Che cosa fare a Lesmo? Nel paese in cui ha sede Villa Gernetto, celebre per essere di proprietà di Silvio Berlusconi (che qui aveva ospitato anche Vladimir Putin), puoi andare alla scoperta dei boschi della Valle del Rio Pegorino, nel Parco della Valle del Lambro, o ammirare diverse ville antiche. Leggi per saperne di più.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Paese di quasi 9mila abitanti della provincia di Monza e Brianza, Lesmo si compone di tre frazioni: Peregallo, Gerno e California.
Lesmo è nota a tutti gli appassionati di motori perché dà il nome a due curve dell’autodromo di Monza (la prima Curva di Lesmo e la seconda Curva di Lesmo, appunto) ma anche perché è la sede di Yamaha Racing, la divisione sportiva dell’azienda di moto Yamaha, situata in via Tinelli 67.
A Lesmo abitano il conduttore tv Ezio Greggio e i cantanti Fausto Leali e Iva Zanicchi.
Che cosa fare a Lesmo: i monumenti da vedere
Per sapere che cosa vedere a Lesmo potresti iniziare la tua passeggiata in paese da via Speri: al civico 6 merita di essere vista la Cascina Cascinetta di Sotto.
Uscendo da via Speri, gira a destra in via XXV Aprile e vai sempre dritto; proseguendo lungo via Marconi, raggiungerai la Chiesa di Santa Maria Assunta, in piazza Roma. Costruita nel 1539, all’interno accoglie una Madonna del Rosario dipinta da Camillo Procaccini. Il complesso comprende, sul fianco meridionale, l’Oratorio dei Santi Re Magi, edificato nel Settecento e composto da una cripta con altare in pietra.
Di fronte alla chiesa, all’incrocio tra piazza Roma e via Maddalena di Canossa, puoi soffermarti davanti all’ingresso di Villa Novecento, un tempo nota come Villa Fontana, costruita nei primi anni del secolo scorso.
Accanto, ecco l’edificio della scuola materna “Gaetano Ratti”, costruito nel 1922. Qui sorge anche il Monumento ai Caduti, che riporta il nome degli 86 soldati lesmesi morti nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale: la scultura in bronzo raffigura un soldato con la divisa ufficiale e, in mano, la bandiera.
Tornando indietro lungo via Marconi, incrocerai alla tua destra via Gaetano Ratti: qui, al civico 1, trovi il percorso a rizzada con cannocchiale prospettico che conduce all’ingresso dell’ottocentesca Villa Ratti Fenaroli.
Di fronte, in via Gaetano Ratti 2 ma ben visibile anche da via Marconi, ecco Villa Sala Cega, circondata da un grande giardino. L’edificio, datato al Novecento, è caratterizzato da una facciata simmetrica che si conclude con un timpano: si distinguono il balcone con ringhiera in ferro battuto al primo piano e gli sfondatini ad arco a tutto sesto al pian terreno.
Riprendendo il tuo percorso in via Marconi, dopo via IV Novembre non puoi fare a meno di notare, sulla tua sinistra in piazza Dante, l’affascinante edificio della vecchia biglietteria della tranvia Monza-Barzanò-Oggiono: se ci fai caso, troverai anche la scritta Fermata Tramvai.
Da qui puoi imboccare via Monte Stelvio per osservare, al civico 10, Villa Frattini Tremolada, che risale ai primi anni del XX secolo.
Da via Monte Stelvio puoi svoltare a sinistra in via Messa e da qui andare dritto in via Manzoni, proseguendo in via Lambro. Qui, di fianco al civico 52, c’è la Cappelletta della Santa Vergine, costruita nel XIX secolo: al suo interno è presente una statua della Vergine risalente al 1849 e scolpita da Giovanni Antonio Labus.
Se continui la tua passeggiata lungo via Lambro arrivi nella frazione di Gerno, dove la strada prende il nome di via Casati: arrivato all’incrocio con via Volta e girando a destra, ti trovi nel centro storico di Gerno. Ecco, tra le altre:
- in via Volta 21 la Curt da Bin sulla tua sinistra;
- in via Volta 16 e 24 la Curt a ‘Olt sulla tua destra;
- in via Volta 25 e 27 la Curt a Bass sulla tua sinistra.
Arrivato al civico 28 di via Volta trovi l’ingresso di Villa Somaglia, realizzata tra la seconda metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento. Nota anche come Villa Gernetto o Villa Mellerio, fu progettata da Simone Cantoni (il “papà” di Villa Gallarati Scotti a Oreno di Vimercate) e ampliata da Gianbattista Mellerio. Nel 2007 è stata acquistata da Silvio Berlusconi, che qui avrebbe voluto allestire l’Università del pensiero liberale: un’idea che, però, non si è mai concretizzata.
La villa non è visibile dal punto in cui ti trovi ora, ma tra poco riuscirai a osservarla: nel frattempo, proseguendo la tua passeggiata in via Volta troverai sulla tua sinistra la Chiesa di San Carlo, risalente al XVII secolo.
Arrivato allo stop di via Volta, ti imbatterai in una cabina Enel che raffigura Lesmo come era nel 1721, secondo il Catasto Teresiano: la riproduzione è opera dell’artista Simona SantaSeveso.
Sì, ok, ma Villa Somaglia? Tranquillo, non me ne sono dimenticato: allo stop gira a sinistra e percorri un tratto di provinciale fino a quanto non trovi sulla destra l’ingresso per la pista ciclopedonale. Percorrila tenendo il Lambro sulla sinistra, e volgendo lo sguardo alla tua destra potrai vedere (da lontano) Villa Somaglia.
