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La Basilica di San Paolo a Cantù, la Conversione di San Paolo

La Basilica di San Paolo a Cantù

La Basilica di San Paolo a Cantù, affacciata sulla piazza principale della città, è una delle chiese più suggestive che tu possa visitare in Brianza. Nel post che stai per leggere, avrai l’occasione di scoprire tutto ciò che merita di essere visto al suo interno, tra vetrate spettacolari, reliquie sacre e dipinti antichi: sei pronto?

Le opere d’arte della Basilica di San Paolo a Cantù

Avvicinandoti alla Basilica di San Paolo di Cantù, non potrai fare a meno di notare il suo alto campanile. Si dice che in origine esso fosse la torre in pietra del castello Pietrasanta (l’edificio accanto alla basilica, oggi parzialmente ricoperto dalla vegetazione), che era stato costruito a protezione del colle più alto del borgo.

La Chiesa di San Paolo a Cantù
La Basilica di San Paolo affacciata su piazza Garibaldi

Il protiro della chiesa fu realizzato nei primi decenni del XVII secolo su disegno di Pellegrino Tibaldi, architetto che probabilmente è intervenuto anche sul campanile. Tibaldi, vissuto nel Cinquecento, si è occupato di molti edifici da vedere in Brianza: per esempio, Villa Taverna a Triuggio e Villa Mazenta a Giussano.

Il protiro della Basilica di San Paolo a Cantù
Il protiro della basilica

Entrando in chiesa, la tua attenzione sarà colpita dalla cappella della navata sinistra, dove è conservata una Sacra Spina della Corona di Gesù.

La cappella della navata sinistra della Chiesa di San Paolo a Cantù
La cappella della navata a sinistra, già dedicata a San Giuseppe

Sopra l’altare, i Santi Pietro e Paolo sono raffigurati in una vetrata del XV secolo. Come da iconografia, Paolo è rappresentato con la spada, cioè l’arma con la quale è stato ucciso; inoltre, come si legge nella lettera agli Ebrei, “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio”. Pietro, invece, tiene in mano una chiave, a rievocare la promessa di Gesù: “A te darò le chiavi del regno dei cieli”.

Basilica di San Paolo, la vetrata con i Santi Pietro e Paolo
La vetrata con i Santi Pietro e Paolo

Ai lati, ecco due tele di scuola lombarda della prima metà del Seicento: la Fuga in Egitto e la Morte di San Giuseppe.

Basilica di San Paolo a Cantù, la Fuga in Egitto
La fuga in Egitto
Basilica di San Paolo a Cantù, La morte di San Giuseppe
La morte di San Giuseppe

La navata maggiore, invece, accoglie quattordici medaglioni con le raffigurazioni dei santi Paolo, Luca e Marco e degli apostoli.

Nella stessa navata sono presenti quattro vetrate che raffigurano i quattro santi di Cantù (Savino, Manfredo, Ecclesio e Adeodato): l’autore è Luigi Migliavacca.

La vetrata di Sant'Adeodato
La vetrata con Sant’Adeodato

L’urna con le spoglie dei santi è stata conservata in questa chiesa per tre secoli e mezzo, dal 1657 al 2007, mentre attualmente si trova nella cripta della Basilica di San Vincenzo di Galliano. A proposito: se vuoi visitare anche questa basilica, puoi leggere il post qui sotto con l’approfondimento che le ho dedicato.

La Basilica di San Vincenzo a Cantù (cioè: la Basilica di Galliano)

Migliavacca ha realizzato anche le vetrate dell’abside: una rappresenta la conversione di San Paolo, l’altra il martirio del santo.

Secondo la tradizione, la conversione di Paolo avvenne durante il suo viaggio verso Damasco. Avvolto da una luce comparsa improvvisamente nel cielo, egli cadde da cavallo finendo a terra. Paolo a quei tempi era ostile ai cristiani e minacciava i discepoli di Gesù: ma la luce che lo fermò era proprio quella di Gesù, che lo invitò a rialzarsi e a proseguire il suo cammino fino a Damasco, dove poi qualcuno gli avrebbe detto cosa fare. E così avvenne: Paolo si risollevò da terra e, rimasto accecato da quel bagliore, venne condotto per mano a Damasco dai suoi compagni di viaggio. Arrivato a destinazione, incontrò un osservante della legge, Anania, che lo invitò a farsi battezzare: così riacquistò la vista. È proprio da questo episodio che deriva l’espressione “folgorato sulla via di Damasco”.

