Il Santuario del Santo Crocifisso a Meda si affaccia su piazza Vittorio Veneto, nucleo storico della città, a pochi passi dalla Chiesa di San Vittore e da Villa Antona Traversi. Vuoi sapere come raggiungerlo e scoprire tutte le buone ragioni per visitarlo? Prosegui nella lettura e troverai tutte le risposte di cui sei in cerca.
Tutto quello che ti serve sapere
La storia del santuario
L’aspetto attuale del Santuario del Santo Crocifisso di Meda è il frutto di un lungo cantiere cominciato nel 1873. Devi sapere, però, che nel punto in cui sorge il santuario era presente una chiesa già nell’XI secolo: era intitolata a Santa Maria Nascente, e la sua facciata era ruotata di circa 90 gradi rispetto a quella di oggi.
[Ti interessa quello che stai leggendo? Sappi che mettendo Like sulla pagina Facebook di Viaggiare in Brianza potrai scoprire ogni giorno luoghi meravigliosi e storie incredibili]
Per molti secoli quella chiesa dipese dal monastero benedettino che si affacciava sulla stessa piazza (di cui oggi rimane solo la Chiesa di San Vittore, che però fu costruita solo nel 1730): per questo era esentata dalla tassazione imposta dalla curia arcivescovile.
Curiosamente, il primo campanile della Chiesa di Santa Maria Nascente era stato costruito con un’altezza modesta, per evitare che dalla cima si potesse vedere all’interno delle mura del monastero.
Intorno alla metà del Cinquecento, una sommossa popolare si concretizzò nell’occupazione della chiesa: i medesi cacciarono i sacerdoti impegnati a celebrare la messa e picchiarono e insultarono il curato Stefano da Seveso, “colpevole” di non essere stato scelto dalla popolazione ma nominato dalle monache. Ad alimentare il risentimento degli abitanti del posto nei confronti del monastero era anche il fatto che questo non fosse tenuto a pagare le imposte previste dal governatore dello Stato di Milano Alfonso d’Avalos nel 1544 per la retribuzione dei militari: imposte che, di conseguenza, ricadevano interamente sui cittadini.
Nel XVI secolo alla Chiesa di Santa Maria venne aggiunta una cappella intitolata a Sant’Agostino, per volere di Cesare De Capitani dei conti di Scalve: quello di Agostino era un nome ricorrente nella famiglia nobiliare dei De Capitani.
Negli anni ’10 del Seicento, poi, il cardinale Federico Borromeo ordinò che venisse costruita, al posto dell’edificio esistente, una chiesa nuova più grande e con un campanile dotato di due campane.
Così avvenne, anche se i lavori andarono a rilento, complice l’ostilità delle monache che avrebbero dovuto finanziarne una parte: il problema era che con l’ampliamento della chiesa proprio davanti al loro monastero, i loro diritti si sarebbero ridotti in misura significativa.
Il 10 gennaio del 1737 venne gettata giù dalla torre campanaria una campana che era stata issata appena il giorno precedente: responsabili del gesto furono alcuni esagitati, in polemica con le monache, guidati dal conte Pirro de Capitani, con tanto di armi da fuoco e pietre.
Nel 1806 il monastero era stato ormai soppresso per effetto delle decisioni di Napoleone: così si poté finalmente innalzare il nuovo campanile della Chiesa di Santa Maria, mentre quello vecchio fu demolito.
Negli anni ’70 dell’Ottocento, come detto, prese il via l’ultimo imponente intervento architettonico. Il progetto di ampliamento della chiesa venne studiato dall’architetto Emanuele Odazio; tuttavia, egli rimase coinvolto in una controversia legale con il sindaco medese Enrico Maunier a proposito dei pagamenti da sostenere. Così, il posto di Odazio venne preso da Eugenio Rivolta, che pur basandosi sul progetto precedente previde delle modifiche significative: per esempio, l’aggiunta del pronao.
Tra il 1873 e il 1881 vennero costruite le due navate laterali, si eresse un altro campanile dopo aver abbattuto quello precedente e si realizzò l’altare maggiore. Il sagrato, il pronao e la facciata furono completati nel 1893.
Il campanile fu concluso nel 1920, e quattro anni più tardi la facciata fu ridisegnata da Paolo Mezzanotte, autore anche della nuova Chiesa di Santa Maria Nascente di Meda che sarebbe stata costruita a partire dal 1939.
