Visitare a Cesano Maderno la Chiesa di Santo Stefano significa avere l’opportunità di conoscere una miriade di storie speciali: quelle raccontate dalle oltre 60 vetrate che abbelliscono questo edificio, per esempio. E pensa che queste vetrate sarebbero state molte di più, se non fosse stato per… Beh, leggi il resto di questo post per scoprirlo.
Tutto quello che ti serve sapere
La storia della Chiesa di Santo Stefano
La Chiesa di Santo Stefano di Cesano Maderno fu costruita a partire dal 1926 proprio di fronte a un’altra chiesa, risalente alla seconda metà del Seicento, intitolata allo stesso santo.
La chiesa precedente, infatti, anche se alla fine del XIX secolo era stata sottoposta a lavori di ampliamento era ormai considerata troppo piccola a causa del progressivo aumentare della popolazione. Un ulteriore ingrandimento delle sue dimensioni non sarebbe stato possibile, per la presenza delle strade e degli edifici circostanti, e fu per questo che si rese necessaria l’edificazione di una chiesa nuova.
L’antica Chiesa di Santo Stefano, comunque, esiste ancora oggi. Attualmente sconsacrata, conserva meravigliosi capolavori artistici: se desideri conoscerli, puoi dare un’occhiata al post qui sotto.
Fu Spirito Maria Chiappetta a progettare la nuova Chiesa di Santo Stefano, realizzata secondo i canoni dell’architettura neogotica.
Ingegnere e presbitero milanese, Chiappetta fu l’architetto della Santa Sede sotto il pontificato di Pio XI. In Brianza progettò numerosi edifici religiosi, fra cui:
- il Santuario del Santo Crocifisso di Desio;
- la Chiesa di San Giorgio Martire di Limbiate;
- il Santuario della Madonna di Santa Valeria di Seregno.
I lavori di costruzione della Chiesa di Santo Stefano non furono semplici, a causa della vicinanza del fiume Seveso, che rendeva il terreno meno consistente di quanto sarebbe stato opportuno. Per assicurare la stabilità necessaria all’edificio, si dovette arrivare a una profondità di più di 6 metri, mentre sulla sponda del corso d’acqua si realizzò un contrafforte in cemento armato per evitare cedimenti e frane.
Nel tempo, le difficoltà economiche resero necessarie delle variazioni del progetto originale, al fine di contenere le spese di realizzazione: si scelsero materiali meno costosi e si ridussero le decorazioni, anche se queste decisioni incontrarono l’opposizione del progettista Chiappetta. Tra l’altro, si rinunciò alla costruzione di un tiburio.
I lavori si conclusero tra la fine del 1936 e l’inizio del 1937, quando vennero trasferiti dall’antica Chiesa di Santo Stefano a quella nuova gli altari, le statue e una parte degli arredi.
Fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, invece, che vennero realizzate – a un costo di 10mila lire al metro quadro – le vetrate istoriate, a opera dell’artista milanese Aristide Albertella, scelto direttamente da Chiappetta.
Dal transetto all’abside, tutte le vetrate della parte posteriore della chiesa sono incentrate sulla vita di Gesù e sui racconti della Chiesa primitiva. In tutto, i quadri presenti sono 63.
Pittore e vetraio, dopo gli studi accademici Albertella scelse di approfondire lo studio delle vetrate del Duomo di Milano realizzate da artisti come Cristoforo de Mottis, Niccolò da Varallo e Michelino da Besozzo. In Brianza ha avuto modo di lasciare il segno della propria arte anche nella Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso di Seveso.
La facciata della chiesa
La Chiesa di Santo Stefano di Cesano Maderno ha un impianto a croce latina. Il fronte principale, che spicca per la scelta del mattone a vista, è suddiviso in senso verticale in tre parti, con due torri semicircolari che separano il modulo centrale da quelli laterali.
Al centro della facciata puoi notare una monofora alta, che in basso è divisa in cinque moduli e in alto presenta un rosone decorato con motivi floreali.
Sopra il portone di ingresso principale e le due entrate laterali sono evidenti degli archi ogivali in mattoni; secondo il progetto di Chiappetta, al loro posto avrebbero dovuto esserci delle ghimberghe, che però non furono realizzate per mancanza di fondi.