A questo punto puoi tornare indietro lungo via Volta: vai sempre dritto e prosegui lungo via Caduti per la Patria; alla rotonda, vai dritto in via Parco per poi girare a sinistra in via Risorgimento. Dopo pochi metri vedrai alla tua sinistra uno dei luoghi abbandonati in Brianza che più intrigano gli appassionati di urban exploration: i resti del Cotonificio Stucchi Fumagalli, costruito nella seconda metà dell’Ottocento.
Continuando a camminare in via Risorgimento arrivi all’incrocio con via Rapazzini e via Mazzini. Sulla sinistra, in via Rapazzini 2, c’è l’ingresso di Villa Mattioli, progettata da Antonio Citterio (allievo di Camillo Boito) e risalente alla fine del XIX secolo.
L’edificio, che purtroppo non è visibile da fuori, nel Novecento ha accolto un circolo ricreativo per i dipendenti della IBM. Oggi, invece, è una location per matrimoni: per questo non è visitabile (a meno che tu non decida di tenere qui il tuo ricevimento di nozze, ovviamente!).
Sulla destra, al civico 14 di via Mazzini ecco Villa Simonetta Rapazzini: in più occasioni ebbe modo di ospitare Massimo d’Azeglio, a capo del governo durante il Regno di Sardegna. Il complesso include, all’interno del grande parco che lo circonda, anche la Casina del Caffè, destinata nella prima metà del Novecento all’intrattenimento degli ospiti e poi trasformata in cappella privata (oggi sconsacrata).
Dopo aver imboccato via Rapazzini, gira a sinistra in via Italia per arrivare in piazza Garibaldi: qui trovi la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Realizzata all’inizio del XVIII secolo dal conte Giuseppe Saronno, è stata per lungo tempo a servizio di Villa Mattioli.
Sempre in piazza Garibaldi, vale la pena di ammirare le decorazioni a tema naturalistico realizzate, anche in questo caso, da Simona SantaSeveso.
Che cosa fare a Lesmo: gli itinerari naturalistici
Il territorio di Lesmo fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro. Puoi percorrere la ciclabile lungo il Lambro accedendo all’altezza di via Galileo 2.
Inoltre, puoi addentrarti nei boschi della Valle del Rio Pegorino da via Cascina Pegorino o da via Galileo all’altezza del civico 32.
Dove mangiare a Lesmo
Se cerchi un posto dove mangiare a Lesmo segnati il nome di Liv La Cà, in via XXIV Maggio 54. Chiuso il martedì e il sabato a pranzo, mette a disposizione per chi lo desidera il servizio d’asporto.
Un’ottima pizzeria di Lesmo è Eatmosfera, in via Caduti per la Patria 56: ti consigliamo di provare, tra i dolci, la panna cotta all’alloro e il raviolo di ananas con crema di burrata.
Tra i ristoranti di Lesmo, in via Galilei 2 c’è Al Ranch, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, dove puoi gustare pizze, hamburger, carne alla griglia e gnocco fritto.
L’Hostaria 2.0, in via Volta 26, è un’altra location dove mangiare a Lesmo in grado di sorprenderti: chiuso a cena il martedì e a pranzo dal lunedì al venerdì, si fa apprezzare per la sua cantina ben rifornita.
Nel novero delle pizzerie di Lesmo c’è anche Please, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena: si trova in via Marconi 54 e nel menù propone anche la paella, le cozze con arancia e zenzero e l’ossobuco con polenta. Non solo: qui puoi provare anche piatti del Giappone, dello Sri Lanka e della Thailandia.
La Vecchia Bocciofila, in via Ratti 36, è un altro ristorante di Lesmo da non perdere: tra i piatti della tradizione contadina che puoi assaggiare, il giovedì è disponibile anche il menù grigliata a 25 euro, con salumi, costine, bombette pugliesi e arrosticini.
Preferisci un sushi all you can eat a Lesmo? Allo stesso indirizzo di Please trovi Love Me Sushi, con menù a prezzo fisso a cena a 26 euro, bevande e dolci esclusi.
Infine, se vuoi scoprire dove mangiare hamburger in Brianza, sappi che Mordi E Fuggi è il locale che fa per te: si trova in via Marconi 7 e ti offre anche pizze, focacce, baguette e panzerotti dolci alla Nutella.
Come arrivare a Lesmo
Come arrivare a Lesmo in auto? Provenendo da Milano devi percorrere la Tangenziale Est (A51) fino allo svincolo 20, uscita per Villasanta-Arcore. Da qui puoi immetterti sulla SP45: andando sempre dritto, e poi proseguendo lungo la SP7, dopo aver superato Villasanta giungerai a destinazione.
A Lesmo è presente una stazione ferroviaria, che però non è utilizzata da quando i treni della linea Seregno-Carnate sono stati rimpiazzati da autobus sostitutivi. Per arrivare a Lesmo in treno puoi fare riferimento alla stazione di Biassono o a quella di Macherio, servite dalla linea suburbana S7 di Milano e collegata, tra l’altro, con Civate, Galbiate, Oggiono, Molteno, Costa Masnaga, Cassago Brianza, Renate, Besana in Brianza, Carate Brianza, Triuggio, Arcore, Villasanta e Monza.
Per arrivare a Lesmo in autobus puoi sfruttare la linea D80, che passa da Monza, Villasanta, Arcore, Casatenovo, Monticello Brianza, Missaglia, Barzanò, Garbagnate Monastero, Sirone, Dolzago e Oggiono. I bus Z317, invece, collegano il paese con Correzzana, Arcore, Casatenovo, Camparada e Vimercate.
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