Che cosa fare a Canzo? Destinazione ideale per piacevoli escursioni in montagna in Lombardia in primavera e nel resto dell’anno, questo paese della Brianza comasca in realtà rivela location splendide e fantastiche sorprese anche per chi non ha troppa voglia di scarpinare: ecco, allora, Villa ex Magni Rizzoli, il Teatro Sociale e… molto altro ancora.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Paese di circa 5mila abitanti della Brianza comasca, Canzo è il capoluogo della Comunità Montana del Triangolo Lariano. Il suo territorio rientra nell’Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei.
Canzo è il comune più settentrionale della Brianza ed è il paese di origine di Filippo Turati, uno dei fondatori del Partito Socialista Italiano, e di Viola Valentino, la cantante di Comprami.
Presso la stazione di Canzo-Asso di piazza Verza 3 sono state girate alcune scene del film del 1982 Bingo Bongo, con protagonista Adriano Celentano.
E questa non è l’unica tra le location cinematografiche in Brianza che puoi trovare a Canzo, come scoprirai leggendo le prossime righe.
Che cosa fare a Canzo: i monumenti da vedere
Hai voglia di sapere che cosa vedere a Canzo? Il mio consiglio è di iniziare il tour del paese da Villa Meda, al civico 40 di via Meda: si trova sul fianco destro del torrente Ravella e fu realizzata su progetto di Simone Cantoni. Oltre ai soffitti a cassettoni decorati e alle volte affrescate, puoi ammirare al suo interno la cappella oratorio con la volta ottagonale in legno e il colonnato centrale in pietra. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, l’edificio venne usato come caserma ospitando le SS italiane che erano state arruolate nelle carceri di Milano.
Lasciandoti la villa sulla sinistra, percorri via Meda per poi girare a sinistra in via San Francesco: prosegui fino ad arrivare all’incrocio con via Caravaggio. Qui, in piazzetta San Francesco, c’è la Chiesa di San Francesco e Beato Miro, un edificio in stile barocco che si affaccia su un sagrato in porfido. Entrando, puoi notare sul lato sinistro la cappella con il simulacro di San Miro, eremita francescano vissuto nel Trecento e nato proprio a Canzo: non a caso, la chiesa è detta anche Gésa da San Mirètt.
Ritornato all’incrocio tra via Meda e via San Francesco, gira a sinistra in via Mornerino e prosegui poi in via Risorgimento: qui tra il civico 4 e il civico 6 merita di essere notato il dipinto Il commiato di San Miro da Canzo, realizzato nel 1981 da Walter Cremonini. Si racconta che proprio in questo punto San Miro avrebbe compiuto un miracolo garantendo l’approvvigionamento di acqua in un periodo di forte siccità, salutando la popolazione locale per poi recarsi in Alto Lago: l’episodio è commemorato da una lapide.
Lasciandoti la fontana sulla destra, continua a camminare in via Risorgimento fino ad arrivare ti ritrovi in piazza Garibaldi: la chiamano Piaza dal Munümént perché qui c’è il Monumento ai Caduti del paese. Realizzato negli anni ’20 del secolo scorso in memoria dei caduti della Grande Guerra, è stato poi aggiornato con i nomi dei canzesi morti anche nella Seconda Guerra Mondiale. Meritano di essere viste, in particolare, le sculture decorative di Giovanni Avogadri.
Proprio accanto al Monumento ai Caduti, in via Volta 2 sorge il Teatro Sociale. L’edificio fu costruito nel 1830 su progetto di Gaetano Besia, architetto che si occupò anche della Chiesa di Sant’Agata a Ornago e dell’Aia di Verderio. Il sipario fu ideato, invece, da Alessandro Sanquirico, scenografo della Scala di Milano.
Ora fai marcia indietro e, lasciandoti il Teatro Sociale alle spalle, supera piazza Garibaldi per immetterti in via Mazzini: qui al civico 28 c’è Palazzo Tentorio, oggi sede del municipio. L’edificio deve il proprio nome alla famiglia Tentorio, che ne fu proprietaria tra il 1706 e il 1828, quando fu acquistato dai Gavazzi, famiglia celebre nel settore dell’industria della seta.
