Che cosa fare a Carate Brianza? La città che ha dato i natali a Roberto Vecchioni ti concede la possibilità di una passeggiata rilassante lungo il Lambro o di una visita alla basilica romanica di Agliate. Non dimenticare di scoprire il Castello Formenti, Villa Cusani Confalonieri e tutte le altre ville di delizia dei dintorni.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Città di quasi 18mila abitanti della provincia di Monza e Brianza, Carate Brianza è costituita da tre frazioni: Realdino, Costa Lambro e Agliate.
La città fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro.
Sono nati a Carate Brianza il teologo Vito Mancuso, il comico Alberto Patrucco, l’ex Miss Italia Federica Moro, il cantante Roberto Vecchioni e la giornalista di Sky Sport Anna Billò. In città (e più precisamente nella frazione di Costa Lambro) è cresciuto anche Filippo Tortu, il primatista italiano dei 100 metri piani.
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Il cimitero di Carate Brianza, invece, accoglie una delle tombe di personaggi famosi in Brianza: è quella di Gian Domenico Romagnosi, filosofo e giurista vissuto tra il Settecento e l’Ottocento, ma anche maestro di Carlo Cattaneo, sepolto nella cappella dei conti Cusani Confalonieri.
Che cosa fare a Carate Brianza: i monumenti da vedere
Ti interessa scoprire che cosa vedere a Carate Brianza? Potresti cominciare la tua passeggiata da via Pozzone, dove sorgono l’antica Cascina Pozzone e la Chiesa di Sant’Anna.
La chiesetta fu progettata da Gaetano Besia (lo stesso architetto dell’Aia di Verderio e del Teatro Sociale di Canzo).
Lasciandoti la chiesa e la cascina alla tua sinistra, percorri via Pozzone fino in fondo e poi gira a destra in via della Valle. Al primo incrocio, svolta a destra in via Piemonte; alla prima rotonda vai dritto in via Lombardia, e alla seconda gira a sinistra in via Rivera. Prosegui fino a quando non incroci sulla tua destra via Moscatelli, dove puoi vedere il monumento La fratellanza fra tutti i popoli, realizzato nel 1976 dall’artista locale Lorenzo Piemonti.
Ripresa la strada lungo via Rivera, vai dritto fino alla prima rotonda, dove girerai a sinistra in viale Brianza. Alla rotonda successiva gira a destra in via Bologna, e dopo pochi metri alla tua sinistra troverai la Chiesa di Cristo Re, costruita alla fine degli anni ’50 del secolo scorso. A benedire la prima pietra di questa chiesa nel 1958 fu l’arcivescovo di Milano di allora, Giovanni Battista Montini, che nel 1961 consacrò anche l’altare; due anni più tardi sarebbe diventato papa con il nome di Paolo VI.
Sulla sommità della facciata puoi notare una statua di Cristo Re benedicente, opera dello scultore caratese Santo Caslini.
All’interno merita di essere visto il catino absidale affrescato da Eraldo Moscatelli: raffigura il Cristo in trono circondato da San Simpliciano e Sant’Ambrogio (i due compatroni della parrocchia) con San Guido e Santa Teresa d’Avila (questi ultimi due inseriti nel dipinto su richiesta della benefattrice che aveva donato l’altare; il suo desiderio sarebbe stato addirittura di intitolare la chiesa stessa a Santa Teresa d’Avila, ma il Prevosto si oppose).
I quadri in cotto della Via Crucis sono opera della scultrice Luisa Marzatico.
Ora torna indietro lungo viale Brianza, e dopo la seconda rotonda gira a sinistra in via Nazario Sauro, per raggiungere il civico 26: qui sorge la più antica casa di Carate, riconoscibile per la sua muratura di ciottoli e la bifora in cotto. Si pensa che questa sia stata la sede dell’Hospitale dei Poveri, fondato nel Duecento dal beato Pietro Zappelli.
