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La sopraelevata di Monza

La sopraelevata di Monza

La sopraelevata di Monza è un pezzo di leggenda conosciuto in tutto il mondo. Qui hanno corso le monoposto di Formula 1 impegnate nel Gran Premio d’Italia tra la seconda metà degli anni ’50 e i primi anni ’60. Che ne dici di conoscere la sua storia? Ti basterà leggere questo post e saprai tutto!

Che cos’è la sopraelevata di Monza

Conosciuta anche come catino di Monza o anello alta velocità, la sopraelevata di Monza è una parte celeberrima della pista dell’autodromo di Monza.

Così famosa che è apparsa anche al cinema: potresti averla vista in Veloce come il vento, pellicola del 2016 con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis.

A metà degli anni ’60, invece, John Frankenheimer aveva girato qui diverse scene (incluso uno spettacolare ribaltamento di una vettura uscita di pista) di Grand Prix, film capace di vincere ben tre premi Oscar.

Frankenheimer aveva scelto di montare le cineprese direttamente a bordo delle monoposto; inoltre, aveva deciso di riprendere le vetture a velocità effettiva (e non a velocità ridotta per poi accelerare il filmato), in modo da assicurare una sensazione di maggior realismo agli spettatori.

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La storia della sopraelevata di Monza

A progettare l’anello alta velocità furono gli ingegneri Aldo Di Rienzo e Antonino Berti, che si erano posti l’obiettivo di garantire altissime velocità medie senza che i piloti fossero costretti a ricorrere a cambi di marcia.

L'anello alta velocità di Monza
Vista sull’anello alta velocità di Monza

Come hanno raccontato Alfredo Grandi e Francesca Milazzo sul sito dell’Associazione Amici dell’Autodromo e del Parco, la costruzione – risalente al 1955 – durò per sei mesi, con giornate lavorative di 16 ore e turni notturni: per rendere l’impasto il più possibile uniforme, infatti, era indispensabile la continuità dei getti di cemento armato.

Gli operai al lavoro comunque poterono beneficiare del supporto della popolazione locale, che si rese utile fornendo cibo e sostegno morale.

Monza, la sopraelevata
Sul tracciato della sopraelevata

Una novità particolare dell’anello era quella dei guard-rail in acciaio, ancorati a pali in legno di noce installati nel cemento armato.

Si trattava di guard-rail con un profilo innovativo che fino ad allora era stato adottato solo negli Stati Uniti: in seguito, verificata la loro efficacia nel circuito di Monza, si decise di impiegarli anche sulle autostrade italiane.

La sopraelevata dell'autodromo di Monza
La sopraelevata vista dal Parco di Monza

Le curve, che venivano percorse a velocità superiori ai 300 chilometri orari, sono caratterizzate da un’inclinazione molto accentuata (la pendenza massima è dell’80%), che aveva lo scopo di limitare l’effetto della forza centrifuga sulle auto.

La curva parabolica di Monza
La pendenza di una delle curve

Il primo Gran Premio di Formula 1 sul nuovo tracciato si disputò l’11 settembre del 1955, con la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes.

Già l’anno successivo, però, iniziarono i problemi: dopo il Gran Premio del 1956, infatti, i piloti del Mondiale dichiararono che si sarebbero rifiutati di correre di nuovo sul tracciato dell’alta velocità per colpa dei tanti guasti meccanici che si erano verificati in gara.

Il motivo? Gli avvallamenti longitudinali delle lastre in corrispondenza dei sottopassi, che avevano sollecitato in modo eccessivo i componenti dello sterzo e le sospensioni danneggiandoli.

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Si tornò a correre il Gran Premio di Formula 1 nel catino di Monza il 4 settembre del 1960: la Ferrari, reduce da una stagione in cui non aveva ancora ottenuto successi, si aggiudicò non solo la vittoria con Phil Hill, ma anche il secondo e il terzo gradino del podio, con Richie Ginther e Willy Mairesse.

Va detto, però, che la corsa era stata boicottata dalla Cooper, dalla BRM e dalla Lotus, cioè i più importanti team ufficiali di allora, sempre per i timori suscitati dai pericoli correlati all’anello. Per compensare la loro assenza, avevano preso parte alla gara piloti privati e vetture di Formula 2.

Timori che, per altro, non erano del tutto ingiustificati. Così scriveva Ferruccio Bernabò sulla Stampa Sera del 5 settembre del 1960: “[…] le Ferrari hanno dovuto procedere, a intervalli regolari, al doppio cambio delle ruote posteriori, i cui pneumatici avevano accusato un forte logorio, causato e dalla velocità (il doppio circuito di Monza consente medie più elevate di qualsiasi altro oggi esistente) e dal violento attrito sulle curve sopraelevate […]”.

Insomma, si trattava di un tracciato molto impegnativo per le componenti meccaniche delle monoposto.

La sopraelevata di Monza
Un tratto della sopraelevata di Monza

L’ultimo Gran Premio di Formula 1 sulla sopraelevata si disputò nel 1961. Fu, tuttavia, una corsa tragica.

Al secondo giro il ferrarista Wolfgang Von Trips si scontrò contro la Lotus guidata da Jim Clark: la Ferrari roteò su sé stessa e si alzò da terra, sbattendo contro la rete di protezione, dove era assiepato il pubblico. Von Trips morì sul colpo, e altre 14 vittime si registrarono tra gli spettatori.

La corsa comunque proseguì fino alla fine e venne vinta da Phil Hill, compagno di scuderia di Von Trips. Proprio grazie a questo successo il pilota americano diventò anche campione del mondo.

Da quel giorno, però, la pista con l’anello di alta velocità non è mai stata più protagonista di un Gran Premio di Formula 1.

Che cosa fare a Monza

A Monza non c’è solo l’autodromo da scoprire: la città offre tante location turistiche e siti di interesse artistico, storico, culturale e… gastronomico! Leggi il post qui sotto per sapere che cosa vedere a Monza e dove puoi fermarti a pranzo o a cena. Buona gita 🙂

Che cosa vedere nel Parco di Monza

Per raggiungere la sopraelevata di Monza e percorrerla (in bici o a piedi), non devi far altro che entrare nel Parco di Monza. Non sai come fare? Nessun problema: clicca qui sotto e troverai tutte le indicazioni utili per accedere da uno dei tanti ingressi del parco. Non solo: troverai anche consigli su tutte le location da vedere partendo dalla Villa Reale!





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