Che cosa fare a Capiago Intimiano? Se sei alla ricerca di qualche idea per organizzare una gita in Brianza con i bambini, i suggerimenti che trovi nelle prossime righe fanno al caso tuo: hai l’occasione per scoprire un paese poco noto, ricco di splendidi edifici da vedere e con sentieri immersi nel verde dei boschi.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Paese di poco più di 5mila abitanti della Brianza comasca, Capiago Intimiano si trova sulle colline a sud est di Como. Il comune è nato nel 1928 dalla fusione di due paesi: Capiago e Intimiano, appunto.
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Nel cimitero di Intimiano in via per Montorfano sono state effettuate alcune riprese di Sessomatto, uno dei tanti film girati in Brianza: la pellicola, diretta da Dino Risi, ha come protagonisti Giancarlo Giannini e Laura Antonelli.
Curiosità: dal punto di vista della liturgia cattolica, Capiago è di rito romano, perché fa parte della diocesi di Como, mentre Intimiano è di rito ambrosiano, perché fa parte dell’arcidiocesi di Milano.
Che cosa fare a Capiago Intimiano: i monumenti da vedere
Sei curioso di sapere che cosa vedere a Capiago Intimiano? Ti consiglio di iniziare il tuo tour del paese da via Castelletto: tra i civici 4 e 12 si trova, appunto, il Castelletto. Il suo cortile accoglie ancora un pergolato: fino agli anni ’50 tutti gli edifici del Castelletto ne avevano uno per l’uva americana. In passato erano presenti anche un torchio per l’uva, un forno per il pane e ul carlun, un mulino per pre-macinare il mais.
Sotto il portico, è visibile un dipinto della Madonna di Caravaggio.
Da qui, tenendo i civici dispari sulla tua destra, raggiungi l’incrocio e gira a sinistra; vai dritto, proseguendo in via Roma e in via Umberto I, per poi prendere la prima strada a destra, via Mirasole, in fondo alla quale al civico 9 potrai ammirare Cascina Mirasole. La corte è abitata dal 1900, e deve il proprio nome al fatto che da qui è possibile scorgere facilmente sia l’alba che il tramonto, vista la posizione su un’altura. Qui un tempo veniva portato il latte prodotto nelle cascine del paese; una volta misurato e controllato, lo si portava a Senna Comasco per la lavorazione.
Ritornato all’inizio di via Mirasole, gira a destra in via Umberto I: subito alla tua destra troverai il lavatoio di Capiago. Costruito più di 200 anni fa (nel 1819), presenta una vasca divisa in due parti: in quella grande la biancheria veniva insaponata e lavata, mentre in quella piccola veniva risciacquata. Le panche in pietra servivano ad appoggiare le ceste con il bucato.
Proseguendo la tua passeggiata in via Umberto I, arriverai alla Curt da Baldinoo al civico 21. Il suo nome deriva probabilmente dalla città svizzera di Baden, località di origine della prima famiglia che visse qui; di certo si sa che la corte è abitata dall’inizio del XIX secolo. Un tempo, oltre alle stalle erano presenti un abbeveratoio, una cantina, un forno e una pira, cioè un enorme sasso scavato dove venivano schiacciate le patate destinate a nutrire i maiali.
Superata piazza Mazzini, continuando a passeggiare in via Umberto I vedrai alla tua destra la scritta “Molti nemici molto onore”, frase attribuita a Benito Mussolini: anche questa è una testimonianza storica preziosa.
Quindi, sempre sulla tua destra, al civico 17 di via Umberto I ecco la Curt da Damit. La corte fu costruita agli inizi del XIX secolo, e da qui partivano cunicoli sotterranei che permettevano di raggiungere altre tenute del paese. Questo era il luogo in cui venivano pesati i bozzoli dei bachi da seta e in cui veniva raccolto e trebbiato il grano.
Alla tua sinistra c’è, invece, la Curt da Firipp, al civico 6 di via Umberto I. Meritano di essere visti gli affreschi sulle pareti esterne: alcuni raffigurano vecchi scorci di Capiago, mentre altri sono ritratti di santi.
Si riconoscono, tra gli altri, Santa Cecilia e Santo Stefano. Cecilia era una nobile romana convertita al cristianesimo: fu condannata a morte per decapitazione, divenendo martire, e oggi è considerata patrona della musica e dei cantanti. Stefano, invece, morì per lapidazione, come puoi intuire dalle pietre presenti nell’affresco: è venerato come protomartire, essendo stato il primo cristiano a sacrificare la propria vita pur di testimoniare la fede.