Sempre nel 1924 il pittore torinese Luigi Morgari iniziò ad affrescare l’interno della chiesa. Tema principale delle rappresentazioni era Gesù crocifisso, ma l’artista incluse riferimenti anche al Sacro Cuore di Gesù, all’Assunzione di Maria Vergine e al culto per Santa Teresina di Lisieux, temi teologici cari al magistero di Pio XI. Morgari inserì nel ciclo pittorico frasi del Vecchio Testamento, versetti del Vangelo e antifone alla Madonna.
L’artista piemontese si fece aiutare dal pittore medese Primo Busnelli, che si occupò delle decorazioni e di diverse parti figurative degli affreschi. In particolare Morgari dipinse da solo il fonte battesimale, l’altare della Madonna, l’affresco dell’Esaltazione della Croce e i due quadri del presbiterio; Busnelli decorò la volta dell’altare centrale (affrescata da Morgari) e lavorò anche alla navata dell’altare del Santo Crocifisso. Tra poche righe ti mostro tutto nel dettaglio!
Collaborarono alle decorazioni anche Piero Negri e i fratelli Agostino e Romeo Galimberti, esperti di doratura.
Santuario del Santo Crocifisso a Meda: la facciata
La facciata del Santuario del Santo Crocifisso fu realizzata a partire dal 1893, su progetto di Eugenio Rivolta, con l’intento di mantenere una continuità con la facciata della Chiesa di San Vittore, situata alla sinistra del santuario, anche se scegliendo uno stile diverso.
Il pronao, le colonne, il sagrato e i gradini sono in granito nazionale di Baveno.
Sul registro inferiore sono presenti le statue dei Santi Antonio Abate e Giovanni Oldrati.
Sant’Antonio Abate è accompagnato da un maiale, come da iconografia tradizionale (c’è anche una filastrocca dedicata a Sant’Antoni del Purcel!). Proprio il grasso dei maiali in passato era adoperato per lenire le sofferenze delle persone che soffrivano per il fuoco di Sant’Antonio; così questi animali potevano essere allevati dall’ordine degli Antoniani nei centri abitati, dove andavano in giro con una campanella al collo.
San Giovanni Oldrati ha in una mano la croce e nell’altra mano il Vangelo. Nato a Meda intorno al 1100 (si dice a poca distanza da questa chiesa), egli fu santificato nel XII secolo da Alessandro III; viene considerato dalla tradizione riformatore dell’Ordine degli Umiliati. Devi sapere che non sono molte le statue oggi esistenti in memoria degli Umiliati, anche perché essi furono repressi da San Carlo in seguito a un attentato da lui subìto ad opera di un monaco che apparteneva proprio a questo ordine.
Sul registro superiore, invece, trovano posto le statue dei Santi Aimo e Vermondo, che furono i fondatori del monastero benedettino di Meda.
In cima, ai lati del Cristo Redentore con la Croce sono visibili due angeli con la tromba.
Al centro del timpano della chiesa, puoi notare l’occhio di Dio, scolpito in legno, da cui partono raggi di luce. Sotto, la scritta in latino VIRGINI DEIPARAE MARIAE NASCENTI, “Alla Vergine Madre di Dio Maria Nascente”.
Tra le statue dei Santi Aimo e Vermondo vedi – invece – ciò che rimane di un affresco dell’Assunzione di Maria, che raffigura la Vergine su una nuvola che ascende al cielo in compagnia di sei angeli.
Anche sopra le porte laterali ci sono due affreschi scoloriti: a sinistra un angelo con la scritta O CRUX AVE SPES UNICA (“O croce, unica speranza, ti saluto”); a destra un angelo con la scritta REGNAVIT A LIGNO DEUS (“Dalla croce Dio regnò”).
Il portale centrale, cinto da un pronao, è realizzato in legno di rovere: fu scolpito da Osvaldo Minotti su disegno di Eugenio Boga. Il tema è quello del miracolo del Santo Crocifisso, che dà il nome alla chiesa: ora te ne parlo.
