A Desio la Basilica dei Santi Siro e Materno è una meta obbligata per le tue gite in Brianza! Leggendo questo post avrai la possibilità di conoscere non solo la storia di questa chiesa, ma soprattutto le tante e sorprendenti opere d’arte che sono custodite al suo interno: meritano davvero di essere scoperte da vicino.
Tutto quello che ti serve sapere
Desio, la Basilica dei Santi Siro e Materno: l’interno
Entrando nella Basilica dei Santi Siro e Materno di Desio, volgi subito lo sguardo verso il basso: noterai il pavimento policromo con lo stemma pontificale di papa Pio XI (che era nato proprio a Desio), realizzato su disegno di Spirito Maria Chiappetta. Presbitero e ingegnere, Chiappetta fu l’architetto della Santa Sede nel corso del pontificato di Pio XI; in Brianza ha progettato, tra l’altro, il Santuario della Madonna di Santa Valeria di Seregno e la Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso di Triuggio.
Ora osserva in alto, invece: la volta centrale è decorata con un affresco di Giuseppe Riva, Gloria di San Giovanni Buono, realizzato nel 1928.
Nato in Liguria, Giovanni il Buono fu vescovo di Genova e arcivescovo di Milano: qui è ricordato per essere stato il fondatore della comunità cristiana di Desio.
Sempre al 1928 risalgono le Virtù cardinali e Virtù teologali affrescate dallo stesso Riva sugli archi e nelle vele.
Originario di Bergamo, Giuseppe Riva nacque nel 1861 ed era figlio d’arte: anche il padre Giovan Battista era pittore. Allievo dell’Accademia Carrara, lavorò soprattutto nella Bergamasca, affrescando tra l’altro la Chiesa di San Pietro a Chignolo d’Isola.
Sono del 1934, invece, le sculture realizzate da Amedeo Butti che rappresentano putti, i dieci profeti e i padri della chiesa latina:
- Sant’Ambrogio;
- Sant’Agostino;
- San Girolamo;
- San Gregorio Magno.
Le finestre delle pareti laterali del presbiterio ospitano vetrate che raffigurano il logo del Giubileo del 2000 (a sinistra) e papa Pio XI (a destra).
La controfacciata, poi, è decorata con due dipinti di Giuseppe Riva: San Giovanni Buono fonda la chiesa battesimale della Pieve di Desio e San Giovanni Buono edifica la canonica di Desio.
Le vetrate della parte inferiore dell’abside, realizzate nel 1938 dal laboratorio milanese di Angelo Tevarotto, mostrano i due patroni, San Siro e San Materno.
Da notare anche le grandi vetrate della parte alta dell’abside: a sinistra è rappresentato in maniera simbolica Cristo-Parola; a destra, invece, è raffigurata la scena della pesca miracolosa tratta dal Vangelo di Luca, con il cartiglio che riporta le parole “Prendi il largo…” pronunciate da Gesù a Simone e la risposta di quest’ultimo “… sulla tua parola getterò le reti”.
La controfacciata, infine, ospita una vetrata dell’Assunzione del 1950.
La Via Crucis risale al 1845 ed è opera di Giovanni Battista Zali. Di origini piemontesi, Zali fu attivo soprattutto a Milano, dopo che si era trasferito all’Accademia di Brera; in Brianza ha realizzato gli affreschi della Chiesa di Santa Maria della Neve di Canonica di Triuggio.
Il transetto nord è decorato con due dipinti: San Siro punisce il profanatore dell’Eucaristia di Giuseppe Riva, del 1903, e Il Sacro Cuore appare a Santa Maria Margherita Alacoque di Ponziano Loverini, del 1898.
Come Riva, anche Loverini era originario della Bergamasca. Nato nel 1845 a Gandino, fu professore e direttore dell’Accademia Carrara. In Brianza ha dipinto – tra l’altro – la Gloria dei Santi Cosma e Damiano nella Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Concorezzo.
Nel transetto sud, invece, puoi ammirare La Santa Famiglia di Ponziano Loverini, del 1901, e San Materno di fronte all’imperatore Massimiano di Giuseppe Riva, del 1911.