Proprio di fronte all’ingresso della Curt da Firipp puoi imboccare via Belvedere. Arrivi così, all’incrocio tra strada delle Fontane e via al Riscio, dove sorge la Curt da Maghit. Occupata nel XVII secolo da alcuni monaci, era originariamente un monastero prima di essere abitata da contadini.
Ora puoi salire lungo via al Riscio: sulla tua sinistra ti imbatterai in un’edicola sacra dedicata alla Madonna di Caravaggio.
Arrivato al civico 27 di via al Riscio, scoprirai Cascina Mara, conosciuta anche come Crotto dei Cacciatori: i piatti tipici, infatti, erano polenta e cacciagione. La cascina risale ai primi anni del Novecento, esempio caratteristico di architettura lombarda.
Ritornato in via Umberto I davanti alla Curt da Firipp, lasciati l’ingresso della corte sulla sinistra per girare a sinistra in via alla Chiesa e ammirare un altro affresco, che raffigura la Natività.
Arrivi, così, in piazza della Chiesa, dove trovi un pannello che ti aiuterà a conoscere i luoghi storici di Capiago.
Accanto, in piazza della Chiesa 1, c’è la Cascina degli Ursenigh, abitata sin dal XVII secolo: si chiama così perché i primi residenti erano originari di Orsenigo, appunto. La corte è così piccola che in passato la trebbiatrice non riusciva a entrare: così il grano veniva trebbiato direttamente nella piazza della Chiesa.
Se piazza della Chiesa si chiama così è perché qui puoi scoprire la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, edificio con pianta a croce latina che accoglie all’interno superfici interamente affrescate. Merita di essere notato, sopra l’arco della quinta campata, il medaglione delimitato da statue di due angeli. Da ammirare anche la pala d’altare dell’altare maggiore.
Di fronte, ecco la Palazzina San Luigi Guanella.
Lasciandoti la chiesa alla tua sinistra, percorri viale Rimembranze e poi gira a sinistra in via Serenza: da qui vai sempre dritto fino alla terza traversa a sinistra, via Salvadera, dove al civico 2 sorge Villa Castelli.
Alla tua sinistra, invece, noterai la meravigliosa e antica Cascina Salvadera.
Ritornato in via Serenza, prosegui fino all’incrocio successivo a gira a destra in via Vittorio Emanuele: dopo pochi metri vedrai, alla tua destra, la Chiesa di San Leonardo, nel piazzale Paolo VI.
Il sagrato della chiesa ospita una statua di Ariberto da Intimiano, arcivescovo di Milano nell’XI secolo e originario proprio di Intimiano. Ariberto fu, tra l’altro, custode della Chiesa di San Vincenzo di Galliano a Cantù, per la quale commissionò un ciclo di affreschi.
Di fronte alla Chiesa di San Leonardo, inoltre, è presente una serie di quattro murales.
Il primo, intitolato Ratitt e Buitt, racconta il campanilismo tra Capiago e Intimiano: prima che i due paesi venissero uniti nel 1928, il confine che li separava si trovava proprio in corrispondenza dell’attuale piazzale della chiesa. Ecco, quindi, la raffigurazione (realizzata dalla pittrice Giusi Valente) tra i buoi di Capiago e i topi di Intimiano.
Ti parlo in maniera più approfondita di Ratitt e Buitt (ma anche di altri murales in Brianza) nel post qui sotto.
Il secondo murale della piazza (La trebbiatura) rappresenta il momento della trebbiatura, ed è opera di Monica Latorraca e Nicola Facciuto. Nel dipinto si può notare la cosiddetta macchina del Batt, cioè la trebbiatrice di colore rosso che in passato passava per le cascine del paese.
Il terzo murale, realizzato da Olga Bellocco e Angela Molteni, è intitolato La bachicoltura.
Infine, il quarto murale si intitola Il roccolo, ed è stato creato da Stefano Gaffuri. In passato, nei boschi dei dintorni c’era oltre una decina di roccoli, che permettevano di catturare gli uccelli destinati alla tavola.
Accanto alla teoria di murales, su una cabina dismessa dell’Enel puoi osservare un affresco che riproduce il Carroccio, che fu inventato proprio da Ariberto da Intimiano. Si trattava di un carro trainato da buoi con una croce e un altare, presente sui campi di battaglia: da qui veniva celebrata la messa mentre i soldati si sfidavano.