Le facciate laterali della chiesa sono caratterizzate dalla presenza di numerose monofore: quelle più strette sono decorate con vetrate colorate; quelle più larghe, invece, presentano una finitura in mattoni. Anche queste, in realtà, avrebbero dovuto essere abbellite da vetrate, ma la carenza di risorse economiche non consentì questa soluzione.
Ecco perché, in un certo senso, a Cesano Maderno la Chiesa di Santo Stefano viene considerata ancora oggi incompleta.
Elemento peculiare della chiesa è la guglia sommitale che si erge sopra il tiburio ottagonale collocato all’incrocio fra la navata centrale e il transetto. La guglia, in stile gotico, richiama quella del Duomo di Milano e presenta 24 archetti rampanti, 16 nicchie, 16 vetrate e 24 gugliette fiorite.
Dentro la chiesa
L’interno della chiesa è contraddistinto da volte a stella (curiosamente, elemento tipico dell’architettura del Salento).
Le navate laterali sono larghe la metà di quella centrale, e distinte da essa da colonne in granito bianco che hanno una forma esagonale in basso e circolare in alto.
I capitelli, in marmo saccaroide roseo di Candoglia, sono decorati con motivi diversi per ciascuna colonna, che raffigurano grappoli d’uva e spighe di frumento (i simboli dell’Eucarestia) ed elementi floreali come la rosa (simbolo di amore) e il giglio (simbolo di purezza).
A scolpire i capitelli fu il bresciano Angelo Barbieri. Nativo di Rovato, Barbieri a Milano fu allievo dello scultore Enrico Butti; in Brianza realizzò, tra l’altro, alcuni altorilievi nella Basilica dei Santi Siro e Materno di Desio. Morì nel 1938, l’anno dopo aver lavorato nella chiesa di Cesano.
Cesano Maderno, Chiesa di Santo Stefano: la vetrata della controfacciata
Appena entrato in chiesa, vòltati per ammirare la vetrata della controfacciata, con intelaiatura gotica di Gianni Elli. Voluta negli anni ’60 da don Emilio Meani, raffigura Maria Madre della Chiesa fra i pastori, che hanno i volti di parroci di Cesano, cardinali milanesi e papi.
Il rosone raffigura nella parte centrale una colomba, simbolo dello Spirito Santo, da cui paiono partire raggi di varie tonalità.
L’autrice è la milanese Amalia Panigati, considerata una delle principali esponenti del Novecento nel settore della pittura a fuoco su vetro. Figlia e nipote d’arte, Panigati fu insegnante all’Accademia di Brera; nel corso della sua carriera realizzò vetrate, tra l’altro, per la Chiesa di San Rocco di Monza e per il Duomo di Milano.
Accanto alla vetrata, puoi notare quattro statue: quelle all’esterno rappresentano Ambrogio e Carlo, santi patroni della diocesi di Milano; le statue più vicine alla vetrata, invece, mostrano gli apostoli Pietro e Paolo, martiri e fondatori della Chiesa di Roma.
A sinistra della vetrata, Ambrogio ha in mano il flagello con cui sferzò l’eresia ariana, come vuole l’iconografia tradizionale; Paolo, invece, tiene la spada e il libro.
A destra della vetrata, Pietro è raffigurato con in mano le chiavi, mentre Carlo è riconoscibile per il naso adunco.
Cesano Maderno, Chiesa di Santo Stefano: gli altari novecenteschi
Gli slarghi accanto agli ingressi accolgono le cappelle del Sacro Cuore e della Madonna del Rosario: sono opera di monsignor Enrico Villa, architetto che a Cesano Maderno progettò anche la Chiesa di San Bernardo.
La Cappella della Madonna del Rosario
Sulla sinistra, la cappella della Madonna del Rosario raffigura la Chiamata dei Profeti attorno alla famiglia.
Le cinque vetrate della cappella mostrano, infatti, tredici profeti di Israele:
- Amos, con abito da allevatore e un bastone in mano;
- Giona, noto per essere finito nel ventre di un grosso pesce;
- Gioele, con il capo coperto;
- Isaia, con il suo libro fra le mani;
- Michea, con il rotolo del suo libro nella mano destra;
- Osea, dal volto invecchiato e triste;
- Nahum, con la mano su un fianco, in atteggiamento combattivo;
- Ezechiele, profeta appartenente alla casta sacerdotale;
- Baruc, con una grande lastra in mano;
- Geremia, considerato il più perseguitato e sfortunato tra i profeti di Israele;
- Zaccaria; con una mano alzata in atteggiamento solenne;
- Aggeo, con lo sguardo rivolto verso l’alto;
- Daniele, che guarda lontano con in mano un bastone.