Proseguendo lungo via Mazzini, vai dritto fino a quando vedrai, alla tua destra, la Chiesa di Santo Stefano Protomartire in via della Chiesa. Costruita nella prima metà del XVIII secolo, è conosciuta come Gésa granda; all’interno accoglie statue in marmo di San Bernardo, di Sant’Antonio Abate e della Vergine realizzate da Elia Vincenzo Buzzi (di cui puoi ammirare anche il busto di San Paolo nella Chiesa di Santa Maria al Carrobiolo a Monza), oltre ai quadri murali ottocenteschi di David Beghè.
Accanto alla chiesa, sempre in via Chiesa, ecco il porticato del mercato: sei arcate a tutto sesto per una struttura progettata in stile neoclassico da Giuseppe Bovara. Sulle pareti esterne si possono notare ancora adesso gli anelli che in passato venivano impiegati per tenere legati gli animali il giorno della fiera del bestiame, che si svolgeva ogni anno il 27 dicembre.
Se vai oltre il porticato, all’incrocio tra via Chiesa e via Risorgimento trovi la casa natale di Filippo Turati. Al civico 1 di via Risorgimento lo ricorda una targa: In questa casa nell’anno 1857 nacque FILIPPO TURATI grande maestro del socialismo italiano.
Ritornato all’incrocio tra via della Chiesa e via Mazzini, puoi incamminarti lungo via Verza e arrivare fino al civico 23: qui c’è l’ingresso di Villa ex Magni Rizzoli, costruita tra il 1903 e il 1906 su progetto di Pietro Fenoglio, architetto ritenuto tra i più importanti esponenti del liberty nel nostro Paese. Realizzato in uno stile fantasioso neomedievale, l’edificio ospita affreschi di Silvio Bicchi e Achille Beltrame (noto per essere l’autore delle copertine de La Domenica del Corriere).
La villa fu realizzata per volere dell’imprenditore Magno Magni ed è circondata da un parco secolare comprende un anfiteatro, un piccolo oratorio e la Fontana delle Vittorie. Se sei un appassionato di turismo cinematografico in Brianza, ti potrà interessare sapere che qui è stato girato il film Il caso “Venere privata”, con Claudio Gora, Raffaella Carrà e Bruno Cremer.
Proseguendo la tua passeggiata in via Verza, al civico 82 trovi un’altra risposta alla domanda “che cosa vedere a Canzo?”: è Villa Verza, complesso che all’inizio del XIX secolo comprendeva una casa colonica, un mulino da farina e una filanda che occupava più di mille lavoratori. Nel 1820 l’edificio fu ristrutturato su progetto di Giuseppe Bovara; nel Novecento, invece, una parte della struttura fu acquistata dal pittore Salvatore Fiume (artista le cui opere sono esposte al Moma di New York e all’Ermitage di San Pietroburgo), che qui stabilì il suo studio, in quella parte della vecchia filanda che conserva ancora oggi l’antica ciminiera in mattoni.
Che cosa fare a Canzo: gli itinerari naturalistici
Se vuoi sapere che cosa vedere a Canzo oltre a monumenti ed edifici storici, puoi puntare senza dubbio sul lago del Segrino: per raggiungerlo ti basta andare all’incrocio tra via Volta e via Segrino.
Il lago del Segrino è uno dei posti dove fare il bagno al lago in Lombardia, come ti spiego nell’approfondimento che puoi leggere qui sotto.
Canzo, inoltre, è una meta ideale per le gite in montagna in Lombardia: ti segnalo i principali sentieri verso le cime circostanti.
