Che cosa fare a Inverigo? Nel territorio che ha visto soggiornare – tra gli altri – Foscolo e Stendhal, puoi organizzare una gita in Brianza partendo dalla tenuta di Pomelasca (con la sua deliziosa chiesetta rossa) per arrivare fino alla curiosa Scalinata del Gigante, passando per Villa Crivelli o attraversando un suggestivo viale di cipressi.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Bagnata dalle acque del fiume Lambro, Inverigo fa parte della Brianza comasca ma confina con altre due province, quella di Lecco e quella di Monza e Brianza. Una parte del suo territorio comunale rientra nel Parco Regionale della Valle del Lambro.
Sono quattro le frazioni di Inverigo: oltre al capoluogo, Cremnago, Romanò Brianza e Villa Romanò. Ad esse si aggiungono le località di Guiano, Bigoncio, La Fornacetta e Santa Maria.
La città è stata scelta come set per le riprese della fiction di Raiuno Una grande famiglia, con Stefania Sandrelli e Alessandro Gassman.
Che cosa fare a Inverigo: i monumenti da vedere
Sei curioso di scoprire che cosa vedere a Inverigo? Potresti iniziare il tuo tour del paese dall’antica e rustica Cascina Ruspo, in via Trieste 22, proprio al confine con Lambrugo.
Ora percorri via Trieste lasciandoti la cascina sulla sinistra per poi girare a destra in via Sormani: ti ritrovi, così, nella splendida tenuta di Pomelasca, Andando sempre dritto, noterai nello spiazzo verde alla tua destra la chiesetta rossa di Pomelasca, una cappella gentilizia progettata da Ambrogio Annoni e realizzata nel 1952 in stile romanico lombardo con mattoni rossi in cotto.
Se vuoi conoscere la storia della chiesetta di Pomelasca, puoi leggerla nel post qui sotto, che ti permette di scoprire tanti dettagli e curiosità su questa incantevole location.
Da qui puoi percorrere il sentiero che gira attorno a Villa Sormani, residenza nobiliare caratterizzata da una classica pianta a U e da una fisionomia in stile neoclassico. Affiancata da Cascina Teresa e Cascina Fulvia, la villa comprende un giardino all’inglese che accoglie numerose essenze rare.
Ritornando verso la chiesetta rossa, imbocca il viale alberato (via Alberto da Giussano) e percorrilo anche oltre il passaggio a livello. Vai sempre dritto fino a quando non puoi proseguire oltre, poi gira a sinistra in via Trento: all’incrocio con via Aristide Magni trovi l’ingresso ad arco che ti permette di entrare nel borgo di Santa Maria, con i suoi due grandi portici e la corte rettangolare.
Qui (e più precisamente in piazza Mercato) si trova il Santuario di Santa Maria della Noce, costruito a partire dal 1519: all’interno si possono ammirare opere di Antonio Campi, Francesco Crivelli e Gian Domenico Caresana.
La storia del Santuario di Santa Maria della Noce merita davvero di essere conosciuta nel dettaglio: se ti va di approfondirla, ti basta cliccare sul post qui sotto.
Uscito dall’altra parte, alla tua destra noterai il Viale dei Cipressi: si tratta di un corso alberato, fatto realizzare nel XVII secolo dai marchesi Crivelli, con una lunga scalinata in salita.
In cima alla scalinata ti ritrovi in via Crivelli, dove sorge il Castello di Inverigo, cioè Villa Crivelli: quello che un tempo era un castrum medievale fu trasformato in dimora aristocratica rurale, per poi diventare villa di delizia, con un porticato neoclassico disegnato da Leopoldo Pollack (lo stesso architetto di Villa Traversi a Meda).
Lasciandoti Villa Crivelli sulla destra, passerai – in via privata Crivelli – sotto il ponte di collegamento tra il corpo di guardia delle carceri feudali e l’edificio del Pretorio.