La Porta del Centenario
A questo punto puoi osservare, sul lato della navata sinistra, la Porta del Centenario; così, ti ti accorgerai della bellezza dei dieci bassorilievi di creta che la ornano: l’autore è Domenico Riva.
Partendo dall’alto, sono rappresentati:
- Papa Giovanni Paolo II in visita a Desio;
- Papa Pio XI;
- Il Camposanto;
- La Consacrazione della Basilica avvenuta nel 1895;
- La Madonna Pellegrina;
- La Chiesa del Centenario nel 1995;
- Il Palio degli Zoccoli;
- Il Battistero;
- L’Incarnazione di Gesù;
- La Croce.
La reliquia di Santa Teresa di Lisieux
All’interno della Basilica dei Santi Siro e Materno di Desio è custodito un reliquiario che contiene un frammento della costola di Santa Teresa di Lisieux, che fu donato alla basilica da Pio XI.
Teresa di Lisieux, nota come Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, fu beatificata e poi proclamata santa proprio da Pio XI. Nata il 2 gennaio del 1873, nel 1896 si ammalò di tubercolosi, per colpa della quale morì l’anno successivo. Fu dichiarata santa per le guarigioni miracolose di una suora italiana che era stata colpita da una tubercolosi vertebrale e di una donna belga che era affetta da una tubercolosi intestinale.
Desio, Basilica dei Santi Siro e Materno: il battistero
Giuseppe Riva si occupò di affrescare, nel 1918, anche il battistero: il Battesimo di Cristo decora la parete di fondo, mentre la volta raffigura Dio Padre Benedicente.
La vasca battesimale in marmo si trova tra il busto di monsignor Celestino Cattaneo, risalente al 1956, e quello di Pio XI, realizzato nel 1926 dallo scultore toscano Alessandro Piazza.
Sopra la vasca, una piramide intagliata in legno di noce del 1756 rappresenta il Battesimo di Cristo.
Il cancelletto del battistero fu disegnato da Spirito Maria Chiappetta; una doppia fila di leoni normanni – simili a quelli che appaiono sullo stemma reale del Regno Unito – decora la parte anteriore della colonnina.
Desio, la Basilica dei Santi Siro e Materno: gli affreschi del presbiterio
Non lasciarti sfuggire gli affreschi nel presbiterio, realizzati da Mauro Conconi nella seconda metà del XIX secolo: Gesù e i fanciulli e Gesù entra in Gerusalemme.
Gli affreschi furono realizzati grazie ai ricavati del lascito di Filippo De Bernardi, che fu prevosto di Desio tra il 1850 e il 1856.
Originario di Milano, Conconi fu allievo di Luigi Sabatelli all’Accademia di Brera. Contribuì a decorare il Castello di Racconigi e il Castello di Pollenzo per volere del re Carlo Alberto, collaborando con Pelagio Palagi.
Desio, la Basilica dei Santi Siro e Materno: la cupola
L’interno della cupola venne affrescato nel 1929 da Giuseppe Riva (con l’aiuto di Giovanni Battista Poloni), che scelse di raffigurare I Santi Siro e Materno nella gloria del paradiso.
Riva affrescò anche i pennacchi con la rappresentazione dei quattro Evangelisti.
La Cappella del Sacro Cuore
Fermati a osservare anche la Cappella del Sacro Cuore, decorata con un altare barocchino del 1918, opera di Camillo Remuzzi.
Allo stesso anno risale la statua in legno del Sacro Cuore, realizzata da artigiani della Val Gardena.
La Cappella del Crocifisso
La seconda cappella di sinistra della navata principale è la Cappella del Crocifisso, in precedenza dedicata a Sant’Agata. Alla santa siciliana, infatti, era intitolata un’antica chiesa situata a pochi passi dal punto in cui si trova la basilica attuale; quando fu demolita, i materiali ricavati vennero utilizzati per costruire la basilica stessa.
Essa ospita un Crocifisso in legno quattrocentesco, forse proveniente da una chiesa precedente (poi abbattuta nel XVIII secolo), che è stato restaurato nel 2008.
La cappella è stata affrescata da Daniela Benedini, pittrice di Desio, e a destra della nicchia accoglie un dipinto di Giuseppe Riva del 1920, San Pietro visita in carcere Sant’Agata.