Il sentiero 1 parte dalle Fonti di Gajum (puoi lasciare la macchina nel parcheggio di via Gajum 33) e passa da Prim’Alpe, dai ruderi di Second’Alpe e da Terz’Alpe, dove è presente il rifugio omonimo. Da qui, volendo, puoi risalire a sinistra una scarpata ripida per arrivare al sentiero pianeggiante che conduce al rifugio di Pianezzo.
Subito dopo la fontana di Prim’Alpe inizia il sentiero “Lo Spirito del Bosco”, che conduce a Terz’Alpe attraverso un corridoio di tronchi scolpiti con le fattezze di animali e simpatici personaggi. Tornanti e scalette rendono agevoli i pochi strappi presenti.
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Sul lato destro del sentiero 1, lungo la dorsale di Costa Bella che si inerpica per un ghiaione detritico, trovi l’attacco della Via del Venticinquennale, cioè la Via Ferrata sul Corno Occidentale. A tua disposizione ci sono corde d’acciaio e catene, mentre più o meno a metà del percorso è presente una scala di ferro verticale che agevola la risalita del tratto più strapiombante.
Il sentiero 2 dalle Fonti di Gajum ti consente di imboccare il percorso geologico Giorgio Achermann, che affianca il torrente Ravella, per raggiungere il Santuario di San Miro al Monte. Situato in una posizione rialzata e circondato da pendii scoscesi, il santuario fu costruito tra il 1643 e il 1660 là dove – si dice – quasi tre secoli prima si trovava l’eremo del santo, che lì aveva trascorso la propria esistenza in preghiera e solitudine.
Proseguendo dopo aver superato uno stretto ponte in legno puoi prendere il sentiero che conduce nella parte alta della Val Ravella. Quindi, attraversato un nuovo ponte, puoi raggiungere la Terz’Alpe.
Il sentiero 3 parte dalla Chiesa di San Francesco: dirigendoti verso le Fonti di Gajum, una volta giunto al Lazzaretto devi prendere sulla destra una via selciata che conduce alla riva del torrente Pesora. Da qui puoi continuare verso al Monte Pesora, l’anticima occidentale del Cornizzolo.
Dopo aver superato il corso d’acqua puoi anche lasciare il sentiero 3 per seguire il Sentierone, tra boschi di frassini e carpini: dopo poco potrai godere del panorama del lago del Segrino, ed eventualmente ricongiungerti al sentiero 3 in seguito.
Un’altra splendida veduta del lago del Segrino ti viene regalata dal sentiero di Budracch, che inizia in via Verdi, oltre la Cappella della Madonna di Caravaggio. Il sentiero è inizialmente pianeggiante per poi salire di quota, tra castagni e ciliegi. Volendo, hai l’opportunità di raggiungere la riva del lago grazie a una comoda scalinata.
Da via Achille Grandi imbocchi il sentiero di Scioscia: anche in questo caso non perderti la splendida panoramica sul lago, tra frassini e castagni. A circa 600 metri di altitudine puoi scegliere se tornare indietro, prendendo la strada del bivio a sinistra, o se salire ancora, andando a destra.
L’itinerario più diretto che da Canzo ti consente di raggiungere i Corni, comunque, è il Sentiero 5: dalle Fonti di Gajum arrivi a Prim’Alpe per poi proseguire verso Terz’Alpe. Dopo aver superato un ruscello svolti a sinistra ed esci alla Colletta dei Corni.
Il sentiero 6 ti porta al Santuario di San Miro al Monte: da qui risali la valle seguendo il solco del torrente e dopo aver attraversato una pineta arrivi a un bivio in cui devi andare a sinistra. A questo punto, una serie di tornanti ti porta alla Terz’Alpe.
Il sentiero 7 inizia alle Fonti di Gajum e continua lungo la carrareccia selciata sulla destra grazie a cui puoi accedere alla Val Ravella. Seguendo l’itinerario giungi nella valletta tra il Cornizzolo e il Ceppo dell’Angua; continuando, raggiungi il rifugio Marisa Consiglieri.
