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La chiesa parrocchiale di Carate Brianza

La chiesa di Carate Brianza: storia, segreti e curiosità

La chiesa di Carate Brianza intitolata ai Santi Ambrogio e Simpliciano è impreziosita da alcuni dipinti risalenti al XVII secolo che meritano di essere ammirati da vicino. Vuoi scoprire quali sono? Leggi il resto del post: così potrai conoscerai anche la storia di questa chiesa, che fu costruita grazie ai progetti di due illustri architetti.

La storia della chiesa di Carate Brianza

Le origini della chiesa di Carate Brianza vanno ricercate nel XII o XIII secolo: là dove ora sorge la parrocchiale intitolata ai Santi Ambrogio e Simpliciano, all’epoca c’era un edificio religioso dedicato a Sant’Ambrogio.

Di quell’edificio è sopravvissuto unicamente il campanile.

La chiesa di Carate era citata da Goffredo di Bussero nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, un elenco di tutte le chiese dell’arcidiocesi di Milano alla fine del XIII secolo: al tempo la cappella caratese di Sant’Ambrogio era filiale della pieve di Agliate.

Il Liber Seminarii Mediolanensis compilato da Marco Magistretti nel 1564, invece, menzionava la rettoria dei Santi Ambrogio e Simpliciano nel novero di quelle appartenenti alla pieve di Agliate.

Le chiese, in realtà, erano due: quella di Sant’Ambrogio, appunto, e quella di San Simpliciano, che si trovava all’esterno del borgo, lungo la strada verso Albiate.

Fu Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, a decidere nel 1578 di trasferire la cura della parrocchia di San Simpliciano nella Chiesa di Sant’Ambrogio, fermo restando che San Simpliciano avrebbe continuato a conservare il titolo di parrocchiale.

Nel 1767 vide la luce la nuova parrocchia dei Santi Ambrogio e Simpliciano, frutto dell’unione delle due precedentemente separate.

Nello stesso anno, la torre campanaria della chiesa fu oggetto di lavori, con la rimozione della cuspide e la costruzione di una nuova cella campanaria.

Pochi anni più tardi, iniziò la costruzione della nuova chiesa di Carate. Il progetto iniziale era del bresciano Gaetano Faroni, a cui subentrò a partire dal 1803 l’architetto ticinese Simone Cantoni, aiutato nel lavoro dal suo capomastro di fiducia Andrea Ballerini.

Nello stesso periodo, Cantoni a Carate si dedicò anche al piccolo oratorio neoclassico di Villa Beldosso. Ma tutta la Brianza è ricca di sue opere: fra l’altro, la Chiesa di San Michele Arcangelo di Oreno, Villa Perego a Inverigo, Villa Meda a Canzo, Villa Mellerio a Lesmo, la Chiesa di Santa Maria Annunciata a Ponte Lambro e Palazzo Rasini a Cavenago.  

La chiesa di Carate Brianza
La chiesa di Carate Brianza oggi

I lavori di costruzione della chiesa si conclusero nel 1805, ma già nel 1835 si rese necessario un restauro: la copertura dell’edificio, infatti, era a rischio crollo e aveva già danneggiato il presbiterio.

Anche la scalinata di accesso fu rifatta, su progetto di Giacomo Moraglia, architetto che a Carate (anzi, più precisamente ad Agliate) si occupò anche di Villa La Rovella e del suo Oratorio di San Giuseppe. Nel libro Le vicende della Brianza e de’ paesi circonvicini narrate da Ignazio Cantù, del 1836, si legge: “Il distinto architetto Giacomo Moraglia si potrebbe chiamare di preferenza l’architetto brianzuolo, tante sono le opere varie ond’egli abbellì la nostra patria nei pochi anni da che, ricco di cognizioni e d’un ottimo gusto naturale tornato da Roma, condusse tanti lavori varj, grandiosi, sacri e profani”.

Nel 1839 si provvide alla sostituzione dell’orologio del campanile.

L’anno successivo iniziarono i lavori di costruzione di un oratorio ottagonale da collocare accanto all’altare maggiore, su decisione del conte Vitaliano Confalonieri. Questi era il padre del patriota Federico Confalonieri, oppositore del regime napoleonico che sarebbe morto di lì a pochi anni. Curiosità: la storia di Federico Confalonieri fu raccontata anche al cinema, nel film del 1955 Il conte Aquila, diretto da Guido Salvini. Federico era interpretato da Rossano Brazzi, mentre suo padre Vitaliano da Mario Ferrari.

Ma torniamo alla chiesa di Carate. Nel 1880 fu completata la facciata, su iniziativa (e grazie al sostegno economico) di Isabella Buttafava Mangiagalli (moglie di Gerolamo Buttafava, morto a Milano pochi anni prima, e madre di Teresa, sposa del nobile Giuseppe Delmati): all’interno della chiesa ancora oggi è presente una lapide che ricorda tale atto di generosità.

Gentile Pagani, nel libro Ricordo di Carate Brianza realizzato nel 1886 in occasione dell’inaugurazione della tranvia con trazione a vapore Seregno – Carate, così scriveva: “Una piissima Signora, la vedova Isabella Buttafava nata Mangiagalli, volle che a proprie spese nel 1880 fosse abbellita di magnifica facciata, disegno dell’architetto Colombo, la chiesa prepositurale di S. Ambrogio, sul cui frontone dipinse la ‘Benedizione dei fanciulli’ il cavalier Luigi Bianchi. Onore e gratitudine imperitura alla generosa donna che sa fare sì buon uso della sua ben meritata ricchezza!”.