Questa palazzina, proprio all’incrocio tra via privata Crivelli e via Pretorio, presenta due monofore gotiche, una delle quali è impreziosita da formelle con putti che giocano con il tralcio di vite.
L’edificio ha ospitato il Pretorio feudale tra il 1777 e il 1797: esso comprendeva la casa del pretore, dell’attuaro (colui che istruiva i processi) e del bargello, cioè il comandante delle guardie. Non che di guardie ce ne fossero tante: appena tre fanti per controllare un territorio che andava da Varedo a Colle Brianza, da Castelmarte a Correzzana. È pur vero che ai tempi la criminalità era cosa rara (anche se i denuncianti avevano diritto a guadagnare un terzo delle confische e delle multe che contribuivano a far comminare).
Andando dritto proseguirai in via Pretorio per raggiungere la Chiesa di Sant’Ambrogio, in piazza Sant’Ambrogio. Costruita nella seconda metà del XVII secolo, fu ampliata da Paolo Mezzanotte (progettista, tra l’altro, del Palazzo della Borsa di Milano e del Monumento ai Caduti di Orsenigo). Al suo interno puoi vedere una Madonna con Bambino tra i Santi Fermo e Celso dipinta da Bernardino Campi nel 1576.
Ti piacerebbe conoscere nel dettaglio la storia della Chiesa di Sant’Ambrogio di Inverigo e scoprire tutte le opere d’arte custodite al suo interno? Ti basta cliccare sul post qui sotto!
Scendendo da piazza Sant’Ambrogio, prosegui in via XXV Aprile e poi gira a destra in piazza Foscolo; da qui vai dritto in via Al Gigante fino a quando non troverai, alla tua sinistra, un’altra scalinata da percorrere: è la Scalinata del Gigante.
In cima alla scalinata, infatti, c’è la Statua del Gigante, una statua in pietra raffigurante Ercole con la clava e la pelle di leone.
Proprio partendo dalla statua, e lasciandoti la scalinata alla tua sinistra, puoi percorrere un sentiero nel verde che ti permette di ammirare un paesaggio fantastico dall’alto.
Dopo che avrai curvato a destra, sulla tua sinistra il panorama ti permette di vedere, tra l’altro, le Torri Bianche di Vimercate e lo skyline di Milano.
Ancora pochi passi e, alla tua destra, troverai Villa La Rotonda: situata sulla collina più alta del paese, deve il proprio nome alla cupola emisferica che la caratterizza. Il suo ideatore fu il marchese Luigi Cagnola, vale a dire il padre della Rotonda di Tregasio a Triuggio. La villa fu visitata, tra gli altri, da Ugo Foscolo e da Stendhal. Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, rischiò di essere occupata militarmente ma evitò tale destino grazie alla comprensione di un maggiore tedesco che si rifiutò di far occupare alle proprie truppe un edificio di tale valore.
Il versante meridionale è caratterizzato dalla presenza della cosiddetta Loggia dei Giganti, con sei telamoni (statue gigantesche) che sorreggono la terrazza.
Se vuoi saperne di più, puoi leggere il post qui sotto con un approfondimento dedicato a Villa La Rotonda e ai telamoni.
Superata la villa, scendi lungo il sentiero sulla sinistra per raggiungere la strada asfaltata (via Filippo Meda) e raggiungi lo spiazzo con la panchina: alla tua destra inizia una scalinata in pietra che ti porta in via Cagnola. Ora voltati e guarda in alto: non credi sia un bello spettacolo?
Ritornato in cima alla scalinata, gira a sinistra in via Filippo Meda e vai sempre dritto fino a quando non noti, sulla tua destra, il suggestivo Monumento a Don Gnocchi realizzato in pietra di Vicenza da Angelo Casati.
Da qui dirigiti verso il semaforo, oltrepassa la strada provinciale e imbocca via Monte Santo; prendi la prima traversa sulla destra (via Cascina Alpetto) e vai sempre dritto, proseguendo lungo via degli Artigiani, fino a quando sulla destra non ti imbatterai nella Chiesa di San Vincenzo Martire, in piazza San Vincenzo.