Percorrendo a ritroso via Nazario Sauro, arriverai all’incrocio con via Amedeo Colombo: qui c’è una cappellina con un’effigie della Madonna dei Vignoli, collocata davanti a un muro semicircolare del vecchio cimiterino del Loghetto, risalente al 1790. Questo piccolo camposanto venne realizzato in seguito all’ordinanza che imponeva di seppellire i defunti al di fuori dei centri abitati; accolse anche le spoglie di Gian Domenico Romagnosi e del suo amico Luigi Azimonti, mecenate che lo aveva ospitato dopo che era uscito di prigione.
Procedi lungo via Amedeo Colombo per raggiungere largo Cairoli e ammirare la cappella della Madonnina del Loghetto, con un affresco che raffigura la Vergine tra San Rocco e San Sebastiano. “Loghetto” è un diminutivo di “Logh”, termine dialettale usato per indicare un piccolo campo. La cappella fu costruita dopo l’epidemia di colera finita nel 1855.
Da qui gira a sinistra e incamminati lungo via San Simpliciano, fino a che vedrai sulla tua destra vicolo San Simpliciano: qui sorge Villa Battaglia Formenti, riconoscibile per la sua torretta belvedere. Questa dimora in stile ottocentesco appartenne al giornalista e nobile milanese Giacinto Battaglia, padre di Giacomo, volontario dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi che morì nella battaglia di San Fermo.
Ora imbocca alle tue spalle via Zoppelli, gira a destra in via Dante Cesana e poi prendi la terza strada a destra, via Damiano Chiesa: sbucherai così in via Bernardo Caprotti, dove al civico 7 c’è l’ingresso di Villa Cusani Confalonieri (a cui puoi accedere anche da via San Bernardo: è la prima strada a destra oltre il portone).
Residenza circondata da uno splendido giardino all’italiana, in origine era stata costruita come castello medievale, con un portico di epoca cinquecentesca, ma della struttura iniziale rimane solo la torre di nord-ovest.
Annesso a Villa Cusani Confalonieri, in via Bernardo Caprotti 9, ecco l’Oratorio di Santa Maria Maddalena, edificato alla fine del XV secolo. Contraddistinto da lineamenti caratteristici dello stile architettonico gotico, presenta due chiavi di volta in marmo di grande pregio.
Nel post qui sotto, comunque, puoi scoprire Villa Cusani Confalonieri e il suo parco ancora più da vicino.
Lasciandoti l’Oratorio di Santa Maria Maddalena sulla destra e continuando a percorrere via Bernardo Caprotti raggiungi piazza IV Novembre, dove sorge la Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano. Ricostruita all’inizio dell’Ottocento su una preesistente chiesa romanica, ospita al proprio interno decorazioni del pittore David Beghè. L’impronta neoclassica degli ambienti è frutto dell’ingegno di Simone Cantoni (progettista, tra l’altro, di Villa Gallarati Scotti di Oreno, di Villa Gernetto di Lesmo e di Villa Perego di Inverigo).
Per conoscere da vicino la storia della Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano puoi leggere il post qui sotto, che te ne parla in maniera approfondita.
La piazza ospita anche il Monumento a Sant’Anatalone, risalente al 1739: su una colonna barocca in pietra molera sorretta da un basamento in granito cinquecentesco, il vescovo è raffigurato mentre sostiene una grande croce in ferro, con la mitra ai piedi.
All’incrocio tra la piazza e via San Giuseppe non dimenticare di osservare Villa Tagliabue Rossi, realizzata nel XVIII secolo secondo i dettami del barocchetto lombardo. L’ingresso principale sulla strada è aperto da una cappella privata, costruita nel 1760.
Incamminati lungo via San Giuseppe e svolta a sinistra in piazza Battisti; andando dritto, imboccherai via Cusani. Passando sotto il portico del palazzo municipale ti imbatterai in alcune iscrizioni che ricordano personaggi illustri di Carate: fra questi c’è Giuseppe Masera, che fu chirurgo alpino durante la Prima Guerra Mondiale. A lui è dedicato anche un bassorilievo in bronzo di Santo Caslini.
Poco oltre, di fronte al civico 9 di via Cusani, sorge la scultura L’Eroe di Giuseppe De Feo, monumento in bronzo realizzato nel 1991 che raffigura un cavaliere con cavallo.