Sant’Agata fu una martire siciliana vissuta nel III o nel IV secolo. Obbligata a ripudiare la propria fede cristiana, si rifiutò di farlo e per questo venne processata; la fustigarono, la allungarono con le funi e le slogarono i polsi e le caviglie. Infine, le amputarono le mammelle. Dopo questo supplizio, Agata – rinchiusa in carcere – ricevette la visita miracolosa di San Pietro, che risanò le sue ferite.
La Cappella dell’Addolorata
La Cappella dell’Addolorata, terza cappella di sinistra, ospita una statua in legno dell’Addolorata risalente al 1768.
La statua è collocata su un altare in marmo del XVIII secolo proveniente dalla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Muggiò.
Le pareti sono state decorate nel 1906 da Osvaldo Bignami, autore anche di due dipinti visibili nella vicina Chiesa di Sant’Antonino Martire di Nova Milanese.
Ai lati dell’altare puoi notare due stendardi processionali del Seicento: a destra I Santi Siro e Materno in adorazione dell’Eucarestia; a sinistra il cosiddetto Stendardo della Peste. Quest’ultimo rappresenta San Giuseppe con il Bambin Gesù, con gli appestati sullo sfondo, a ricordo dell’epidemia di peste del 1630.
Accanto alla cappella, ecco una statua di Pio XI proveniente dalla Biblioteca Ambrosiana, opera dello scultore umbro Enrico Quattrini: il piccolo Achille Ratti fu battezzato proprio nel fonte battesimale di questa chiesa nel 1857.
La Cappella di Gesù nell’Orto degli Ulivi
La Cappella di Gesù nell’Orto degli Ulivi è la prima che vedi alla tua destra entrando nella basilica.
Essa è impreziosita da due statue in legno policrome, che rappresentano Gesù nell’Orto degli Ulivi e un angelo in volo con il calice della passione fra le mani: entrambe risalgono al 1923 e furono realizzate da artigiani della Val Gardena.
La decorazione di fondo è opera di due pittori locali, Umberto Galliani e Fermo Sala; la balaustra e la cancellata furono disegnate da Spirito Maria Chiappetta.
La Cappella di San Giovanni Buono
La Cappella di San Giovanni Buono presenta una statua in legno del santo, realizzata nel 1919 da artigiani della Val Gardena.
L’altare barocco – di Camillo Remuzzi – è del 1918, così come la decorazione pittorica che raffigura La chiesa antica e la canonica, dell’artista bergamasco Terragni.
La Cappella di San Carlo
La Cappella di San Carlo ospita la pala di Pietro Narducci San Carlo Borromeo amministra la Prima Comunione a San Luigi Gonzaga, risalente al 1830.
Luigi Gonzaga ricevette la Prima Comunione da Carlo Borromeo nel 1580. Figlio di Ferrante Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere, decise di diventare gesuita nonostante la contrarietà del padre, e a diciassette anni entrò a far parte del noviziato della Compagnia di Gesù a Roma. Morì il 21 giugno del 1591, ad appena 23 anni, contagiato da un appestato che pochi giorni prima aveva caricato in spalla e condotto all’ospedale della Consolazione.
Nato a Milano, Pietro Narducci fu allievo di Luigi Sabatelli all’Accademia di Brera. In Brianza ha dipinto, tra l’altro, San Carlo che istruisce i fanciulli per la Chiesa di Sant’Anna di Bosisio Parini.
La Cappella di Sant’Antonio
La Cappella di Sant’Antonio è decorata, ai lati, da due affreschi: Sant’Antonio che parla ai pesci e Miracolo della mula.
Il primo trae spunto dalla famosa predica ai pesci del santo, avvenuta ai Rimini. Giunto in questa città, il missionario francescano trovò le chiese vuote, e anche in piazza nessuno pareva accorgersi della sua presenza: così, arrivato vicino al mare, si rivolse ai pesci, che iniziano ad affiorare a migliaia per ascoltare le sue parole.