Le formelle in basso, invece, rappresentano quattordici misteri del rosario (della gioia, del dolore e della gloria), con il quindicesimo che corrisponde all’effigie della Madonna del Rosario oggetto di devozione nel santuario di Pompei.
La Cappella del Sacro Cuore
Sulla destra, la cappella del Sacro Cuore ospita l’icona del Sacro Cuore fra le statue di Santa Rita e San Giuseppe.
Sopra, cinque vetrate – ognuna con tre figure – rappresentano la Chiamata dei Santi Sacerdoti, che sono immortalati attorno ai sacramenti dell’Eucarestia e dell’Ordine.
Si tratta di:
- Sant’Ignazio di Loyola, che dopo essere stato soldato si convertì al servizio di Cristo e diede origine alla Compagnia di Gesù;
- San Domenico Guzman, spagnolo che costituì l’ordine dei domenicani e morì a Bologna ad appena 46 anni;
- San Benedetto da Norcia, che si ritirò per tre anni in una grotta nei pressi di Subiaco per poi diffondere la sua Regola: Ora et labora, “Prega e lavora”;
- San Camillo de Lellis, che dedicò la propria esistenza alla cura dei malati dando vita all’ordine dei Ministri degli infermi, che in seguito sarebbero stati soprannominati – appunto – camilliani;
- San Filippo Neri, che creò l’oratorio e si impegnò nell’educazione dei più giovani;
- San Carlo Borromeo, che in occasione della peste amministrò i sacramenti e organizzò l’assistenza ai malati;
- San Francesco di Sales, che fondò l’ordine della Visitazione insieme con santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, sua discepola;
- Alfonso de’ Liguori, che istituì la congregazione dei sacerdoti del Santissimo Redentore;
- Antonio M. Zaccaria, che diede vita alla famiglia religiosa delle suore Angeliche e ai chierici regolari di San Paolo, i Barnabiti;
- San Vincenzo de’ Paoli, che dopo essere stato elemosiniere della regina madre alla corte di Francia rivolse la propria attenzione ai più poveri, istituendo la congregazione dei Signori della missione e quella delle Figlie della carità;
- Padre Luigi Monti, che fondò la congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (i Concettini) nell’ospedale di Santo Spirito a Roma;
- San Giovanni Bosco, che ideò un metodo educativo basato sulla prevenzione e non sulla repressione, contribuendo alla salvezza spirituale di molti giovani;
- San Giuseppe Cottolengo, che fondò la Piccola casa della divina Provvidenza per assistere persone colpite da malattie incurabili.
Cesano Maderno, Chiesa di Santo Stefano: la Via Crucis
Le tele a olio della Via Crucis risalgono al 1963 e sono opera di Giorgio Scarpati.
Nato nel 1908 a San Giorgio a Cremano (la città di Massimo Troisi), Scarpati frequentò l’Accademia di Napoli per poi trasferirsi nel 1929 a Milano. Durante la Seconda Guerra Mondiale sfollò dal capoluogo lombardo rifugiandosi a Giussano, dove andò a vivere definitivamente nel 1946.
In Brianza ha realizzato mosaici, tra l’altro, per:
- il Santuario di San Fermo ad Albiate;
- la Chiesa di San Lorenzo Martire a Castello di Brianza;
- la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo di Giussano.
Cesano Maderno, Chiesa di Santo Stefano: gli altari della chiesa vecchia
Gli altari delle cappelle laterali della Chiesa di Santo Stefano provenienti dalla chiesa vecchia sono in stile neobarocco; realizzati in marmo policromo, furono ristrutturati in occasione della consacrazione della chiesa del 1937.
L’altare di Sant’Anna e Sant’Antonio
L’altare della cappella di sinistra, in passato intitolato a Sant’Antonio e oggi dedicato a Sant’Anna, accoglie una copia di una pala che raffigura la Sacra Famiglia e Sant’Anna, che nella versione originale – opera della scuola di Bernardino Luini – è esposta nella Chiesa di San Pio X di Cesano.