Alle sue spalle svetta l’ex Torre Littoria, oggi Torre dell’Acquedotto con un serbatoio da 300 mc di capacità: fu realizzata tra il 1934 e il 1936 in stile modernista, secondo i dettami dell’epoca fascista.
Accanto alla scultura L’Eroe, proprio davanti alla sede della BCC di Carate Brianza, ecco il bronzo La forza, il commercio, l’industria, di Santo Caslini. Realizzato nel 1971, il gruppo scultoreo rappresenta un cavallo (la forza) accompagnato alla briglia da una donna (l’industria) e cavalcato da Mercurio (il commercio).
Proseguendo la tua passeggiata lungo via Cusani, ti ritroverai in piazza Martiri delle Foibe. Qui, sopra la vela centrale del parcheggio pubblico, puoi ammirare un dipinto murale in ricordo delle vittime dell’Olocausto e delle Foibe: realizzato dai fratelli Luigi, William e Daniel Disca, mostra un grande tricolore su cui si allungano le trecce di un filo spinato nero (simbolo di tutte le persecuzioni politiche e razziali), che al centro si sciolgono in rondini in volo.
Sempre in piazza Martiri delle Foibe è visibile un’altra opera di street art: è il dipinto Istantanea di quel che fu e di quel che è, creato nel 2023 da Akila Porage. Il murale, che consiste nella rielaborazione di foto storiche della città provenienti dall’Archivio Citterio, è suddiviso in due parti: una raffigura l’antica stazione del tram di via Cusani e la statua di Sant’Anatolone di piazza IV Novembre; l’altra i ponti sul fiume Lambro e la Cappella della Madonna Regina di piazza Risorgimento.
Ritornato indietro in piazza Battisti, vai dritto per proseguire in corso della Libertà, dove al civico 21 sorge l’ex Casa del Fascio. L’edificio fu costruito nel 1905 come sede della Società di Mutuo Soccorso, e poco dopo accolse il Teatro Excelsior, un salone per spettacoli finanziato da Domenico Staurenghi, titolare dell’omonimo cotonificio sul Lambro. Con l’avvento del fascismo, la sede della Società di Mutuo Soccorso divenne Casa del Fascio (e il teatro si trasformò in Cinema Littorio). Nella seconda metà degli anni ’30, con il rifacimento della facciata, diventò ufficialmente Palazzo del Littorio.
Continua lungo corso della Libertà fino all’incrocio con via Milite Ignoto e viale Garibaldi: qui trovi il Santuario della Madonna di San Bernardo. Realizzata nel 1589, questa chiesetta durante l’epidemia di colera degli anni 1854 e 1855 fu adibita a lazzaretto destinata ad accogliere i contagiati.
Oggi il santuario ospita un dipinto cinquecentesco della Madonna con Bambino incoronata da Angeli, attribuito a un seguace del Bergognone.
Nel post qui sotto ti racconto tutta la storia del Santuario della Madonna di San Bernardo di Carate Brianza e della sua preziosa pala d’altare. Buona lettura!
Se prosegui in via Garibaldi troverai una traversa sulla sinistra, via Al Castello, viale di tigli secolari che conduce al Castello Formenti. Costruito agli inizi del Novecento, si sviluppa su tre piani, eccezion fatta per la torretta belvedere che comprende tre livelli in più. Le soluzioni stilistiche neogotiche offrono uno spettacolo imperdibile.
A questo punto ti consiglio di raggiungere la frazione di Agliate: percorri a ritroso via Garibaldi e, dopo il semaforo, gira a sinistra attorno al Santuario della Madonna di San Bernardo per imboccare via Milite Ignoto. Segui la discesa fino a che non vedi, alla tua sinistra, un viale alberato: è viale Rimembranze, e ti conduce all’ingresso del cimitero.
La sua costruzione venne completata nel 1845. In origine il camposanto sarebbe dovuto sorgere, con la sua imponente architettura, intorno a un monumento dedicato a Romagnosi; tuttavia questo progetto, pur essendo già stato approvato dall’amministrazione comunale, fu cassato dalle autorità austriache, che consideravano Romagnosi appartenente alla Carboneria e quindi gli erano ostili. Così le spoglie del giureconsulto e filosofo furono accolte nella Cappella Cusani Confalonieri, che puoi vedere ancora oggi subito dopo essere entrato nel cimitero.