Dalla località Castello (in particolare da via De Gasperi) parte il sentiero Spaccasassi, che attraversa i terrazzamenti costituiti da muri a secco che in passato venivano impiegati per la coltivazione della vite. Proseguendo incroci il masso erratico del Sass de la Prea, prima di attraversare la Colletta dei Corni.
Sempre dalla zona del Castello inizia il sentiero del Repossino, che in corrispondenza di Prim’Alpe ti consente di scoprire un itinerario botanico ad anello lungo un chilometro, con oltre 50 specie vegetali, tra arbusti e alberi, identificate da targhette.
Infine, un consiglio: se non trovi posto nei parcheggi di via Gajum, puoi fare riferimento all’area di piazza Giovanni XXIII vicino al cimitero.
Dove mangiare a Canzo
La Sorgente è il posto dove mangiare a Canzo piatti come le tagliatelle ai funghi, le pappardelle al sugo di cinghiale e il brasato di cinghiale con polenta. Il ristorante si trova in via Gajum 36 ed è chiuso il mercoledì.
Una pizzeria di Canzo che puoi provare è Green Six Sport e Pizza, in piazzale Papa Giovanni XXIII 2: è aperta tutti i giorni a pranzo e a cena.
Canzo è la destinazione che fa per te anche se sei in cerca di agriturismi in Brianza: in via per le Alpi 13, per esempio, c’è il Rifugio Terz’Alpe Agriturismo La Fattoria. Il rifugio è aperto per pranzo tutti i giorni nel periodo estivo (da dicembre a febbraio solo il mercoledì, il sabato e la domenica); la prenotazione è indispensabile.
Se vuoi conoscere altri agriturismi in Brianza che meritano di essere provati, invece, ti basta cliccare sul post qui sotto.
Come arrivare a Canzo
Come arrivare a Canzo in auto? Provenendo da Milano devi percorrere la SS 36 fino allo svincolo di Cesana / Annone / Suello / Oggiono / Galbiate. All’uscita della superstrada devi svoltare a sinistra per procedere lungo la SP 49 in direzione Cesana Brianza; arrivato a una rotonda in cui non puoi più andare dritto, gira a sinistra lungo la SP 639 e vai dritto fino al Lago di Pusiano. A questo punto, gira a destra per prendere la SP 42 (via Martinelli) e, dopo aver superato il lago del Segrino, vai di nuovo a destra per immetterti sulla SP 41: quella è la strada che ti porterà a destinazione.
Provenendo da Lecco, prendi la SS 36 ed esci a Como / Erba; quindi continua lungo la SP 639.
Per arrivare a Canzo in treno puoi fare riferimento alle due stazioni cittadine, servite dalla linea Milano-Canzo-Asso e collegate, tra l’altro, con Caslino d’Erba, Ponte Lambro, Erba, Merone, Lambrugo, Inverigo, Arosio, Carugo, Mariano Comense, Cabiate, Meda, Seveso e Cesano Maderno.
Per arrivare a Canzo in autobus puoi sfruttare la linea C49, che passa da Como, Lipomo, Tavernerio, Erba, Longone al Segrino, Eupilio e Asso.
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Se vuoi sapere che cos’è Viaggiare in Brianza e perché ho creato questo progetto, invece, puoi cliccare qui sotto.
Infine, mi sembra doveroso segnalarti che alcune delle informazioni che ho riportato in questo post sono state ricavate dal numero I del 2014 della rivista Natura e Civiltà curata dal Gruppo Naturalistico della Brianza: ti consiglio di visitare il sito dell’associazione, che merita il supporto di tutti!
La Trattoria del Segrino si è spostata e si chiama Villa Nasti, la Zuppiera e Eden non ci sono più; però ha riaperto il Merican come Isola dei Sapori. Gajum ed il centro non sono più accessibili in auto nei festivi, dal 1 aprile al 31 ottobre, dalle 630 alle 1830, vige la ZTL. Si parcheggia al parcheggio del cimitero-mercato.
Grazie, ho aggiornato le informazioni.