Dalla chiesa, raggiungi la rotonda e gira a sinistra in corso Ariberto, per poi svoltare a destra in via del Carroccio: qui prendi la prima stradina sulla sinistra per raggiungere, al civico 3, l’ex Castello di Ariberto, che oggi ospita i locali della biblioteca cittadina. Come vedi, è un castello di nome, ma non di fatto: si tratta, invece, di una villa sette-ottocentesca, abitata in passato dalle famiglie Luraschi, Tatti e Consonni. Negli anni ’20 del Novecento il complesso fu acquistato dallo scrittore Guido da Verona, che qui visse con la compagna, la ballerina Elena Bulavintzeva.
Ritornato all’incrocio tra via del Carroccio e corso Ariberto, gira a destra e poi prendi la prima strada a destra, via Montecastello: dopo pochi metri sulla tua destra, all’incrocio con via Don Santini, troverai la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
Ora continua lungo via Montecastello e vai dritto proseguendo in via Garibaldi, al termine della quale girerai a sinistra in via per Senna; da qui prendi la prima traversa sulla destra, via Roncaccio. Al civico 10 puoi vedere Villa Soave, abitata dal noto architetto e costruttore Bruno De Mico fino alla sua morte.
Ritornato all’incrocio tra via Roncaccio e via per Senna, gira a destra e poi prendi la prima strada a destra, via Olmeda, che ti porta fino in via San Carlo: qui merita di essere ammirata da vicino la Chiesa di San Carlo.
Che cosa fare a Capiago Intimiano: gli itinerari naturalistici
Vorresti sapere che cosa vedere a Capiago Intimiano durante una passeggiata nella natura?
Di fronte alla Chiesa di San Carlo inizia il sentiero per Capiago.
Un’altra piacevole passeggiata è quella che parte da Strada delle Fontane, che ti porta verso il Campaccio.
Da via Mirasole, invece, puoi prendere il sentiero per il lago di Montorfano.
Dove mangiare a Capiago Intimiano
Nel novero dei locali dove mangiare a Capiago Intimiano ti segnalo la Trattoria Pizzeria Stilo, in via Canturina 5.
Il Pashà, invece, è un ristorante pizzeria di Capiago Intimiano che offre il servizio d’asporto: è in via Umberto I 1 ed è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena. Ogni pizza può essere richiesta anche con l’impasto senza glutine.
Un’altra ottima pizzeria a Capiago Intimiano è Marialia, in via Bossi 1.
Se cerchi un locale dove fare aperitivo in Brianza, invece, puoi recarti da Lilli e il Vagabondo, in via Serenza 92.
In alternativa, anche il Bar Frigerio è una location per un apericena in Brianza: è in piazza San Pietro 4.
Ti consiglio di provare, poi, il Ristorante Da Rosa, in via Fiume 19 (chiuso il lunedì): trovi specialità di pesce e pizze, anche senza glutine.
Come arrivare a Capiago Intimiano
Come arrivare a Capiago Intimiano in auto? Provenendo da Milano devi percorrere l’Autostrada A8 in direzione Varese/Como/Chiasso e prendere l’uscita A9 per Como/Chiasso; quindi prosegui sull’autostrada fino all’uscita A59 e imbocca la A59 (la Tangenziale di Como). Vai sempre dritto: supera una rotonda e subito dopo gira a sinistra in via alla Guzza; all’incrocio successivo vai a destra in via Acquanera. Alla rotatoria che incrocia via Canturina gira a destra, poi segui le indicazioni che trovi sulla strada.
Provenendo da Como, devi andare in via Mirabello e imboccare la SP 28: quella è la strada che ti condurrà a destinazione.
A Capiago Intimiano non ci sono stazioni ferroviarie. Per arrivare a Capiago Intimiano in treno devi fare riferimento alla stazione di Cantù, servita dalla linea ferroviaria Como-Lecco e collegata, tra l’altro, con Brenna, Anzano del Parco, Merone, Rogeno, Molteno, Oggiono, Galbiate, Civate e Valmadrera.
Per arrivare a Capiago Intimiano in autobus puoi sfruttare la linea C50, che passa da Como, Cucciago e Cantù, o la linea C52, che a sua volta collega il paese con Cantù e Como.
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Ti consiglio, infine, di visitare il sito dell’Associazione Il Gambero, che si occupa di difesa del territorio e ha sede proprio a Capiago Intimiano: sarà una bella scoperta.