Sotto la pala ci sono:
- una pala d’altare marmorea che raffigura una Deposizione dalla croce;
- l’urna che contiene il corpo di Santa Giuliana vergine e martire;
- un’inserzione devozionale con l’immagine di Sant’Antonio e del Bambino Gesù del XVIII secolo.
I cinque angeli sulla volta sono rappresentati su fondo dorato e hanno tra le mani un cartiglio, a formare la frase Ave gratia plena Dominus tecum: è sottinteso il nome di Maria.
Alle spalle dell’altare, vale la pena di osservare nel dettaglio le vetrate di Aristide Albertella, ognuna con un titolo: l’inizio della storia corrisponde al primo quadro in basso a sinistra.
- Anna sposa Gioachino: il matrimonio tra Anna e Gioacchino, i genitori della Beata Vergine.
- Nasce Maria: Sant’Anna è distesa a letto, mentre una serva porta un panno pulito e Gioacchino solleva al cielo Maria, appena nata; accanto, un angelo in ginocchio volge lo sguardo verso l’alto.
- Presentata al tempio: Maria, insieme con i genitori, percorre la scalinata che porta all’ingresso del tempio, come riportato dallo scritto apocrifo del vangelo di Giacomo.
- Educata al tempio: la piccola Maria, con un libro in mano e sostenuta da Anna, è insieme con due donne che scrivono e leggono su pergamene.
- Al tempio prega: Maria prega nel tempio in ginocchio di fronte all’altare dell’incenso.
- Sposa Giuseppe: lo sposalizio della Vergine; accanto a Maria, una bambina tiene in mano un candido fiore, simbolo della castità degli sposi.
- L’annuncio a Maria: Maria, in ginocchio con lo sguardo rivolto verso il basso e le mani raccolte in preghiera, accoglie l’angelo, raffigurato su una nube: in mezzo a loro un leggio sostiene il libro della Parola.
- Visita S. Elisabetta: Maria incontra Elisabetta: con loro, i mariti Giuseppe e Zaccaria.
- Censimento a Betlemme: stanchi e abbattuti, Maria e Giuseppe sono davanti al funzionario romano che compila il registro dell’anagrafe.
- Rifiutati da tutti: Maria e Giuseppe cercano ospitalità da una donna, che dall’uscio di casa propria li manda via.
- Nasce Gesù: Maria, Giuseppe Gesù e un pastore, nella capanna con gli animali, vengono osservati dagli angeli nei cieli.
- La vetrata dell’Epifania, senza alcuna scritta, con l’adorazione dei Magi e dei pastori.
- Presentato al tempio: Gesù è nelle braccia di Maria, mentre Giuseppe ha in mano due colombe bianche.
- Fuga in Egitto: Giuseppe e Maria in fuga con il Bambino, dopo l’editto di Erode, intenzionato a uccidere tutti i bambini di Betlemme; sullo sfondo una piramide indica la destinazione.
- Strage degli innocenti: un soldato brandisce una spada mentre una mamma e un papà cercano di difendere i propri piccoli; altri bambini giacciono senza vita a terra.
- Gesù coi dottori: Gesù su un podio parla ai dottori del tempio dai volti increduli e preoccupati. Si intravedono Giuseppe e Maria che trovano il figlio dopo averlo cercato per tre giorni.
- S. Famiglia al lavoro: Gesù lavora come falegname osservato dai genitori.
- S. Famiglia in preghiera: Gesù, Giuseppe e Maria pregano, illuminati da una luce proveniente dall’alto.
- Gesù battezzato: Gesù nelle acque del fiume Giordano riceve il battesimo da Giovanni Battista; lo Spirito Santo scende su di lui sotto forma di colomba.
- Gesù tentato: Gesù, con il braccio destro alzato, ha di fronte a sé Satana, prostrato ai suoi piedi.
- I primi discepoli: Gesù chiede ai pescatori del mare di Galilea di diventare pescatori di uomini.
- Nozze di Cana: Gesù al tavolo trasforma l’acqua in vino, destando la fede nei discepoli.
- Scaccia dal tempio: Gesù manda via dal tempio i mercanti tenendo una frusta di corde in mano.
- Giovanni decapitato: La testa di Giovanni Battista, appena decapitato, è su un vassoio che sarà portato al banchetto di Erode.