Dallo stop davanti alla chiesa, gira a destra e poi di nuovo subito a destra in via Monte Sabotino per entrare nel cimitero di Cremnago. Qui non puoi fare a meno di notare la Cappella della Famiglia Perego: realizzata in stile neoclassico, fu progettata nel 1830 dall’architetto milanese Giuseppe Clerichetti (allievo di Leopoldo Pollack) su commissione di Luigi Perego dopo la morte di sua moglie, la contessa Cristina de’ Capitani di Vimercate. La cappella, dotata di una cupola cilindrica e di un pronao dorico, mostra sulla trabeazione la scritta Hypogeum.
Ritornato all’inizio di via Monte Sabotino, gira a destra in via XI Febbraio: sulla tua sinistra, di fronte al civico 21, noterai il lavatoio di Cremnago, Ul lavandée de Cremnac, risalente al 1880.
All’incrocio successivo gira a sinistra in via Roma, poi vai dritto fino a quando non trovi sulla tua destra piazza Vittorio Emanuele II. Qui sorge la Chiesa di San Giuseppe, impreziosita da un apparato decorativo in pietra con capitelli ionici; al suo interno è presente una pala d’altare che mostra San Giuseppe tra Sant’Elisabetta e Sant’Anna. La chiesa fu costruita nella prima metà del Seicento per volere dei fratelli Carlo e Francesco de Ripis, esponenti di una facoltosa famiglia milanese che a Cremnago aveva una casa di villeggiatura e diversi terreni lavorati dai contadini del posto.
Dalla piazza puoi già notare il fianco orientale di Villa Perego. La muratura di contenimento del terrapieno presenta il cosiddetto portone del torchio: si chiama così perché conduce alle segrete della villa, dove in passato si torchiava l’uva.
Ora sali lungo via Privata Perego per ammirare tutto il complesso di Villa Perego, che include oltre alla villa padronale un giardino all’italiana con fontane e alberi, le scuderie e una limonaia realizzata da Giuseppe Piermarini (l’architetto del Teatro alla Scala di Milano).
Villa Perego comprende anche l’Oratorio dell’Immacolata, edificato in stile barocco e risalente all’inizio del Settecento.
Ritornato in piazza Vittorio Emanuele II, gira a destra in via Roma e poi subito a sinistra in via Monte Santo, percorrendola fino al primo semaforo. Qui gira a destra per proseguire lungo la statale: vai sempre dritto fino alla seconda rotonda, dove dovrai svoltare a sinistra in via Vittorio Veneto. Quindi prendi la prima strada a destra, via Zara, che ti porta in piazza San Michele: è qui che sorge la Chiesa di San Michele Arcangelo.
Procedi verso la parte posteriore della chiesa e gira a sinistra: sei in via San Carlo, dove al civico 4 si affaccia un alto torrione probabilmente cinquecentesco (a giudicare dalla tecnica di costruzione e dalla struttura architettonica). Esternamente vi è addossata una vasca, ora rivestita, che in passato veniva utilizzata per abbeverare i cavalli. La torre è ciò che rimane del castello medievale di Romanò (castrum Romanore), di sicuro esistente già nel XII secolo e appartenuto nella prima metà del Seicento alla famiglia milanese dei Gallarati.
Ora raggiungi lo stop e attraversa l’incrocio per continuare a camminare lungo via San Carlo; allo stop successivo sei di nuovo in via Vittorio Veneto, e alla tua destra puoi notare un torrione che per caratteristiche architettoniche può essere fatto risalire al Duecento. È stato ipotizzato che anche questo edificio facesse parte del castrum.
Da qui, prosegui fino a raggiungere piazza Libertà, gira a destra in via Mazzini e poi di nuovo a destra in via Monte Nero: continua fino all’incrocio con via Nazario Sauro, in località Guiano, dove sorge la Chiesa di Sant’Antonio.