Qui venne traslato il corpo di Romagnosi nel 1847, anche se le spoglie non trovarono ancora pace: l’anno successivo, infatti, la cappella fu ispezionata perché secondo una soffiata il marchese Ferdinando Cusani Confalonieri vi aveva nascosto bandiere tricolori, tamburi e armi in seguito al ritorno degli austriaci successivo alle Cinque Giornate di Milano. La bara del filosofo venne, così, scoperchiata.
Per conoscere più da vicino la biografia di Gian Domenico Romagnosi e la storia del suo legame con Carate Brianza, puoi leggere l’approfondimento che ho dedicato a questi temi nel post qui sotto.
Di fianco alla cappella Cusani Confalonieri c’è il sepolcro Battaglia, dove riposano le spoglie di Giacomo e Giacinto Battaglia, di cui ti ho già parlato in precedenza. Giacomo morì a 28 anni, il 27 maggio del 1859; Giacinto due anni più tardi, nel 1861.
Pochi metri più dietro, non passa inosservata la cappella Arangi-Lombardi, dove riposa la cantante lirica Giannina Arangi-Lombardi. Si tratta di una costruzione molto particolare, con uno stile che rievoca l’architettura moresca, esaltato dalle aperture gotiche e da una cupola il cui interno è rivestito a mosaico con tessere azzurre.
Alla storia della Cappella Arangi-Lombardi e alla biografia di Giannina ho dedicato un approfondimento: puoi leggerlo nel post qui sotto, che ti permette anche di scoprire come mai le spoglie di questa famosa cantante lirica si trovano a Carate,
Uscito dal cimitero e ritornato in via Milite Ignoto, prosegui la discesa e vai sempre dritto, fino a quando non incroci alla tua destra il ponte sul Lambro: risale al 1921, anno in cui fu costruito per rimpiazzare un precedente ponte ad archi che era collassato su sé stesso.
Attraversa il fiume e subito dopo gira a destra nel sottopasso che ti permette di addentrarti nel Borgo San Dazio: è intitolato a un santo che, secondo la leggenda, sarebbe stato proprio di Agliate. Il borgo un tempo era conosciuto come Bourg di occh, ed era ricco di molini, canali molinari e frantoi, di cui oggi non è rimasta traccia.
Lasciandoti il fiume sulla destra, gira a sinistra in via Ronchi, al termine della quale ti ritroverai in via Cavour: qui di fianco al civico 28 sorge la Basilica dei Santi Pietro e Paolo.
Realizzata tra il X e l’XI secolo, è caratterizzata da tre navate, ognuna delle quali ha una porta di ingresso. Il complesso di questa basilica romanica include un battistero con pianta a 9 lati.
Per conoscere da vicino la Basilica di Agliate e scoprire come visitarla, comunque, puoi leggere l’approfondimento che le ho dedicato nel post qui sotto.
Accanto alla basilica c’è viale Rimembranze, che ti porta al cimitero di Agliate: vale la pena di visitarlo per ammirare da vicino il bronzo Paolo e Francesca, ispirato ai personaggi della Divina Commedia di Dante immortalati in un abbraccio eterno e realizzato da Santo Caslini.
Tornato in via Cavour, supera la basilica e gira a destra in via Pascoli: al civico 4 merita di essere vista la palazzina della Scuola Materna di Agliate. Costruita nel 1912 e inaugurata l’anno seguente, venne progettata da Emilio Colombo con uno stile architettonico a imitazione del romanico, come il campanile della basilica.
Ritornato in via Cavour, prosegui fino al civico 69, dove c’è l’ingresso di Villa La Rovella. L’edificio fu voluto da Luigia, figlia dell’illuminista Pietro Verri, e da suo marito Giuseppe Confalonieri; fu costruito tra il 1824 e il 1828 su progetto di Giacomo Moraglia, l’architetto della Chiesa di San Giovanni Battista a Cernusco Lombardone.