La Basilica di San Paolo a Cantù, la Conversione di San Paolo
La vetrata che riproduce l’episodio della conversione di San Paolo

Il martirio di San Paolo raffigura, invece, la sua decapitazione, che secondo la tradizione sarebbe avvenuta nel 67 d.C., quando era in corso la persecuzione di Nerone. La decapitazione era la pena di morte riservata ai cittadini romani che venivano condannati, mentre la crocifissione era destinata ai cittadini non romani.

Basilica di San Paolo a Cantù, il martirio di San Paolo
Il martirio di San Paolo

Il catino dell’abside mostra, inoltre, la rappresentazione delle quattro Virtù Cardinali.

La volta del presbiterio della basilica è decorata con un affresco che riproduce il Trionfo di San Paolo in Gloria, dipinto nel 1852 dallo svizzero Francesco Verda.

Passando alla navata destra, ecco un’altra rappresentazione della Conversione di San Paolo, il cui autore è probabilmente Camillo Procaccini.

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Sempre nella navata di destra puoi trovare la Cappella della Madonna del Carmine, che accoglie affreschi e tele di Giovan Battista della Rovere.

Il martirio di Sant’Apollonia

Merita di essere visto, infine, Il martirio di Sant’Apollonia, olio su tela del XVII secolo attribuito a Giovan Battista Crespi detto il Cerano. Di questo artista puoi ammirare opere anche nella Chiesa di San Vittore a Meda.

Basilica di San Paolo a Cantù, Il martirio di Sant'Apollonia
Il martirio di Sant’Apollonia

Sant’Apollonia è la patrona di Cantù, e nella basilica è conservato come reliquia un dente della santa. Si racconta che esso sia arrivato da Costantinopoli: un principe cardinale della chiesa lo avrebbe consegnato alle monache benedettine della Chiesa di Santa Maria (che si trova a poche decine di metri dalla Basilica di San Paolo), che poi lo avrebbero affidato alla prepositura di San Paolo.

Secondo la tradizione, Apollonia fu martirizzata nel 249, in occasione di una sommossa scoppiata ad Alessandria d’Egitto. La donna, già anziana, fu catturata dalla folla, che le ruppe le mandibole e le spezzò i denti per poi condurla al rogo. Qui, ella si buttò volontariamente nel fuoco pur di non pronunciare parole contro Dio e di non rinnegare la propria fede, come l’avrebbero costretta a fare i suoi aguzzini.

Dove si trova la Basilica di San Paolo a Cantù

La Basilica di San Paolo di Cantù si trova in via Carlo Annoni, affacciata su piazza Garibaldi.

Il campanile della Basilica di San Paolo a Cantù
Il campanile della Basilica di San Paolo

Se hai in mente di arrivare a Cantù in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Corbetta o di via Roma.

Preferisci arrivare a Cantù in treno? Uscito dalla stazione di Cantù, vai a sinistra in via Vittorio Veneto e percorri questa strada fino in fondo, per poi girare a sinistra in via Vergani. Arrivato alla rotonda, vai dritto in via Brambilla e da qui prendi la prima traversa sulla destra, via Fiammenghini. Superato il parco di Villa Argenti, puoi girare a destra in via Pietrasanta: arriverai così alla basilica.

Infine, volendo arrivare a Cantù in autobus puoi fare affidamento sulle linee C45, C80, C81, C82 e C86 e scendere alla fermata di via Manzoni. Da qui, ti basta percorrere via Manzoni in direzione della salita (lasciandoti i numeri civici pari alla tua sinistra) per sbucare direttamente in piazza Garibaldi e vedere la basilica.

Che cosa vedere a Cantù

Vuoi sapere che cosa vedere a Cantù oltre alla Basilica di San Paolo? Beh, un sacco di posti: te ne parlo nell’articolo qui sotto, che ti propone un itinerario turistico della città.

Che cosa fare a Cantù: guida per turisti





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