Ritornato in piazza Libertà, svolta a destra in via Marconi, prosegui in via Bianchi e gira a destra in via Ripamonti. Vai dritto e, continuando lungo via Manzoni, ti ritroverai in piazza San Lorenzo, dove vale la pena di ammirare lo stile tardo-gotico della Chiesa di San Lorenzo. Al suo interno, l’ultima campata ospita decorazioni che raffigurano Profeti, Padri della Chiesa ed Evangelisti risalenti al XV secolo.
Ritornato in via Bianchi, prosegui in via Vittorio Emanuele, seguendo la curva a sinistra. Giunto all’incrocio con via Piave, al civico 2 di questa strada il tuo sguardo sarà rapito dall’affascinante Villa Sala Rossi.
Proprio di fronte al cancello della villa, noterai una lunga teoria di macine da mulino – circa una trentina – ricavate dal cosiddetto ceppo di Inverigo. Il ceppo, che costituisce il substrato su cui poggiano la frazione di Romanò Brianza e quella di Villa Romanò, nell’Ottocento veniva usato sia per produrre le macine che per realizzare i rivestimenti delle facciate delle dimore nobiliari locali; tuttavia presentava alcuni difetti, come la scarsa consistenza del cemento e l’eccesso di parti calcaree, e per questo ben presto venne sostituito dalla pietra molera, più resistente.
Proseguendo la tua passeggiata lungo via Vittorio Emanuele, arriverai all’incrocio (sulla tua destra) con via Fumagalli: qui puoi notare la Chiesa di San Biagio, ristrutturata negli anni ’50 del secolo scorso su progetto di Paolo Mezzanotte.
Che cosa fare a Inverigo: gli itinerari naturalistici
Ti piace andare in bici? Sappi che a Inverigo passa una delle più note piste ciclabili in Brianza: è la ciclovia Monza-Erba del Parco Regionale della Valle del Lambro che segue, appunto, il corso del fiume Lambro. Puoi accedervi da via Mazzini o da via Cascina Cattafame.
Passando da via Cascina Cattafame, merita una sosta la Chiesetta di San Mauro, che si trova esattamente davanti all’inizio di questa strada, all’incrocio con via Fornacetta.
Proprio da via Fornacetta, a pochi passi dalla chiesetta, puoi incamminarti verso le foppe di Fornacetta, area umida tra la località omonima e il Lambro. La zona, in cui sono state censite più di 90 specie di uccelli, è nata dalle depressioni di una ex cava di argilla abbandonata: ospita, tra l’altro, rospi smeraldini e tritoni punteggiati.
[Se quello che stai leggendo ti sembra utile, potresti mettere il tuo Mi Piace alla pagina Facebook di Viaggiare in Brianza? Sarebbe importante per me! Qui sotto, intanto, puoi scoprire dove mangiare a Inverigo].
Sempre da via Fornacetta hai l’opportunità di raggiungere i Laghi Verdi, dove puoi dedicarti alla pesca sportiva di pesci gatto, trote, carpe e storioni.
Oltre ai Laghi Verdi, a Inverigo c’è un’altra delle location dove pescare in Brianza: parlo dei Laghi Carpanea, che puoi raggiungere in via Aristide Magni. I laghi sono tre: il più piccolo è dedicato alla pesca delle trote e ciò che viene catturato può essere portato a casa; il lago carpodromo e il lago grande, invece, sono no kill (cattura e rilascia).
Se vuoi saperne di più, ti consiglio di leggere il post qui sotto, dedicato ad alcuni dei migliori laghetti dove pescare vicino a Milano.
Che cosa vedere a Inverigo nel verde della Brianza, infine? Della tenuta di Pomelasca fa parte il giardino botanico del Bosco della Bressanella, sorto là dove un tempo era presente un roccolo, come confermano i tanti alberi disposti in senso circolare sfruttati dai cacciatori. Puoi accedervi da via Alberto da Giussano, dove c’è la chiesetta rossa.