A fianco al cancello di ingresso è presente l’Oratorio di San Giuseppe, elegante tempietto neoclassico progettato sempre da Moraglia: curiosamente, si affaccia non verso la villa ma sulla strada. Al suo interno è custodito un dipinto del pittore cremonese Giuseppe Diotti, Morte di San Giuseppe.
Continua la tua passeggiata lungo questa strada e al bivio mantieni la sinistra per proseguire sulla SP 155. Dalla prima traversa sulla destra si sviluppa un viale alberato di 300 metri: si tratta di via Beldosso, in cima alla quale sorge la dimora omonima.
Villa Il Beldosso risale all’inizio del XVI secolo, anche se il suo aspetto attuale, dalle linee barocche tipiche del Seicento, deriva dai lavori compiuti nel XIX secolo. Sviluppata su tre piani, include una cappella privata in un parco di circa 103mila metri quadri.
Ritornato a Villa La Rovella, gira a sinistra in via Montello per arrivare nella frazione di Costa Lambro. Qui in piazza San Martino puoi ammirare Villa Stanga Borromeo Arese, splendida dimora di cui si nota, attraverso la cancellata in ferro battuto, il portico a tre luci della facciata in stile neo-barocchetto.
Vale la pena di osservare (da fuori, ovviamente) anche il giardino all’italiana di Villa Stanga: per farlo, imbocca via Stanga Busca, poi gira a sinistra in via Parini e ancora a sinistra in via Boffalora.
Tornato in Piazza San Martino, non perdere l’opportunità di visitare anche la Chiesa di San Martino, risalente almeno al Quattrocento ma ricostruita a metà del XIX secolo. L’affresco della facciata mostra San Martino che divide il mantello con il povero.
Che cosa fare a Carate Brianza: gli itinerari naturalistici
Se vuoi scoprire che cosa vedere a Carate Brianza per apprezzare la bellezza della natura non puoi che recarti alle Grotte di Realdino, nella frazione omonima: rientranze naturali scavate nel ceppo da cui sgorga acqua. Imposta sul navigatore l’indirizzo di via Volta per lasciare la macchina, e poi attraversa a piedi il ponte per giungere alle grotte, meta di escursioni sin dal XIX secolo.
Da qui, tra l’altro, puoi rivolgere lo sguardo all’insù e ammirare il Ponte Vecchio di Realdino. Inaugurato nel 1907, fu uno dei primi in Italia a essere realizzato in cemento armato.
Dalle Grotte di Realdino puoi raggiungere, sempre a piedi, la Basilica di Agliate percorrendo il sentiero nei boschi che affiancano il corso del fiume Lambro.
Alle spalle della basilica c’è il Parco della Rovella, affacciato sul Lambro: comprende una fascia boscata, un percorso vita e una grotta, in prossimità della quale c’è un fontanile, che ogni anno è sede della rappresentazione della Natività.
Se desideri passeggiare lungo il Lambro a Carate Brianza, puoi dare un’occhiata al post qui sotto, che ti fornisce tutte le informazioni utili per orientarti e scoprire tutte le location più suggestive che meritano di essere ammirate lungo il percorso.
Per una passeggiata lungo il fiume Lambro a Carate puoi partire anche da via Fiume, oppure prendere il sentiero che parte da via Leopardi e scende nel bosco fino alla riva del corso d’acqua. Qui c’è un punto del fiume in cui l’acqua è particolarmente bassa: se non hai timore di bagnarti i piedi e le gambe puoi attraversare per raggiungere la distesa d’erba sul lato opposto.
A proposito: se sei un appassionato di ciclismo, proprio da via Fiume inizia il cosiddetto muro dell’Orlanda (noto anche come muro delle Sette Gocce), un tratto con pendenza tra il 12 e il 18 per cento, affrontato dai professionisti del pedale nel corso della Coppa Agostoni.
Questa salita passa per via Leonardo da Vinci, dove sbuca un altro sentiero che ti porta nei boschi che costeggiano il Lambro.
Dove mangiare a Carate Brianza
Uno dei più noti ristoranti di Carate Brianza è il Càmp di Cènt Pertigh, chiuso il martedì tutto il giorno e il mercoledì a pranzo: si trova in via Trento e Trieste 63.