L’altare di Santo Stefano
L’altare della cappella di destra, in marmi policromi grigio, rosa, rosso e nero, è dedicato a Santo Stefano, mentre in precedenza era intitolato alla Vergine.
La pala d’altare fu eseguita negli anni ’30 da Lazzaro Pasini e raffigura il santo con indosso gli abiti diaconali in un giardino, con la chiesa sullo sfondo. Originario di Reggio nell’Emilia, Pasini frequentò l’Accademia di Belle Arti di Firenze prima di trasferirsi a Milano, dove entrò in contatto con i rappresentanti del naturalismo lombardo.
Sotto la pala d’altare è contenuta l’urna di Stefano martire (che, però, non è lo Stefano protomartire a cui la chiesa è intitolata).
Gli angeli rappresentati sulle volte hanno in mano cartigli che formano la frase Stephanus est plenus gratia et virtute, “Stefano è pieno di grazia e virtù”.
Anche in questo caso, attorno all’altare, ci sono 5 vetrate, per un totale di 25 icone realizzate da Albertella.
- Pesca miracolosa: Gesù e Pietro sono sulla barca piena di pesci.
- Pietro mi ami tu?: Dialogo tra Gesù e Pietro sulla riva del mare di Galilea.
- Insegnate e battezzate: Gesù è con gli apostoli, preoccupati, stupiti e assorti.
- Ascende al cielo: Gesù ha lo sguardo rivolto verso l’alto, separato dai discepoli da una nube.
- Discende lo Spirito Santo: Gli apostoli sono insieme a Maria nel cenacolo; quasi tutti hanno lo sguardo volto verso il cielo, da dove proviene una luce.
- Pietro predica: una folla dubbiosa e stupefatta ascolta la predicazione di Pietro che annuncia la resurrezione di Gesù.
- Pietro e lo zoppo: Giovanni e Pietro, nel tempio, aiutano uno storpio che chiede l’elemosina.
- Stefano ordinato: Stefano è investito dall’alto da un fascio di luce al momento dell’ordinazione.
- Stefano coi poveri: Stefano nutre i poveri: non solo adulti, ma anche bambini.
- Stefano predica: In cima a una scalinata, Stefano istruisce la folla, che lo osserva attenta e ammirata.
- Stefano lapidato: Stefano, con lo sguardo rivolto verso al cielo, viene lapidato; a osservarlo c’è anche Paolo.
- Stefano in gloria: Con indosso una tunica bianca, Stefano – ormai martire – riceve la visita di un angelo che ha in mano la palma del martirio e della vittoria.
- La conversione di Paolo sulla via di Damasco (senza titolo, sopra la cuspide dell’altare), sbalzato da cavallo dopo essere stato tramortito da una luce inviata da un angelo; Paolo era stato testimone del martirio di Stefano e aveva approvato la sua morte, per poi diventare persecutore dei cristiani.
- Paolo e Anania: seduto su un trono di pietra, Paolo è accecato; di fronte a lui c’è Anania, che gli impone le mani: gesto che nella Chiesa si utilizza sia per l’Unzione degli infermi e che per il Sacramento dell’Ordine.
- Pietro e Paolo: Pietro, seduto, parla con Paolo, che tenta di persuaderlo a proposito della sua strategia missionaria e della bontà della sua visione teologica.
- Pietro a Roma: Pietro è davanti a una folla di curiosi, mentre sullo sfondo si nota un tempio pagano circondato dalla natura.
- Pietro in carcere: Pietro è seduto in carcere, con la catena in mano, mentre guarda il cielo oltre l’inferriata.
- Pietro liberato: Pietro riceve la visita di un angelo e viene liberato dai soldati.
- Martirio di Pietro: Pietro viene crocifisso a testa in giù, partecipando al destino di Gesù.
- Giacomo dal tempio: Giacomo viene buttato giù dalle mura del tempio: verrà poi ucciso a bastonate.
- Andrea in croce: Fratello di Pietro, Andrea viene crocifisso su una croce in diagonale.
- Bartolomeo scorticato: Bartolomeo è legato a un tavolo di tortura mentre subisce le angherie di tre aguzzini con in mano lame taglienti; alle loro spalle, un tempio pagano in cima a una collina.
- Filippo crocifisso: Filippo viene crocifisso, proprio come Gesù, da cui aveva condotto gli uomini greci.
- Matteo lapidato: Matteo è in preghiera mentre viene colpito da pietre e da un uomo che brandisce una spada.