Anche il miracolo della mula avvenne a Rimini, probabilmente nel 1223, grazie all’intercessione di Sant’Antonio. Si racconta che il santo, giunto nella città romagnola, si sia imbattuto in un eretico di nome Bonovillo. Questi gli disse che avrebbe aderito agli insegnamenti del cattolicesimo se con un miracolo Antonio avesse dimostrato la presenza di Cristo nell’ostia consacrata. In che modo? Bonovillo avrebbe lasciato la sua mula chiusa nella stalla per tre giorni senza darle da mangiare; poi l’avrebbe portata in piazza ponendola di fronte alla biada e a un’ostia consacrata dal santo. Se la bestia si fosse inginocchiata davanti all’ostia senza badare al foraggio, l’eretico avrebbe creduto ad Antonio. E così avvenne.
Le statue dei due angeli di questa cappella in origine ornavano la Cappella dell’Addolorata; poi furono spostate e collocate nella posizione in cui si trovano ancora oggi.
La Cappella della Madonna del Rosario
La Cappella della Madonna del Rosario fu progettata dall’architetto Paolo Cesa Bianchi.
Gli affreschi laterali, risalenti al 1907, sono stati dipinti da Osvaldo Bignami e raffigurano storie della Madonna:
- L’Annunciazione;
- La Visitazione;
- La Presentazione al Tempio;
- Maria al Calvario.
Il catino è affrescato con l’Incoronazione della Vergine.
L’altare, proveniente probabilmente da Paderno, fu collocato nella cappella con la supervisione dello scultore Carlo Nava.
È del 1745 la statua in legno della Madonna del Rosario, attribuita a Giuseppe Antignati.
Lo stesso Antignati aveva realizzato, nel 1734, i puttini.
Scultore milanese nato nel 1704, Giuseppe Antignati era figlio d’arte (anche suo padre Giovan Battista si occupava di scultura), ed è noto per essere stato l’autore del modello in legno della Madonnina del Duomo di Milano. Era specializzato soprattutto nella scultura lignea, cimentandosi in particolare nella realizzazione di statue di soggetto mariano. In Brianza ha realizzato, tra l’altro, i puttini della Chiesa di Santa Maria del Carrobiolo di Monza e la statua della Beata Vergine del Rosario della Chiesa di Sant’Ambrogio a Merate.
La Cappella di San Giuseppe
Progettata da Paolo Cesa Bianchi, la Cappella di San Giuseppe accoglie un altare settecentesco e una statua in legno che raffigura il santo con un libro in mano, risalente al 1920.
Gli affreschi laterali, realizzati nel 1908 da Osvaldo Bignami, raffigurano storie di San Giuseppe:
- Lo Sposalizio;
- La Natività del Signore;
- L’Apparizione dell’angelo;
- Il Transito.
Nel catino è rappresentata, invece, La gloria di San Giuseppe tra i santi del Paradiso.
Desio, la Basilica dei Santi Siro e Materno: l’altare maggiore
L’altare maggiore della Basilica dei Santi Siro e Materno fu realizzato su disegno di Carlo Giuseppe Merlo. Il tabernacolo è opera di Giovanni Battista Guzzi, mentre i capitelli bronzei sono opera di Carlo Domenico Pozzi.
Lo scultore Carlo Nava si occupò delle parti marmoree, e Giuseppe Antignati scolpì nel 1746 le statue in legno, lucidate e dorate tre anni più tardi da Carlo Caccia.
Il complesso scultoreo mostra la figura di Cristo tra quattro angeli sul coronamento del ciborio, mentre ai lati del dossale sono visibili due angeli maggiori in adorazione.
La storia della basilica
Le origini della Basilica dei Santi Siro e Materno risalgono al XVII secolo: fu nel 1652, infatti, che presero il via i lavori per la costruzione della chiesa, su progetto di Camillo Ciniselli.
Si ipotizza che Ciniselli, per la progettazione dell’edificio, si sia ispirato a un disegno realizzato in precedenza da Pellegrino Tibaldi e commissionato da San Carlo Borromeo.
L’edificio fu costruito nei pressi di un’altra chiesa che era stata realizzata nel VII secolo per volere di San Giovanni Buono, arcivescovo di Milano, forse per celebrare il passaggio al cattolicesimo della popolazione longobarda. Questa chiesa verrà poi demolita nel terzo decennio del Settecento, essendo diventata inutile proprio per la presenza della nuova basilica.