Anche la Taverna degli Artisti è un ottimo posto dove mangiare a Carate Brianza: si trova in via Stanga Busca 3 ed è aperta a cena dal martedì alla domenica e a pranzo la domenica. Tra le proposte più invitanti ti segnalo le ribs cotte a bassa temperatura ai frutti di bosco e l’entrecote di cuberoll argentino alla griglia con salsa alla lavanda e patate al forno.
Preferisci una pizzeria a Carate Brianza? Ecco Al Burigiott, in via Trento e Trieste 57. Dotato di terrazza estiva, è sempre aperto tranne il sabato a mezzogiorno; nel menù propone fra l’altro il risotto alla puttanesca con crema di bufala e il filetto di cervo alle erbe con purè di patate viola.
Nel novero dei ristoranti di Carate Brianza spicca La Piana, chiuso la domenica sera e il lunedì tutto il giorno; situato in via Pietro Zappelli 12, propone piatti tipici lombardi studiati e preparati dallo chef Gilberto Farina.
In alternativa potresti provare la cucina argentina in Brianza di Mucho Mas, in via Della Valle 71. Aperto tutte le sere, propone carni alla griglia e empanadas (panzerotti argentini ripieni).
In via Cavour 2 c’è Aldea Antigua, ristorante di cucina messicana in Brianza aperto dal martedì alla domenica a cena: il menù comprende, tra l’altro, fajitas, boccadillos e taquitos al queso.
In un antico cascinale del Cinquecento sorge La Mescita, location dove mangiare a Carate Brianza specialità caserecce come cassoeula, trippa e ribollita: è in via San Simpliciano 3 ed è aperta a cena dal martedì alla domenica e a pranzo nel fine settimana.
Infine, un ultimo consiglio: Birra Gaia, in via Vergani 16, è una delle location dove mangiare la pizza a Carate. Ma nel menù trovi anche fajitas di pollo, arrosticini abruzzesi, costine di maiale marinate alla birra e molte altre specialità di carne.
Come arrivare a Carate Brianza
Come arrivare a Carate Brianza in auto? Provenendo da Milano o da Lecco, ti basta percorrere la SS 36 e prendere l’uscita di Carate.
Provenendo da Como, segui la SP 342 fino a Nibionno, dove ti immetterai sulla SS 36.
Per arrivare a Carate Brianza in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina, servita dalla linea suburbana S7 di Milano e collegata, tra l’altro, con Monza, Villasanta, Arcore, Biassono, Macherio, Triuggio, Besana in Brianza, Renate, Cassago Brianza, Costa Masnaga, Molteno, Oggiono, Galbiate e Civate.
Per arrivare a Carate Brianza in autobus, puoi sfruttare la linea Z221, che collega la città con Monza, Vedano al Lambro, Biassono, Macherio, Sovico, Albiate, Verano Brianza, Giussano e Mariano Comense. Il bus Z231, invece, ti consente di raggiungere Carate Brianza se parti da Verano Brianza, Giussano, Seregno o Desio. La linea Z232 ferma a Desio, Seregno, Verano Brianza, Giussano, Besana in Brianza, Monticello Brianza e Casatenovo, mentre la Z242 passa da Desio, Seregno, Verano Brianza, Giussano, Besana in Brianza, Briosco, Veduggio con Colzano, Renate, Monticello Brianza e Casatenovo. Ancora, puoi arrivare a Carate Brianza con i bus Z233 se parti da Triuggio, Albiate o Seregno. Il pullman D60, infine, collega la città con Besana in Brianza, Monticello Brianza e Barzanò.
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Infine vorrei segnalarti due fonti di cui mi sono servito per scrivere questo post: il sito web Monumentale Diffuso della Brianza, che racconta in maniera dettagliata la storia (e le storie) del cimitero di Carate Brianza, e Il sito web del Museo Diffuso Carate Brianza, che ti permetterà di approfondire la conoscenza di tutta la città e delle sue bellezze.
Se siete alla ricerca di una buona pizza a Carate, consiglio anche vivamente la Pizzeria Nuova Idea