- Paolo decapitato: Paolo è raccolto in preghiera mentre davanti a lui un boia ha in mano la spada che reciderà la sua testa; questa, secondo la tradizione, rimbalzerà tre volte a terra.
Cesano Maderno, Chiesa di Santo Stefano: l’altare maggiore
Anche l’altare maggiore della Chiesa di Santo Stefano proviene dalla chiesa vecchia: un altro elemento di stile barocco in una chiesa neogotica.
Osservalo bene: la croce è sostenuta da angeli, mentre sulla porticina del tabernacolo è rappresentato il pio pellicano.
Devi sapere che il pellicano è un simbolo cristiano: secondo un’antica leggenda, esso nutre i piccoli con il proprio sangue, dopo essersi ferito il collo con il becco. Per questo viene assimilato a Cristo, che offre sangue e corpo nell’Eucarestia.
Sotto la mensa è presenta l’urna di San Felice martire.
La vetrata alla sinistra dell’altare mostra due episodi della Scrittura: in alto l’ultima cena di Gesù e in basso il rendimento di grazie sul pane del deserto. A separare le due scene, quattro angeli con in mano cartigli che formano la frase Ego sum panis vitae, “Io sono il pane della vita”.
Le vetrate dell’abside, invece, raffigurano cherubini, angeli con cartiglio e figure astratte simili a fiamme.
Anche la vetrata alla destra dell’altare propone due episodi della Scrittura: in alto Gesù morto sulla croce e in basso il sacrificio di Abramo. A separare le due scene, quattro angeli con in mano cartigli che formano la frase Et vitam reddidit vitam, “E la vita ritorna alla vita”. Abramo ha in mano il coltello sacrificale, che viene bloccato da un angelo, mentre davanti a lui c’è Isacco, legato a una catasta di legna. Sullo sfondo, l’ariete che sarà offerto in sacrificio.
Le volte dell’antico presbiterio accolgono nove figure di angeli. Due hanno in mano cartigli con le frasi Ego sum Α e Ego sum Ω, “Io sono l’Alfa” e “Io sono l’Omega” (Alfa e Omega sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco), che nell’Apocalisse di Giovanni sono titolo di Dio.
Gli altri sette angeli, con una fiamma sopra la testa (come quella che il giorno di Pentecoste scese sugli apostoli) e in mano una pergamena, sono raffigurati all’interno di elementi romboidali che decorano gli spicchi della semicupola. Essi simboleggiano i sette doni dello Spirito Santo:
- Sapientia (la sapienza);
- Intellectus (l’intelletto);
- Consilium (il consiglio);
- Fortitudo (la fortezza);
- Scientia (la scienza);
- Pietas (la pietà);
- Timor Dei (il timore di Dio).
Il presbiterio ospita anche le statue dei quattro evangelisti, ognuno con in mano il libro del Vangelo e raffigurati con il rispettivo simbolo che li contraddistingue:
- l’aquila per Giovanni;
- il vitello per Luca;
- il leone per Marco;
- l’angelo per Matteo.
Le vetrate intorno all’altare maggiore completano la storia che inizia con quelle dell’altare di Sant’Anna e si conclude con quelle dell’altare di Santo Stefano.
- Lavanda dei piedi: Pietro accetta di farsi lavare dei piedi da Gesù; insieme a loro, tre commensali assistono ammirati.
- Gesù nell’orto: Gesù prega con lo sguardo rivolto verso l’alto; un angelo appare tenendo in mano un calice che affida a Gesù.
- Apostoli dormienti: un apostolo tiene la testa sulle ginocchia di un altro; un terzo, appoggiato a un albero, volta le spalle a Gesù.
- Il bacio di Giuda: Giuda – con in mano la borsa con il denaro e seguito dai soldati – bacia Gesù, che si ritrae nel mantello pur offrendo il volto al traditore.
- Chi cercate?: Gesù pronuncia il nome di Dio e atterrisce i soldati giunti per catturarlo.
- Gesù catturato: Gesù, nelle mani dei nemici, è con Pietro, che brandendo un’arma intende difenderlo.
- Gesù e Caifa: Gesù è davanti al sommo sacerdote Caifa, riconoscibile dal naso adunco.
- Da Pietro rinnegato: Pietro, accusato di conoscere Gesù, è agitato e prova a difendersi.