Si narra che il 2 agosto del 1813, mentre era in corso di svolgimento una messa con più di 500 persone presenti, la chiesa fu attraversata da un fulmine: per grazia divina, però, nessuno dei fedeli fu colpito. Da quell’occasione, quella che fino ad allora era stata conosciuta come Chiesa di Santa Maria iniziò ad essere chiamata Santuario del Santo Crocifisso.
Ecco, allora, le quattro icone devozionali della porta centrale:
- in alto a sinistra, la croce miracolosa;
- in alto a destra, i fedeli si salvano dal fulmine;
- in basso a destra, un giovane prende una croce da un anziano;
- in basso a sinistra, donne raccolte in preghiera.
Santuario del Santo Crocifisso a Meda: gli interni
Gli affreschi che decorano gli interni della Chiesa di Santa Maria a Meda, come ti ho accennato, risalgono alla prima metà degli anni ’20 del secolo scorso e sono opera di Luigi Morgari, autore di gran parte delle decorazioni pittoriche con la collaborazione di Primo Busnelli.
Santuario del Santo Crocifisso di Meda: la navata centrale
La volta della navata centrale accoglie la Natività di Maria Santissima e la Redenzione dell’umanità, entrambe dipinte da Morgari, oltre a medaglioni che ospitano le effigi di santi.
Nella Natività di Maria Santissima Maria è sorridente in una culla dorata, tra Sant’Anna e San Gioacchino.
Si riconoscono, nell’affresco, le figure di suor Bartolomea Capitanio e suor Vincenza Gerosa, che fondarono l’ordine delle Suore di Carità di Maria Bambina. Sono presenti anche San Giovanni Bosco (patrono degli oratori) e papa Pio XI, identificato dalla scritta ai suoi piedi PONT. MAX. PIUS XI.
La Redenzione dell’umanità – invece – rappresenta in primo piano, attorno a un braciere con l’incenso, donne e uomini che simboleggiano i cinque continenti: hanno catene spezzate ai polsi, a indicare – appunto – l’umanità liberata dalla schiavitù di Satana.
In alto, puoi osservare l’Agnello mistico: richiama l’usanza, raccontata nell’Antico Testamento, di sacrificare nel tempio di Gerusalemme tutti i giorni, al mattino e alla sera, un agnello allo scopo di implorare il perdono di Dio. L’agnello è circondato dalla luce sotto le lettere IHS, l’abbreviazione di Iesus Hominum Salvator, cioè “Gesù salvatore degli uomini”. Attorno all’agnello, un gruppo di angeli con i simboli dell’Eucaristia, uva e frumento, e un cartiglio che riporta la scritta REDIMISTI NOS DOMINE SANGUINE TUO PRETIOSO (“Signore, ci hai redento con il tuo prezioso sangue”): è una strofa del Te Deum laudamus, la preghiera di ringraziamento che viene letta l’ultimo giorno dell’anno.
L’affresco mostra sulla destra l’arcangelo Michele – personificazione del bene – che sfida Satana, raffigurato come un dragone che viene respinto negli inferi.
Ai lati della grande arcata che divide il corpus principale del santuario dal presbiterio trovano posto due raffigurazioni di San Pietro (a sinistra) e di San Paolo (a destra).
Pietro ha in mano la chiave e accanto una lapide con la scritta TU ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM AEDIFICABO ECCLESIAM MEAM, “Tu sei Pietro e sopra questa pietra costruirò la mia chiesa”.
Paolo, invece, ha in mano la spada; accanto, la scritta EPISTOLA 1^ AD CORINTHIOS.
Sopra Pietro, è raffigurato Mosè che fa fuoriuscire dalla rupe l’acqua che servirà a dissetare il popolo nel deserto. La sua fronte emana due raggi di luce; ai suoi piedi sono presenti le tavole della legge.
Sopra Paolo, invece, è dipinto Elia che riceve il pane offerto dall’angelo. Se non conosci l’episodio a cui fa riferimento questo dipinto, te lo racconto subito: dopo essere scappato da Gezabele, Elia in preda alla stanchezza e in un momento di sconforto aveva chiesto al Signore di morire, per poi mettersi a dormire all’ombra di un ginepro. Per dimostrargli il proprio sostegno, Dio inviò un angelo con un’acqua miracolosa e del pane che avrebbero dovuto dargli forza: così, Elia avrebbe potuto percorrere la strada che mancava fino al monte Horeb e trovare scampo dalla persecuzione. Rifocillatosi e rinsavitosi, egli camminò per 40 giorni e infine riuscì a giungere a destinazione.