I lavori per realizzare la nuova chiesa, per altro, durarono molto tempo, anche a causa della situazione economica complicata, che provocò rallentamenti e pause consistenti. A partire dal 1726, con la supervisione di Carlo Giuseppe Merlo (il progettista di Villa Perego a Cremnago), vennero costruite la volta e la copertura della chiesa, che sarebbe stata aperta al culto dieci anni più tardi, il 31 ottobre del 1736.
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Tra il 1764 e il 1785 vennero realizzati il sagrato, la scalinata e la facciata sotto la guida di Giulio Galliori, l’architetto di Villa Mirabellino a Monza.
Nel 1862 lo scultore Cristoforo Bossi, di Porto Ceresio, scolpì le statue laterali della facciata, che raffigurano i Santi Siro e Materno.
Con il passare degli anni, e con la crescita demografica, la chiesa si rivelò non abbastanza grande per accogliere tutta la popolazione. Così, tra il 1890 e il 1895 si realizzarono lavori di ampliamento – diretti da Giuseppe Buttafava e Paolo Cesa Bianchi – che videro il contributo dei proprietari delle più grandi aziende desiane, ma anche il coinvolgimento degli abitanti, che si misero a disposizione volontariamente per prestare la propria opera.
Secondo i dettami del progettista Domenico Laveni, venne abbattuto l’abside e si realizzò un grande transetto; inoltre, si costruì la cupola, per la quale Cesa Bianchi si ispirò a quella ideata per la Chiesa di San Biagio a Montepulciano da Antonio da Sangallo il Vecchio.
Nel 1935 Ottavio Cabiati (architetto, tra l’altro, della Chiesa di Santa Maria Nascente a Cabiate) si occupò della sistemazione della facciata.
L’anno successivo Pio XI conferì alla chiesa il titolo di Basilica Romana Minore. Sempre nel 1936 venne realizzata da artigiani locali la bussola del portale di ingresso.
Desio, la Basilica dei Santi Siro e Materno: come arrivare
La Basilica dei Santi Siro e Materno di Desio si trova in piazza Conciliazione.
Se vuoi arrivare a Desio in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Santa Maria (dove c’è il disco orario) o di via Garibaldi (con sosta a pagamento nei giorni feriali).
In alternativa puoi arrivare a Desio in treno: la stazione cittadina è servita dalle linee ferroviarie Chiasso-Rho Fiera e Saronno-Albairate, che la collegano tra l’altro con Milano, Como e Monza. Esci dalla stazione dalla parte del binario 1, scendi la scalinata e gira a destra in modo da lasciarti la stazione alle spalle; alla rotonda svolta a sinistra in via XXV Aprile e vai fino in fondo, girando poi a destra in via Lampugnani. Procedi sempre dritto e continua imboccando via Pio XI: dopo poco vedrai la chiesa alla tua destra.
Infine, decidendo di arrivare a Desio in autobus puoi scegliere una tra le linee Z231, Z232 o Z251 e scendere alla fermata Diaz/Rimembranze. Da qui, tenendo i numeri civici pari alla tua sinistra, vai fino in fondo a via Diaz; quindi gira a destra in corso Italia e prosegui fino a quando non vedrai la chiesa alla tua sinistra.
In piazza della Conciliazione a Desio, proprio davanti alla Basilica dei Santi Siro e Materno, puoi ammirare anche il Monumento a papa Pio XI. Te ne parlo in maniera approfondita nel post qui sotto, che ti racconta la storia di questo monumento e tutti i dettagli più curiosi che lo riguardano.
Che cosa vedere a Desio
Dopo aver visitato a Desio la Basilica dei Santi Siro e Materno, non perdere l’occasione di scoprire il resto della città! Nel post qui sotto trovi tutte le informazioni che ti servono per sapere che cosa vedere a Desio e dove fermarti a mangiare, tra ristoranti, pizzerie e trattorie tipiche.
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Un’ultima segnalazione: la stesura di questo post non sarebbe stata possibile senza la consultazione di La Basilica di Desio. Percorso storico-artistico, volume scritto da Massimo Brioschi ed edito per ricordare i 50 anni di sacerdozio di Mons. Elio Burlon.