Risale al 1963, infine, il rifacimento del battistero.

La Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano oggi

La facciata della chiesa di Carate Brianza presenta due ordini, ciascuno dei quali è suddiviso in senso verticale – tramite semipilastri con capitelli – in tre campi. I campi laterali sono caratterizzati da nicchie nelle quali sono collocate le statue di Sant’Ambrogio, San Simpliciano, San Sebastiano e San Gerolamo. Nel campo centrale superiore c’è una finestra, mentre in quello inferiore è presente il portone di ingresso, ricoperto da lastre di rame con decorazioni a sbalzo disegnate da Flavia Maggioni, un’artista locale, nel 1975.

La facciata della chiesa di Carate
La facciata della chiesa di Carate e le quattro nicchie con statue di santi

All’interno, l’unica navata è affiancata da tre arcate su entrambi i lati. Alcune arcate sono cieche: è stato ipotizzato che avrebbero dovuto far posto a cappelle che furono solo progettate ma mai realizzate.

A sinistra, oltre a un grande crocifisso in legno si possono ammirare una Pietà e un Cristo inchiodato alla croce: entrambe le tele risalgono al XVII secolo.

Sono seicenteschi anche i quindici quadretti, dipinti su rame, che raffigurano i Misteri del Rosario intorno alla statua in legno dorato della Vergine che si trova nella Cappella della Madonna del Rosario; e dello stesso periodo sono, infine, altri due dipinti, un’Adorazione dei pastori e un’Annunciazione di scuola bresciana.

Sulla parete di fianco all’altare maggiore è presente un dipinto che raffigura San Carlo che dà la comunione a San Luigi, copia seicentesca di un’opera di Giovan Battista Crespi, pittore e scultore piemontese conosciuto come il Cerano.

Come sottolinea il sito web del MUDIC (Museo Diffuso Carate Brianza), merita di essere osservata anche la Natività con San Francesco e Santa Caterina, opera (firmata e datata 1584) di Giovanni Battista Trotti detto il Malosso. In principio questa opera si trovava in Santa Maria della Pace a Cremona, e fu trasferita a Carate nel XIX secolo. Trotti dalla metà degli anni ’80 del Seicento fu uno dei pittori più richiesti di Cremona, che a quel tempo faceva parte dello Stato di Milano; fu soprannominato Malosso (cioè “il cattivo osso”) dal suo collega bolognese Agostino Carracci, con il quale si occupò di realizzare alcuni dipinti nel tribunale di Parma.

Il presbiterio accoglie tre tele, risalenti al XVIII secolo, che rappresentano la Passione di Cristo: a realizzarle fu l’artista veronese Paolo Zimengoli.

Guardando in alto, si osserva il ciclo di affreschi completato tra il 1899 e il 1900 da David Beghé sulle volte a botte: il soffitto della navata a centrale ospita i dipinti della Gloria dei Santi Patroni Ambrogio e Simpliciano e della Sacra Famiglia. Nativo di Nasso (in Liguria), Beghé studiò all’Accademia di Belle Arti di Carrara e poi a Brera, a Milano: qui fu allievo di Giuseppe Bertini e Francesco Hayez.

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Come detto, il campanile è ancora quello della chiesa antica, demolita nel 1789; si racconta che sia stato fatto costruire dalla regina Teodolinda, ma si tratta solo di una leggenda. La struttura muraria in cotto a vista presenta decorazioni con archetti a dente di sega ed è contraddistinta da numerose bifore e trifore, tra cui sono “nascoste” le sculture di alcune teste di umani e animali.

Chiesa di Carate Brianza: come arrivare

La Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano di Carate Brianza si trova in piazza IV Novembre.

La chiesa parrocchiale di Carate Brianza
La Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano di Carate Brianza

Se vuoi visitarla e hai in mente di arrivare a Carate Brianza in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Sant’Ambrogio, nella piazzetta Sant’Ambroeus.

Preferisci arrivare a Carate Brianza in treno? Puoi fare riferimento alla stazione di Carate Calò. Allo stop di via della Stazione vai a sinistra in via Leonardo da Vinci (la strada in discesa) per poi girare di nuovo a sinistra in via Sette Gocce. Dopo il ponte sul Lambro, svolta a destra in via Fiume; supera la rotonda e prosegui in via Trento e Trieste. Andando sempre dritto, ti ritrovi in via Mazzini; dopo poche decine di metri devi girare in via Romagnosi e percorrerla fino in fondo. A questo punto, svoltando a destra in via Dante e Cesana potrai raggiungere la piazza della chiesa.

Infine, nel caso in cui tu decida di arrivare a Carate Brianza in autobus ti conviene utilizzare le linee Z232 o Z242 e scendere alla fermata Cusani/Manzoni. Da qui, lasciandoti i numeri civici dispari sulla destra procedi lungo via Cusani e gira nella prima strada a destra, via San Giuseppe, al termine della quale ti ritroverai in piazza IV Novembre.

Che cosa vedere a Carate Brianza

La Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano potrebbe essere il punto di partenza per una passeggiata a Carate. Se vuoi sapere dove andare, leggi il post qui sotto, che ti suggerisce che cosa vedere e dove mangiare a Carate: consigli utili per la tua prossima gita in Brianza.






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