Nei medaglioni della volta centrale sono rappresentati altri santi:
- Sant’Ambrogio;
- San Luigi;
- Sant’Agostino;
- San Francesco;
- San Mauro;
- San Carlo;
- Santo Stefano;
- Sant’Agata;
- Sant’Agnese;
- Santa Teresa di Lisieux.
Sulla seconda arcata di sinistra puoi osservare San Tommaso d’Aquino e San Bernardo di Chiaravalle, due dottori della Chiesa.
Accanto a San Tommaso d’Aquino, la scritta SUMMA THEOLOGICA TRIPARTITA fa riferimento al titolo del trattato teologico del santo.
San Bernardo, invece, è accompagnato dalla frase RESPICE STELLAM VOCA MARIAM, “Guarda la stella e invoca Maria”, titolo di una preghiera scritta dal santo.
Di fronte, sulla seconda arcata di destra, ecco Abramo e Davide.
Abramo ha in mano il coltello con il quale si accinge a sacrificare il figlio Isacco.
Davide, invece, ha una cartula che riporta la scritta PSALMI: proprio a Davide, infatti, sono attribuiti numerosi salmi biblici.
La quarta arcata di sinistra è decorata con le effigi dei profeti Geremia e Isaia: quest’ultimo reca il versetto biblico REDEMPTOR NOSTER SANCTUS ISRAEL XVLII – 4, “Il nostro Redentore santo di Israele”.
Di fronte, sulla quarta arcata di destra, ecco i profeti Daniele ed Ezechiele: accanto al secondo compare il versetto biblico SURGITE OSSA A[RIDA] AUD[ITE], “Ossa inaridite risorgete e ascoltate [la parola del Signore]”.
Santuario del Santo Crocifisso di Meda: il presbiterio
L’Esaltazione della Croce
La volta presbiteriale del Santuario del Santo Crocifisso di Meda presenta un affresco dell’Esaltazione della Croce.
Nel dipinto Gesù, alla destra del Padre, indica una croce sostenuta da angeli e inghirlandata.
Tutt’intorno, alcuni angeli suonano diversi strumenti musicali (l’arpa, il flauto e il violino) mentre altri tengono un nastro su cui campeggia la scritta NOS GLORIARI OPORTET IN CRUCE D.N. J. CHRISTI IN QUO EST SALUS VITA ET RESURRECTIO (“Bisogna che noi ci gloriamo nella croce del Signore nostro Cristo Gesù in cui sono le nostre salvezza, vita e risurrezione”), tratta da Galati 6,14.
Le vele raffigurano i quattro Evangelisti:
- Marco con il Vangelo e il leone alato;
- Luca con il Vangelo e il bue alato;
- Matteo con il Vangelo e la penna, in compagnia di un uomo alato;
- Giovanni con il Vangelo, la penna e l’aquila.
La Crocifissione e l’Ultima Cena
Ai lati dell’altare, invece, ecco la Crocifissione (a sinistra) e l’Ultima Cena (a destra), sempre dipinte da Luigi Morgari.
Sopra la Crocifissione c’è la scritta REGNAVIT A LIGNO DEUS, “Dio regnò dalla croce”.
Sopra L’Ultima Cena c’è la scritta PASCHA NOSTRUM IMMOLATUS EST CHRISTUS, “La nostra Pasqua è Cristo immolato”.
Opera di Primo Busnelli sono i putti che sostengono i festoni sopra i dipinti e i quattro angeli assisi sui fianchi delle finestre in alto.
Santuario del Santo Crocifisso di Meda: la navata laterale sinistra
A questo punto puoi dedicarti all’osservazione della navata laterale sinistra, che ospita una raffigurazione del Battesimo di Cristo, esattamente sopra l’antico fonte battesimale, racchiuso da una suggestiva cancellata.
Poco oltre trovi una statua di San Sebastiano, presentato – come da iconografia tradizionale – mentre viene trafitto dalle frecce.
Segue un affresco della Madonna del Rosario di Pompei con San Domenico di Guzman e Santa Caterina da Siena, di Luigi Morgari. L’opera è una riproduzione del dipinto del santuario pompeiano, ma con due differenze: nell’opera di Morgari, infatti, Santa Caterina ha una freccia in mezzo al petto, mentre sotto la Vergine manca il libro della dottrina cattolica.
