoi sfruttare anche la stazione di Cucciago, che è più vicina alla Valle dei Mulini e ad Andrate: è servita dalla linea suburbana S11 ed è collegata, tra l’altro, con Cantù, Lentate sul Seveso, Seregno, Desio, Lissone e Monza.
Per arrivare a Fino Mornasco in autobus, puoi affidarti alla linea C60, che ferma Como, Luisago, Vertemate con Minoprio, Cermenate, Lazzate e Misinto. Il bus C85, invece, collega la città con Vertemate con Minoprio, Cucciago e Cantù. Il pullman C62, infine, permette di arrivare a Fino Mornasco partendo (tra l’altro) da Como, Luisago, Cassina Rizzardi, Guanzate o Mozzate.
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Infine, ci tengo a segnalarti un libro che mi ha fornito preziose informazioni per la stesura di questo post: si chiama Socho – Religiosità e vita di un borgo antico, di Marina Ferrari ed Enrico Orsenigo.