Inverigo fa parte anche del PLIS Zoc del Peric: puoi accedere ai sentieri di questo parco da via Monte Grappa (a pochi metri di distanza dal civico 35, sul lato opposto della strada), e dopo pochi metri ti imbatterai nella Cappella del Lazzaretto di Cremnago.
Dove mangiare a Inverigo
Se vuoi sapere dove mangiare a Inverigo i piatti tipici della Brianza, in via Cadorna 19 c’è la Trattoria Noè di Antonio Sampietro, meta ideale per gustare risotto, ossobuco e pesce di lago (lavarelli e agoni).
Un’ottima pizzeria a Inverigo è La Gazzella, in piazza Ugo Foscolo 13: le pizze sono lunghe e sottili, servite su taglieri di legno ovali.
In via Aristide Magni Carpanea 101 trovi un altro dei migliori ristoranti a Inverigo: si tratta del Rigamonti, aperto dal lunedì al sabato sia a pranzo che a cena.
Per un hamburger in Brianza, la destinazione consigliata è il Crazy Driver di via Don Carlo Gnocchi 85: il locale è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena e ti permette di gustare, tra l’altro, le chicken wings, la pizza all’ananas e gli spaghetti con le polpette all’americana.
Un altro locale dove mangiare a Inverigo, in via Don Carlo Gnocchi 81, è il Ristorante Simposio, aperto tutti i giorni a mezzogiorno e sera. Nel menù propone – tra l’altro – la zuppa di pesce alla marsigliese con crostacei e la grigliata di mare con astice.
Quando desideri sperimentare la cucina degli agriturismi in Brianza, infine, puoi optare per Il Casale della Cascina Alzacoda, in via della Vittoria 8, nel cuore della campagna comasca.
A proposito: nel post qui sotto trovi altri consigli per conoscere i migliori agriturismi vicino a Milano.
Come arrivare a Inverigo
Come arrivare a Inverigo in auto? Provenendo da Milano o Monza, devi percorrere la SS 36 in direzione Lecco e uscire a Capriano: girando a sinistra e proseguendo dritto arriverai a Inverigo. Provenendo da Como, ti basta seguire la SP 342; ad Alzate Brianza, alla rotonda dopo il Peraquai, invece di proseguire lungo la provinciale devi svoltare a destra in via Pioppette, fino a immetterti sulla SP 41.
Per arrivare a Inverigo in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina, servita dalla linea regionale Milano-Canzo-Asso e collegata – tra l’altro – con Cesano Maderno, Seveso, Meda, Cabiate, Mariano Comense, Carugo, Arosio, Lambrugo, Merone, Erba, Ponte Lambro, Caslino d’Erba e Canzo.
Per arrivare a Inverigo in bus, puoi sfruttare la linea C45, che ti permette di giungere in città partendo (tra l’altro) da Como, Lipomo, Montorfano, Tavernerio, Orsenigo, Alzate Brianza, Anzano del Parco, Lurago d’Erba, Arosio, Carugo, Mariano Comense o Cantù. La linea C91, invece, unisce la frazione di Cremnago con Erba passando per Lurago d’Erba, Monguzzo e Merone.
Ah, un’ultima cosa! Ogni piccola donazione è importante per permettermi di sostenere le spese di gestione di questo sito: se ti va di contribuire, ti basta cliccare il pulsante qui sopra. Te ne sarei grato!
Qui sotto ti parlo di me: così sai chi è il responsabile di Viaggiare in Brianza!
Scrivimi se:
- ti va di collaborare con me;
- hai trovato sul sito delle informazioni non esatte o non aggiornate;
- vuoi chiedermi di modificare o rimuovere un contenuto;
- desideri darmi un consiglio.
Aspetto i tuoi suggerimenti!
Infine, ti segnalo che per scrivere questo post mi sono basato anche sulle informazioni contenute nel libro I paesi di Inverigo di Nando Sanvito: potresti leggerlo se sei interessato a conoscere la storia della città!