Infine, la navata è conclusa dall’altare della Madonna con Bambino, arredato con marmo rosso di Collemandina.
Sopra, un angelo accompagnato dalla scritta CIRCUMDABANT EAM FLORES ROSARUM ET LILIA CONVALLIUM, “La circondavano ghirlande di rose e gigli delle convalli”, tratta dal responsorio Vidi speciosam.
Santuario del Santo Crocifisso di Meda: la navata laterale destra
La navata laterale destra mostra una Madonna delle Grazie realizzata da Giovanni Cassina e regalata dal figlio Augusto.
Una nicchia accoglie una statua di San Giuseppe con il Bambino in braccio.
Proseguendo, ti imbatterai in un affresco di Santa Margherita Maria Alacoque davanti al Sacro Cuore, sempre opera di Luigi Morgari.
Infine, ecco l’altare del Santo Crocifisso, a cui il santuario deve il nome.
Sulle pareti sono affrescati angeli, e un angelo – opera di Morgari e Busnelli – è raffigurato anche sulla volta: con una mano tiene la croce e con l’altra il calice. Il dipinto è delimitato agli angoli dalla scritta O CRUX AVE SPES UNICA: “O croce, unica speranza, ti saluto”.
La parte superiore delle navate laterali ospita decorazioni e angeli disegnati da Primo Busnelli: per realizzarli, egli si ispirò ai volti dei figli Pietro, Franco, Chiara, Maria, Teresina, Adele ed Ester.
Santuario del Santo Crocifisso di Meda: la Via Crucis
Anche i quadri della Via Crucis del santuario medese sono opera di Luigi Morgari: si tratta di stampe olografiche su tela che furono collocate all’interno di cornici in noce nel 1925, prendendo il posto di quadri che erano stati realizzati da un altro artista. Il pittore piemontese firmò con nome e cognome solo la tela della seconda stazione.
Come arrivare
Il Santuario del Santo Crocifisso si trova in piazza Vittorio Veneto a Meda.
Se vuoi arrivare al Santuario del Santo Crocifisso in treno, puoi fare riferimento alla stazione di Meda. Uscito dalla stazione, gira a sinistra in piazza della Stazione e al semaforo vai a destra in corso Matteotti. Quindi vai sempre dritto fino all’incrocio con via XX Settembre: alla tua destra trovi la Salita delle Benedettine, che è la strada che ti conduce in piazza Vittorio Veneto.
Hai in mente di arrivare al Santuario del Santo Crocifisso in auto? Tieni presente che non puoi arrivare in piazza in macchina: per questo ti consiglio di parcheggiare in corso Matteotti all’altezza del civico 77 o in via Vignoni, per poi arrivare in piazza attraverso la Salita delle Benedettine.
Infine, nel caso in cui tu voglia arrivare al Santuario del Santo Crocifisso in autobus, ti conviene scegliere la linea C80 e scendere alla fermata di piazza Cavour. Da qui, imbocca via Garibaldi per poi girare a destra in via Antona Traversi: al termine della salita ti ritroverai in piazza Vittorio Veneto.
Che cosa vedere a Meda
Se decidi di visitare il Santuario del Santo Crocifisso di Meda, perché non ne approfitti per esplorare anche il resto della città? Nel post qui sotto trovi tutti i consigli per scoprire che cosa vedere a Meda e dove mangiare.
Mi piacerebbe fornirti molti altri suggerimenti e consigli per i tuoi viaggi e per le tue gite, ma per farlo ho bisogno anche del tuo aiuto: una piccola donazione sarebbe un incentivo importante per me!
Vuoi sapere chi sono e perché ho creato Viaggiare in Brianza? Qui sotto ti parlo un po’ di me. Se vuoi, puoi contattarmi per darmi un consiglio, segnalarmi un errore o anche propormi una collaborazione 🙂
Infine, ti consiglio di visitare il sito web Parrocchie Meda e – se sei interessato ad approfondire ciò di cui ti ho parlato – di acquistare il volume di Felice Asnaghi Dalla Chiesa di Santa Maria al Santuario del Santo Crocifisso, che è stato una preziosa fonte di informazioni per la stesura di questo post.