- Gesù flagellato: con le mani legate alla colonna, Gesù viene flagellato da due soldati mentre con gli occhi guarda lontano.
- Erode e Gesù: assiso su un trono, Erode ha davanti a sé Gesù, ma non osa guardarlo.
- Ecce homo: Pilato, affiancato da un consigliere, è accanto a Gesù, scortato da un soldato e oggetto della richiesta di condanna della gente.
- Giuda col denaro: all’ingresso del tempio, Giuda ha in mano il denaro, e si guarda indietro per paura di essere seguito da qualcuno.
- Gesù al Calvario: Gesù porta la croce sotto lo sguardo di Maria e di un soldato imperturbabile.
- Senza titolo: tre donne addolorate, con lo sguardo abbattuto, si consolano l’un l’altra.
Cesano Maderno, Chiesa di Santo Stefano: la cupola
All’intersezione tra la navata e il transetto ecco la cupola, con in mezzo una vetrata decorata in ottagono. Caratterizzata da uno stile classicheggiante, raffigura Dio circondato da otto arcangeli. La vetrata chiude un foro che in passato era scoperto, e che corrisponde alla sommità interna della cupola. Insieme con quella della controfacciata, è la sola vetrata di questa chiesa a non essere stata realizzata da Albertella.
Curiosità
- Lunga 80 metri ed estesa su una superficie complessiva di 290 metri quadri, la Chiesa di Santo Stefano di Cesano Maderno è tra le dieci chiese più grandi della diocesi di Milano, la prima in Brianza.
- Quando si decise di costruire a Cesano Maderno la Chiesa di Santo Stefano nuova, il parroco era don Ambrogio Arrigoni, a cui oggi è intitolata la piazza su cui la chiesa stessa si affaccia. Pochi anni prima, nel maggio del 1923 don Ambrogio era stato addirittura in carcere, in seguito a degli scontri tra alcuni fascisti e la popolazione locale; era stato poi liberato grazie all’intervento del cardinale di Milano Eugenio Tosi.
- Dentro la prima pietra posata per la costruzione della chiesa fu sigillato un tubo in zinco con all’interno un tubo in vetro che conteneva delle monete in rame, argento e oro e una pergamena.
- Durante il trasloco degli altari e degli arredi dalla vecchia Chiesa di Santo Stefano a quella nuova, si tentò di traslare anche una statua della Madonna del Rosario in stile barocco. Tuttavia, nel momento in cui si provò a rimuoverla, essa andò distrutta e non poté più essere recuperata.
Come arrivare
A Cesano Maderno la Chiesa di Santo Stefano si trova in via Dante Alighieri 1.
Se scegli di arrivare a Cesano Maderno in auto, puoi trovare parcheggio per la macchina in via Dante o in piazza Monsignor Arrigoni.
Preferisci arrivare a Cesano Maderno in treno? Esci dalla stazione di Cesano e alla rotonda prendi via Volta, sulla tua destra. Prosegui fino al semaforo e qui gira a sinistra in corso della Libertà; dopo poco troverai via Dante e la Chiesa di Santo Stefano sulla tua destra.
Volendo arrivare a Cesano Maderno in autobus, infine, puoi utilizzare la linea Z115 o la linea Z116 scendendo alla fermata corso Roma 20. Da qui incamminati tenendo i numeri civici dispari alla tua destra e prosegui fino al primo incrocio; vai a destra in corso della Libertà e dopo poco vedrai la chiesa alla tua destra.
Che cosa vedere a Cesano Maderno
A Cesano Maderno la Chiesa di Santo Stefano ti stupirà con i suoi capolavori, ma non è certo il solo luogo interessante che puoi scoprire in città. Ti piacerebbe conoscere anche gli altri? Leggi il post qui sotto, che ti segnala dove passeggiare a Cesano Maderno e in quali ristoranti puoi fermarti a mangiare.
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Infine, desidero segnalarti che per la stesura di questo post ho consultato i volumi La chiesa sempre nuova di Cesano Maderno di Augusto Crepaldi, Flavio Riva e Claudio Santambrogio e La Chiesa di Santo Stefano di Pietro Delogu, MariaElena Molinari, Margherita Sabatini ed Erica Tramarin: due fonti di informazioni davvero preziose.
Quanto è alta la chiesa, fino alla croce.